Un bel weekend

Sono appena tornato da un weekend lungo, unica compagna (ufficiale) la mia labrador Tavi. E’ stata operata due settimane fa, ci siamo presi un bello spavento. Sta tornando lo splendore che era. L’unica femmina a cui posso essere fedele (frase di un maschilismo orribile, lo so, ma se non siamo sinceri tra noi, tanto vale guardare tutti Minzolini).
Insieme, ce la siamo goduta, tra vino e amici (anche se lei, per ora, non beve. La figlia, sì). Non ricordavo che la vita da single fosse così adorabilmente intrigante e malinconica. E’ incredibile quanto la gente si complichi la vita, sposandosi.
Comunque (cit).
Adesso sono qua, nel mio eremo cortonese, con accanto un Twix edizione limitata al cioccolato bianco. Ecco: il Twix Bianco e il Kit Kat Bianco sono due dimostrazioni, inequivocabili, dell’esistenza di Dio. Come le Pringles sale e pepe, il tacco 12 ed Edward Norton ne La 25a ora.
A parte questo, si rende urgente una seria ricostruzione dello scorso weekend. Se ne sia fatta (?) una giusta esegesi.
Giovedì. Al mattino ho l’elettrocardio di Tavi, in una clinica modenese (San Geminiano). Tutto bene. Mi rilasso. Poi sono ospite all’Aquamarine Wave, l’allevamento di labrador di due ottimi amici, Fabio e Cristina Mambelli. Abitano a San Possidonio, dove a parte loro (e i loro cani) non c’è niente. Hanno creato una struttura meravigliosa e, già che c’erano, si sono messi a coltivare pomodori ciliegina (ne hanno a quintali, praticamenti li spacciano) e a fare vino. Sangiovese. In terra di Lambrusco. Com’è? Migliorabile, ma buono. Se Fabio riuscirà a togliergli quel piccolo di sentore medicinale all’olfatto, avrà creato un vino da tutti i giorni pienamente onesto e gradevole (anche a basse temperature, come il Novello nebbiolato di Pio Cesare). Già così, comunque, si beve con agio. E non era cosa scontata. Ringrazio poi i coniugi Mambelli per avermi fatto scoprire la Luigina, un liquore dolciastro ottenuto da erbe della zona. Già che ci sono, li ringrazio per il sostegno psicologico durante la degenza di Tavi e per la cena offerta in un ristorante della zona (Tabernula). La cucina è buona (di pregio gli gnocchi di zucca con fonduta), la carta dei vini molto migliorabile. A tavola (e nell’allevamento) c’erano anche nonna di Tavira (16 anni), mamma di Tavira (11 anni), altra figlia di Tavi (due anni). Le prime due beige, la figlia nera come lei. Tutte belle. E tutte chiamate Malaga (viva l’originalità).
Della notte nel residence, ricordo solo che mi sentivo come Marco Pantani negli ultimi giorni della sua vita. Attorno a me c’era il nulla e l’arredamento degli appartamenti dell’hotel aveva l’allegrezza di una mazurca unplugged di Vecchioni. Avrei voluto un Ardbeg, se non altro per stordirmi, ma ho solo le crocchette di Tavi. Pazienza.
Venerdì. Mi avvicino verso le Langhe, luogo dell’anima, da santificare e benedire. Pranzo in uno slowfood di Belvedere Langhe, la Trattoria del Peso. Non andateci se volete un posto cool. Andateci se volete un posto genuino. Dieci euro pranzo completo, 12.50 se prendi anche la carne. Vino della casa, un Dolcetto della Cooperativa di Clavesana (non storcete il naso: per quella cifra lì, era quasi un Sassicaia). Gente che parla di Tarcisio Bertone, sacerdoti che pranzano da soli lamentando la scarsa affezione dei fedeli. Tome di Murrazzano che invitano ai cori celestiali. Pesche sciroppate. E prezzi davvero ridicoli. Ah, le Langhe. Che posti. In un’altra vita, vado ad abitarci. Magari anche prima.
Dormo al Bricco, bell’agriturismo sopra Carrù. In serata, raggiungo Ezio Cerruti (il monumentale creatore del Passito Sol) a Castiglione Tinella e ci sbevacchiamo con agio una Vitovska di Vodopivec, bianco anforato che adoro. Così, tanto per cominciare. Poi, con la sua compagna Anna, ceniamo poco fuori Asti, al meraviglioso Ai Binari di Mara Bione. Sommelier competente e affascinante.
Ezio si porta dietro i vini della serata: una Ribolla 2001 di Gravner (parziale deliusione), il Barbaresco di Teobaldo Rivella (mio Barbaresco preferito) e alcuni suoi azzardi di cui sentirete parlare e che per deontologia amico-professionale non anticipo. Mara mette il carico da 11 e ci dona un Polisy 2002 di Beaufort, il mio champagnista-pugile del cuore (ma ne ho tanti). Vien da fare cortei, quando bevi ‘sti nettari.
I piatti, dalle acciughe al risotto, fino ai formaggi (io ed Ezio siamo vegetariani), sono grandiosi. Serata superior, che chiudiamo con un Barolo Chinato Cappellano a casa sua. In tutto questo, Tavi ha quasi sempre dormito. Che pace, i cani. L’avessi io.
Sabato. Mi trasferisco in un altro agriturismo, il Palazzetto di Clavesana. Molto bello. Al pomeriggio ho la presentazione del libro a Carrù, alle 18 c’è Travaglio e alle 20 io. Passo tutta la giornata a Carrù. Pranzo all’Osteria Il Borgo, altro slowfood. Carrù è il paese del bue grasso, e io non mangio carne. Quindi sono un eretico. Ma il vino è linguaggio universale e la Barbera di Renato Ratti vive e (tutto sommato) signoreggia.
La presentazione scivola via liscia. Marco, quando vede il mio giubbotto sbarbino dorato, scrolla la testa sconsolato. Non ci riesco proprio a fare l’intellettuale serioso e lui lo sa. Bello, dannato ma più che altro coglione. Il marchio della casa. 
Qualcuno mi regala vini (grazie), ritrovo vecchi amici (grazie). Ritrovo i coniugi Chionetti, artefici di quel Dolcetto Langhe Monregalesi Il Colombo che apprezzo assai (scusate, sto leggendo Tony Pagoda, che usa spesso “assai”). Ceniamo poi al Moderno, ancora a Carrù. Ci sono ancora Ezio e Anna. Ci sono sindaco e vicesindaco di Farigliano. C’è Christian Gerbaudo, uno degli organizzatori (obrigado, anche per la visita dal veterinario). E c’è Giacolino Gillardi, enologo di Ceretto e moderatore della serata, nonché importatore (tra gli altri) del carissimo e preziosissimo Salon. Beviamo Champagne Delamotte (un Salon in diminutio) e alcuni azzardi di Gillardi, su tutti il suo Syrah che lui ha chiamato Harys. Non male, e per me superiore al Merlot (ma io non amo il Merlot). Mi regala anche una Magnum della sua Grenache, che mi incuriosisce. Ci viene l’idea di una cena-trash da fare prossimamente, con alimenti scrausi da abbinare a vini pazzeschi. La faremo, magari dentro uno stand Ikea.
Quando arrivano i formaggi, ho finito le file (come Tavi, che ovviamente dorme il sonno dei giusti). Faccio in tempo a rimpiangere il Sol Botrytis 2005 di Cerruti, che con quegli erborinati sarebbe stato da Dio, e mi dirigo verso il Palazzetto. Si dorme. Felici.
Domenica. Una corsa e via, verso Imola, dove scrivo del trionfo di Max Biaggi in Superbike. Al ritorno, provo un Lambrusco di Vittorio Cottafavi (benino quello rifermentato in bottiglia, più debole l’altro) e un Barolo 2004 di Teobaldo Cappellano, fresco ed elegante, in punta di penna e ricco di anima.
Sipario. 
E adesso è ora di pranzo e forse addento il Twix bianco.

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102 Responses to “Un bel weekend”

  1. pippoppero ha detto:

    c’è una cosa che mi chiedo. Ma come fai a tenerti in forma con la vita che conduci? Sei un mago? hai un metabolismo da extraterrestre? o è “culo” genetico?
    ciao

  2. Flachi10 ha detto:

    Mi hai costretto a lavorare in ufficio, 13 giorni senza un post!!! Rinnovo la domanda fatta qualche settimana fa… quale è l’indirizzo al quale mandare la mail “vini che non piacerebbero a R. Parker”? ne ho un paio da proporti…

    Saluti

  3. Manuela ha detto:

    non so se disapprovo di più la tua passione per il tacco12 o per il twix… non è quello snack con il caramello che fila un metro e più quando lo addenti? 😉

  4. Ale ha detto:

    il tacco 12 è certamente rimarchevole; purtroppo le donne che lo indossano mi risultano decisamente alte di cavallo, essendo io slanciato verso il basso.
    Quanto al Twix, disapprovo. D’altra parte noi tutti abbiamo qualche “schifezza” alla qu…ale non sappiamo resistere. 😉

  5. Manuela ha detto:

    purtroppo per noi donne che facciamo una vita normale, del tipo andiamo al lavoro in metropolitana, quando usciamo ci rilassiamo con una passeggiata al parco, a volte, se proprio è necessario, andiamo a fare la spesa, attraversiamo la città per raggiungere il negozio del vendilibri amico per acquistare il tuo enobook…etc… non sei il solo ad adorare il tacco12 😉 me ne farò una ragione

  6. Michela ha detto:

    eheheh 🙂

  7. Andrea Scanzi ha detto:

    @Manuela. Il tacco 12 è la mia voglia di eleganza, il Twix il mio anelito ciclico (?) al trash. Comunque, sì, è quello snack lì. Ogni tanto mi viene voglia di Twix o Kit Kat (di tacco 12 ho voglia sempre). @Ale. Anch’io disapprovo il Twix, amo essere all’opposizione di me stesso. @Flachi10. Puoi consigliarli usando questo blog, lo controllo più della mail, che è comunque quella del mio sito. Grazie sin d’ora. @ Pippoppero. Il trucco è molto semplice: ci sto molto attento. Il mio weekend tipo non è quello che ho appena raccontato. La mia colazione è pressoché inesistente. Non mangio mai dolci (giusto un Kit Kat al mese o siamo lì). Non bevo mai alcolici a pranzo, anzi di solito non faccio proprio pranzo. Non bevo superalcolici, se non ogni tanto un whisky torbato con tutti i crismi. Non mangio carne. Faccio molto sport. Se ho mangiato molto il giorno prima, faccio digiuno o quasi. Ho gusti (anche su me stessi) pseudo-anoressici. Ho un buon metabolismo (per ora). Sto sui 77-80 chili per un metro e 88. Appena ingrasso, mi deprimo. Quindi non posso permettermelo. L’unica festa che faccio a tavola è a cena, diciamo 3-4 cene sontuose su 7.

  8. Ale ha detto:

    Ma eri sempre nella bassa modenese a dormire la prima notte? Sono zone dove c’è soltanto il nulla circondato da niente.

  9. Giulia Cavalleri ha detto:

    è lunedi mattina, piove sul Merlot…ma leggendoti mi accorgo che sto sorridendo, che è una gran cosa, fa bene. io odio il twix, troppo dolce.xxx

  10. Andrea Scanzi ha detto:

    Mi pare che fossi a Cavezzo, Alessandro. Sì, ero ancora nella bassa modenese. L’allegria di uno tsunami negli zebedei. @Giulia. Che piacere rileggerti. Ti ho citato sabato, a Carrù, dal palco. Il Twix è troppo dolce e io non mangio dolci, ma una volta al mese mi concedo trashate. Soprattutto se bianche. Mi mettono di buonumore.

  11. Manuela ha detto:

    accetto la provocazione. Mercoledì a Bruxelles mi faccio la manifestazione in tacchi; magari il mondo da lassù mi sembrerà meglio….

  12. Jonsi ha detto:

    Il mio trash è il mars pucciato nel cappuccino (rigorosamente della macchinetta) nelle pause al lavoro.

  13. Andrea Scanzi ha detto:

    Poi manda la foto, Manuela. @Jonsi. Sei irrecuperabile.

  14. Giulia Cavalleri ha detto:

    Non hai idea di quante volte, ben più di una al mese, mi concedo trashate. a me piace il Cioccorì…grazie per la citazione.

  15. Emanuele ha detto:

    questa cronaca mi hai fatto pariare assai(cit.)quasi quanto la vittoria di nonna Kimiko contro la siberiana

  16. Nicola ha detto:

    Gran pezzo Andrea, se il Twix bianco fà questi effetti, sia il benvenuto! Hai avuto una bella fortuna, in ogni caso. Visto che la tua foto segnaletica di pericolosissimo sovversivo è in possesso di tutte le Forze dell’Ordine, essere riuscito ad evitare qualche etilometro non è stata impresa da poco!

  17. Andrea Scanzi ha detto:

    E’ questione di giorni, la gattabuia mi aspetta (cit).

  18. Ale ha detto:

    Il mio momento trash, in genere, lo trascorro sul divano con una vaschetta di coppa di testa, che mangio rigorosamente senza pane e con le mani, guardando film vergognosamente di cassetta scaricati illegalmente. Il giorno dopo, per espiare, mi guardo un film di Kiarostami in lingua originale sorbendo Citrosodina.

  19. Dory ha detto:

    Scanzi ma lo sai che quando mi accusano di essere sempre sui tacchi io dico che lo faccio per te? Ahahahahah!

  20. Raffaella ha detto:

    Ti dirò …. il twix e il kitkat bianco li adoro. cosi come I vini da te citati. il Barolo chinato l’ho scoperto da poco e mi ha fatto anche ubriacare un po’ .. Hai messo anche la scorzetta di limone?

  21. Andrea Scanzi ha detto:

    Lo preferisco senza, Raffaella. Nature. Quello creato da Teobaldo va già benissimo così.

  22. Jonsi ha detto:

    Ovviamente non scriverò mai che il tacco mi attrae quanto un rovescio di Seppi, in qualsiasi sua forma e altezza (il tacco, non Seppi). Voglio evitare l’ironia di Scanzi.

  23. Speedy ha detto:

    forma e altezza” andava bene anche per Seppi, Jonsi, pensa al suo meraviglioso rovescio col saltello.
    bella serata, sabato a Carrù, due ore nelle quali ho dimenticato le preoccupazioni, che comunque mi hanno obbligato ad una toccata e fuga…. unico neo il freddo, pungente ed improvviso, oltre all’avvinazzato che (incurante dei continui rimbrotti della moglie, pareva di stare in un racconto di Fenoglio) seguitava a stuzzicare Tavira.

  24. Enza ha detto:

    il tacco 12 deve essere rigorosamente indossato? potrebbe andare a piedi nudi con le scarpe in mano?

  25. Michelangelo ha detto:

    L’articolo brillante con spruzzatine “casuali” di maschilismo qua e là, a dir poco solleva il morale. Mi aspetto che qualcuno (o meglio qualcunA) abbocchi come al solito 😉 . A proposito de “La 25a ora” : dopo aver rimandato un numero impr…ecisato di volte – sì, me ne vergogno – l’ho visto per la prima volta l’altra sera. Film ben fatto e bella storia, davvero ottimo Edward Norton che già mi era piaciuto in “Fight club”. Rosario Dawson brava e bellissima (anche se la conciassero da Madre Teresa). Ora, finalmente ma con un ritardo colossale, anch’io so chi sia il benedetto Monty Brogan.
    Andrea, getta via il Twix (che comunque io non disdegno, anzi) e tuffati su Lindt Gold lait noisettes: è questa la vera prova dell’esistenza di Dio. Volendo glorificarlo, ne mangio a tonnellate. E non ingrasso 🙂

  26. Raffaella ha detto:

    Ps approvo il tacco 12. la donna Che non indossa I tacchi alti, per me non é una donna.

  27. Andrea Scanzi ha detto:

    @Massimiliano. Lo conosco :), ma il Lindt Noisettes mi piace di meno. Al limite il Lindor, o la trashata somma del NUTKAO. 🙂
    @Speedy. Grazie ancora per essere venuto, a te e al gruppo, da Scrat e Ribaudo. @Enza. L’immagine di una donna a piedi nudi, mentre tiene in mano il tacco 12, dalle mie parti ormonali è troppo hard. Quindi, per decenza, non ti rispondo.

  28. Jonsi ha detto:

    Gli m&m’s da 250 grammi, rigorosamente con le arachidi, da consumarsi preferibilmente guardando un film, una partita di calcio o una sconfitta di Seppi.
    A piedi nudi senza scarpe in mano non va bene??

  29. Andrea Scanzi ha detto:

    Dipende dalla donna, Jonsi. L’immagine di M&M’s, arachidi e Seppi che perde è stupenda. 🙂

  30. Valentina ha detto:

    Le Pringles danno dipendenza quando ne ho mangiato una scatoletta me ne scatta una voglia pazzesca, cazzo ci mettono dentro?? 🙂
    Comunque le adoro.
    Il twix e il kit kat sono la mia adolescenza e stando moooolto attenti alle calorie li consumo.
    Scusa ma il twix bianco dove lo trovi??
    Io non lo becco più da una vita.
    Come sempre istruttiva la lettura sui vini.

  31. Luca Gagliardo ha detto:

    Jonsi, non sapevo ti garbasse il rovescio di Seppi.

    Scanzi, se lo lasci dire: con quel suo incipit odierno si è giocato le abbonate a Grazia.

  32. francesca ciancio ha detto:

    E’ da qualche settimana che, leggendo qua e la, lei non fa che ribadire quanto si stia bene da soli. Ok, prendiamo atto. Nel suo primo libro sul vino ci sono diverse pagine dedicate a sua moglie e a quanto lei condividesse con intelligenza e pazienza la passione per il vino e i territori. Come ci mise al corrente della sua favola d’amore così ora ci aggiorna della fine della sua storia – ribadendo il fatto che è fedele solo alla sua cagna! Non entro nel merito. la fine di ogni storia, soprattutto se c’è stato un matrimonio, è un fallimento. Dal quale per fortuna si esce vivi, anche se non sempre intatti. Perchè allora le scrivo? Perchè da donna e da sua lettrice affezionata trovo di poco gusto – è un eufemismo – che lei usi la sua penna e la sua “notorietà” per dire, in poche parole, che “l’omo è omo” e che è più semplice essere fedeli a un cane che a una moglie. Ipocrita? No, oggi più che mai contano anche il tatto, la gentilezza, le maniere garbate, anche nella scrittura. Se poi scrive di queste cose per fini “psicoanalitici”, beh credo che non sia questo il modo!
    E se posso…….io la trovo bravo, ma davvero, ma non bello
    saluti

  33. Flachi10 ha detto:

    Allora scriverò qui il contenuto della famosa email che volevo mandarti…

    grazie al tuo libro ho provato un paio di Riesling Trocken della Mosella, molto giovani con prezzi molto contenuti (persino dove abito parte della mia vita cioè la Korea del Sud) e devo dire che concordo pienamente con quanto hai scritto nel libro. Mi piacciono davvero parecchio, soprattutto come aperitivo.

    Leggendo il libro di Pignataro sono andato a visitare “Le Rocche del Gatto” a Salèa d’Albenga assaggiando tutti i vini prodotti da Fausto De Andreis… penso siano l’emblema del “vino che non piacerebbe a Robert Parker”… ti consiglio al più presto di assaggiare lo “Spigau Crociata” da uve pigato (io ho assaggiato il 2004, 2005, 2006 in bottiglia preferendo quest’ultimo e il 2008, 2009 direttamente spillato dall’acciaio inox…) e “Intin” 2005, 2006 da uve vermentino.
    Bè… non ho mai trovato vini liguri, pur essendo genovese, così sapidi, beverini e strutturati… li ho trovati stupendi e paragonabili, soprattutto lo Spigau, a degli ottimi Riesling Renani. Del prezzo poi non ne parliamo, di questi tempi trovare una bottiglia di vino del genere a 7.5€ in cantina è un miraggio.

  34. Andrea Scanzi ha detto:

    Sapesse quanto lo aspettavo, signora Ciancio, un messaggio simile. Così didascalicamente femminista e scontato.
    Detto che non ho mai parlato della mia separazione, notizia peraltro di scarsissima rilevanza, se non oggi – en passant – in questo blog (che è appunto cosa mia e dove faccio quel che mi pare), la esorto solo – da vecchio gaberiano non più compagno né femministaiolo militante – a prendersi meno sul serio.
    La fine di una storia, ancor più se serena, non è un dramma. E’ solo la fine di una storia. Lei vorrebbe che io ci stessi male (o che ne scrivessi per fini psicanalitici, altra banalità). No, signora egregia Ciancio: io sto come uno che sta bene. E mi rompono – letteralmente – le palle, tutte queste menate sul dolore per un amore che finisce. Mi annoiano, gli amici che piangono per queste cose. Lo trovo infantile e sostanzialmente stupido. Ma, del resto, l’unica cosa che trovo seria, nella vita, è la morte. Quindi parto da una prospettiva un po’ diversa. Ho alluso (?) alla separazione con autoironia e autocritica. Con leggerezza. In un blog leggero. In un post leggero. Non era difficile capirlo, mi creda.
    Riguardo alla fedeltà, è un concetto idiota, come la monogamia. Non lo condivido, ma è solo un mio punto di vista.
    Quando mi chiamano maschilista, lo prendo come complimento. Come quando i polli di allevamento mi chiamano qualunquista. Si rassegni. Il fastidio della pasionaria per il single impenitente è approccio anch’esso didascalico e barbosissimo. A me queste cose mi caricano (cit).
    Che io sia fedele al mio cane è un dato di fatto. Né positivo, né negativo.
    La mia ex compagna è una splendida persona, che meritava quella e altre pagine. Molto semplicemente, preferivo e preferisco essere libero e non avere alcun legame. Anche qui, nessun dramma: la vita va così e va assecondata. Tutte le coppie che conosco, dopo qualche anno, sviliscono e appassiscono. Stanno insieme per forza, per dovere. Divengono ombra di se stesse. Quanta pochezza, quanta pavidità. Preferisco vivere. E far vivere.
    Sa, signora Ciancio, io non vivrò molte altre vite, amo troppo le donne e sono troppo curioso per fermarmi a una sola. E’ un’immagine che mi atterrisce. Me ne vanto? No: ne ho preso alfine atto. Lei mi dirà: tutto questo è molto poco garbato. Io le risponderò: pazienza. Mai preoccupato troppo, dei formalismi.
    Il tono del post, va da sé, era ironico (compreso il “bello e dannato”). Lo hanno capito tutti. Tranne lei. E se le rispondo, è solo perché ha buona scrittura (tenderei solo a non abusare di punti esclamativi e “”). Ma non ha forse altrettanto bel gusto, men che meno minima leggerezza.
    Riguardo al concetto di avvenenza, è labile e soggettivo. Come il vino. Del resto c’è gente astemia, nel vino e nella vita. Soprattutto in certi avamposti polverosi e stantii dellì’italica intellighenzia, per i quali la Bellezza è tale solo se sofferta, indossata col cilicio e grondante pavesiana afflizione. Spiacente: non appartengo al leopardismo, se non come branca dello Scibile.
    La ringrazio per ritenermi bravo, ma bravo davvero. Sento di condividerla (anche se Facci è più bravo, conosco i miei limiti).
    E più ancora la ringrazio per le poche righe con cui ha saputo fotografare Elogio su Intravino. Erano splendide.
    Poiché infine stiamo dissertando di argomenti privati e non inerenti a questo blog, ci fermiamo qui e non torneremo sull’argomento.
    Mi saluti Erica Jong, magari mentre ascolta Quello che le donne non dicono (sa, io preferisco C’è solo la strada e gli Hotel Meublè).

  35. Luca Lombardo ha detto:

    Pre S. Fedeltà a noi stessi, direbbe qualcuno. Ciò che conta è questo.
    Comunque, hai mai provato Pessenet-Legendre? Sarei curioso di sapere che ne pensi.

  36. Andrea Scanzi ha detto:

    Torniamo a cose serie. @Luca Gagliardo. No, non l’ho mai provato. Merita? @Flachi10. Scusami, ma sono già diretto in Liguria. 🙂 Grazie delle dritte, ancor più se desunte (?) dal bravo Pignataro. @Valentina. Il Twix è stato oggi il mio pranzo. Quello bianco, in edizione limitata. Trovato stamani in un bar non distante da casa mia. Raro e pregevole. Le Pringles, quasi sempre, signoreggiano e soverchiano.

  37. francesca ciancio ha detto:

    su questo sono d’accordo. trattandosi di argomenti privati non utilizzerò un “suo” spazio ( conosce vero la teoria del lettore autore? per me vale per i blog)per discettare della vita dell’amore della morte. L’essere “femminista” tuttavia aiuta a tenersi alla larga da pensieri superomistici come i suoi sig. Scanzi. Sì, da quello che scrive, questa è l’impressione che mi son fatta. Non mi ritengo una persona banale, anzi ne ho la certezza. E’ che certe posizioni, anche di una persona intelligente come lei, mi fanno sempre più comprendere la distanza siderale tra i generi. “Quello che le donne non dicono” non mi piace, perchè l’ha scritta quel FASCIO di Ruggeri! ( altra cit. da pasionaria credo, che banalità…)

  38. Andrea Scanzi ha detto:

    Felice della distanza dei generi, Ciancio. Ancor più se il genere è il Rosa Luxemburg fuori tempo massimo. La tipologia di donna Cerebral-Quasi-Chic che mi ha sempre messo sonno. La Donna-Tutta-Testa, quella che se vede un tacco 12 pensa schifata alla femmina oggetto-borghese (come può notare, mi sto adeguando ai suoi stereotipi vetero-femministi) e se vede un single sfoggia un bigottismo livido che la Binetti in confronto è una Valchiria del Sesso Estremo. Che palle. 🙂
    Ah, Ciancio: non ho mai scritto “quanto si sta bene da single”. Ho detto che non ricordavo quanto la vita da single fosse “intrigante e malinconica”. La frase è un po’ diversa. Sarebbe opportuno citare correttamente le fonti, quando si va alla guerra come le cantautrici calve barricadere (cit volutamente bassa) di lontana (neanche tanto) memoria.
    Ora però mi perdoni, vado a far culto di personalità, gridando Io sono il Re del Mondo dal balcone, leggendo per la 300esima volta Nietzsche, ascoltando Wagner, citando D’Annunzio a caso e collezionando (compulsivamente) perizoma usati di groupies bramose.
    Il giorno che scende dalle barricate posticce, mi faccia un fischio. Magari ci guardiamo un bel film di Kaurismaki sotto la grandine, indossando acrilico urticante in ginocchio sui ceci, per espiare appieno le nostre colpe di mortali peccaminosi e in buona sostanza lascivi.

  39. Luca Lombardo ha detto:

    Sono ignorante. Non saprei dirtelo, damn’it. So solo che me l’hanno fatto provare l’altra sera a uno stand (già ti vedo storcere il naso :)) di una manifestazione enogastronomica. Il cartello recitava “PROVA LO CHAMPAGNE DI UN VERO PRODUTTORE INDIPENDENTE: 6 EURO”. Offriva un amico, ho detto: vabbuò. Ero a digiuno (sì, io:)) e pioveva a dirotto: non le condizioni ideali per una degustazione. (Dio, quanto mi secca essere dozzinale). Non mi ha convinto appieno. Ottimo all’esame visivo, perlage oserei ierofanico (maledetto Pagoda). Invitante all’olfatto (non vado oltre). Sorprendente in chiusura, bollicine divertenti (ahahah)(perdonami). Da provare, champagne da aperitivo. Direi un 7.

    P.S. Sii misericordioso nel perculeggiamento.

  40. jonsi ha detto:

    Francesca, il “femminismo” è uno dei motivi per i quali molti maschietti hanno deciso di non avere a che fare con voi femminucce.
    E per carità, non parliamo di distanza o differenza fra i generi, non in quest’epoca PER CARITA’.
    Passo e chiudo.

  41. francesca ciancio ha detto:

    fa un po’ fatica ad accettare considerazioni non proprio lusinghiere mi pare…..
    vede la differenza tra noi due? non è che lei è leggero e io no. è che lei è offensivo e io no. Ma è tipico del superomismo!
    Ho memoria, come quella degli elefanti. infatti è da un po’ che la leggo, anche in versione “single”
    adoro Kaurismaki
    così come il pinot noir
    in tutta onestà trovo che le sue repliche siano di gran lunga più banali e “telefonate” ( lei che s’intende di tennis….)delle mie considerazioni
    ps: se posso scegliere, più che alla binetti, preferirei assomigliare alla bindi.
    Mi capita per lavoro – sono una collega – di indossare tacco 12 e lo porto con disinvoltura. Ma non sarà mai comodo!!

  42. l'alcoolista ha detto:

    in ginocchio sui CECI, pregasi postare foto, ma come si fa a rimanere in quilibrio sulle bottiglie……

  43. Giovanni ha detto:

    un cannone per uccidere una zanzara?

  44. armando ha detto:

    Grazie di esistere, Andrea

  45. armando ha detto:

    E un giorno ti dirò perché, forse facendo colazione insieme, un martedì di novembre di mattina presto al bar di un’IKEA in periferia….

  46. gianmarco ha detto:

    quoto jonsi. @andrea: reduce dall’ennesima zingarata in langa (vedo che eravamo vicini, io venerdì ho cenato a barbaresco con angelo rocca), butto lì due vini antiparkeriani o quasi di serralunga, i barolo realizzati da due giovani produttori come davide rosso e guido porro

  47. Andrea Scanzi ha detto:

    Quando ha finito di parlare da sola e arrampicarsi sugli specchi, Madama Ciancenburg, ci telefoni. Adesso mi accusa anche di non accettare le critiche. Dimostrazione che annaspa mestamente: le ho appena scritto che io adoro suscitare lo sdegno anacronistico e pietoso delle femministe cerebrali. E’ una tipologia che aborro, come la lebbra e il tifo (cit). Io la ringrazio, piuttosto e anzichenò.
    Nel frattempo, gentile Madama Ciancemburg, la annovero nella lunga lista di quasi-colleghi che usano miei spazi, con anonimato e no, per provare a darsi un tono. O ricordarsi di esistere.
    Solo una cosa: la smetta di scrivere cose che non so. Lo so benissimo che le piace Kaurismaki. Come so che ascolta la Mannoia. Come so che beve Pinot Noir (e lo scrive così, à la francese, perchè Pinot Nero non è abbastanza cool). Come sapevo che avrebbe preso a pretesto una battuta machista per dar sfogo alle sue ataviche frustrazioni, da una parte spergiurando che lei è ironica (e io no) e dall’altra continuando a sbraitare da sola in calce a un post che nulla c’entra con le sue caldane.
    La genia della Cerebrali, Madama Ciancenburg, hanno la prevedibilità nel sangue. Son fatte con lo stampino. Le conosco da sempre. Ne conosco i guardaroba, i frasari, le paturnie. Sono come le ballerine e le pianelle: una iattura ormonale.
    Provi ad essere, oltre che maggiormente leggibile (peccato, il primo post era scritto benino), appena meno scontata. Altrimenti siamo oltre la parodia di se stesse. E non è granché edificante.
    Pure questa messe di punti esclamativi. Suvvia, Madama Ciancenburg. Sono già sufficienti le banalità da sinistra-discount con cui tende ad ammorbarci da dieci ore, per generare fastidio epidermico. Un minimo di decenza intellettuale, di grazia (!!!!!!!).
    Saluti da un vile maschio. E ora tutti a vedere un monologo di Lella Costa.
    @Gianmarco: Guido Porro molto bravo, Davide Rosso ammetto di non conoscerlo. Vedrò di rimediare.
    @Armando. Grazie.

  48. Michelangelo ha detto:

    Le rivelazioni giungono così, come fulmine a ciel sereno. Mi perdoni, Ciancio, se cito la frase che più profondamente mi ha colpito del suo pregevole testo:” Oggi più che mai contano anche il tatto, la gentilezza, le maniere garbate, anche nella scrittura”. Scioccante: mai la mia mente avrebbe potuto partorire un concetto così originale e sofisticato. Monumentale (a suo modo) asserzione, da scolpire nell’alabastro come perenne monito ai posteri.

  49. Jonsi ha detto:

    Anche nel’albatros lo scolpirei.

  50. Andrea Scanzi ha detto:

    Il dibattito, avvincente e incalzante, sul femminismo del bando alle ciance finisce qui.
    Torniamo a parlare di vino. E a sorriderne.
    Grazie. 😉

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