Pagina 131

Franco Ziliani, qualche giorno fa, ha pubblicato nel suo blog Vino al vino la “famosa” pagina 131 de Il vino degli altri. Quella in cui il Dottor Massimo D’Alessandro allude a una inchiesta sui vini toscani ed esprime perplessità sulla “filosofia” di molti produttori.
Come scrivo nel libro, ci saranno dei processi e nessuno dà sentenze. Né intende generalizzare. E’ solo una notizia e l’opinione (legittima) di un bravo e coraggioso produttore.
Tengo anche a sottolineare come questa sia solo una pagina delle trecento e più de Il vino degli altri. Un libro anche forte, in alcuni passaggi, perché non amo i libri pavidi e gli opinionisti asserviti, ma anche e soprattutto un libro utile, ironico e appassionato. Che – spero – saprà farvi sorridere e al contempo insegnarvi qualcosa. E sono questi, per fortuna, i primi feedback che ho.
Ciò detto, pubblico anch’io pagina 131.
Cliccandoci, potete leggerla a tutta pagina.

Tags:

21 Responses to “Pagina 131”

  1. Daniele ha detto:

    Letta questa notte, e ri-letta questa mattina credendo fosse stato solo un incubo…

  2. Michele ha detto:

    Una pagina di quelle che meritano. Secondo alcuni certamente una querela. Secondo me, un plauso per il coraggio di dire: il Re è nudo!

  3. Daniele T. ha detto:

    Mi auguro davvero che le cose non siano così, mi auguro anche che si faccia chiarezza in tempi brevi…che poi il vino toscano spesso sia sopravvalutato l’ho sempre pensato, senza generalizzare certo, ci sono anche bellissime aziende.

  4. Marco L. ha detto:

    che senso ha ragionare cosi in modo qualunquista..generalizzare così?
    Esistono realtà come Monteraponi, Villa Rosa, Ormanni, Rodàno… che non penso si possano sentire rappresentate da questa pagina del libro.

  5. Anna Maria ha detto:

    E’ molto triste l’ultima parte. Comunque condivido con Marco L. Non facciamo di tutta l’erba un fascio.

  6. Franco Z. ha detto:

    ha ragione Scanzi: nessun qualunquismo e nessuna volontà di fare di tutta l’erba un fascio. Nel libro si distingue chiaramente tra chi lavora onestamente in Toscana e chi fa il furbo o prende scorciatoie…

  7. Anna Maria ha detto:

    Ciò, comunque e per tutte le cose, caro Franco si verifica dappertutto e, ribadisco, l’ultima parte di questa pagina è veramente triste…..

  8. Massimo ha detto:

    Lo dico con grande rammarico, ma penso che questo problema non sia solo legato alla Toscana… Io sono Piemontese e la mia famiglia è dedita al vino da generazioni… Eppure certi vini piemontesi sono “inspiegabili”: Baroli/Barbareschi in decadenza dopo neppure 10 anni (prodotti in vendemmie a 5 stelle), Barbere che hanno ormai acidità ed estratti al pari dei vini australiani…
    Eppure se non si fanno così… i vini poi non piacciono a certa “stampa” e di conseguenza poi non si vendono così facilmente e così “cari” agli americani, ai tedeschi, ecc. ecc. … Diciamo però “vendevano” perchè la crisi ha cambiato tante cose da un pò di tempo a questa parte…
    Ribadisco che anche per il Piemonte non bisogna fare di “tutta un’erba un fascio”… ci sono produttori serissimi anche nella nostra bella regione: mi piacerebbe che anche sentire cosa ne pensano altri miei colleghi piemontesi.

  9. Marco L ha detto:

    Faccio l’esempio di Foti, presente nel suo libro, solo per fare capire che certi enologi famosi seguono non 60 aziende e nemmeno 20, in questo renzo Cotarella è paragonabile a Foti, non si può dire lo stesso invece del fratello Riccardo.
    Va bene avere il dente avvelentato ma nemmeno generalizzare troppo, è pur sempre una mia opinione personale, nulla di irremovibile.

  10. Roberto Giuliani ha detto:

    Credo che Andrea abbia scritto un ottimo libro (lo sto leggendo), quella pagina pubblicata da Franco è solo rappresentativa dell’opinione di un produttore e mette in evidenza alcuni lati poco piacevoli di una certa realtà nel mondo del vino. E’ evidente che si parla di casi abbastanza specifici, ma è anche vero che di enologi che vivono più al telefono che in cantina ce ne sono molti, in Toscana come in Piemonte. Dove c’è troppo denaro che circola c’è molta meno serietà, perché il denaro diventa fine e non mezzo. Questo in tutto il mondo. Su Foti c’è da dire che sta avendo un grande successo, sicuramente meritato, ma il numero di aziende che si appoggiano a lui sta aumentando in maniera esponenziale, con i rischi che ne conseguono. Purtroppo quando un enologo diventa “colui che fa vini di successo”, le cose possono prendere una piega sbagliata. Mi auguro che Foti non si lasci prendere la mano.

  11. Marco L ha detto:

    è un attacco globale verso gli enologi insomma? come in mondovino verso Rolland?..in tal caso mi arrendo e alzo le braccia.

  12. Roberto Giuliani ha detto:

    @Marco
    no, non lo è. ci sono enologi bravissimi e seri. è il sistema in cui si vive che favorisce certi comportamenti. mai generalizzare.

  13. Matteo ha detto:

    ho finito di leggere il libro ieri: non pensavo si potesse fare meglio del primo, invece è stato così. bravo.

  14. Speedy ha detto:

    questo dovrebbe essere il weekend “buono” per procedere all’acquisto (ho un matrimonio ma, dovendo guidare e tenendo famiglia, il rischio hangover del giorno dopo è piuttosto limitato). intanto, per rinfrescare la memoria ed allenare il neurone, sto rileggendo l’Elogio, con gusto e vivo divertimento

  15. Michele ha detto:

    Non credo che si proceda così solo in toscana purtroppo. Se queste cose esistono bisogna denunciarle come hai fatto nel tuo libro grazie al produttore D’Alessandro. Quelli che gridano allo scandalo mi sembrano come berlusconi che dà a saviano la colpa di far esistere la mafia…

  16. Andrea O. ha detto:

    Ciao Andrea, sono uno dei tuoi 4445 amici di fb, non so se ti ricordi ma ci siamo conosciuti a Verona giugno 2009 in un incontro al quale hai partecipato al fianco di Bruno Gambarotta.
    Volevo, innanzitutto, complimentarmi con te per Il vino degli altri, libro che ho divorato e che mi è piaciuto molto (gli intermezzi sulla Langa sono fantastici). Dato che ho seguito diversi tuoi consigli, non solo sul vino vedi l’ottimo Maurizio a Cravanzana, volevo chiederti alcuni consigli sull’amato Portogallo. Vorrei fare un tour lusitano e guardavo se c’era qualcosa che non si può perdere, se un itinerario enologico è da escludere o se invece se pò fà..
    So bene che non sei un tour operator ma ti ringrazio se troverai il tempo per qualche dritta.
    Ribadendoti la mia stima (condivido la quasi totalità dei tuoi giudizi, dalla sinistra italiana alla mediocrità di Seppi tanto per intenderci) ci tengo a dirti che è grazie a gente come te e il compianto Berselli che noi giovani proviamo a trovare il coraggio di impegnarci per questo nostro paese.
    Grazie.
    Ciao
    Andrea.

  17. Giulia C. ha detto:

    il libro è bellissimo, il tuo modo ironico di scrivere rende la lettura piacevole, anche quando si entra nel “tecnico”.
    In ogni caso sarebbe veramente ora che ci si dicesse la verità, anche quando è scomoda .

  18. Michele ha detto:

    ho appena finito il tuo secondo libro sul vino, ho apprezzato molto i capitoli nei quali avevi una conoscenza diretta del produttore(i più sentiti) meno i capitoli diciamo di costume. Ma non mi sono pentito affatto dell’acquisto. Segnalo un produttore outtake, sito in una zona di vini outtake. La cantina si chiama Emiro Bortolusso di Carlino, vigne ad un metro dalla laguna di Marano (Friuli Venezia Giulia) sapidità elevata, idiosincrasia verso la barrique, malvasia, tocai e pinot bianco notevoli ad un prezzo attorno i 5 euro a bottiglia. La DOC è Annia, una delle più recenti. Spero che presenterai il libro anche da queste parti. Ciao, michele

  19. flaminio cozzaglio ha detto:

    ALCOL E GUIDA

    Sulle strade è pieno di gente che guida distratta , fuma , sta al cellulare , si sbraccia quando chiacchiera col vicino abbandonando il volante , non mette la freccia quando cambia corsia , non rispetta anche le regole più semplici del codice stradale , in primis i limiti di velocità . Non raccontiamoci palle , l’alcol da vino NON è il problema principale degli incidenti …. sono parole sul blog intravino.com di un bravo giornalista , Roberto Giuliani . Che come tutti noi che amiamo bere bene fatica ad accettare il burocratico palloncino . Imposto dopo una lunga serie di stragi di giovani nei dopo discoteca . E come tutte le scelte dettate dalla fretta delle emozioni che si accavallano , male . Da qui a chiedere anche se non apertamente che sparisca ce ne corre : l’abuso di alcol da vino produce sempre danni , anche alla guida , e , qualsiasi limite si ponga (0,50 o 4) ci sarà sempre qualcuno che lo supera di uno 0,0001 . Ricordare che gli incidenti accadono anche per altri motivi non ha senso pratico . Certo la legge potrebbe essere più civile : imporre all’automobilista , che ha superato di un soffio il limite , di consegnare subito la patente dovunque sia costringendolo a chiamare in soccorso due persone per riportare a casa lui e la sua auto , è una barbarie . Come il sequestro dell’auto , che ovviamente colpisce in maniera indiscriminata e comunque eccessiva rispetto a qualsiasi altro tipo di contravvenzione . E soprattutto , anche se sembrerebbe ovvio ma non è così , che il sistema di controllo , il palloncino , sia sicuro .
    Ma noi amanti del bere bene e lento non dobbiamo raccontarci le nostre palle : impossibile porre dei limiti a persona , la legge è generale astratta eguale per tutti , per noi che scegliamo con cura , per i molto più numerosi che bevono a bottiglioni . O vogliamo , perché siamo diversi dagli ubriaconi , una legge che ci tratti in maniera più eguale degli altri ?

    Cremona 11 05 201 http://www.flaminiocozzaglio.info

  20. complimenti per l’articolo e anche per i commenti che ne seguono .

  21. […] Una categoria di cui Chioccioli non faceva minimamente parte: D’Alessandro, nella “famosa pagina 101“, non alludeva certo al querelante. Oltretutto mi ero limitato a riportare le parole […]

Leave a Reply