Vini ostinati e contrari: Lambrusco Donati

lambruscodonatiNessun vino è sottovalutato come il Lambrusco. Sottovalutato e poco conosciuto: le due cose, del resto, vanno spesso di pari passo. In realtà è un mondo meraviglioso. Grande bevibilità, ottimo rapporto qualità/prezzo e tanta varietà: l’eleganza e il colore scarico del Sorbara, il rosso scuro del Reggiano. E poi c’è il Lambrusco Maestri, biotipo spigoloso tipico del parmense. Uno dei pochi a crederci, da sempre e anche in purezza, è Camillo Donati. Personaggio rigoroso, enologicamente lo si ama o lo si odia. Ma odiarlo non ha senso, è un preconcetto e più che altro una follia. Donati produce tante tipologie e poche bottiglie: tutti vini frizzanti, dalla Malvasia al Trebbiano, dalla Barbera all’uva Fortana. Fino all’Ovidio, dedicato a un amico andatosene quattro anni fa: si chiamava Ovidio e sognava proprio quel vino lì (Croatina). Prezzi bassi, tra i 5 e i 7 euro in cantina. Lui e la moglie, che hanno abbandonato tutto per credere nei loro vini, sono di stanza tra Arola e Barbiano, provincia di Parma. Il suo Lambrusco ha bollicine non troppo accennate e molto carattere. Profumi un po’ scorbutici, di bosco e terra bagnata. Grande freschezza, personalità spiccata. Va giù quasi senza accorgersene, che per certi vini quotidiani è un pregio. Donati dice che va bevuto a temperatura ambiente, come un rosso importante. Chiede che si faccia lo stesso anche coi suoi bianchi. E’ lecito non essere d’accordo: freddi (non ghiacciati) convincono ancora di più. (Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2014. Quarto numero della rubrica “Vini ostinati e contrari”. Ogni lunedì in edicola)

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5 Responses to “Vini ostinati e contrari: Lambrusco Donati”

  1. Alessandro ha detto:

    Bella questa rubbrica. Complimenti.

  2. Angelo Cantù ha detto:

    Ho scoperto qualche anno fa i vini di Camillo Donati alla manifestazione di Fornovo. I suoi vini sono encomiabili per pulizia, carattere e bevibilità, compagni ideali a tavola. Il prezzo è più che ragionevole: difficile a questo punto non farne un punto di riferimento anche considerando la rigorosa politica di ridurre allo stretto necessario gli interventi in vigna ed in cantina. Fa molto bene Scanzi a ricordarci questi personaggi, simbolo di una agricoltura onesta ed appassionata.

  3. Stefano Maestri ha detto:

    Egr. Scanzi a questo punto sono seriamente preoccupato, condividiamo troppe cose, Roddolo, Collecapretta, Donati (io sono local quindi di parte), i pensieri su D’Alema (ovviamente parlando di vini) e in più sono rimasto basito e quasi commosso davanti alla dedica che Lei ha fatto sul suo libro “Il Vino degli altri” che mi ha regalato mia Moglie.
    Mah . .

  4. Stefano Maestri ha detto:

    Egr. Scanzi buongiorno, ci siamo incrociati ad inizio settembre c/o l’Az. di Camillo Donati; lei stava facendo la sua visita in cantina ed io sono passato con un amico per approvvigionarmi del grande Sauvignon di Camillo (mi ha anche aiutato a caricare i cartoni in macchina).
    all’epoca non sapevo che fosse un appassionato enoico ed ho cominciato poi a seguirla nei suoi articoli. conoscendo diverse delle cantine da lei recensite ho ritrovato nei suoi scritti lo spirito del gruppo di amici, “guidati” da un sommelier bravissimo che opera fuori dal circuito AIS (credo che Lei possa capirlo) che frequento. ci troviamo circa una volta al mese nella canonica di una parrocchia a Parma e mi farebbe molto piacere invitarla ad una delle ns. serate (di volta in volta stabiliamo un tema enoico ed ognuno porta un liquido attinente). sono incontri seri (alcuni di noi operano nel settore con attività commerciali o collaborazioni con locali o cantine) ma anche molto molto informali. ho scritto diverse volte alla redazione de “il fatto . . ” per avere un suo contatto mail ma nessuna risposta. Se fosse intenzionato a saperne di più scriva alla mia mail dell’ufficio così le lascio un mio recapito telefonico.

    Stefano Maestri c/o Fagioli spa mail: s.maestri@fagioli.com

  5. Alessandro Sanguineti ha detto:

    Da Camillo Donati,ci sono stato prima della fine2017,i suoi vini naturali,hanno la solforosa,dichiarata come gli altri vini,più o meno,l annata 2016,non ha ottenuto la presa di spuma(ma sul sito non è dichiarato)il lambrusco 2016,che ho provato io nel 2018e fermo e si sente odore di zolfo.6€,10a bottiglia con tappi acorona senza sottotappo,il magnum o bottiglia di Barbera,frizzante,mediocre, con tappi acorona,27€,le sembra un buon affare?voglio ricordare,(a parte le mode)che dalle mie parti,entroterra piacentino,ci sono decine di contadini che non fanno trattamenti in vigna a parte un po’ di solfato,e rifermentazione i vini in bottiglia,senza tante enfasi mdaiole,dichiarano i solfiti,usano tappi a corona per non rischiare puzze e ridurre i costi,il prezzo Delle bottiglie massimo arriva a 3€,50/4€i bottiglioni o magnum il doppio e non il quadruplo,e le lavorazioni in cantina sono minime.Per me i suoi vini Donati può venderli tranquillamente ai giapponesi, e farli assaggiare a Lei

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