Coste di Cuma – Grotta del Sole

Ho scoperto Grotta del Sole grazie ai produttori, la famiglia Martusciello, che (dopo aver letto Il vino degli altri) mi ha mandato alcuni campioni della loro vasta produzione.
Dell’Asprinio d’Aversa, versione spumantizzata, ho già parlato qualche giorno fa (bene). Nelle sere scorse è stata la volta delle due Falanghina, d’annata e riserva. E’ un vitigno noto per il nome (che viene da “falange”, palo, perché la viticoltura flegrea è solita attaccare la vite al palo). Un po’ meno per le caratteristiche. La Falanghina dei Campi Flegrei è molto diversa dalla Falanghina – più diffusa –  di tipo beneventano.
Grotta del Sole ha un che di paradossale: punta su vitigni autoctoni ed è portata avanti con filosofia naturale, ma per numeri (800mila bottiglie annue) dovrebbe essere industriale. Non lo è, ma se fosse più piccola riceverebbe maggiore affetto dagli appassionati (e dai feticisti della nicchia). Io, che pure amo il vigneron piccolo e un po’ sofferente, credo sia encomiabile fare grandi numeri e al contempo essere sensibili alla natura e alla diversità. Non è che “grande”, nell’enologia, vuol dire per forza Zonin.
La Falanghina 2009 dei Campi Flegrei, che trovate a prezzi irrisori – tra i 5 e i 10 euro – mi ha fatto venire in mente la versione riuscita del buon vino da pizzeria. Quello che non esiste quasi mai (avete mai trovato un vino buono in una pizzeria scrausa? E’ raro. Sono bianchi economici e insultanti). Invece questa Falanghina è semplice ed economica, senza pretese (apparentemente), ma buona. E personale. Rapporto qualità/prezzo che meglio non potresti.
Con la Coste di Cuma 2008, la Riserva, si sale. Non è scontato: spesso le Riserve dei vini bianchi sono solo più colorate e legnose. Questa no. La vite cresce su piede franco, niente portainnesto americano. Leggera permanenza sulle bucce, criomacerazione di 12 ore. Sei mesi di barriques francese, 12 di affinamento in bottiglia. Prezzo sui 10 euro: un prezzo quasi clamoroso. Se penso a certi bianchi italiani da 30 e più euro, ho voglia di invadere Caldaro.
Il (la?) Coste di Cuma è un vino sapido, minerale. In bocca è quasi salato, ha bella struttura e giusta acidità. Quasi granuloso, nella lingua: una microsensazione, beninteso, però indicativa di quanto la terra abbia donato a cotanto nettare. E’ un bianco sufficientemente furbo, ha l’equilibrio che quasi tutti i consumatori vorrebbero (anche se non lo dicono) ma non sculetta: non perde mai dignità. E’ se stesso, solo con un po’ di garbato trucco. Profumi di fiori e frutti gialli, erbe aromatiche. Persistenza discreta, per la tipologia. Bel finale, di indubbia finezza.
L’ho bevuto che non me ne sono neanche accorto. Anzi, sì: alla fine eravamo tutti convinti. E contenti.

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13 Responses to “Coste di Cuma – Grotta del Sole”

  1. Armando ha detto:

    caro Andrea, perdonami la tirata da carmelitano ebro dell’ordine delle nicchie vuote… a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina (cit.)
    Guarda su google earth quanto terreno coltivabile è rimasto tra gli abusi edilizi e i paesoni dei campi flegrei, ti assicuro che è pratica antica e mooolto diffusa per le cantine di quell’area acquistare le uve nel beneventano…
    Per fare quel numero di bottiglie poi è praticamente sicuro che la Grotta del Sole si approvvigioni altrove…magari non per il vino che hai recensito… però il sospetto resta.
    Tra le falanghine più riuscite del Sannio segnalo I Pentri a Guardia Sanframondi, che ne fanno anche una versione botritizzata…con uve veramente locali, a buon intenditor (cit.)

  2. Michelangelo ha detto:

    Ciao Andrea, sono di Napoli e conosco il prodotto. Veramente uno dei Martusciello è stato il nostro insegnante per lezioni di enologia al primo livello. Si sono un collega AIS Sommelier “f’rnut” come diciamo a Napoli (finito!).
    Consiglio:Tenute Adolfo Spada – Gallicius. Provalo. Bottiglia da 5 euro in enoteca.
    Vado a leggere la recensione sull’Asprinio.
    A presto
    Michelangelo

  3. Luisa ha detto:

    Bene, un vino buono per le mie tasche. Grazie dell’informazione.

  4. Michelangelo ha detto:

    Ciao Andrea, sono di Napoli e conosco il prodotto. Veramente uno dei Martusciello è stato il nostro insegnante per lezioni di enologia al primo livello. Si sono un collega AIS Sommelier “f’rnut” come diciamo a Napoli (finito!).
    Consiglio:Tenute Adolfo Spada – Gallicius. Provalo. Bottiglia da 5 euro in enoteca. Fammi sapere.
    Vado a leggere la recensione sull’Asprinio.
    A presto
    Michelangelo

  5. Andrea Scanzi ha detto:

    @Michelangelo. Be’ Michelangelo, mica è un difetto essere dell’Ais o fare lezioni ai tre corsi. Io stesso sono sommelier Ais e degustatore ufficiale. Forse un giorno anche relatore (se troverò il tempo). Mi fa piacere che persone competenti come i Martusciello (almeno così mi paiono) diano lezioni al primo livello. Grazie dei consigli. 😉
    @Armando. Il tuo commento è molto interessante. Alludevi anche a una parte del post che ho poi tolto (per questo ho aggiornato anche il tuo commento). Se vorrà, risponderà la famiglia Martusciello. Grazie. 😉

  6. Josè ha detto:

    Ciao Andrea:
    Vorrei ringraziarti per avere scritto Il vino degli altri. Mi è piacuto tanto, l’ho letteralmente divorato. Assieme a Iris, mia moglie, stiamo faccendo il corso di sommelier fisar, abbiamo appena superato il secondo livello, a ottobre iniziaremo il terzo ed ultimo.
    Mi sei arrivato direttamente al cuore nel capitolo sul malbec della mia Argentina: GRAZIEEE!!
    Ti saluto e ti auguro tanta serenità e buone cose per il Tuo futuro.

  7. Francesco ha detto:

    Carissimo Scanzi,
    ho avuto modo di apprezzare i suoi libri per i quali non finirò mai di complimentarmi con lei. Le sue “creature ” trasudano una passione (che sicuramente ci accomuna) per il vino e hanno la capacità (cosa veramente rara) di coinvolgere qualsiasi tipologia di lettore. Faccio parte della delegazione AIS di Caserta e con i miei amici della delegazione vorremmo invitarla per una serata da tenersi in novembre per parlare dei suoi libri e magari per una degustazione guidata da lei (sede : la “storica” enoteca la Botte Casagiove Caserta). Vorrei pertanto raccogliere la sua disponibilità e, quanto prima, poterla sentire (con le modalità che preferirà) per concordare il tutto.

  8. Giovanni ha detto:

    Buongiorno Andrea,
    questa primavera ero in libreria guardo tra le nuove uscite e mi compro la tua ultima fatica. Fantastico! Allora sono andato a comprarmi anche l’elogio…
    Arriviamo al dunque: mi occupo di vini da parecchio, ho un’enoteca e sul catalogo natale 2010 ho pensato di realizzare due confezioni con i tuoi libri. Ex-ante non si sa come va a finire a livello di vendite, ma spero ti faccia piacere una pagina dedicata. Da Mondadori non mi rispondono sullo sconto che mi possono riservare dal prezzo di copertina. Inoltre organizzo spesso degustazioni, cene ecc: potrebbe essere interessante valutare l’opportunità di un tuo intervento a qualche serata dove presenti anche il tuo libro. Ci potremmo sentire telefonicamente.

  9. Armando ha detto:

    …grazie a te per avermi pubblicato, qui siamo a casa tua e io qualche volta tendo a esagerare….buona estate

  10. Antonio Marino ha detto:

    Posso segnalare una ottima falanghina del Sannio nei pressi del Taburno??
    http://www.nifo.eu/pages/falanghina.php
    Anche questa ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
    In quanto a falanghine dell’area flegrea mi hanno parlato bene di questa:http:
    //www.lucianopignataro.it/a/falanghina-campi-flegrei-doc-2008-contrada-salandra/11176/
    A presto.

  11. @Armando: i Campi Flegrei sono un’area bellissima, che paga sicuramente dazio alla densità abitativa della costa campana e dove purtroppo si sono persi i paesaggi viticoli a perdita d’occhio, alla toscana per intenderci. Ma la viticoltura c’è e se vuoi fare una passeggiata nella viticoltura flegrea chiamateci, saremmo ben lieti di accompagnarti; è una viticoltura fatta di piccoli appezzamenti con una superficie media di circa 5.000 mq ancora su piede franco. La superficie iscritta alla denominazione di origine controllata “Campi Flegrei” è di 280 ettari e la superficie totale vitata è di 400 ettari (su 24.200 ha dell’area, neanche il 2%). Il vigneto di riferimento di Grotta del Sole è nei Campi Flegrei di 40 ettari con una produzione di Falanghina e Piedirosso di circa 300.000 bottiglie totali. Non ci sarebbe nessun bisogno di andare altrove, ma ti faccio notare che è vietato quando si utilizza una denominazione.
    Il numero totale di bottiglie di Grotta del Sole proviene da una somma di vigneti che si trovano in cinque aree viticole: Campi Flegrei (40 ha), Penisola Sorrentina (20 ha), Irpinia (13 ha), Vesuvio (16 ha) e Aversa (6 ha). E’ quindi una somma di piccole produzioni viticole di qualità.
    Ti aspettiamo.

    @Andrea Scanzi: sono veramente contento che ti piacciano i nostri vini, ma soprattutto che li trovi vini con una certa personalità e non piegati alla banalizzazione del gusto d’impresa, a cui talvola indulgono anche vini di piccolissimi produttori. Questo aspetto non è legato alla dimensione, ma alla filosofia con cui si produce. Sulla dimensione aziendale fammi dire che la nostra è una piccola dimensione e il termine “industriale” è assolutamente inadeguato alla nostra realtà familiare e alla nostra filosofia. Sarebbe interessante approfondire il tema, ma non vorrei qui tediarvi oltremodo.
    Spero quanto prima di poter degustare qualche bottiglia insieme.

  12. Andrea Scanzi ha detto:

    Caro Francesco, prima di tutto la ringrazio per il bel post, chiaro e schietto. Riguardo alla parola “industriale”, come certo avrà notato, è stata da me usata al condizionale: “per numeri (800mila bottiglie annue) dovrebbe essere industriale. Non lo è, ma se fosse più piccola riceverebbe maggiore affetto dagli appassionati (e dai feticisti della nicchia”.
    So bene qual è la vostra filosofia. E mi piace.
    Un saluto e ancora grazie. Tornato dalle ferie, avrò modo di degustare il Gragnano, che molto mi incuriosisce fin dai tempi dei corsi Ais (dove lo descrivevano come “Lambrusco campano”), e i rossi, che con questo caldo non riesco proprio a bere: non parlo dei suoi rossi, ma proprio di tutti i rossi in generale. Ne ho molti in giacenza. Aspetteranno.

  13. Armando ha detto:

    @ Francesco, grazie per la risposta garbata e sincera (come ho scritto ad Andrea qualche volta esagero con il pepe dei miei commenti), non mancherò di farvi una visita, appena posso, con molto piacere…un abbraccio sincero e buon lavoro…Armando

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