Segnatevi questo nome, sempre ammesso che non conosciate già la bottiglia: Il Torbo, Podere La Castellaccia (anche se nella bottiglia c’è scritto Simona Orsini, proprietaria dell’azienda con il marito Alessandro Tofanari). Annata 2017. L’ho trovato nel catalogo di Bibo Potabile, grazie sempre al Dietro le quinte di Arezzo come tramite. Lo dico senza girarci troppo attorno: è uno dei macerati italiani che amo di più.
Ha carattere, grinta, spigoli. Personalità da vendere. E’ fresco, sapido, lungo. Imprevedibile (nell’accezione migliore). E racconta la Vernaccia di San Gimignano in maniera davvero originale, ispirata e inattesa. In rete, su questo vino, non si trova molto. Di sicuro è un azzardo macerare la Vernaccia. Ancor più così tanto (otto mesi!) Alessandro e Simona fanno lo stesso con l’Ancestrale Bianco, un rifermentato sempre Vernaccia in purezza che – più prima che poi – proverò. Loro, naturali dal 2011, spiegano così la scelta: “Perché macerazioni così lunghe? Perché farle con il Trebbiano è un gioco da ragazzi”.
Non fatevi sfuggire questo Torbo: livelli altissimi.
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Il Torbo 2017 – Podere La Castellaccia
domenica, Giugno 7th, 2020Bure Bianca – Val di Buri
martedì, Giugno 2nd, 2020Oggi, a pranzo, ho bevuto quello che definirei un perfetto “entry level macerato”. Mi spiego: quando un macerato è ben fatto, non ha difetti e al tempo stesso non è esasperato, è dominato dai sentori olfattivi di frutta gialla. Pesca e albicocca su tutte. Tale frutto si sente poi anche al gusto: ne percepisci tutta la polpa e a morbidezza, quasi che stesso bevendo un “vino dolce” (perché questo sembra al naso) che poi però si rivela secco al gusto (e ciò spiazza puntualmente i neofiti).
Ecco: il Bure Bianca di Val di Buri, piccola azienda naturale toscana (Baggio, Pistoia) che ho scoperto nel catalogo di Bibo Potabile tramite il ristorante Dietro le quinte, è esattamente così. Poche bottiglie prodotte. Vino da tavola, i vitigni non sono specificati: si sa solo che le uve sono “a bacca bianca autoctone”. In rete, dove si trova (poco) attorno ai 21 euro, si parla di Trebbiano in purezza. Il produttore, in un commento sotto a questo post, ha confermato. Diraspatura manuale e fermentazione spontanea senza controllo della temperatura a chicco intero in vasche di acciaio inox e damigiane, 2 follature e/o rimontaggi giornalieri. Contatto con le bucce 1/3 della massa per 25 giorni, 2/3 fino a Pasqua (7 mesi). Affinamento: 1/3 in botticella di acacia di primo passaggio per 6 mesi. 2/3 in acciaio. Ulteriori due mesi di invecchiamento in acciaio dopo il blend.
Ne risulta un macerato “entry level” di buona fattura, forse con troppo pochi spigoli per chi cerca da un macerato un surplus di azzardo, ma quando la bottiglia finisce in un amen (ero con la mia compagna) vuol dire che quel vino è un buon vino.
Roccolo di Monticelli
giovedì, Maggio 28th, 2020Siamo sulle colline tra Verona e Soave. Il vigneto è a Lavagno, la sede aziendale a Colognola ai Colli (entrambi provincia di Verona). Sono vini che ho scoperto nel catalogo di Bibo Potabile. L’azienda si chiama Roccolo di Monticelli, e mi ha convinto appieno.
Ho provato due vini. Il primo è stato il Cinciallegra, un rifermentato in bottiglia che fa macerazione. Ne risulta un colore rosato. Le uve sono quelle su cui l’azienda punta di più, Garganega e Trebbiano di Soave. E’ un vino piacevolissimo, beverino, glu glu. Di quelli che piacciono a me (a noi?).
Solo applausi anche per il Monticelli bianco. Anzi di più. Stesso uvaggio, anche qui macerazione (non spinta, ma neanche impercettibile). Solo che stavolta il vino è fermo. Ha un’eleganza che stupisce, un bel carattere, una buona lunghezza. Riuscitissimo. L’azienda produce anche un rosso, un rosato frizzante, sidro di mele e olio.
Bravi!
Follia à deux – Podere Anima Mundi
lunedì, Maggio 25th, 2020Quella che vedete è l’etichetta di un vino che vi consiglio, nonostante la veste grafica assai spoglia (chi se ne frega) e le pochissime bottiglie prodotte (e questo invece è un casino). Si chiama Follia à deux e l’azienda risponde al nome di Podere Anima Mundi. L’ho scoperta nel catalogo di Bibo Potabile, tramite il Dietro le quinte di Arezzo. Siamo a Usigliano, colline di Lari, Pisa. Marta, la proprietaria, è cresciuta tra Polonia e Francia. Ha lavorato come professoressa di Filosofia all’università. Arrivata in Toscana, si è presa cura di alcune vigne abbandonate. Regime biodinamico. Produce solo monovarietali.
Questo Follia à deux è un azzardo nell’azzardo. Foglia Tonda in purezza, e già qui si rischia: che io sappia, l’unico a fare Foglia Tonda in purezza (e bene) è Mannucci Droandi. Non solo: lei lo declina come rifermentato in bottiglia rosato. Un metodo ancestrale, bassa gradazione alcolica, grande bevibilità. Vino senza troppe pretese, 12 euro in rete. Classica bottiglia glu glu, anche da merenda.
L’unico difetto è che si trova molto difficilmente, perché la produzione è davvero esigua. Ma il vino è, nel suo genere, riuscitissimo.