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La recensione dell’ANSA

mercoledì, Aprile 14th, 2010

Domani, giovedì 15 aprile, sarò alla Fnac di Verona alle 18. Presenterò Il Vino degli altri e ci sarà poi una degustazione di tre vini francesi. Accorrete numerosi (cit).
Sto ricevendo molte belle lettere, per questa nuova fatica, e vi ringrazio.
L’ANSA ha pubblicato una bella recensione, che pubblico oggi.

Il libro del giorno: Il Vino degli altri (Mauretta Capuano, Ansa)

I vini francesi sono davvero troppo cari? E, quelli italiani sono i migliori del mondo? I vini piu’ buoni sono sempre rossi? Andrea Scanzi, 36 anni, giornalista de La Stampa, compie un viaggio per conoscere meglio i vini degli altri attraverso il confronto con i nostri, senza stabilire graduatorie perche’ ”il vino migliore non esiste” dice l’autore che Mondadori ha pubblicato proprio nei giorni della 44/ma edizione del Vinitaly a Verona che si inaugura oggi.
Quello che e’ certo e’ che a Scanzi gli astemi fanno paura, ”ma da quando ho scoperto – spiega – che Fernanda Pivano era astemia, un po’ mi sento in colpa. Solo un po’, pero’: anche i grandi, ogni tanto, sbagliano”.
Nel libro, dedicato a Clint Eastwood, si va dalla Franciacorta all’Etna, dalla Toscana a Bordeaux, dalla Mosella all’Abruzzo alla scoperta dei vini e delle storie che stanno dietro e dentro di loro: le sperimentazioni, i metodi di produzione, gli uomini e le donne che in molti casi hanno dedicato la loro vita al vino e le rivalita’ fra i diversi enologi.
I vini e i luoghi in cui vengono prodotti diventano le tappe di un viaggio in cui non mancano anche i consigli di degustazione e la musica di accompagnamento: cosi’ per lo champagne, definito dall’autore ”il punto G della degustazione”, viene suggerito l’ascolto di ‘A Love Supreme’ di John Coltrane perche’ questo vino e’ ”il jazz di Enolandia” e per la Plenitude Franciacorta di Cavalleri, ”uno dei migliori Chardonnay italiani spumantizzati”, la musica giusta e’, secondo l’autore, ‘Una mattina’ di Ludovico Einaudi. E c’e’ anche l”’uva unplugged che viene dal freddo (Riesling renano)”.
Divertente, senza alcuna pretesa di essere un libro per raffinati enologi, ‘Il vino degli altri’ e’ un po’ come un viaggio on the road dove il vino e’ anche il motore per conoscere tutto quello che ci ruota intorno. E dove sono benvenuti gli accostamenti audaci fra vini italiani ed esteri come quello fra Champagne e Metodo Classico o Chenin Blanc e Garganega. Dove anche chi non ha una grande conoscenza dei vini degli altri puo’ scoprire le cento cose da sapere attraverso un questionario in cento domande proposto da Scanzi. Fra queste: quante sono le regioni vitivinicole della Francia? La Germania produce solo Riesling? Cos’e’ un vino da meditazione?
Inevitabile il confronto fra Italia e Francia per chi si occupa di vini e da cui viene fuori nel libro che sicuramente i francesi sanno vendersi meglio degli italiani. Un capitolo a parte sono le Langhe con la segnalazione di vini poco conosciuti che non hanno nulla da invidiare alle etichette piu’ rinomate.
In chiusura un test, tipo quelli che si fanno sulla spiaggia d’estate, per scoprire se ”sei Bordolese o Borgognotto”, ovvero se ti piacciono i vini ”morbidi, vellutati, corposi” oppure se del vino ”ti importa che sia masochista, che trasudi sofferenza, che sappia di terra e dolore”. E che dire del Bevitore-Damigiana, cioe’ contadinesco ruspante, o del Bevitore-Buddha nelle cui vene scorre il Riesling della Mosella?