Recensione My Urban Dog

Siamo lontani mille miglia da ogni tentativo di umanizzare il proprio cane e ancor di più il rapporto con il proprio cane.
Questa è senza dubbio la prima cosa che balza agli occhi del lettore che si trova tra le mani il libro appena pubblicato di Andrea Scanzi «I cani lo sanno» (Feltrinelli).
Ed è questo il motivo che ce lo ha fatto subito amare. Niente espressioni come papi, il mio bambino, o ancor peggio le mie bambine, visto che il fulcro di tutto il libro sono due Labrador, madre e figlia.
Due Labrador che accompagnano la vita dell’autore, lo consigliano su quali persone frequentare e quali no, gli anticipano quando è l’ora di andare a letto, gli indicano quale strada prendere lo aiutano nel suo quotidiana.
Due cagne (ci perdoni l’autore che detesta questa parola) di cui  Scanzi scrive con profondo e autentico amore, raccontandoci, tra  citazioni dotte (molte) e battute salaci, con un linguaggio immediato e immerso nella nostra quotidianità (“cagna” è solo la protagonista di Boris) le loro avventure.
Ma soprattutto si racconta di come come trascorra la sua vita di un uomo che decide di accompagnarsi con un cane. Perché di questo in fondo si parla: della vita, dei sentimenti, delle sensazioni, delle preoccupazioni, dei dolori e della gioia che un cane è in grado di regalare in un animo umano.
Ovviamente se quest’ultimo possiede abbastanza intelligenza da  vedere e comprendere il regalo che riceve, cosa non affatto scontata.

(My Urban Dog, 27 settembre 2011)

One comment

  1. Caro Andrea ,in un testo che tratta di cani ,di amore ,di odore ,di istinto di empatia transraziale ,il termine lisergico mi sembra inutilmente difficile.Descrivi ,comunque,alla perfezione quel gomitolo di sensazioni che ho provato con i miei amori pelosi.Bravo giovane aretino

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