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Vini ostinati e contrari: Dogliani Pirochetta Cascina Corte

martedì, Marzo 24th, 2015

corteChi martedì scorso si è trovato al Vinodromo, ristorante di Milano zona Bocconi con pregevole carta dei vini, ha potuto imbattersi in una persona discreta e garbata. Proponeva i suoi vini quasi scusandosi di essere lì. Si chiama Sandro Barosi e, nel 2001, ha abbandonato il lavoro a Slow Food per ristrutturare una tenuta splendida a Dogliani (oggi anche agriturismo) e valorizzare quelle terre e quelle vigne. Fin dall’inizio è stato affiancato dalla moglie medico, Amalia. L’azienda, a Borgata Valdiberti, si chiama Cascina Corte e produce circa 20mila bottiglie l’anno. I primi anni si facevano aiutare da un enologo, ma da tempo camminano da soli. I vitigni sono Nebbiolo e Barbera ma soprattutto Dolcetto, proposto in versione “base” e con la selezione Pirochetta Dogliani Superiore Vecchie Vigne. Quest’ultima nasce da piante con più di 60 anni di età. Il rapporto qualità/prezzo è lodevole. Cascina Corte è biologica e fa sue alcune pratiche biodinamiche, ma non figura più in associazioni di vini veri o naturali: “Non siamo fondamentalisti”, racconta Sandro, “ma ci siamo orientati da subito sul biologico. Niente concime, per esempio, e meno ancora concime chimico”. Il Pirochetta nasce da terreni calcarei, argillosi e tufacei sulle colline di San Luigi. Vinificazione in acciaio. E’ un vino più complesso del “base”, ma che non dimentica la sua natura quotidiana e (quasi) da tutti i giorni. Tannino abbastanza evidente, buona morbidezza, bella bevibilità. Un vino riuscito. (Il Fatto Quotidiano, 23 marzo 2015. Diciannovesimo numero della rubrica “Vini ostinati e contrari”. Ogni lunedì in edicola)