Recensione: De Vinis

Ecco un’altra recensione. E’ della rivista De Vinis, nel numero luglio-agosto. Li ringrazio (è davvero affettuosa), e con loro Luca Miraglia che me l’ha segnalata.

“Originale firma de La Stampa, Andrea Scanzi addossa la colpa di questo volume ai lettori che hanno apprezzato il suo bestseller Elogio dell’invecchiamento (2007), di cui Il vino degli altri è l’ideale seguito.
O meglio, prosecuzione di un viaggio – come scrive lo stesso autore – “perchè i viaggi non finiscono mai”. Un viaggio che conduce idealmente il lettore dalla Franciacorta alle falde dell’Etna, dalla Toscana a Bordeaux, dalla Mosella all’Abruzzo, dalla Rioja spagnola all’Argentina, in una spettacolare varietà di paesaggi, profumi, colori, gusti, culture, tradizioni, alla scoperta di vini che hanno storie importanti da raccontare e di viticoltori coraggiosi. Lo scopo non è quello di stabilire graduatorie (“il vino migliore non esiste” ammonisce l’autore), ma di conoscere meglio i vini degli altri attraverso il confronto con i nostri.
Il volume si apre con una dedica a uno tra i più amati attori e registi americani: “A Clint Eastwood, con e senza cappello. Ai suoi sigari, ai canyon sul volto. Allo sguardo che fa in Gran Torino, quando muore per noi, ultimo filare di un tempo che abbiamo voluto smarrire”. Una dedica che incarna l’essenza del libro, che del viaggio racchiude tutto il senso di scoperta del nuovo e di nostalgia per il vecchio. Un’ironia e un umorismo senza pari permeano le pagine dell’intero scritto e permettono a Scanzi di approcciare un tema che, per sua natura, sarebbe destinato a una ristretta cerchia di “enoesperti”, e che invece diviene libro per tutti. Il lettore si sorprenderà nel ritrovare tra le righe situazioni esilaranti in cui riconoscersi, perchè ognuno ha il suo modo di avvicinarsi al vino, sia che nel degustarlo si avverta una “distinta matrice boschiva di Pinot Nero” o un più semplice sapore di frutta. Perchè nel mondo del vino nessuno ha ragione, e ognuno sceglie in base alla propria sensibilità.
L’impronta personale dell’intero libro si ritrova in due divertenti capitoli (in apertura e in chiusura dell’opera), esemplari dell’impianto narrativo: “Le dieci cose che pensavo sul vino prima di questo libro” e “Le dieci cose che penso sul vino dopo questo libro”. Ecco quanto Scanzi pensava:
“1) I vini francesi sono troppo cari.
2) I vini migliori del mondo sono quelli italiani.
3) I vini americani sanno di vaniglia.
4) I vini del Sudamerica costano poco. Giustamente.
5) Sono trent’anni che bevo, ci fosse stata una volta che ho beccato un vino con sentori di chiodi di garofano.
6) I vini più buoni sono sempre rossi.
7) I vini dolci piacciono a tutti, hanno qualcosa in più.
8 ) Lo Champagne è sopravvalutato.
9) Quando non so come scegliere un vino, mi affido ai voti in centesimi delle riviste di settore. Meglio se statunitensi.
10) Gli astemi mi fanno paura.”
In merito a quanto Scanzi pensa, l’invito è a gustarvene la lettura. Ne vale la pena.” (De Vinis)

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7 Responses to “Recensione: De Vinis”

  1. marco e paolo ha detto:

    Andrea abbiamo mangiato la fonduta di pesce a Erquy in Bretagna (capesante, pescatrice, salmone e gambero grigio) abbinata ad un Saumur bianco. Eccezionale, grazie per la dritta

  2. Della ha detto:

    Ciao Andrea, una breve recensione la puoi trovare anche su “VITICOLTURE DE MONTAGNE n.18 Aprile 2010” Periodico di viticoltura di montagna.
    L’autore non è indicato, ma dice:
    “Con questo libro l’autore traccia un profilo di quei vini d’oltralpe capaci di competere alla grande con le eccellenti produzioni italiane. Un vino straniero accostato ad una etichetta italiana, con questo metodo l’autore ci conduce in questo bellissimo viaggio farro di pagine divertenti e intense. Un viaggio che conduce idealmente il lettore della Franciacorta alle falde dell’Etna, dalla Toscana a Bordeaux, dalla Mosella all’Abruzzo, dalla Rioja spagnola all’Argentina, in una spettacolare varietà di paesaggi, profumi, colori,gusti, culture, tradizioni, alla scoperta dei vini che hanno storie importanti da raccontare. Vini che parlano della loro terra, ma anche degli uomini e delle donne che li producono, dei loro metodi e delle faticose sperimentazioni per giungere a risultati migliori. Persone autentiche, accumunate da uno straordinario amore per il vino che diventa ragione di vita.”
    A fianco c’è anche la traduzione in francese (della recensione, non del libro) 😉

  3. Lucien ha detto:

    Libro assolutamente piacevole, estivo e corroborante. Iniziato ieri e oltre 100 pagine gia’ lette ma se proprio devo essere sincero c’è qualche divagazione fuori luogo e tanti refusi: Cardini invece di Gardini e a pag 93 pouilly-fumé nel Maconnais invece del fuissè, il correttore di bozze stavolta non ha funzionato molto bene.. (scusa i puntini di sospensione che non ami, in compenso non uso gli infradito)
    Oggi si legge ancora e mi sa che domani sara’ finito.
    Saluti “Toscano anomalo” e complimenti ancora.

    ps il terzo capitolo della saga sara’ un’impresa ancora piu’ ardua ma coraggio, Dylan e De André ce l’hanno fatta ;-))

  4. Andrea Scanzi ha detto:

    Sono d’accordo, Lucien. I refusi (ne troverai altri) sono troppi. Ma nella seconda edizione sono stati tolti, e quando fai mille nomi, sono quasi inevitabili. I refusi a cui alludi sono già stati “ammessi” sia in questo blog, sia in alcune recensioni. Grazie, a.

  5. Laura Alberighi ha detto:

    Buongiorno,
    il libro è molto molto molto piacevole, come il primo, del resto, ed è più o meno interamente condivisibile, a parte qualche diversità nei gusti personali. Ho fatto leggere il capitolo su La Rioja a un signore che ha fatto il PR per quell’area per diversi anni e adesso ne è consulente, gli è piaciuto molto, mi ha mandato un commento articolato, se può interessare, lo posso inserire qui o lo mando a un indirizzo di posta elettronica.
    Saluti
    Laura

  6. Francesco ha detto:

    Ciao Andrea, siamo (insieme a mia moglie) amanti del vino Kiarostami e non ci perdiamo una edizione della manifestazione alto atesina.
    Stiamo leggendo ora (forse siamo fra gli ultimi) il tuo nuovo lavoro: beh, ci voleva proprio qualcuno che, per ben due volte, riesce a parlare di vino in maniera intermedia, ovvero ne superficiale ne utilizzando termini e locuzioni da “setta segreta”.
    Riteniamo che le fortune del vino passeranno anche da testi come il tuo. Veramente complimenti!!! Ed anche per i gusti: assomigliano ai nostri !!!!
    P.S. Ho fatto abuso di punti esclamativi proprio per pungolarti, ma devo dive che mia moglie non porta gli infradito ed io non uso i mocassini.
    P.P.S. Se ti può essere utile, nel maggio scorso è stato pubblicato su Intravino (http://www.intravino.com/forum/media-forum/i-libri-da-non-perdere-sul-vino/) un commento sul tuo lavoro … ma il primo, Elogio dell’invecchiamento: come dire, meglio tardi che mai.

  7. Francesco ha detto:

    Chiedo scusa, soprattutto alla rivista on line Intravino: non era un commento all’Elogio dell’invecchiamento, ma era un elenco di libri imperdibili, cui mi associo senz’altro.
    Mi scuso ancora per l’imperdonabile errore.
    Di nuovo complimenti, Andrea

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