Lambrusco Nubilaia – Lombardini

Non bevo quasi mai vini a pranzo. Perfect39, oggi, voleva “un bicchiere di un vinellino”.
Avevo da tempo una bottiglia di Lambrusco Nubilaia in frigo (il Lambrusco si beve freddo, altro che “temperatura di servizio da rosso impegnativo“). L’ho aperto, con l’idea che ne avremmo bevuto al massimo un bicchiere a testa.
Con nostro grande piacere, il vino è finito. Peraltro in breve tempo.
Il Nubilaia è il vino di punta delle Cantine Lombardini a Novellara (Reggio Emilia). Un Lambrusco Reggiano Secco. Di Lombardini, e in particolare del Campanone, parlavo con affetto in Elogio dell’invecchiamento. Più di cinque anni fa. Al tempo il Nubilaia non veniva prodotto.
Lambrusco Marani, Lambrusco Salamino, Lambrusco Montericco, Lambrusco Maestri. Classico Lambrisco reggiano, quindi. Molto rosso e molto carico al colore. Bella spuma, equilibrio spostato sulla morbidezza, una nobiltà meno spiccata che nei Sorbara di Modena più ambiziosi.
L’alcol è contenuto (11 gradi). Il prezzo accessibile. Non lo avevo mai bevuto prima.
I naturalisti – e di Lambrusco “naturali” davvero ben fatti ne conosco pochi – lo troveranno troppo “normale”. I fanatici del rosso “vero” lo reputeranno un vinello e poco più. Io, bevendolo, ho avuto la conferma che il Lambrusco, quando ben fatto, è uno dei vini italiani dal migliore rapporto qualità/prezzo. Che sia modenese, reggiano, mantovano o parmense.  Bevibile, semplice, gioioso.
Provatelo.

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3 Responses to “Lambrusco Nubilaia – Lombardini”

  1. Luca Miraglia ha detto:

    “…semplice, gioioso …”: un pò come il carattere di Augusto Daolio, un grande di Novellara, no?

  2. lauro ha detto:

    in frigo da tempo??? purtroppo anche da noi nel reggiano e’ diffusa la barbara abitudine in molti ristoranti,da un esperto non me l’aspettavo

  3. silvano ha detto:

    in tutto il mondo si fanno vini buoni e/o banali. Il Lambrusco è irripetibile, neanche i cinesi
    ci riusciranno. Certo che lo beviamo fresco;chi dice il contrario è quel retore che alle degustazioni sputa i sacrifici degli altri. Viva il Lambrusco ed il Moscato d’Asti, piccoli
    gioielli inimitabili.
    Una curiosità per Andrea: a che pro quei gioielli da bullo di periferia nel lato B de Il vino degli altri? E poi ti ringrazio di aver citato Capezzone: spero che sia una delusione condivisa, che la citazione, così improbabile, sia figlia di un piccolo dolore personale. Ciao

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