Costacurta senza domande

Alessandro Costacurta è noto per tre motivi: il soprannome da succo di frutta, il duetto con Crozza-Sacchi a Mai dire Gol e la telefonata a Serse
Cosmi durante Controcampo (a proposito: Controcampo ha ingaggiato Cruciani e intervistato La Russa, Paniz e Mastella. E’ incredibile dove possa condurre il masochismo).
“Billy” Costacurta è l’eterno yuppie della Milano da bere. Quest’anno è uno dei valletti di Ilaria D’Amico a Sky. Siede da solo, alla destra di Nostra Signora dei Feticisti, dispensando verità preziose. Ha il compito di suscitare aspettative inutili. Comincia sempre con tono sicurissimo; ascoltandolo, ti aspetti che crivelli gli intervistati come Frost con Nixon: e invece si rivela ogni volta un opinionista dal coito indagatorio interrotto: parte forte ma finisce subito. Anzi prima.
La sua propensione alla banalità è fieramente spiccata. La D’Amico: “Qual è stata la cosa più bella di questa giornata?”. Lui (dopo averci pensato): “Mah…a me è piaciuta…la Juve. A me sembra…una squadra” (agli altri invece pareva un calesse). E a Reja, a chiosa di un pippone interminabile: “Cioè, può essere una spiegazione, eh?” (eh).
Billy il Fenomeno inizia spesso così: “No…volevo intervenire” (diffidate da chi esordisce con una negazione: è consapevole di essere in procinto di profferire una bischerata). Nessuno lo batte nella supponente sottolineatura dell’aria fritta: Costacurta è un Cristoforo Colombo dedito a scoprire Americhe che tutti già conoscono. Ad Allegri: “Massimo, credi che qualcosa non abbia funzionato?” (no, aveva impostato la partita per perdere 3-1 al San Paolo. Lui è fatto così).
Attendiamo nuove gemme del “Bauscino dell’Ovvio”. Tipo: “Sei soddisfatto?” (a Gasperini dopo la prima vittoria). “Te gusta el jamon?” (a Luis Enrique sul caso Totti). Oppure, in un insopprimibile moto giustizialista: “Cono o coppetta?” (a Silvio Berlusconi sulla crisi economica).
(Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2011)

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