Pinerolese Ramìe 2007 – Coutandin

Attenzione, prendete nota. Siamo di fronte a un vino adorabile. Costa attorno ai 15 euro e ha l’unico difetto di essere quasi introvabile. Vino Outtake in tutto e per tutto.
Me l’hanno regalato un mese fa i proprietari dello slowfood La Nicchia, Cavour, provincia di Torino. Ero là per la presentazione a Luserna San Giovanni. Gli avevo chiesto il vanto enologico locale, quindi un Pinerolese Ramìe. Vino rosso di montagna.
E’ fatto direttamente da tre produttori (Bronzat Franco, Coutandin Giuliano e Ribet Roberto). Altri due conferiscono le uve alla cantina sociale di Bricherasio. Qualcuno pare si stia aggiungendo. Dal 1996 è una Doc. I territori sono quelli di Pomaretto e Perosa Argentina.  La denominazione di origine “Pinerolese Ramìe” è riservata al vino rosso ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi la seguente composizione: Avanà 30 percento, Avarengo minimo 15 percento, Neretto minimo 20 percento. Possono concorrere alla produzione altri vitigni a bacca rossa non aromatici da soli o congiuntamente, per un massimo del 35 percento. Il Pinerolese Ramìe è cioè un blend di uve rosse autoctone, rarissime, del Pinerolese.
La Nicchia mi ha regalato il Coutandin Ramìe 2007, dicendomi che era di gran lunga il migliore.
L’ho aperto ieri sera, un po’ timoroso, perché l’altro vino che mi avevano consigliato, la Barbera Pinerolese Merenda con Corvi 2006, era risultata una delusione indiscutibile. Invece questo Coutandin è splendido. Nonostante la temperatura del vino fosse – per mia colpa – un po’ bassa, si è rivelato una piacevolissima sorpresa.
L’azienda è stata fondata nel 1997 da Giuliano e Laura Coutandin a Perosa Argentina, Borgata Ciabot. Dal 2008 è nelle mani del figlio Daniele. Strada facendo si è leggermente ampliata, recuperando vigneti abbandonati. L’obiettivo primo era valorizzare proprio il Ramìe, vino raro e misconosciuto ma amato, in passato, dal Cardinale Richelieu (sticazzi) e da Luigi Veronelli (già adesso ci siamo).
I vigneti, a Pomaretto e Perosa Argentina, sono sui 650-800 metri sul livello del mare. Viticoltura eroica in piena regola.
Il Ramìe 2007 di Coutandin è ottenuto da Avanà, Avarengo, Neretto (Chatus), Bequet e Barbera. Fa solo acciaio e viene imbottigliato dopo due anni, senza chiarifiche e filtrazioni. L’azienda ha optato per una viticoltura naturale.
E’ un rosso che spicca per la straordinaria bevibilità. Tannini gentili e affatto ingombranti. Struttura non importante, ma giusta. Bella freschezza. Profumi di frutti e fiori rossi, speziatura stimolante. Buon allungo, equilibrio non artificioso. Non ha stranezze o asperità dei vini naturali più estremi, risultando per questo adatto anche ai consumatori non particolarmente smaliziati. 
Purtroppo l’azienda produce sulle 2mila bottiglie annue (il dato è in leggero aumento). Si trova quindi con effettiva difficoltà. Ma va necessariamente provato. 

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18 Responses to “Pinerolese Ramìe 2007 – Coutandin”

  1. Massimo ha detto:

    se non ricordo male era la proposta alternativa alla mitica barbera di pinerolo, durante la cena alla Nicchia. una vocina, dentro di me, diceva “apriamo quello, apriamo quello!”, ma sono stato zitto, vinto dalla mia (scarsa) conoscenza di bevitore poco più che alfabetizzato 🙁
    (comunque l’esperienza “barbera di pinerolo” andava fatta, operazione quasi catartica, giusto così) 🙂

  2. enofaber ha detto:

    Anche per me fu una gran bella scoperta, quasi casuale. Avevo sentito parlare della Cantina Sociale di Bricherasio (che è conosciuta anche come Il Tralcio) e decisi di andarla a visitare, acquistando alcune bottiglie. Il Ramie e il Doux d’Henry, autoctoni della zona furono assolutamente sorprendenti… Vini di montagna, magari non subito facili ed immediati ma che alla lunga conquistano….

  3. Andrea Scanzi ha detto:

    Sono d’accordo, Enofaber. E non è la prima volta.
    Credo poi che il Ramìe Coutandin, per essere un vino di montagna, sia anche (relativamente) “facile”. E qui la sua sostanziale immediatezza non è affatto un difetto, perché non contempla la cancellazione del suo carattere. Il Doux d’Henry è un’altra mia fissa outtake, ma per ora solo ideologica, visto che è un vino che ho studiato ma non ho praticamente incontrato mai.

  4. hazel ha detto:

    L’ho bevuto solo una volta ma lo ricordo con piacere .

  5. alberto beda ha detto:

    Il 14 nov., alla vigilia del Salone del Vino di Torino 2001, Luigi Veronelli e i Suoi, cenarono in amicizia da noi, alla Locanda della Capreria Occitana.
    In quell’occasione feci conoscere a Gino, sempre attento ai vini “del posto”, il Ramie (1999 di Franco Bronzat) e quando l’indomani, venne intervistato da Repubblica, lo elogiò, come “piccolo vino dai grandi profumi”.

  6. Andrea Scanzi ha detto:

    E’ un bellissimo messaggio, Alberto. Grazie, di cuore.

  7. alberto beda ha detto:

    Grazie a te per l’apprezzamento.
    Da parte mia ho motivi di ammirazione e di gratitudine, nei tuoi confronti, per come scrivi di vino (e d’altro…), libero da condizionamenti.
    Se ti fa piacere, vieni a trovarmi(sai come contattarmi).

  8. Luca Miraglia ha detto:

    Caro Andrea, grazie, come in tante altre occasioni, per queste segnalazioni “outtake”, che offrono spunti di riflessione sempre nuovi in un universo enoico ormai troppo omologato.
    Viva le voci fuori dal coro, meglio se condite da un sano spirito dissacrante (ed anche autoironico), da buon aretino.
    Last but not least, i più cordiali auguri di buona fine ed ottimo principio, con la speranza di incontrarti ancora a Napoli.

  9. Daniele Coutandin ha detto:

    Sono il produttore di questo vino, mi ha fatto immensamente piacere leggere le tue parole; sono queste le soddisfazioni della vita che mi spingono ad andare avanti……
    A volte vorrei smettere, perchè fatico a vivere con questo lavoro: ci sono troppe spese e troppa burocrazia per una produzione così piccola (annata 2007 appena 1.000 bottiglie)però poi l’amore per le viti e, ogni tanto, un colpetto come questo mi danno una mano. Se ti capita di ripassare da queste parti,(magari quando vai da beda) mi piacerebbe farti vedere i miei vigneti e farti assaggiare il 2008 e il Barbichè. Grazie ancora.

  10. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Daniele, il tuo commento è particolarmente gradito. Non posso, qui, che rinnovarti i miei complimenti. Riesci a creare un vino di vibrante territorialità e gran carattere, dalla beva impeccabile e dalla piacevolezza inndegabile. Bravo.
    E’ possibile che a giugno luglio torni in zona per un incontro pubblico con Gianni Mura. Se accadrà, avvertirò tu e Beda (che ringrazio ancora), lietissimo di incontrarvi.

  11. pippoppero71 ha detto:

    Mi inserisco per una richiesta che spero possa essere considerata anche opportunità di estendere la conoscenza non solo teorica di queste produzioni.
    Come si puo’ contattare il/i produttori di questi vini per poterli acquistare e quindi bere?
    La gran maggioranza dei post di questo blog possono poi essere convertiti in ricerche internet che portano al produttore (per me ad esempio: l’acino / collecapretta / vignai da duline / caves de donnas), ma alcuni (outtake nel vero senso della parola) sono pressochè introvabili.
    Chi puo’ mi aiuta?
    Buon eno2011 a tutti

  12. Andrea Scanzi ha detto:

    E’ una buona domanda, Pippoppero.
    Riguardo a Coutandin, le inoltro la mail del produttore Daniele (sperando di far cosa gradita a entrambi). Contatti direttamente lui a mio nome: ramie.coutandin@alpimedia.it
    Per i vini di Panevino è più facile, sono anche nella guida Slow Wine che cito nella recensione. La mail segnalata nella guida è: info.panevino@libero.it

  13. pippoppero71 ha detto:

    GRAZIE

  14. Guido ha detto:

    Chiedo una informazione,
    siccome ho avuto modo di assaggiare un Verduno Palaverga e l’ho trovato un vino molto interessante, sapresti indicarmi qualche produttore più rappresentativo?
    grazie

  15. Franco Bronzat ha detto:

    Non avevo mai visitato questo sito ed è bello poter leggere questi commenti tra intenditori.
    E’ da qualche anno che la mia produzione, per motivi vari, lunghi da raccontare, manca dal panorama enologico del pinerolese.
    Tuttavia già con il 2010 la produzione di ramie è stata discreta e il 2011 è, mi pare, pure interessante, non in quantitativo ma come qualità.
    Spero quindi di ritornare con questo anno sulle tavole degli intenditori.
    Buona degustazione a tutti.
    Franco Bronzat

  16. daniele ribetto ha detto:

    Sono un grande estimatore della Famiglia Coutandin e da sempre godono della mia più profonda ammirazione per la passione e la professionalità con le quali affrontano il loro difficilissimo mestiere. Hanno davvero bisogno di tutto il nostro sostegno possibile in quanto stanno davvero compiendo miracoli. Il loro Ramìe è davvero un vino stupendo che io propongo sempre con grande entusiasmo. Ovunque l’ho portato, ha raccolto commenti favorevoli. Sto per partecipare ad una degustazione a Torino e quale vino da proporre da parte mia porterò il Ramìe di Coutandin. Sono sicuro che sarà bene accolto da tutti. Bravi davvero Daniele e famiglia !

  17. Matteo Fio ha detto:

    Ciao Andrea, ho appena scoperto il tuo blog cercando proprio maggiori informazioni su questo vino.
    L’ho assaggiato ieri sera in una piccola e antica enoteca di Padova, uno di quei posti in cui capita di lasciare un pezzetto d’anima.
    L’oste me ne ha parlato con così tanta ammirazione che non ho potuto resistere e devo dire che mi ha incredibilmente sorpreso. L’ho bevuto assieme a un’amica, accompagnato con del formaggio stagionato vaccino e un blu di capra. In quell’enoteca hanno anche una piccola scorta di bottiglie e ne prenderò sicuramente un paio.
    Un piccolo “miracolo” di cui andare decisamente fieri!
    Complimenti ai produttori di questa rarità. Un saluto.

  18. FABRIZIO ha detto:

    Ciao Andrea ho appena scoperto il tuo blog, molto interessante. Io ho un e-commerce di prodotti tipici piemontesi di alta qualità dave si può trovare il Ramie di Coutandin : http://www.dolcepiemonte.com/it/vini-bianchi-rossi-tipici-piemontesi/44-ramie.html ciao a tutti

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