Lambrusco – Bellei & Vezzelli

E’ da un po’ che non parlo di Lambrusco. Ieri ho bevuto, al Porto Cervo Wine Festival, il Ceci. Osannato da molte guide che celebrano puntualmente vini muscolosi. Non mi convince, se non come scaltrezza commerciale. Anche questa trovata del Lambrusco ghiacciato da bere come aperitivo: mah. E poi è davvero troppo, troppo, troppo concentrao. Una marmellata, o una confettura, più che un vino.
Domani, comunque, parlerò più dettagliatamente del Festival.
In questo post desidero risegnalarvi – l’ho fatto anche nei libri – due Lambrusco di Sorbara che non deludono. Il primo è Christian Bellei & C, di cui ho provato recentemente il Cantina della Volta. Un Rosè Metodo Classico. Bellei è (sono) stato/i tra i primi a credere al Lambrusco vinificato non con il Metodo Martinotti Charmat ma con il Classico. Lambrusco di pregio, anche se forse gli preferisco il Grosso di Paltrinieri (ma è un bello scegliere).
L’altro Sorbara è quello di Francesco Vezzelli. Decisamente acido e fresco; forse troppo poco morbido per alcuni, ma splendido per la capacità di ripulire la bocca durante la cena (per questo lo preferisco come compagno di pasto che come aperitivo).
A domani.

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9 Responses to “Lambrusco – Bellei & Vezzelli”

  1. Riccardo ha detto:

    Ciao,
    Secondo me, il Vezzelli negli ultimi anni ha perso molto, ma nonostante la mia poca passione per i Lambrusco, è un ottimo vino! un saluto.

  2. Luca ha detto:

    Il mitico Bellei. Troneggia nei miei ricordi 🙂

  3. Niccolò ha detto:

    Buonissimo anche il Sorbara metodo classico extra-brut di Bellei. Appena bevuta una 2008 che mi ha decisamente convinto. Altro bel bere sboccato è “Vigneto Saetti” da Salamino di Santa Croce!

  4. Federico ha detto:

    Ciao. Non sono mai stato un amante del lambrusco finchè l’estate scorsa non ho bevuto il Sorbara di Vezzelli, speciale. Considerando il rapporto qualità prezzo è superiore al Ripasso della cantina Volta. Si stappa a pranzo e si finisce per cena…

    Un saluto.

  5. michele malavasi ha detto:

    Apporto qualche nota al post e ai commenti, il sorbara rifermentato in bottiglia senza sboccatura finale(metodo ancestrale) della Cantina della Volta si chiama Rimosso , la cantina Saetti di Soliera lavora solo l’uva salamino vinificando una versione ferma e due con rifermentazione in bottiglia di cui una rosata, con sboccatura finale. La cantina è certificata biologica e non aggiunge solforosa, i prodotti sono interessanti ma purtroppo ogni tanto capita di trovare bottiglie non a postissimo con volattile un po’ sopra le righe.
    Capita anche a volte nelle bottiglie del mitico Vittorione Graziano di Castelvetro di trovare ogni tanto qualche riduzione, però quando si è di fronte al lotto giusto si gode, con complessita, strutture e tannini inaspettati per la tipologia.
    Vezzelli sta lavorando ad un versione rose’ di sorbara molto interessante sulla carta, charmat lungo, senza solforosa aggiunta, senza filtraggio, ho un magnum da provare, vi saprò dire.
    Chiudo segnalando ai lambruscofili, una cantina piccina piccio’ e giovane nelle prime colline di Reggio che lavora in conduzione “naturale”, è il podere Cipolla di Denny Bini, lieviti indigeni e rifermentazione in bottiglia sono il suo dogma. Prezzi e vini estremamente interessanti che abbinano ad buon corpo, un tannino fitto e buona progressione grazie ad un’ acidità sferzante.
    Ciao

  6. Andrea Scanzi ha detto:

    Grazie Michele. Podere Cipolla lo cito anche ne Il vino degli altri, me l’ha fatto scoprire tre anni fa Mauro Musso, il mitico pastaio di Langa. Ottimo Lambrusco.
    Idem gli altri nomi (Saetti è noto anche per le etichette fighe di stoffa, mi pare).

  7. Luca F ha detto:

    Da buon reggiano quoto soprattutto la prima parte del post in cui si mettee in discussione il lambrusco di Ceci, unico lambru 5 grappoli AIS per ben due volte…
    Mi dispiace ma a mio avviso quello non è lambrusco, che poi possa piacere non ne discuto, ma per favore non chimatelo lambrusco.
    Per il resto oltre ai vini già citati aggiungo il Sottobosco di Cà de noci (autentico lambrusco da cotechino) e il cinque campi rosso dell’azienda omonima, entrambi rifermentati con metodo ancestrale. Per i meno abituati ai vini schietti e un po maschi consiglio il sempre valido vigna migliolungo della cantina di Arceto, che il buon Andrea conosce bene.
    Ciao

  8. Andrea Scanzi ha detto:

    Conosco bene anche Ca’ de noci e hai fatto molto bene a citarlo.

  9. Paolo D'Alessandro ha detto:

    Che ne pensate dei lambrusco di quarticello? a me è piaciuto molto il ferrando rosè.

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