Pan del Diavolo: Supereroi

Schermata 2017-02-22 alle 11.55.22Quando fatichi a etichettare un artista, vuol dire quasi sempre che  non difetta certo in talento e fantasia. E’ il caso del Pan del Diavolo, due palermitano composto da Pietro Alessandro Alosi e Gianluca Bartolo. Hanno esordito nel 2009 con un ep omonimo di quattro brani, in cui apparivano già come sono adesso: folli, geniali e oltremodo originali. I testi sembrano provenire da Marte, pieni come sono di controsensi, parole per nulla musicali (che però grazie a loro lo divengono) e accostamenti spericolati. A tutto questo fa da contraltare un impianto sonoro che poggia pressoché unicamente sulle chitarre di Bartolo, che in questo nuovissimo Supereroi raggiungono la piena maturità. Lo si può definire folk rock, ma non basta. Supereroi, senza contare l’ep d’esordio, è il quarto disco dopo Sono all’osso (2010), Piombo, polvere e carbone (2012) e FolkRockaBoom (2014). Se c’è una pur minima giustizia nel mondo della musica, Supereroi sancirà il passaggio di questa sciroccatissima e talentuosissima band dalla nicchia di lusso alla fama definitiva. Non tanto perché il successo sia di per sé necessario, ma perché ogni tanto qualche barlume di meritocrazia da queste parti aiuterebbe. Attivissimi dal vivo, dove il carisma e la voce deliberatamente urlata di Alosi esplodono al meglio, il Pandel Diavolo ha più volte sfiorato il Premio Tenco e collezionato lusinghiere recensioni. Tra queste non sono mai mancate quelle di Piero Pelù. E proprio Pelù è accanto al duo in alcuni brani (non tutti: quattro) di Supereroi. Li si nota subito, perché è evidente il tentativo di ingentilire – senza snaturare – le sonorità della band. E’ ciò che accade in Tornare da te, Supereroi, Aquila solitaria e Qui e adesso. Si avverte – come ha notato la rivista Blow Up – una sottrazione della matrice folk tipica del gruppo, e conseguentemente di certe atmosfere roots, a tutto vantaggio di una più immediata (ma mai banalmente commerciale) dimensione rock elettro-acustica. Le fiammate diavolesche, però, ci sono anche qui. Eccome. Sempre in fuga, Strisce e Messico si possono già mettere accanto ai brani migliori del Pan del Diavolo (Pertanto, Coltiverò l’ortica, Università, Africa, eccetera). L’apice dell’opera coincide con L’amore che porti, semplicemente splendida e sin d’ora una delle migliori canzoni del2017. Supereroi colpisce subito e cresce sempre più, di ascolto in ascolto. E anche questo è un bel segno. Un gran bel segno. Il duo presenterà Supereroi il 20 febbraio a Milano e il 22 a Bologna, sempre Feltrinelli e sempre ore 18. Poi il tour, che scatterà il 10 marzo ancora da Milano (Serraglio). Andate a vederli: solo così potrete godere appieno della stravagante bravura di chi, parafrasando le parole che aprono proprio il disco, attraversa tutte le città e non si è mai fermato in nessuna, “come ladri di notte a caccia nel silenzio”. La musica italiana sarà forse in crisi, o comunque non al massimo della forma, ma certe eccezioni esistono. E paiono talora dimostrare addirittura il contrario. Di queste eccezioni, il Pan del Diavolo è faro e vanto. Talento vero, di quello pazzo e deflagrante, allergico ai vincoli e alle mode. Ad averne, di musica così. (Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2017)

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