Carlo Verdone: “Il mondo? E’ coattissimo (e un po’ mi fa schifo)”

verdone1 “Non è l’estate a essere coatta, ma il mondo”. Carlo Verdone è nella sua casa di campagna alle porte di Roma. Pochi, come lui, hanno raccontato la coatteria. La stessa che, oggi, pare caratterizzare ministre in spiagga, ragazzi nudi in Spagna e Renzi che si fa la doccia gelata.
E’ l’estate dei coatti?
“Da anni assistiamo a un’Europa trasformata in palcoscenico di esibizionismo e volgarità. Grande volgarità. L’Italia, in questa classifica, è sicuramente tra le meglio piazzate”.
E’ così anche nei suoi film. Fin dagli esordi.
“Quella di Viaggi di nozze o Grande grosso e Verdone era una coatteria diversa. Raccontavo una sorta di estetica del non pensiero, un vuoto pneumatico totale che nelle mie pellicole riguardava gli Ivano e le Jessica, ma che oggi colpisce tutti. Politica compresa. Mi torna in mente una frase di Alberto Sordi, poco prima di ammalarsi”.
Quale?
“Eravamo a cena al ristorante. Mi disse: “Carlo, faticherai molto”. Gli chiesi perché. Al tavolo accanto c’era una coppia di americane piene di tatuaggi, i culi di fuori come enormi lavatrici, una coi capelli blu e l’altra viola. Terribili. Sordi aggiunse: “Lo vedi? Nessuno le ha notate, ormai la gente alla volgarità neanche fa più caso. Sarà un problema per te”.
Aveva ragione?
“Alberto è stato spesso un anticipatore e gli è capitato anche quella volta. Ciò che nei miei film era un’anomalia, oggi è diventata norma. La coatteria non fa più notizia e nessuno si scandalizza più. Mai come in quest’estate provo orrore, e terrore, ad aprire i quotidiani”.
Perché?
“Si passa da notizie frivole, come i ragazzi italiani che vanno in giro a Barcellona con gli uccelli e i culi di fuori, alla lista di omicidi giornalieri di donne e bambini. Uno sterminio continuo che mi terrorizza. Siamo ampiamente oltre coatteria e volgarità”.
Ha visto le immagini di James Foley?
“Se fossi stato il direttore di un giornale o Tg, avrei fatto vedere il fotogramma della sua esecuzione una volta e poi mai più. Invece, nonostante i divieti di Google e Amazon, foto e video sono ovunque. Ci stiamo anestetizzando alla violenza, alla perfidia, alla cattiveria. Neanche nelle peggiori cronache medioevali si ritrova una tale bassezza. E’ l’era del voyeurismo coatto. L’immagine stessa è intimamente coatta”.
verdone2E’ coatto anche l’Ice Bucket Challenge?
“Lo ammetto, l’ho appena fatto anch’io. Mi avevano nominato Lele Propizio e Paola Cortellesi. Sono salito in costume su un trampolino, mi sono rovesciato un secchio d’acqua in testa e mi sono buttato in piscina. Ho nominato Giovanni Veronesi, Marco Giallini e Micaela Ramazzotti. Sono scene ridicole e un po’ stupide, ma innocue. Se non altro servono a parlare di una malattia, la Sla, che l’80% delle persone neanche conosce. La vera coatteria è un’altra”.
Per esempio?
“Leggo la cronaca di Roma e vedo la tomba allagata di Augusto: un’immagine coattissima, che testimonia da sola il degrado di questa epoca. L’altro giorno, attraversando il viale di una città del centro Italia, ho visto buste con la spazzatura, carte e cartoni sparsi ovunque. Cani e gatti che mangiavano per strada. La differenziata si fa così? Altra immagine coatta. Come le valigie”.
Le valigie?
“I passeggeri che, in aeroporto, urlano perché i bagagli non arrivano. Qualcuno, addirittura, prova a entrare con la testa dentro il buco da cui escono tutte quelle valigie ammassate e precipitate da chissà dove. Un’immagine coattissima, che dà il polso di un mondo alla deriva”.
Sta descrivendo uno scenario irrimediabilmente compromesso.
“Vorrei essere più ottimista, lo so che da me la gente si aspetta che io la faccia ridere, ma non ce la faccio. I miei coatti avevano qualcosa in grado di salvarli: una loro dolcezza, una loro malinconia. Se poi salgo di livello e penso alla coatteria “alta” di Pasolini, c’era sempre un’anima. Ecco: io quell’anima non la vedo più. E’ una società sprofondata dentro la pornografia e livellata verso il basso, che non si stanca mai di scendere ancora più giù”.
Lei come sopravvive?
“Mi isolo in campagna, mi rifugio in biblioteca e provo a riflettere su cose più serie. Poi torno in questo mondo, ma mi accorgo che non ne faccio quasi più parte. Lo dico chiaramente e con dolore: spesso questo mondo mi fa schifo e, quando mi trovo costretto a raccontarlo, mi turo il naso e mi chiedo come sia stato possibile arrivare a una tale mancanza di educazione. A un tale schifo. Ormai è coatto pure il clima”.
Il clima?
“Penso alle bombe d’acqua. Dieci giorni fa ce n’è stata una incredibile a Roma. Mai vista prima. Un enorme scroscio d’acqua e poi, subito dopo, un sole tenerissimo che spunta. Vedi in giro uomini e donne che sembrano vestiti con lo stesso maglione, poi ti avvicini e scopri che non sono maglioni ma chilometri di tatuaggi. E’ una coatteria indistinta, una volgarità trasversale che uniforma tutto e di cui nessuno si scandalizza più”.
Cosa potrebbe salvarci?
“I sacerdoti del bello. Coloro che inseguono, e magari insegnano, non solo la bellezza estetica ma anche quella filosofica, morale e virtuosa. Chissà se prima o poi torneranno”.
(Il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2014)

50 Comments

  1. Prova a cercare non sono molti i semi della rinascita ,ma ci sono.
    Si mette sempre l’accento sulle cose “coatte” ed è giusto prenderne atto,dovremmo però proporre qualcosa per superarle .
    Proporle con l’esempio , e le secchiate di acqua in testa non mi sembrano il massimo,anche se ispirate da nobili intenti.
    Tutti ci sentiamo impotenti nei confronti della coatteria ,ma non dobbiamo farci sopraffare e lottare nel nostro piccolo per cambiare e migliorare noi stessi ! L’unico esempio che può far resuscitare la nostra società !
    Utopico ? Forse ,ma credo negli uomini di buona volontà e come ci sono i coatti ci sono anche le grandi anime proponiamo quest’ultime come esempio da seguire.

  2. Non so se è vera questa intervista ma il problema è un altro, il coatto è diventato perfido, arrogante, borioso e saccente, il coatto romantico stile Antonio Cassano sta andando in pensione e lui ne è l’ultimo esempio, largo ai Mario Balotelli.

  3. Seguo Carlo un pò da sempre, dai tempi di un sacco bello e debbo dire che il suo modo di fare cinema colpisce molto perchè i suoi film a differenza di altri hanno un anima, una semplice genuinità che lascia il segno nel tempo; infatti, puoi vedere i suoi passati film anche 30 volte e non ti stanchi mai di rivederli, come quando si ascolta un’ ottima eterna canzone. Il cinema Verdoniano è un cinema che ipnotizza, che buca lo schermo e che fa arrivare messaggi chiari in chi lo segue. E’ fuori dubbio che una piacevole e particolare atmosfera si viene a creare nel vedere i suoi capolavori pur lasciando un velo di malinconia. Con i film di Verdone ho imparato ad amare Roma e la romanità. Lui è indubbiamente un grandissimo e discretissimo scrutatore di persone e situazioni. Forse se non avesse fatto l’attore, la professione di psicologo sarebbe stata a lui quella più congeniale. Lui non è assolutamente pessimista e tantomeno ama esserlo ma preferisce dire quello che vede con occhio e animo genuino e privo di mascherature. Purtroppo la realtà descritta dall’attore romano esiste come pure l’assuefazione a questo tipo di cattiva realtà. Ecco perchè i suoi ultimi film non sono più come i primi ma pur essendo ironici sono attraversati da un velo di più marcata melanconica tristezza; quella tristezza che l’ attore sente nel vedere una società coatta che a differenza di quella degli anni passati non è dotata di umana simpatia ma è rigidamente fredda, impassibile e che purtroppo non si scandalizza più di fronte a nulla.

    • A me Carlo Verdone piace molto, soprattutto alcuni suoi film di inizio carriera. Non sto qui a nominarli perchè tutti o quasi li conoscono. Tuttavia lo stesso Carlo Verdone, deve parte delle sue “fortune” ai coatti. Coatti di tutte le epoche mi verrebbe da dire, ma sempre personaggi di quel tipo; lui afferma che so’ peggiorati e che forse isolarsi è la soluzione migliore.. Ma non dimentichiamo film come Troppo Forte, Il Gallo cedrone, viaggi di Nozze e perchè no anche i libri come Fatti Coatti. Lo stesso Verdone nel bene o male è riuscito a sdoganare il personaggio del coatto.. E lo ha imposto come personaggio cinematografico, avendone avuto un successo non solo come film ma anche economico. Ed ora cosa vuole? Perchè invec non fa una rilfessione su se stesso? Perchè non interpreta un ruolo diverso, magari drammatico, qualcosa che forse non ha mai fatto in passato..

  4. “Coatteria alta”…sembra un controsenso, ed invece no. Neanche l’Accademia della Crusca poteva legare queste due parole.

    Bravo Carlo !!!

  5. Ringrazio Carlo Verdone di esistere.Mi trovo su questo pianeta che non riconosco più. Mi riferisco all’uomo, non all’animale.Mi reputo una signora fortunata,perchè ho raggiunto i quasi 62 anni,li compirò il 7 ottobre, e non ho rimpianti.La mia vita è stata un’avventura.e ringrazio il cielo di avere vissuto intensamente gli anni più interessanti,60,70,80. Bene, ora non saprei che farmene della giovinezza,sono fiera di proseguire il mio cammino ,cercando di prendere le distanze da tutto quello che non mi appartiene,come la maleducazione,il cattivo gusto,la violenza che oggi molto di moda.Vivo nel mio mondo ,sono sempre disponibile alla solidarietà,perchè la sofferenza umana altrui mi fa male.Cerco di dare una mano perchè mi viene naturale.Alcune persone mi dicono che sono strana,che sono buona,ma io mi sento normale,sono gli altri che sono strani……….

  6. Leggendo l’intervista ho pensato : “ma quanto è snob ‘sto Verdone”.
    Certo è che le persone che vivono il mondo che a lui fa ormai orrore sono le stesse che vanno a vedere i suoi film.
    Film che rappresentano quei coatti che a lui fanno così schifo, ma li rappresenta non in modo schifoso ma in maniera da farli risultare simpatici e divertenti.
    Forse c’è anche una sua piccolissima responsabilità se la gente non si scandalizza dei coatti, visto che lui con i suoi personaggi glieli ha resi simpatici ed innocui.
    Ecco oltre che snob, peccato veniale, l’ho trovato un tantino ipocrita.

    • I film di Carlo Verdone fanno parte della mia vita perché li vedo da quando ero ragazzino e penso che Carlo Verdone sia un grandissimo attore ma Carissimo Angelo Non posso fare a meno che aggregarmi al tuo commento ed essere d’accordo specie sugli ultimi film che ha fatto

  7. Non si può che essere d’accordo su tutto. Anche a me quest’epoca pare COATTA alla massima potenza, il degrado di chi non vede e che soprattutto non si rende conto di essere seduto sopra ad una civiltà millenaria, che dovrebbe solo onorarci di farne parte. Schiavi dell’apparenza che abbiamo assurto a ideologia prevalente e alla corruzione delle anime che ci pervade un pò tutti…questo è il nostro attuale destino. Come cambiare? Svegliate i FILOSOFI, sperando c’è ne siamo ancora in giro e portateli in TV a parlare di arte, cultura, storia…solo ripartendo da ciò che siamo stati possiamo sperare di andare verso un futuro migliore.

  8. Ha perfettamente ragione quando dice che i suoi coatti avevano un’anima che alla fine li salvava. Avevano una dolcezza e una malinconia che veniva espressa in termini “coatti”.
    Oggi invece non si ha più quell’anima, si cerca di ostentare sempre qualcosa di più quando invece abbiamo sempre molto meno. Lo dico da 26enne. Anche io a volte mi chiedo il perchè molte persone fanno determinate cose o meglio sono determinate persone, senza sapermi dare una risposta! Mi piacerebbe che ci fossero i vari Ivano e Jessica, ma come quelli nei film del mitico Carlo. La coatteria credo sia una cosa che c’era in passato e in parte era anche bella, dava quel qualcosa di diverso. Oggi invece questa coatteria si è trasformata in qualcosa di bruto, di senza anima che inevitabilmente ci stà portando verso una inciviltà. Spero vivamente ci sia una svolta o come dice il maestro Franco Battiato “spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco”

  9. “I sacerdoti del bello. Coloro che inseguono, e magari insegnano, non solo la bellezza estetica ma anche quella filosofica, morale e virtuosa”

    In altre parole, qualcuno che vi fustighi 😀
    Siete proprio incorreggibili….

  10. Vero, drammaticamente vero…è ciò che ha messo in evidenza il meraviglioso film “La grande bellezza” di Sorrentino. A questo proposito ho portato a termine un progetto fotografico “L’Infinita Bellezza – ritratti femminili a Roma”, del quale vi riporto il commento introduttivo, incredibilmente vicino a quanto espresso da Carlo Verdone, a proposito, leggete il suo libro “La casa sopra i portici”, testo di rara sensibilità e profondità.

    “Tutto ha inizio con l’idea della bellezza. La bellezza del sacro e del profano. La bellezza che rapisce i sensi e l’anima. Come possono fare la bellezza femminile e Roma. Due ideali di bellezza classici che ho cercato di far coesistere in questi scatti. Lo scopo di questo progetto, è quindi, quello di indagare il valore della bellezza per esaltarne l’idea, sedurre con raffinatezza, di interpretare la bellezza come cultura, cercare di vivere la bellezza, fisica e dei luoghi, come vivace rappresentazione di se stessa e del mondo, per negare con vigore il disfacimento culturale e il vuoto esistenziale che viviamo inermi nella nostra epoca. L’ispirazione di questo progetto mi è arrivata guardando il film premio Oscar “La Grande Bellezza” di Sorrentino. Non a caso le immagini del progetto in questione sono state riprese in alcuni luoghi dove è stato girato il film. Il film è uno specchio attuale, visto con l’occhio dell’artista, del vuoto che si vive a livello politico e intellettuale nel nostro paese. Il film ci mostra la degenerazione di una società e di un modello culturale che si è gradualmente e contemporaneamente gonfiato di arroganza e ingordigia e svuotato di contenuti. Questo progetto fotografico, al pari della “Grande Bellezza”, attraverso la rappresentazione del bello, considerato non punto di arrivo ma bensì punto di partenza, un gesto rivoluzionario, un evento destabilizzante, cerca di porre un punto di riflessione sul peso sempre più insostenibile della bruttezza morale che ci circonda e che trova terreno fertile negli apparati di potere. La scelta del Bianco e Nero in questa iconografia sul tema della bellezza, esalta la dualità luce/ombra, primo piano/sfondo, passato/presente e non ultimo morbidezza/durezza, il tutto avvolto in una sorta di silenzio e sospensione temporale che non ci fornisce semplici risposte ma bensì ci pone urgenti quesiti.”

  11. Tutto vero. C’è una crisi culturale enorme e gravissima… e il paradosso è che è in atto proprio mentre Internet permette una circolazione capillare del sapere.

  12. Siamo alla deriva ovunque, ormai annaspiamo a pancia in giù con il fango che ci arriva alla bocca, manca il rispetto e la ricerca per il Bello delle cose, della vita, ……ma la fantasia , l’immaginazione, quella che fa sognare ……dove sono finite? La ricerca del Fine e Sottile aspetto delle cose porta alla leggerezza dell’anima e a vivere distaccati dalla crudele materialità del quotidiano. Ma, nelle ns.nevrosi, sembra attirarci il lato grottesco, circense e sadico del situazioni, esagerando in tutto, pur di essere visti, pur di essere argomento……..ho poche aspettative …..dovremmo guardare indietro, e prendere suggerimenti dalla storia, mi pare di ricordare che un certo imperatore Adriano aveva le idee chiare sulla Bellezza.

  13. Caro Carlo tu sei er meglio de tutti ..e bravo …ho scritto anche in romanesco ma , io sono Piemontese seguo tutti i tuoi film sono realistici e sopratutto belli ciao

  14. Carlo Verdone ha ragione; ho visto tutti i suoi film e per me è uno dei più grandi attori italiani.E’vero i suoi personaggi se pur coatti avevano qualcosa di dolce e umano che adesso non c’è più.
    Ora viviamo in questo mondo spaventoso e squallido in cui lo squallore, l’esibizionismo, l’arrivismo passano sopra a tutto senza scrupoli. Non avrei mai pensato di trovarmi a dire quando ero giovane, , però è così. Noi siamo cresciuti credendo in dei valori, , soprattutto nel rispetto di noi stessi e degli altri, che non contano più per nessuno.E in questo caro il mio grande Carlo Verdone, consideriamoci fortunati della nostra gioventù. E’stata bellissima, senza cellulari, senza vacanze all’estero e feste di compleanno gigantesche, ma piena d’amore e sogni.

    • Il passato è il presente, non potete nemmeno lontanamente pensare che venti o trenta anni fa la vostra(nostra) gioventù era piena d’amore, feste enormi ed educate, la fine di tutto è iniziata molto prima, prima di Verdone, prima di me di te e di Pasolini (che già era disgustato da quell’enorme e orrenda casa costruita dal figlio del sindaco, o da quell’edificio anni 60 che devastava il panorama di Orte).
      Quello che intendo dire è che questo disfacimento morale è iniziato proprio dalla fine della seconda guerra e quindi dall’inizio dell’era del benessere, quindi della democrazia, del chewingum, delle automobili di massa, la Fiat 500 per me rappresenta il simbolo delle vacanze per tutti: cani e porci si riversarono sulle autostrade. In questi post sembra che la gente, così come il mio adorato Verdone nell’intervista, non si accorga che la volgarità e la fine dell’educazione, dei valori e di una certa purità, siano di pari passo con l’espansione della libertà che altro non è che lo stato delle bestie. La dittatura positiva, quella che non esiste, sarebbe per me la soluzione. Quella dittatura in cui morale estetica e supremazia della natura sono certezze e limiti per l’uomp. La libertà democratica del fare quello che ci pare ci ha insegnato ad avere sguardi verso l’infinito, a non avere limiti, a correre lontano più che puoi. Ed ha fallito così come ha fallito il proibizionismo, lo schiavismo, il nazismo, il fascismo o il comunismo. L’uomo è un perdente come tutti gli altri animali, può perdere la vita e tutto il resto, ma non l’ha capito bene ed è impazzito, si è arricciato su se stesso imbizzarrendosi. Sembro un fondamentalista ma non lo sono, sono solo un’altro come voi che si lamenta e basta. Che muoia presto questo uomo.

  15. Ammirata dal giornalista e dal grande Carlo, tutto drammaticamente vero e insopportabilmente attuale. Piu in giù di cosi non si può, riusciremo a risalire?

  16. Concordo, tranne che sull’impossibilità di attuare una svolta: ciascuno di noi può essere “sacerdote del Bello”, imprimendo attraverso l’esempio un’intenzionalità infrequente rivolta alla purezza semplice e disarmante dell’autentico. Non è tutto perduto! Lo dobbiamo a noi stessi e alle nuove generazioni, che di quella Bellezza hanno assoluta necessità, per diventare adulti in grado di riqualificare e abbellire il mondo.
    Sono sicura che anche tu, Andrea, sarai d’accordo con me: lo evidenziano i tuoi articoli, sempre densi di anima e la tua originalissima autoironia, tanto esilarante quanto saggiamente orientata alla conquista del Bello. Continua così!

      • Paola, tu fai ironia, ma non hai neanche capito che si sta parlando proprio di quelli come te. Non è questione di CL è una questione di volgarità (che non vuol dire parolacce, abiti succinti o cattivi pensieri, la volgarità è uno stile di vita che non tiene conto del prossimo) che ormai ha invaso gli spazi delle nostre giornate. E non pensare che io sia di chissà quale congrega, sono ateo, proprio perché vorrei un mondo libero.

      • Cara Paola,
        sono cattolica, ma non appartengo a nessun movimento: la fede è libertà! La riflessione che ho pubblicato è autenticamente mia e ti assicuro che ci credo con tutta me stessa.
        Un bacio

  17. Verdone ha sempre colto alla perfezione vizi e virtù del nostro paese. Lo condivido, anche io provo fastidio nei confronti di certe volgari esibizioni ma voglio anche sforzarmi di non diventare una snob con la puzza sotto il naso. Si rischia di diventarlo quando nasci in una famiglia come la sua, dove respiri cultura fin dai primi vagiti, dove hai la possibilita’ di conoscere persone straordinarie. Non tutti hanno questa fortuna, purtroppo.

    • Non e una questione di essere nato in un ambiente acculturato…. Ma in ambiente sano ed educato.
      Qui non si parla se uno e culturalmente elevato qui si descrive il mondo alla deriva della maleducazione dello sbando totale, a volte trovo piu umanita ed educazione in un coatto o in un non acculturato che in persone che si reputano persone istruite a volte con piu di una laurea ma proprio per questo vuote dentro.
      E nel film di sorrentino troviamo proprio lo spaccato della ns societa.
      Una societa che non apprezza il passato e non fa tesoro delle parole di chi ha vissuto quel passato a cominciare dei propri genitori e dei propri nonni, non ha futuro.
      Ecco perche condivido il sentimento di Verdone.
      Due giorni fa ho rivisto il film del ns. Albertone ” finche c’e guerra C’e speranza” e l’ho trovato haime di grande attualita, come tutti i film di Sordi, sopratutto nel monologo finale.
      Vi esorto a guardarlo anche voi quel film …. Ma con un’occhio critico.
      Grazie ancora Carlo e non mollare perche come te ce ne siamo tanti e non lo sappiamo, non dobbiamo arrenderci bisogna combattere questo degrado di una societa alla deriva, e senza piu valori.
      G.A.

  18. che dire? sono coetaneo di Verdone e mi sento orgoglioso che viva scriva esista uno come Scanzi! riguardo a Carlo Verdone I suoi film li ho visti quasi tutti, spinto e convinto sia delle storie sia della recitazione sia della bellezza esibita e del ribrezzo inevitabile . . . . .mai deluso, sempre corroborato che se esiste uno che riesce a scherzare sulla mostruosità di Ivano o Fosco o ” non mi disturba affatto” . . . forse si entra in terapia e ci si migliora liberandoci da difetti insopportabili! NON E’ COSI’ ci ammonisce Verdone e Scanzi! sempre peggio, sempre più in basso, trasformando la cultura in una ricerca del sensazionale, dell’ esibito, dello sproloquio parolacciaio e della sessualità costrittiva e obbligata, non ammirata e rispettata!!! dentro una giovane vita e dentro l’ anima, dovrebbe scaturire il pianto di fronte al monumento augusteo allagato, dinnanzi alla crudeltà esibita e fredda addirittura ” religiosa” . . . . .una giovane anima dovrebbe sentir di fare qualcosa, ma la struttura etica non l’ aiuta perchè non ce l’ ha, non è stata coltivata, gli è stata strappata: quindi ci resta che piangere sui fallimenti, sulle frustrazioni, sullo schierarsi senza capire una mazza . . . . io non voglio smetterla qui: domani è sempre un altro giorno e il tempo posso cancellarlo con la lucida determinazione che ancora ci si può schierare per il rispetto, il bello, la compassione, l’ intimità riflessiva e soprattutto la AUTENTICITA’ STRETTA di ciò che vogliamo sopravviva e C U R I tutti anche i più contagiati dal coattismo imperante Grazie Scanzi Grazie Carlo!

    • Adoro Carlo Verdone,di una sensibilità eccelsa,per questo capace di far riflettere oltre che di far sorridere e ridere,arte difficilissima che non può prescindere da grande intelletto e spirito soave!Chi ha ricevuto un’educazione non si abituerà mai alla volgarità imperante,alla mancanza di buone maniere,la strafotenza,la meschinità dell’esibizionismo ad ogni costo!solo che distruggere è sempre più facile che ricostruire,siamo in piena barbarie,l ‘uomo ha già visto tutto ma sembra non imparare mai dai propri errori!i sopravvissuti dovrebbero unirsi in un grande simposio,per provare ad arginare il marciume imperante.

  19. ….””Ci stiamo anestetizzando alla violenza, alla perfidia, alla cattiveria…” —- esatto ma non quella fuori sulle strade, nei ristoranti ma nella 4 mura, in famiglia!

    A Carlo Verdone fa schifo un po’ questo mondo e a me fa tanto, anzi tantissimo e non capisco perche’ persone come Verdone non facciano qualcosa per migliorare questa schifezza e non fanno i film per portare alla luce il vero orrore, vera violenza, vero mascaro che succedono dietro le porte chiuse!
    http://violenzanonhasesso.blogspot.com/2014/08/i-nostri-cari-genitori.html

  20. Sempre una grande persona Verdone…La penso come te questo mondo fa schifo!!! Prima o poi il signore ci sommergerà con le sue acque per una seconda volta!!!!

    • Lo tsunami non fa selezioni. Un secondo diluvio ammazzerebbe pure il nostro caro Verdone. Meglio qualche fulmine dedicato

  21. Sono sostanzialmente d’ accordo con Carlo Verdone, nel mio anonimato sostengo i suoi argomenti da tempo, magari non ho mai utilizzato il termine coatto ma piuttosto la parola volgare, poco cambia il risultato è il medesimo. La questione è più che seria, direi drammatica, perché ad eccezione di qualche forum in rete e su qualche blog intelligente, e ce ne sono, la maggior parte delle persone da anni è anestetizzata da un potere mediatico che ha letteralmente spazzato via i neuroni di milioni di persone. Con tutte le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Tristezza

      • berlusconi c’è stato?? Ma se sta ancora là!! 20 anni di ‘berlusconismo… vedi che gli anni passano ed il ventennio si sta trasformando in trentennio! Ma hai ragione, il suo stile di vita, tanto amato da chi non pensa altro che al successo pubblico e privato, ha lasciato e continua a lasciare il suo ‘stampo’, sempre più profondo e squallido. Mi chiedo quando e come ne verremo fuori…. se ci riusciremo, e, se non noi, perlomeno i nostri figli. Sarà dura però… e molto.

  22. “Le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo, dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.”
    Orwell parlava della dittatura nel suo Animal Farm, satira politica e sociale sulla condizione umana di fronte al totalitarismo imperante degli anni Trenta. In fondo vale anche per questa occasione, dato che la dittatura attuale, in piena democrazia, è quella del kitsch e del valore “svalutato” (i valori del passato e dei nostri genitori ridotti al pari di quelli più recenti, di minore pregio e saggezza). Parlare della volgarità e del coatto è quasi assurdo, perché la sua identificazione è quasi compromessa dallo sviluppo della società e dell’ultima generazione. Il coatto da un po’ di tempo a questa parte non è più nel habitum, il vestirsi, descritto dal regista; è una commistione tra questi e lo snob, che nonostante tutto critica gli altri, i costumi altrui e le maniere di chi è diverso da lui e dagli altri, negando la sua identità celata di coatto. Si potrebbe ravvisare il tutto nell’invidia, nella xenofobia in senso totale verso l’originale e l’anticonformistico; sarebbe troppo, un’ esagerazione. Qui si parodizza l’antropologia e la sociologia! Anche se, davanti a questo, non cambia nulla; è sempre difficile dire cosa sia coatto e cosa non lo sia: un esempio è quando parla dell’ultima moda dei gavettoni, e la considera “innocua”. Lo è, ma allora non si parla di “coatteria” (pessimo neologismo), bensì di immaturità. Quella immaturità che è lecito trovarla nei giovani della mia età, o anche poco più grandi, una libertà ancora possibile prima di essere maturi. C’è chi vuole rimanere tale, e vivere sempre giovane; forse è questa l’immaturità. Allora così è l’essere coatto? Volgare: qualcosa di privo di aulico, di raffinatezza e di un certo spessore. Allora essere tutte queste “bellezze” è non essere coatti? O essere aristocratici da torre d’avorio? Un mistume di aulico e volgare sarebbe pericoloso? Parlo da amante della letteratura e penso che le opere più straordinarie dell’umanità siano quelle dove aulico e volgare erano uniti in simbiosi. Allora il coatto è l’eccesso del volgare. Ma la pazzia sua di scatena nell’esibizionismo del degrado, nel nulla vuoto e in altri particolari. Non lo individui all’istante; nessuno cade così in basso, o almeno non così platealmente. Si deve essere onesti: l’unica speranza del poter essere maturi è essere onesti con sé stessi. L’uomo tende alla contraddizione, a cadervici in continuazione; probo rimane se le accetta e le fa vivere nell’armonia, controllare però “dall’anima, dalla dolcezza e dalla malinconia”. In fondo una persona iperdisturbata in atteggiamenti continui e assurdi è sempre migliore di una perfettamente inquadrata se quest’ultima è però viscida e priva di qualsiasi tensione di affetto e di bontà propria. Non sempre è così, mai lo sarà; tutto si mescola e cercare di inquadrare qualcosa dà solo il risultato di trovarlo dopo fuori dallo schema di prima. Messa in tale maniera, il filo sottile tra la volgarità e l’onestà è come se non ci fosse più: una persona può essere una o l’altra in qualsiasi occasione. La scelta, forse è quello che fa la differenza tra l’esserlo per sempre o in una breve occasione, e continuare ad essere qualcos’altro in altre ancora. E a parlarne, in maniera anche riduttiva e breve, è uno che coatto un po’ lo è, nel vestirsi in certe occasioni e anche nelle basse figure che fa in continuazione, sempre però intenzionato al non volerlo essere, e alla fine a farsi mostrare come tale.

  23. Andrea ti seguo con stima e ammirazione semplicemente perché pensi e scrivi quasi totalmente ciò che penso anche io quindi mi fa enormemente piacere leggere praticamente i miei pensieri però scritti da un altro questo oltre al piacere e’ anche un buon risparmio di energia mentale. Grazie. Ora a parte le battute ( da buon toscano come lo sono anche io) credo che sulla iniziativa inerente alla SLA oltremodo sciocca e inutile (quella italiana..) quanto conferma Verdone che altrettanto ammiro per la nota galanteria ed intelligenza ed ancor più noto talento ritengo che lui nel seguire l’esempio dei molti colleghi del famoso secchio di acqua abbia sbagliato e continuano in molti a sbagliare. Una pagliacciata è’ e rimarrà una pagliacciata quando chi potrebbe far qualcosa e molto più di qualcosa si limita ad una sterile goliarderia. Si sa che i soldi per la ricerca in Italia e’ tra gli ultimi posti in Europa si sa che chiudono reparti specializzati ( ultimo quello dell Umberto Primo di Roma appena un mese fa) deciso da Zingaretti con l’appoggio dell’attuale governo del pinocchio Renzi ma allora perché oltre ai disagi le ingiustizie i quotidiani drammi dei malati e dei loro familiari adesso anche la buffonata dei vips?! Davvero al peggio non vi è mai fine come disse qualcuno ma penso che il coraggio della gente per bene tra non molto verrà fuori e si schianterà con ferma e inaudita forza contro tutta questa sciatteria gratuita.

  24. Caro Verdone, ricordati che la coatteria l’hai tu stessa rappresentata e mitizzata per far ridere un mondo non ancora narcotizzato. eppure serviva a rompere gli schemi per far soldi, ossia per far ridere, per indicare il nuovo avanzare più veloce sempre più veloce. No caro Verdone, è troppo tardi, non serve sperare nei sacerdoti del bello, i quali anch’essi hanno cercato il meglio superando il vecchio “adattamento”, per andare più veloci. La bellezza estetica e filosofica si è troppo incrostata di noi tutti IO e la sua iniziale lucentezza potrà essere ammirata in altri mondi, in altri domani, tra altra gente. Nemmeno l’esercizio di chiedere a se stessi cosa poter rinunciare per ritrovare la stessa andatura che ci immaginavamo negli anni sessanta o intorno a lì potrà servire perché subito un’altra domanda ci agiterebbe ancora di più : tutti risponderebbero a quest’appello? Vedi, quel fetente di Maltus che io ho disprezzato, in fondo aveva ragione.

  25. Vero ! Il ventennio Berlusconiano -che non si e’ ancora concluso -ha fatto carne da macello di morale ,di coesione sociale, di rispetto delle regole, di Bellezza in generale e di viruosita’ e wit italica ..non c’e’ dubbio ! Il livelllamento verso un basso nanismo morale e civile e’ una realta’ triste e demoralizzante ..ma io credo ancora che” isolei felici e non contaminate si possano far nascere e far crescere con un lavoro matto e appassionato di gruppi di coesione sociale – Gruppi di acquisto solidale, Movimenti dal basso etc- che in totale autonomia dalla politica e dalle istituzioni ricreano Spazi di liberta’ espressiva e bellezza diffusa !! Consiglio la lettura di IO FACCIO COSI del giornalista Daniel Tarozzi sull Italia che CI PIACE ! Pace e bene Alessandra

  26. “Coatto” esprime bene l’idea. Costrizione, coercizione, violenza fisica o morale esercitata sulla volontà altrui; coattività!
    Una forza psichica esterna, un’inevitabile suggestione, interna e personale che sia, che costringe all’esecuzione di determinati atti e alla loro ripetizione in modo stereotipato e spesso inadeguato alla situazione attuale. Anche l’Ice Bucket Challenge si é rivelato una coazione.
    Il tutto è come scriveva David Riesman in “La folla solitaria”: “quando la realtà diventa pura apparenza perché è il giudizio degli altri a dargli consistenza, l’individuo si trova solo”. Il coatto appunto.

  27. Povero Carlo. Sembra la fotocopia del personaggio che lui stesso ha interpretato ne “la grande bellezza” che se ne va via da Roma schifato. Carlo ha un animo troppo sensibile per vivere in un mondo che si involgarisce a ritmo esponenziale. Coraggio… una volta toccato il fondo, forse ci sarà il rimbalzo.

  28. Che dire… indubbiamente ha ragione, ci siamo abituati al sordido, al ribasso costante di morale ed estetica. Però non è stato un fulmine a ciel sereno, c’è stata sicuramente una deriva lenta e continua in questi anni pieni di esempi sbagliati mai criticati o criticati non a sufficienza. Da un certo punto di vista forse persino Verdone è da ritenersi colpevole, avendo sdoganato a più riprese la coatteria, rendendola simpatica, trovandoci quella vena malinconica che alla fine salva il buzzurro e te lo fa apparire quasi vittima, scusandolo in parte… Sicuramente mancano i sacerdoti del bello, abbiamo preferito renderci devoti alla zinna della parvenu dell’estate in Costa Smeralda, al trash dei vari Batman de’ noantri che ci han fatto vedere come vivere senza limiti morali sia bello e lecito, basta essere famosi e/o facoltosi. La cultura non paga, è la frase degli ultimi 20 anni e forse più dalla quale ci siamo fatti anestetizzare il senso critico. Viviamo in una società schiava della convenienza a tutti costi, la propria ovviamente. E di questa convenienza abbiamo campioni ed esempi a non finire: politici che non si dimettono nemmeno per il buon gusto di non adombrare con eventuali colpe il ruolo che ricoprono, un senso dello Stato che non gli appartiene perché si fanno bastare l’appartenenza dello Stato. Attori ed attrici che non sanno nemmeno pronunciare correttamente il proprio nome ma che la disponibilità ha portato all’immeritato successo… e così via così via in una cascata di nefandezze di cui i giovani che mostrano le pudenda per Barcellona è solo l’ultimo e forse meno preoccupante gradino. Perché ormai non si tratta più nemmeno di trasgressione, dato che per averla bisognerebbe infrangere quantomeno un obbligo morale, ma di uniformarsi a modelli che in Italia prosperano e sono ben spalleggiati. Davanti a questo dilagare di bestialità, di questo marciume morale, uno si aspetterebbe incentivi alla cultura, nuovi fondi alla scuola pubblica ed invece siamo soffocati da news di ministre tette al vento durante le ferie post trauma dovute alla “necessaria” riforma costituzionale. E’ un bel guaio, che altro dire.

  29. Come tutti i grandi comici (a cominciare da Alberto Sordi), Carlo Verdone mostra una straordinaria sensibilità e capacità di analisi ai problemi della nostra società. Come non condividere le sue preoccupazioni?

  30. In questo caso sono pienamente d’accordo con lui e spesso per strada e fra la gente mi sento a disagio. Vorrei rispondere al suo desiderio sul futuro che affida a coloro che insegnano il gusto per il bello, la filosofia dell’equilibrio e cosi’ via, sappia che costoro sono stanchi …Siamo stanchi di lottare contro i mulini a vento, contro classi numerose di giovani che nn rispettano piu’ nulla, non per colpa loro, ma comunque sono cosi’ e l’esiguo tempo che passiamo con gli studenti, spesso invece di essere utilizzato culturalmente, viene usato per cercare di far comprendere loro i minimi fondamenti di educazione e civilta’ Per i genitori e la societa’, siamo solo dei mangia stipendi, nonostante abbiamo sudato e studiato per anni, per poi ritrovarci oggi con giovani i cui genitori, troppo presi dai mali del mondo, o dai propri interessi compulsivi, lasciano a noi i figli sperando in un miracolo socio-psico-culturale, lavandosi cosi’ le mani dei propri doveri di genitori. Noi siamo docenti e non badanti, anche se siamo pagati meno di loro!

  31. Caro Carlo sei un mito, trovo quasi commovente come la pensi, fa enorme piacere che ci sia ancora qualcuno sano.Grazie ti ammiro non solo come attore di bravura ineguagliabile ma anche come UOMO.

  32. Bella intervista Andrea, non ho capito però perché gli dai del lei quando a Reputescion gli davi del tu.

  33. Al corrente delle vicende di palazzo che colorano questo paese? È coatta la società o è coatta la politica? Di chi è la colpa? Un cane che si morde la coda veroo? Apparentemente ma se riflettiamo nulla può cambiare se non arrivano direttive dall’alto. Per cui Verdone la prossima volta vada a fondo alle cose. Individui le cause che almeno per lei possano dare, una volta eliminate, un senso a questo mondo. Inizi a cambiare anche lei e tiri fuori…l’artista che è in lei!

  34. Sinceramente?? È una visione molto pessimistica. Il tutto è sempre riassumibile con caratteri assolutamente negativi ma non è così. Soprattutto l’idea che verdone ha dei tatuaggi mi fa sorridere. Io non ne ho uno e non mi piacciono fatta qualche eccezzione. Ecco ognuno di noi ha una sua visipne del bello. Lezioni di estetica? Da chi? Da te verdone? Si sbaglia! Il futuro è piena libertà di espressione punto. Semmai lei si riferiva allo squallore sociale dettato da una gestione della società ancor più squallida. Ma io dico: ha veramente così paura ad esporsi in questioni prettamente politiche?? È così dipendente la vita di un’artista dalla politica? E come si fa a fare arte se c’è di mezzo la politica? O forse lei non è al vorrente delle vicende di palazzo che

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