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Premio Galvanina 2015

martedì, Novembre 17th, 2015

Schermata 2015-11-17 a 19.56.13Elogio dell’invecchiamento, per quanto ristampato questa estate negli Oscar Mondadori, è ormai lontano otto anni e Il vino degli altri più di cinque. Nel frattempo sono successe tantissime cose equasi tutto è cambiato. Permane però il mio amore per il mondo del vino, come pure di alcuni distillati, e questa pagina viene ancora seguita con passione. Molti, tra voi, mi chiedono un terzo libro sul vino (no) e più aggiornamenti su questa pagina (sarà dura, considerato la vita che faccio, ma ci proverò). C’è davvero tanto affetto, e la cosa non smette di stupirmi. Come mi ha stupito, e al tempo stesso onorato, sapere che quest’anno sarò io il vincitore del Premio Galvanina. Lo ritirerò domenica 22 novembre a Bologna, ore 16, all’interno del Festival della Cucina Italiana.  Di seguito la motivazione e la mia dichiarazione.

Schermata 2015-11-17 a 19.58.38“E’ conosciuto per i graffianti commenti su politica, spettacoli, costume e cronaca italiana, firma di punta de Il Fatto Quotidiano, opinionista su La7. Ma quanti sanno che Andrea Scanzi nutre una profonda passione per la cucina e il vino? Basterebbe guardare la bibliografia di alcune sue pubblicazioni per capire che sa maneggiare con professionalità e competenza anche questa materia. E’ proprio per la sua capacità di saper comunicare argomenti enogastronomici con acutezza e originale senso critico, in un panorama di sostanziale conformismo, che il Festival della Cucina Italiana ha deciso di conferirgli il Premio Nazionale Galvanina nella sezione giornalismo“Accolgo questo premio così importante con un piacere particolare. Ho scritto i miei due libri sul vino, Elogio dell’invecchiamento e Il vino degli altri, rispettivamente nel 2007 e 2010. Hanno avuto più fortuna di quanto credessi e il primo è stato addirittura ristampato questa estate negli Oscar Mondadori. Sono libri nati due o tre mie vite fa, ero molto diverso e lo era anche la comunicazione del vino. Spero però che siano invecchiati bene: non dico come il Pinot Nero della vita, ma almeno come un buon Barolo sì. Scrivo ancora di vino, soprattutto in Rete, e vado – eccome – ancora in cerca di cantine ricche di storia. Un tempo era lo sport a nascondere parabole sature di epica e dunque perfette per venire eternate in un libro: penso ai Garrincha, ai Senna, ai McEnroe. Oggi, se hai voglia di scovarla, l’epica la trovi dove sono in pochi a cercarla: per esempio nelle storie di piccoli artigiani del vino che, contro tutto e tutti, hanno prima salvato patrimoni culturali e poi regalato miracoli enologici. Il mondo del vino, qua e là, mantiene una salvezza – e una bellezza – che quasi commuovono. Per me scrivere di vino era e resta divertimento. E’ un gioco, una giostra, una passione. Una boccata d’ossigeno. E un gran bel vivere. Grazie, di cuore”.