Lo chiamavano «aviatore», Gilles Villeneuve, perché passava più tempo in cielo che a terra.
Il piccolo aviatore racconta la sua vita e i suoi voli. Gli esordi sulla neve, i successi in Formula Atlantic. L’approdo in Ferrari, voluto dal Drake contro tutti: lui, uno sconosciuto, chiamato a sostituire Lauda. A quello sconosciuto, a quell’aviatore, Enzo Ferrari vorrà bene come a un figlio.
Il rapporto con Joann, con i figli. I testacoda, gli errori voluti. La scelta di non maturare, di rinunciare alla razionalità, per fedeltà insondabile a se stesso.
Le vittorie, mai tantissime. L’inguaribile tristezza sul podio. La sua purezza. L’identificazione oggi impensabile della gente, che lo amerà – e lo ama – come nessun altro. Una vita vissuta con l’acceleratore saldato a terra, come se lo sapesse, l’avesse sempre saputo, che per lui il tempo era già in scadenza.
Se n’è andato guardando le stelle, Villeneuve. Se n’è andato chiudendo un’epoca, Villeneuve.
Salve Scanzi,
ho appena terminato di leggere il libro, uno dei tanti che ho su Gilles. Grazie per le emozioni che mi ha fatto rivivere, visto che oramai ho 55 anni. Ci sono molte piccole inesattezze che vedo sono cmq state già segnalate dai lettori precedenti e cmq corrette nella nuova edizione. Il libro è una prima edizione del novembre 2002, Limina Edizioni, acquistato il 30/03/2019 pesso lo stand della Libreria Dell’Automobile alla Mostra Scambio Auto e Moto d’Epoca Camer di Reggio Emilia. Potrà interessarle come nota curiosa che la copia in mio possesso apparteneva alla biblioteca privata di Mario Poltronieri, biblioteca che è stata ceduta dagli eredi alla Libreria dell’Automobile. Saluti, Paolo Galavotti
Caro Scanzi,
finalmente, dopo aver visto la mostra “Wow Gilles!” curata dal bravo Giorgio Terruzzi mi sono deciso ad approfondire le mie poche conoscenze su Villeneuve. Fino ad oggi non l’ho mai fatto per la paura di risvegliare in me il brutto ricordo di quel giorno di maggio 1982.
E allora eccomi qui, con “il piccolo aviatore” ultima ristampa in mano. Le faccio i miei complimenti! Sono stato rapito dal suo stile nel descrivere e ricordare un personaggio inimitabile che mai potrò dimenticare:il grande Gilles.
Grazie ancora
Antonio Zaneboni
“Il piccolo aviatore – Vita e voli di Gilles Villeneuve”
È tornato il bel tempo. Ieri ha piovuto, anche forte. Mentre avantieri faceva già caldo, presagio d’Estate. Com’è mutevole il tempo…
Buon giorno. Ho appena terminato di ri-leggere il suo libro (l’ultima pubblica-zione del 2012) e credo si meriti davvero un bel Bravo!
Sì la prima, quella del 2002, conteneva un po’ troppe imprecisioni, o sviste… ma dopo le altre letture questa, almeno, m’ha restituito l’immagine più vera che conservavo nella memoria. Sono passati parecchi anni da quegli accadimenti ma i sentimenti, quelli più profondi e personali, sono come cristallizzati. Le altre letture, pubblicate in forma di Memorie e non, non mi erano parse proprio all’altezza! Non ho la presunzione d’averle lette tutte, ma questo è il mio pa-rere.
Nelle sue pagine invece m’è davvero parso di ritornare a quei giorni e di rive-dere e rivivere l’amore e la passione per quel piccolo canadese. Certo il tempo è passato, molte cose sono cambiate in noi e nel mondo, ma quella Storia rimane. Così come l’abbiamo vissuta!
Lei personalmente la conoscevo come volto televisivo, abile e piacevole al ve-dersi, e come giornalista. Molte sue prese di posizione sono da me condivise ma, con estrema sorpresa, avevo scoperto questa sua passione giovanile… Poi trami-te il web, vedendo anche i suoi interessi musicali, molte cose mi sono parse più chiare. Rimane comunque il mio compiacimento per quanto pubblicato e mi pareva doveroso comunicarglielo. Ne sono certo, non le dispiacerà.
Al riguardo, sempre che Lei lo voglia, avrei piacere di farle pervenire un mio lavoretto, sempre relativo all’amico Gilles. Nell’inverno passato ho rimesso in-sieme, avendone ora il tempo, il materiale pubblicato da Autosprint prima degli esordi europei. Nulla di particolare, e naturalmente senz’altra pretesa. Ma ri-leggendo i commenti in tempo reale si ritrova davvero un altro sapore nelle pa-role scritte. Quindi se lo vorrà, e se mio figlio mi spiegherà come poter invia-re un file PDF di 13MB, glie lo farò avere.
Grazie comunque e nuovamente tanti complimenti. Con affetto e stima.
P.S. Anche su quest’ultima edizione ho scovato alcune imprecisioni. Io mi per-metto segnalarle, magari per le successive ristampe.
• Pag. 40: la vettura di D. Purley si chiamava LEC, e non Lee.
• Pag. 57: leggo a fondo pagina “Con quella Lotus, Stewart aveva uno stile pulito, Peterson no.” J. Stewart non mi pare abbia guidato una F.1 di C. Chapman.
• Pag. 108: “Disse Gordon Murray, progettista Brabham, quello dell’effetto suolo…” Non è proprio esatto! Sì, fu tra i più abili nello sfruttarne gli effetti ma non fu lui lo scopritore. Bensì il team Lotus ad introdurlo (se non erro con il modello 78) e a farne scoprire il reale potenziale.
Ciao Scanzi,
ho finito stamattina di leggere il tuo libro… ti conosco, come molti, per essere un giornalista del Fatto e per le ospitate in tv, delle quali condivido quasi sempre tutto (:D).
Non avevo idea che esistesse questo tuo saggio su Villeneuve fin quando ho deciso, da appassionato “ventennale” di f1, di saperne un pò di più su questa leggenda dello sport che però non ho mai visto correre, ero piccolo in quegli anni e quando mi sono appassionato era l’epoca di Berger e Alboreto in Ferrari.
Girovagando su Amazon l’ho visto e l’ho ordinato.
Complimenti, mi è piaciuto molto, ho appena rivisto il filmato di Imola 82 su youtube, conoscevo più o meno come erano andate le cose, ma ora l’ho visto in un’ottica diversa.
Di Villeneuve in Formula 1 “conoscevo”, Jacques, e non mi è mai stato simpatico, da oggi lo è un pò…
Un saluto.
Caro Scanzi,
un cordiale saluto. Mi chiamo Carmine Marino, ho 26 anni. Nel tempo libero dagli impegni universitari, ricopro le mansioni di addetto stampa dell’A.S.D. Polisportiva Atena Lucana, piccolo centro della provincia di Salerno.
Fin dalla fondazione della società – avvenuta nell’agosto del 2011 – ho cercato di promuovere i rudimenti di una cultura sportiva che non fosse ridotta ad una semplice enumerazione di cifre o statistiche sui protagonisti della storia dello sport: al contrario, mi sono chiesto se la forma-racconto potesse o meno schiudere un punto di vista originale dal quale osservare le gesta dei campioni e dei gregari, esaltandone anzitutto il profilo umano. Sulla scorta di questo elementare ideale, ho sottoposto al direttivo dell’associazione il progetto di una rassegna sportivo-letteraria che affidi a voci autorevoli del giornalismo italiano il compito di ri-disegnare lo spazio del racconto sportivo, sottraendolo all’arbitrio delle cronache e dei «commenti a caldo». Vorrei dedicare il primo appuntamento di questo ciclo di incontri – in programma, con ogni probabilità, nella prossima estate – al «piccolo aviatore» Gilles Villeneuve.
L’intera polisportiva le è fin d’ora grata per l’attenzione con la quale accoglierà il nostro invito.
Buon lavoro. A presto,
Carmine Marino
Contatti:
Skype: carmine.marino.1986
Google+: Carmine Marino
Sono Lauro di Ferrara … 46 anni.
Lauro che da adolescente ebbe la grande avventura e la grande fortuna di vivere la “febbre Villeneuve”, fortuna che oggi, considero un privilegio immenso.
Ho scoperto tardi questo libro, un libro che ho letto e riletto e riletto … e rileggerò, scritto in Italiano in grado di “colpire” il cuore di chi, come me, sa bene che una parte di vita si è fermata alle 21.12 di quell’8 maggio 1982.
Tardi ma non troppo forse, certamente non abbastanza per ringraziare Te Andrea di un ricordo da custodire gelosamente, bellissimo … quasi “profumato” di quella poesia che solo la vita, a volte, sa restituire.
Grazie Andrea, di cuore
Lauro Luppi – Ferrara
Ho letto il tuo libro, qua trovi una mia recensione/articolo.
Mi è piaciuto.
http://giurista81.blogspot.com/2011/10/recensione-saggi-sportivi-il-piccolo.html