Lispida & Monsupello

In questi giorni ho provato due bollicine particolari. H Brut Castello di Lispida 2004 e Brut Nature Monsupello. Colli Euganei e Oltrepo’ Pavese.
L’H Brut è uno degli azzardi di Alessandro Sgaravatti, membro dei Vini Veri e discepolo dell’agricoltura naturale del giapponese Masanobu Fukuoka. Ne ho parlato più di tre anni fa, nel blog di Elogio. L’H Brut è uno spumante a base Friulano. E’ un Triple A, non è un Metodo Classico. Procedimento particolare. Fermentazione in tini di legno aperto con lieviti naturali, rimontaggi giornalieri e nessun controllo della temperatura. Successiva macerazione per 3 settimane. Affinamento per 3 anni in botti di rovere da 30 ettolitri e poi spumantizzazione breve in autoclave. Uno Charmat sui generis. Nessuna filtrazione, né aggiunta di solforosa.
Costa attorno ai 25-30 euro. Ventiquattro, alla Bottega del Vino di Castiglion Fiorentino. E’ un millesimato, annata 2004. Un po’ lontana e quindi un po’ rischiosa.
Che sia spiazzante e gravneriano al naso, è scontato. Qui però è tutto particolare anche all’esame visivo. Aranciato, quasi rosato. Bollicine un po’ stanche, numerose ma non persistenti. Naso di frutta candida, più che altro arancio. In bocca è nervoso, troppo nervoso. Parte forte, poi si sfilaccia, la progressione non è continua ma va a scatti. Pecca in eleganza, ha un’acidità quasi violenta. Se fosse un uomo, avrebbe un caratteraccio incredibile. Rispetto alla mia degustazione del 2008, mi ha convinto meno. Forse è arrivato stanco al secondo appuntamento o forse sono diventato più selettivo io.
Il Brut Nature Monsupello l’ho bevuto con Giulio Casale allo Stallo del Pomodoro. Sabato scorso, Modena. Pranzo. Lo Stallo del Pomodoro è uno slowfood (e non solo) plurititolato. Ha molta clientela, ma quel giorno alle 13 era praticamente vuoto. Cucina buona, carta dei vini notevole. Il proprietario tende a dominare sin troppo la scena. E proprio il proprietario (allitterazione voluta) ci ho di fatto imposto la scelta. Volevo prendere Il Pendio o Faccoli. Invece lui ha spinto verso Monsupello. Uno dei pochi Oltrepo’ Pavese che convincono quasi tutti, persino i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Persino nella declinazione Brut Nature, cioè Pas Dosè.
Stesso prezzo dell’H Brut, 24 euro al ristorante. Novanta percento Pinot Nero, che nell’Oltrepo’ Pavese troverebbe l’enclave italiana quanto a spumantizzazione, e 10 Chardonnay. Classico Metodo Classico dalla matrice boschiva, per dirla con l’amico Marco Pozzali. Affinamento sui lieviti di 42 mesi. Bello l’esame visivo, naso di lieviti e nocciola con qualcosa di frutta esotica.In bocca è anzitutto acido. Non elegantissimo. Deterge molto. Bevibilità discreta. Da provare per chi ritiene che le bollicine a maggioranza Chardonnay siano da fighetti, e per misurare la resa del Pinot Nero in Italia. Più educato – ovviamente – dell’H Brut, ma anche (un po’) meno personale.

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8 Responses to “Lispida & Monsupello”

  1. Giovanni Corazzol ha detto:

    Li ho trovati al Lidl. Scherzo. Grasse risate.

  2. marco ha detto:

    In principio io sono un pinottista, ma in effetti puoi farlo solo sullo Champagne. Qui in Italia, hai ragione, si ottengono prodotti migliori con gli Chardonnay (vedi Trentini e Hausmannhof). Ogni territorio ha le sue uve, adattando un po’ di detti locali.
    In generale i vini dell’Oltrepo’ mi fanno abbastanza tristezza.
    ciao

  3. Armando Treccaffé ha detto:

    Ho appena finto il tuo libro, e mi sono quasi commosso (ok togli il quasi)….ti potrei dire tanto, preferisco nulla solo che le parole saranno tue per sempre accanto a me nei miei viaggi nelle mie degustazioni nelle mie cazzate sul vino…grazie Andrea…grazie

    P.S. Ho fatto i tre corsi A.I.S. e sosterrò l’esame a marzo
    P.S. adesso ho anche una ragione in più per andare in Argentina….

  4. Giovanni Corazzol ha detto:

    in rispetto dei produttori, certo comunque che non possano sentirsi sbertucciati da un bevitore inetto, preciso che la mia battuta è da collegarsi ad altro post in cui ha avuto luogo una querelle relativa a vini di pregio sugli scaffali della grande distribuzione. niente di che. come la mia battuta di cui si poteva ampiamente fare a meno. coccodrillo.

  5. Antonio ha detto:

    Lispida NI, Monsupello NO.

  6. michele malavasi ha detto:

    A proposito di Faccoli e il Pendio, grazie alle tue perle enologiche che ci regali, mi hai talmente incuriosito che sono andato in Franciacorta da entrambi per conoscerle di persona.Bellissima esperienza che consiglio a tutti: Claudio Faccoli e’ simpaticissimo e non so quante bocce ha aperto per poi berne assieme, il Pendio e’ a 400 metri di altezza in un posto bellissimo e Gigi Balestra e’ un maestro da ascoltare con rispetto.Insomma e’ stata per persone, luoghi, e vini proprio un another franciacorta! Grazie Andrea

  7. Gabriele ha detto:

    Ciao Andrea, ho letto la scheda tecnica dello spumante H, sembra abbiano ridotto notevolemnte i tempi di affinamento: 4 mesi per il bianco (senza macerazione credo) in legni da 500l e poi in autoclave per la presa di spuma. Per il rosato 12 ore di macerazione e affinamento in botti grandi prima dell’autoclave. Ne ha giovato molto anche il prezzo, su sorgente del vino a 9,60€ tutti e due.
    Monsupello non mi dispiace, muscoloso in puro stile Oltrepò. E’ comunque una sicurezza. Mi incuriosisce, di Monsupello, il Ca De Tava, punta di diamante della batteria di bollicine.
    Buona giornata!

  8. Luca ha detto:

    ma come si fa a dire frasi tipo:
    “i vini della toscana non li bevo”, o “i vini dell’oltrepò mi fanno tristezza”.
    l’uva non ha colpe, dipende da come la tratti, e esistono ovunque piccole realtà assolutamente soprendenti.

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