Nascetta

Il vitigno Nascetta mi ha sempre incuriosito. Autoctono piemontese, non proprio terra di bianchi (men che meno in Langa), ma sempre più riscoperto.
L’ampelografo Gagna lo citava a fine Ottocento come vitigno buono in uvaggio con Moscato e Favorita.
Secondo Gagna somigliava al Nasco, autoctono sardo, anche se (si è scoperto dopo) non era così. E’ vicino, casomai, al Gros Blanc.
Per Rovasenda, che la chiamava “Anascetta”, era “uva delicatissima e vino squisito”. Per Fantini vantava “finezza uguale al Moscato”.
Cresce soprattutto a Novello, piena Langa. Qui potete trovare altre informazioni.
A lungo dimenticata, o al massimo usata in piccole parti nella Doc Langhe Bianco (si sposa abbastanza bene con lo Chardonnay), per alcune aziende è di colpo divenuta l’unica uva bianca su cui puntare in Piemonte. Più del Cortese di Gavi, più dell’Arneis (e lasciando stare Timorasso ed Erbaluce, splendidi, che però fanno storia a sé).
Adesso si può anche imbottigliare come Langhe Doc Nascetta, senza farla ricadere nella generica Doc Langhe Bianco.
Molti ci stanno puntando, anche colossi come Fontanafredda. E poi l’Azienda Agricola Rivetto, Ettore Germano, Braida. E Poderi Cellario. Il vino si chiama Sè, annata 2011. Ne ho provate due bottiglie, con amici. La prima era sin troppo morbida, molto intensa all’olfatta (più che complessa). In debito di freschezza, che pure dovrebbe avere – la si ritiene assai longeva, adatta anche alla spumantizzazione come si faceva nell’Ottocento – e con profumi dolci spiccati. In qualche modo moscateggianti. In effetti è un vitigno autoctono semiaromatico, con molti terpeni. La seconda bottiglia di Cellario credo fosse difettata, perché una volta aperta – a fatica, il tappo si è sbriciolato – è comparsa una schiumina bianca un po’ inquietante.
Chi di voi ha provato più volte la Nascetta, magari di produttori diversi? Che ne pensate? E’ futuribile come dicono? Davvero può rivaleggiare come i migliori Riesling?

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19 Responses to “Nascetta”

  1. Berti89 ha detto:

    Devo ammettere che sino a 2 minuti fa non sapevo neanche esistesse questo vitigno.. Meglio così, qualcos’altro da scoprire!

  2. benux ha detto:

    curioso di assaggiarla cercherò di reperirla.
    Comunque tra i bianchi piemontesi il TImorasso secondo me il migliore.

  3. bibietto ha detto:

    DI ettore germano conosco herzù secondo me uno dei migliori riesling italiani . Visto i risultati ottenuti con il riesling penso che anche con il nascetta vitigno autoctono non propio conosciuto dai più ettore germano ci riserverà delle sorprese!!

  4. Arnaldo ha detto:

    La Nascetta di Ettore Germano è un vino simpatico, ma poco più. Questa è un ‘azienda poliedrica, con tanti vini fatti molto bene, dagli spumanti ai Baroli, ma pochi capolavori. Anche la loro nascetta non sfugge a questa regola. Vino semplice, leggera aromaticità, buona freschezza, insomma curioso, ma non credo potrà avere la complessità di un riesling. Resto comunque pronto ad essere smentito

  5. Fabio ha detto:

    Ciao Andrea, io conosco la nascetta di Rivetto e quella di Cogno..che dire? Un vino che non mi lascia grandi emozioni…un vino da un calice all’aperitivo, lì si simpatico ma nulla piu’…Non penso, vista la carenza di acidità in generale, sia un vino da vedersi in prospettiva…

  6. Luca ha detto:

    Provata la nascetta di Ettore Germano e anche a me non ha colpito particolarmente. La macerazione sulle bucce gli garantisce un minimo di complessità, ma l’Herzù è una spanna sopra.

  7. savio ha detto:

    Per informazione corretta, tengo a precisare che la Nascetta (che a Novello – sua culla storica, essendo fino a pochi anni fa praticamente l’unico comune in cui la si poteva ancora trovare- viene chiamata Nas-cetta) si è salvata grazie al lavoro di due produttori novellesi (Le Strette e Elvio Cogno) che sin da metà degli anni novanta si sono adoperati per evitarne l’estinzione, collaborando fattivamente e con la loro produzione pionieristica sia agli studi fatti sul vitigno e sulle sue attitudini, sia all’iter per l’inquadramento normativo (che prevede, tra l’altro, una “sottozona” storica con un suo disciplinare Langhe Nas-cetta del Comune di Novello, rivendicabile solo nel comune omonimo e utilizzando Nas-cetta al 100%). Tutti i produttori che oggi ci lavorano, probabilmente non l’avrebbero conosciuta senza il lavoro dei produttori “storici” novellesi. Invito a documentarsi e, magari a fare un salto nella zona storica (Novello – CN) per parlare direttamente con noi produttori.

  8. Luca Barbato ha detto:

    Ho provato la prima di Rivetto con amici e l’abbiam trovata decisamente buona, molto aromatica e fresca.

  9. Maresa ha detto:

    Per la nostra azienda, l’annata 2012 è la prima produzione di Nas-cetta del comune di Novello.
    Aspettiamo degustatori, commenti e consigli.
    Azienda agricola Stra
    Loc. Ciocchini 5 Novello

  10. […] “bianchista” di Serralunga, per poi occuparci del revival-nascetta (ne ha parlato qui anche Andrea Scanzi) e del fenomeno Alta Langa, dove da qualche tempo è partita la corsa alle […]

  11. […] questo vitigno autoctono, riportato alla ribalta solo negli ultimi anni inizialmente da un manipolo di coraggiosi produttori di Novello (Elvio Cogno e Le Strette in primis), sta conquistando sempre […]

  12. […] letteralmente esploso: anche se oggi i produttori sono poco più di venti, la sua fama crescente (qui ne ha parlato Andrea Scanzi) e i considerevoli risultati ottenuti lasciano ben sperare. Tanto che […]

  13. Ivana ha detto:

    Ne ho comperato una bottiglia per assaggiarlo: è semplicemente favoloso!!!! Ottimo!!

  14. Michelangelo ha detto:

    Secondo me il Nas Cetta (o Nascetta che dir si voglia) copre una delle lacune che i viticoltori di Langa avevano ed hanno: un vino da abbinare a pietanze di pesce,soprattutto i fritti e i crudi. Chiaro che il termine di paragone non puo’ essere l’Arneis che per struttura e aromaticita’ marcata non puo’ essere abbinato a risotti di lago o fritture o crudi di mare ecc! (stesso discorso per la Favorita anche se leggermente piu’ “adattabile”). Comunque ben vengano le riscoperte dei vitigni come e’ avvenuto di recente col Pignoletto in Emilia. O come mi auguro ri-avvenga con il Carialoso sempre in Piemonte. (p.s. ma possibile che in Toscana sono cosi bravi da fare di una nicchia,il Morellino di Scansano,un brand e invece Piemontesi e Emiliani non riescono a valorizzare le loro rarita’?

  15. aldo roatta ha detto:

    ho vuto modo solo recentemente di assaggiare due bottiglie di Nascetta di diversi produttori: uno del Roero e l’ altro con una sigla sconosciuta.
    A mio avviso è un bianco strordinario, “maschio” non nel senso del pisello, ma perché alle donne con cui mi trovavo non è piaciuto in quanto assolutamente anomalo rispetto ai bianchi più conosciuti per corpo , carattere e “asprezza”. Io non ho studiato a sufficienza per abbandonarmi ai vari “vellutato” “profumo di frutti di bosco” e amenità di questo tipo; ma per rendere un po’ la mia idea userei una proporzione per confrontarlo con un suo cugino più popolare: il Nascetta sta all’ Arneis, come Cassius Clay sta a Nureyef.
    Saluti, Aldo Roatta, Mondovì.

  16. Strada del Barolo ha detto:

    Nel 2010 con l’ottenimento della Denominazione di Origine Controllata Langhe “Nas-cetta o Nascetta del comune di Novello”, si sono gettate le basi per intraprendere il cammino che porta alla strada di difesa delle radici e dell’origine di questo storico vitigno, la cui riscoperta è dovuta ai produttori Elvio Cogno e i fratelli Daniele della cantina Le Strette, che negli anni ‘90, dopo averlo assaggiato da contadini locali, intrapresero la strada per vinificarlo in purezza.
    L’importante struttura e livelli di acidità conferiscono al vino un’ottima capacita di invecchiamento garantendone una longeva e dinamica evoluzione aromatica nel gusto e nel corpo. Il colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli è precursore delle note di agrumi, pompelmo e pesca bianca che si evolvono in fiori bianchi, miele d’acacia e timo. In bocca la freschezza inonda il palato e persiste grazie al tappeto sapido che, insieme alla frutta secca, sono artefici di una piacevole sensazione succosa e serica. http://www.stradadelbarolo.it/territorio/vino-e-prodotti/i-vini/lista-vini/nascetta/

  17. Valter ha detto:

    Abbiamo ragione di supporre che il Nascetta potrebbe aver origine da un vitigno importato dai benedettini di Fruttuaria nel luogo di Novello nel medioevo. L’abbazia benedettina canavesana possedeva nel ‘200 il monastero della Madonna del Podio e numerose terre, come attestato anche sul sito del comune di Novello e dai resti del suo priorato ancora oggi presenti. Oggi è unanimemente riconosciuto ai benedettini l’origine della coltivazione di molti vitigni della langa. Grazie. Cordiali saluti.

  18. Vara lino ha detto:

    Al naso l’ho trovato abbastanza complesso è fine, sentori floreali ed una buona mineralita.Al palato il vino è delicato fresco. Un vino equilibrato con un finale persistente. Io ho assaggiato il Nascetta di Braida.

  19. francesco ha detto:

    ho assaggiato il Nascetta di Rivetto.
    giudizio più che positivo.
    non ne avevo mai sentito parlare.

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