Pietrobianco 2011 – Daniele Portinari

Chiedo scusa per l’assenza. Tra teatro (qui le date), giornale e tivù il tempo è quello che è. Questo blog, comunque e ovviamente, andrà avanti.
Ho accumulato una decina di recensioni, frutto delle bevute in queste settimane. Le posterò nei prossimi giorni.
Dedico il post di oggi a un vino naturale atipico. E’ un Igt Bianco del Veneto, ottenuto da uve Pinot Bianco e Tai Bianco.
Vigne di circa 30 anni, vinificato in acciaio per dieci mesi e imbottigliato senza filtrazione. In enoteca sui 10 euro o poco più.
Non mi ha esaltato, ma ve lo consiglio perché è molto personale. Il Tai Bianco è sostanzialmente il (Tocai) Friulano. Tipico dei Colli Berici e del Piave, esiste anche il T(oc)ai Rosso, di fatto il Cannonau sardo (quindi prossimo alla Grenache francese e all’Alicante spagnolo).
Spesso il Friulano ha una vena erbacea spiccata, non necessariamente gradevole. Tale nota di fieno esplode – letteralmente – nel Pietrobianco 2011. A colpire è proprio questo, molto più della struttura esile e di una acidità percettibile ma non indimenticabile. Discreta bevibilità.
Più che un vino da bere, il Pietrobianco sembra quasi un vino da brucare.
Classica bevuta didattica, per comprendere cosa si intende quando un vino “sa di fieno”.

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8 Responses to “Pietrobianco 2011 – Daniele Portinari”

  1. Alessandro ha detto:

    ah, meno male! Bentornato!!!! ;-))

  2. connis ha detto:

    Bentornato Andrea , ero in astinenza da blog e mi stavo preoccupando…pensavo anche fossi molto impegnato ‘politicamente’ (passami il termine) visto le votazioni imminenti…
    domanda OT : parlando di vini outtake (come li definisci tu) vorrei segnalarti/chiederti se non hai mai assaggiato l’ALBAROSSA

  3. Francesco ha detto:

    Bene! Sei tornato; anche a me non entusiasma il Pietrobianco 2011, l’acidita` e` andata, quasi sparita.
    Una bellissima espressione il Tai Rosso di Daniele, che nei Colli Berici viene davvero bene: floreale, minerale, speziato, corposo ma di gran beva!
    Ciao
    F

  4. Damiano ha detto:

    ok, lo proveremo… un po di didattica non fa male

  5. maurocecchi70 ha detto:

    bevuto a fornovo lo scorso novembre mi era piaciuto per un buon equilibrio e per la discreta acidità peccato l’abbia persa per strada… ma è possibile perderla per strada ?

  6. Francesco ha detto:

    Ciao Andrea, complimenti per il blog, che ne pensi dei vini sardi?? Se capiti in zona Oristano fai un fischio ci facciamo una degustazione insieme. Continua così.

  7. Stefano Menti ha detto:

    @Maurocecchi70 se il vino non è stabile tartaricamente, con il tempo raggiungerà la stabilità. Stabilizzandosi, depositerà nel fondo della bottiglia dei cristalli di acido tartarico. La caduta del tartarico, comporta un calo dell’acidità totale, quindi della freschezza.

  8. Stefano Menti ha detto:

    Ieri sera ho bevuto il Pietrobianco 2011. Non esaltante come dice Andrea ma un vino da brucare. A me è piaciuto.

    Sul fondo però una buona dose di cristalli. Forse il vino si sta stabilizzando ora e, è diverso da come lo bevette Mauro a Fornovo e ancora diverso da quando lo bevette Andrea.

    Circa i vitigni mi chiedevo, il Tocai Bianco, è il Friulano o Tocai Italico?

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