Il vino di cui vi parlo oggi mi è piaciuto da morire. Esce solo in bottiglie magnum, ma ha un prezzo decisamente contenuto. Classico vino da tutti i giorni, glou glou nell’accezione più nobile e sincera. Si chiama Fiurin e l’azienda è Valli Unite. Fa parte del VinNatur di Angiolino Maule. La seguo da un po’ e non mi ha mai tradito. Siamo a Costa Vescovato, Alessandria. Quindi anzitutto (ma non solo) Timorasso. Il vigneron è Alessandro Poretti, giovane e con le idee chiare: “Fare vini naturali significa in primo luogo essere onesti con se stessi“.
Di Valli Unite sono noti anzitutto i Timorasso. Francesco Maule, figlio di Angiolino, è a capo della distribuzione Arkè che ha in catalogo anche i vini di Valle Unite. Il suo lavoro, come quello di sua moglie Erica e del grande Gianpaolo Giacobbo, è meritorio. Francesco mi fa sempre prendere “per forza” il San Vito, una selezione di Timorasso dalle vigne più vecchie: bel vino, ma per i miei gusti sin troppo carico e con quella nota ossidativa “alla Jura” che proprio non è nelle mie corde. Preferisco, sempre per stare sul Timorasso, il Derthona (da vigne più giovani, dunque il “base”) e il Montesoro (macerato: il mio preferito).
Divertente il Brut and the Beast, un rifermentato senza pretese 80% Cortese e 20% Malvasia. Gradevolissimo il Ciapè, Cortese in purezza solo acciaio.
E poi c’è questo Fiorin. Ho aperto la magnum con la mia compagna e non vi dico quanto ci abbiamo messo a finirla, perché un po’ (ma solo un po’) ci vergogniamo. Blend a maggioranza Cortese con un po’ di Timorasso. Leggera rifermentazione, che gli dà i crismi di un vino quasi-fermo con chiaro effetto pétillant. Affinamento in acciaio, lieviti indigeni e no solfiti aggiunti. Note floreali, come lascia intuire il nome, ma non è quello che più vi colpirà: è la bevibilità suprema. La gentilezza, la piacevolezza. La freschezza, il garbo. Vino riuscitissimo: ci è piaciuto da morire.