Ciro Picariello – Greco di Tufo 2011

Tendo sempre più a pensare che, per valutare un’azienda, nulla sia più emblematico – ed esplicito – del vino base. Della bottiglia “peggiore”. Lì si capisce il livello dell’azienda, la sua onestà. Il talento, l’attitudine, la duttilità.
Di Ciro Picariello ho parlato più di due anni fa. Non sono stato il primo, ma neanche l’ultimo. Anzi. Al tempo era molto meno noto, e giustamente celebrato, di adesso – è ormai abbonato ai premi di Slow Wine, e non potrebbe essere altrimenti.
Il capolavoro di Picariello, persona che non conosco ma – mi dicono – meravigliosamente semplice e schiva, è il Fiano di Avellino. Uno dei più grandi bianchi d’Italia. Capolavoro vero, che ultimamente Ciro sta declinando in due versioni (Irpinia Fiano e la celebrata Docg) e perfino come Metodo Classico (che purtroppo non ho mai assaggiato). Produce anche due rossi, entrambi a maggioranza Aglianico.
L’azienda è a Summonte, nel Sannio avellinese.
L’ultimo arrivato è il Greco di Tufo. Picariello non ha mai nascosto di non amarlo granché. Lo fa perché glielo chiedono gli americani. E’ l’unico vino nel quale non usa uve sue, bensì acquistate a Montefusco. Tremila bottiglie ogni anno, sui 10 euro in enoteca.
Si capisce che lo realizza con la mano sinistra, che non ci mette l’amore del Fiano. Che lo imbottiglia quasi controvoglia. Eppure, pur essendo la sua bottiglia “peggiore”, è deliziosa.
L’ho bevuta ieri sera. Annata 2011. Neanche un’ora ed era finita (eravamo in due, Perfect 39 ed io). Minerale, fresco, semplice ma tutt’altro che anonimo. Come vino estivo, da aperitivo o da tutto pasto, è encomiabile.
Tutto ciò ribadisce una mia ferma convinzione: certa gente è così brava nel suo lavoro da non riuscire proprio a sbagliare. Neanche quando vuole, o vorrebbe.

P.S. Poi abbiamo aperto un Fiano di Avellino 2007, leggermente affumicato come da Picariello Style. Complesso, persistente, affascinante. Apoteosi.

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5 Responses to “Ciro Picariello – Greco di Tufo 2011”

  1. claudio ha detto:

    Grande vignaiolo che potrebbe fare vini ancor più grandi se rinunciasse (come ho saputo vorrebbe fare) ai lieviti selezionati per passare agli indigeni. Il suo Fiano è comunque incredibile e sul Greco condivido tutto ciò che hai scritto.

  2. Christian ha detto:

    @Claudio solo una precisazione… Ciro ha usato i lieviti selezionati solamente per la sua prima annata ( 2004 ). Da allora tutte le fermentazioni avvengono con lieviti indigeni.
    Buona giornata
    Christian Bucci

  3. claudiot ha detto:

    Non vorrei dire una scioccezza ma le uve per il Greco sono acquistate da amici-contadini di fiducia (lo realizza con la mano sinistra) e nonostante questo anche se il vino non raggiunge i livelli dei 2 Fiano, come dici, è un sorso estivo fresco, semplice ma non banale, anzi!!!

  4. Giuseppe ha detto:

    Ieri ho aperto il fiano 2007 di picariello, sono rimasto affascinato dalle note di affumicato che lo rendono così diverso dagli altri fiano, davvero molto buono. Il fiano metodo classico l’ho assaggiato in anteprima, è particolare, beverino, picariello lo dà non sboccato, mi piacerebbe sapere la tua opinione.

  5. Roberto ha detto:

    @Claudiot. Ma sa leggere? Scanzi ha scritto esattamente questo, che è fatto con uve altrui e che pur essendo fatto con la mano sinistra è piacevolissimo 🙂

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