No Name 2008 – Borgogno

Il No Name è il Barolo-non Barolo dell’azienda Giacomo Borgogno e figli. Si chiama così come “etichetta di protesta”, per rimarcare l’eccessiva burocrazia della legge italiana.
Nasce da vigneti di pregio, a Cannubi, Fossati e San Pietro delle Viole, sempre nel comune di Barolo.
Non essendo registrato come Docg, è “solo” un Nebbiolo. Questo fa sì che il prezzo scenda considerevolmente (in rete attorno ai 22 euro). Non ha però molto da invidiare a un Barolo riuscito.
L’annata che ho bevuto io è la 2008.
E’ un Nebbiolo che affina tre anni “in botti più piccole“. Non è tradizionale nel senso ortodosso e l’etichetta può essere anche letta come provocazione a fini commerciali: una maniera scaltra, e lecita, per creare la notizia. Oltretutto dietro questo vino c’è anche Oscar Farinetti, proprietario di Eataly, personaggio amato e odiato: i detrattori della bottiglia (che si trova anche all’Esselunga) non mancheranno.
Al netto delle implicazioni ideologiche, l’ho trovato un rosso piacevolissimo. Di bella morbidezza, coi tannini giusti, sufficientemente fresco e sapido. Bevibilità impeccabile.
Non è paragonabile ai grandissimi Barolo, ma costa molto – molto – meno dei grandissimi Barolo.
Piacevole sorpresa.

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10 Responses to “No Name 2008 – Borgogno”

  1. xoan ha detto:

    botte piccola da 33 ettolitri suona come un ossimoro

  2. Luca Miraglia ha detto:

    In effetti, giusto per capirsi, 33 ettolitri sono 3.300 litri, e, considerato che la barrique intesa in senso tecnico di litri ne fa 330, siamo a 10 volte tanto!
    Per carità, ci sono “botti grandi” che hanno capacità di 70-80 ettolitri (molto usate per affinare il Barolo), ma già un contenitore da 33 non è male, quanto a dimensioni!

  3. claudioT ha detto:

    L’ho bevuto qualche settimana fa da un amico, incuriosito dall’etichetta (poi approfondita sul web), del produttore già conoscevo gli ottimi Barolo, anche a me è piaciuto molto perchè abbina alla godevole bevibilità una bella stoffa tipica nei Nebbiolo con i contro…
    Sicuramente dietro quella etichetta provocatoria c’è una buona strategia di marketing conoscendo il poliedrico Farinetti ma il prodotto soddisfa e non poco i sensi e poi a prezzi da rinominati (per diffusione!!!) Nebbiolo D’Alba (Ceretto, Prunotto, Gaja) si riesce a bere un più che dignitoso Barolo declassato!!!

  4. Lorenzo ha detto:

    All’Esselunga non l’ho ancora notato, ma guarderò meglio la prossima volta.
    Mi hai proprio incuriosito, lo vorrei provare a breve.
    Grazie ancora per le molte dritte nel non troppo frequentato campo (da troppi enostrippati) del buon rapporto qualità-prezzo.

  5. la cinta milanese ha detto:

    Anche nelle Esselunga della mia zona non si trova purtroppo.

  6. Francesco ha detto:

    Ho bevuto proprio ieri questo vino incuriosito, più che altro, proprio dall’etichetta. In tutta sincerità mi sento di dire che se, da un lato, l’obiettivo postosi sul fronte marketing può dirsi raggiunto (l’etichetta indubbiamente “attira” così come la “storiella” che c’è dietro) dall’altro lato, è un vino su cui tutto si può dire meno che assomigli ad un Barolo. Vino che resta dietro l”angolo, senza uscire mai fuori.

  7. […] L’altro giorno ho bevuto questo ottimo vino (e il prezzo è molto interessante). E’ un Barolo travestito da Nebbiolo che porta ormai da anni questa etichetta di protesta contro la farraginosità delle leggi italiane. La sua storia la leggete qui. […]

  8. vini online ha detto:

    Ho trovato questo vino qualche tempo fa al supermercato attratto dall’etichetta, però sono rimasto molto deluso dal rapporto qualità/prezzo. Sicuramente il marketing è stato migliore della produzione.

  9. carlo ha detto:

    @vini online
    Ma che bel commento…

  10. Gianfranco ha detto:

    la piacevolezza di “no name” è molto, molto. molto superiore a certi barolo.

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