La Palma del Contado, provincia di Huelva. Andalusia, Spagna. E’ qui che opera Mario Garay. Famiglia di viticoltori. Mario ha fondato l’azienda nel 2013. Prima conferiva le uve ad altre aziende, ma non gli piaceva il prodotto finale e quindi s’è messo in proprio per valorizzarle appieno. Cinque ettari in espansione, vigne di oltre 50 anni d’età a 150 metri sul livello del mare, vitigno cardine Zalema. Un’uva a bacca bianca, che Garay declina in vari modi a seconda del tipo di affinamento. Il Red in legno di rovere americano, il Blue in legno di rovere francese, il Negro Roto sotto la flor e poi barrique americano. Io ho provato il quarto: si chiama Luz. 1200 bottiglie prodotte, la mia era la 175. Ne ho prese tre da Luca Martini, che le distribuisce in Italia. Il Luz viene ottenuto secondo l’antico metodo ancestrale, poi pressato e fermentato in anfore di argilla dove macera sulle bucce per 4 mesi in anfore da 1000 litri. E’ quindi un orange wine. Il colore, dice elegiacamente Mario Garay, “è come i tramonti sui nostri vigneti a La Palma del Contado“. Costo non esoso, sui 15 euro in enoteca.
L’ho provato qualche sera fa. Non brilla in freschezza e inizialmente si presenta seduto. Quasi statico. Meglio come aroma di bocca che all’entrata, è certo persistente e di carattere. Iodato, con note di albicocca. Speziato. Migliora con il passare dei minuti e il giorno dopo, se vi è avanzato, appare più risolto ed elegante. Non brilla in facilità di beva e non va bevuto freddo, come – e più – vale per qualsiasi orange wine “strong” come questo. Più particolare che pienamente riuscito. Però ve lo consiglio, anche “solo” per bere un angolo inconsueto di Andalusia.