Vini ostinati e contrari: Ponte di Toi Legnani

ponte di toiStefano Legnani ha scoperto tardi la passione per il vino. O forse l’ha avuta da sempre, solo che quando era un assicuratore di successo restava sullo sfondo. Oggi, dal suo avamposto di Sarzana (La Spezia), parla così: “Uno dei segnali è quando mi accorgo che le vespe cominciano a svolazzare con frenesia attorno al vigneto, ascolto i loro chiassosi ronzii; cosi assaggio l’uva, deve piacermi in bocca, insomma se alletta me e le vespe, decido di iniziare la nostra vendemmia”. Produce poche bottiglie, più o meno 5mila l’anno. Un ettaro vitato, prezzi contenuti. Fa parte del gruppo VinNatur ed è suo uno dei migliori Vermentino italiani. Un vitigno che potrebbe dare tantissimo in Sardegna, Liguria e Toscana, ma che spesso si ferma – quando va bene – al rango di piacevole. Il Ponte di Toi e la sua versione evoluta Le Loup Garou (tributo a Willy De Ville, passione sua e della moglie Monica), regalano molto di più. Sottoposti a una non ingombrante ma comunque decisiva macerazione sulle bucce, regalano un Vermentino intrigante e di carattere, salmastro e di grande personalità, mai scontato e dalla beva mirabile. Legnani produce anche il Tafon, un Trebbiano della bassa Padana appartenuto a un amico che non c’è più: la famiglia avrebbe voluto espiantare le vigne, ma lui si è opposto. E ha fatto bene, visti i risultati. Trovare i vini di Legnani è difficilissimo, viste le recensioni molto alte e la produzione molto bassa: meritano, però, di essere cercati e inseguiti. Eccome. (Il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2015. Decimo numero della rubrica “Vini ostinati e contrari”. Ogni lunedì in edicola)

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2 Responses to “Vini ostinati e contrari: Ponte di Toi Legnani”

  1. Luca MIRAGLIA ha detto:

    Pochi vini, da me provati negli ultimi anni, possono portare con maggiore orgoglio l’aggettivazione “ostinati e contrari” come il Ponte di Toi: già spiazzante sin dalle prime annate prodotte (mi pare la 2009 o giù di lì), in cui era difficile riconoscere il vitigno ma ti innamoravi ugualmente del vino; poi il puledro è stato leggermente “addomesticato”, pur restando un fuoriclasse fuori dal tempo (e sicuramente fuori da ogni moda ed omologazione).
    Il suo fascino deriva anche dalla difficile reperibilità ma, credetemi, vale la pena applicarsi a cercarlo!

  2. Stefano ha detto:

    Grazie

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