Segnatevi questo nome, sempre ammesso che non conosciate già la bottiglia: Il Torbo, Podere La Castellaccia (anche se nella bottiglia c’è scritto Simona Orsini, proprietaria dell’azienda con il marito Alessandro Tofanari). Annata 2017. L’ho trovato nel catalogo di Bibo Potabile, grazie sempre al Dietro le quinte di Arezzo come tramite. Lo dico senza girarci troppo attorno: è uno dei macerati italiani che amo di più.
Ha carattere, grinta, spigoli. Personalità da vendere. E’ fresco, sapido, lungo. Imprevedibile (nell’accezione migliore). E racconta la Vernaccia di San Gimignano in maniera davvero originale, ispirata e inattesa. In rete, su questo vino, non si trova molto. Di sicuro è un azzardo macerare la Vernaccia. Ancor più così tanto (otto mesi!) Alessandro e Simona fanno lo stesso con l’Ancestrale Bianco, un rifermentato sempre Vernaccia in purezza che – più prima che poi – proverò. Loro, naturali dal 2011, spiegano così la scelta: “Perché macerazioni così lunghe? Perché farle con il Trebbiano è un gioco da ragazzi”.
Non fatevi sfuggire questo Torbo: livelli altissimi.
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bravissimi Simona e Alessandro!!!
Lo proverò senz’altro. Gli altri che ho provato leggendo i tuoi consigli sono stati fantastici: Roddolo e cantine Barbera di Menfi.