Bellissimo. Finalmente una storia coinvolgente senza finale lacrimevole. Una bella scrittura avvincente e partecipata, seria e allo stesso tempo leggera quella di Andrea Scanzi, autore di I cani lo sanno edito da poco da Feltrinelli (14€). Chi ha un cane leggendo queste pagine entra in sintonia con Andrea Scanzi che racconta il suo rapporto con Tavira e Zara, le sue due labrador.
Spesso ci si ritrova a sorridere davanti a certi suoi racconti perché magari ci si è passati anche noi, con i nostri compagni di viaggio. Chi non ha cani (c’è qualcuno che legge questa rubrica che non li ha?) ha solo da imparare, perché scegliere di avere un cane o ritrovarsi anche solo per caso ad avere un cane è qualcosa di importante.
Un cane è un milione di cose, non è solo un essere a quattro zampe che devi nutrire e portare fuori. E qua e là Scanzi tira delle frecciatine a comportamenti spesso inadatti di certi umani. E lo fa molto bene! “Un cane è Patch Adams che non dismette mai il trucco da clown. Tu sei il paziente. Anche quando ti pensi sano”.
Questo libro è più che una storia è un “elogio dello sguardo rasoterra”, è un resoconto vero di quello che significa vivere con dei cani, condividere la vita con loro e considerarli degli esseri a cui dare ma soprattutto da cui imparare. “È come se, con la loro presenza, mi radicassero non alla quotidianità, ma all’umanità. Ed è buffo che a farlo siano due cani”. Sarà anche buffo ma è assolutamente vero. L’unico peccato, quando si inizia a leggere questo libro, è non riuscire ad avere abbastanza tempo per finirlo tutto d’un fiato.
(Zampe in viaggio, Mary Jo Cocker, 6 dicembre 2011).