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Casa Caterina (e altro)

mercoledì, Gennaio 4th, 2012

Mi è stato chiesto cosa ho bevuto per Capodanno. Nessun segreto: una Magnum di Pas Dosè Cavalleri 2006 e una Magnum di Barolo (Citrico) Rinaldi 2007. Eravamo in sei. Gran bere.
In questi giorni ho letto che, su Intravino, alcuni mi hanno candidato come presentatore di un talk show sul vino. Pare che abbia le credenziali e gli occhi azzurri giusti. Vi ringrazio, e sull’occhio azzurro sento di condividerbi, ma posso accettare solo se c’è obbligo di tacco 15 per le belle donne e se il valletto muto lo fa Luca Maroni. Se possibile, poi, la madrina fetish la scelgo io.
Scherzi a parte (ammesso che stia scherzando), ringrazio del pensiero. E penso anch’io, a prescindere dal presentatore, che un talk show enologico sarebbe ottima idea. Non so, però, quanto appetibile per il mercato. Si vedrà.
Qualche segnalazione ancora.
Ieri ho bevuto un Barolo Villero 2006 di Giacomo Fenocchio: con me c’era chi mangiava carne e la bottiglia ha avuto vita breve. Sempre un buon segno. E’ un Barolo senz’altro dignitoso, nobile, elegante, giovane (come lo era il Rinaldi 2007) ma con tannini comunque “accessibili” e non esageratamente astringenti.
Da provare, come l’altro vino provato ieri, Gattinara Il Chiosso 2007. Di solito, quando ordino Gattinara, mi affido a Travaglini. Non conoscevo Il Chiosso, è stato un regalo degli organizzatori del mio spettacolo Gaber se fosse Gaber a Novara a novembre, e devo dire che interpreta fedelmente la sua tipologia. Nebbiolo ferroso, non facile, ma ben fatto, schietto e non ammiccante. Non ne conosco i prezzi, ma sono due bottiglie che vi consiglio.
Ho qualche remora in più per Casa Caterina. Monticelli Brusati, Franciacorta. Me ne hanno parlato bene (non tutti) e mi è capitato di bere due bottiglie. Una con amici, l’altra con Jonathan Nossiter a Dogliani. Entrambe non mi hanno convinto. Non ricordo la tipologia esatta degustata a Dogliani (credo un Pas Dosè, che non sembrava molto Pas Dosè). Di sicuro la prima bottiglia, donatami da alcuni lettori in occasione di una serata alla Compagnia del Taglio di Modena, era la Cuvèe 60 Nature Brut.  Blanc des blancs 2004, sboccata il 7 gennaio 2011. Bottiglia numero 6576 di 8000.  Chardonnay in purezza.
E’ un’azienda biodinamica, mi si dice rigorosa, sicuramente non economica. Mi aspettavo un vino dritto, femminile, suadente. L’ho trovato un po’ piacione, seduto, in buona sostanza un po’ deludente.
Gusto mio, quindi fallibilissimo, ma se bevo Franciacorta vado su Cavalleri o Faccoli, per dirne due. E ne potrei dire almeno altri quattro o cinque (Il Pendio, Arici, etc). Tra questi, per ora, non Casa Caterina.
Lieto di ricredermi in futuro.