Bianchi

lamoDopo il post cumulativo su frizzanti e spumanti, accorpo qui alcuni tra gli ultimi bianchi fermi provati. Applausi a scena aperta per il Rebula Klinec 2009, degustato con piacere al Pane e vino di Cortona. Garanzia, tra i macerati. Bene anche Obermairlhof Kerner 2012Riesling 2011 di Haderburg. Il primo l’ho intercettato alla Ad Braceria di Cortona, il secondo all’Enoteca La Torre di Mosciano Sant’Angelo (Teramo).
Ancora in Abruzzo, nel neonato agriturismo Testarossa a Pescosansonesco (Pescara), di proprietà Vini Pasetti, ho provato la loro galassia di bianca. I miei preferiti: Pecorino Colle Civetta e Passerina. Meno convincente il Testarossa bianco, troppo piacione. Piacevole il Trebbiano. Vini Pasetti non è certo un’azienda di nicchia, ma è stata tra le prime a puntare sulla riscoperta del Pecorino e i vigneti di Pescosansonesco sono splendidi, come pure quelli di Capestrano sulla valle del Tirino. Meritano una visita prima e una bevuta poi.
Una garanzia il Trebbiano d’Abruzzo (si capisce che adoro questa regione?) di Emidio Pepe, annata 2010, tracannato – si fa per dire – più o meno per la 70esima volta nella mia vita ancora al Pane e Vino di Cortona. Piacevole il Greco di Tufo 2011 Dell’Angelo, che spicca per sapidità e note (piacevolmente) sulfuree: tra i Greco di Tufo più veri e meno banali che abbia avuto modo di conoscere. Non mi ha travolto di entusiasmo il Bianco Granselva 2013 dell’Azienda Agricola Il Cavallino. E’ un blend di Garganega, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Durella: piacevole, ma un po’ neutro e fin troppo normale, pecca in carattere e personalità. Meritano poi una menzione altre due bottiglie. La prima è un Riesling Renano 90% e 10% (percentuale massima) di Riesling Italico, fermo, annata 2008. E’ vinificato dall’azienda Albani nell’Oltrepò Pavese, per l’esattezza a Casteggio in provincia di Pavia. Albani partecipa a VinNatur. Era la prima volta che lo degustavo, spinto dai proprietari del Papposileno che la reputano una delle aziende più particolari e promettenti del nord Italia. Subisce una leggera macerazione e questo lo rende (quasi) un orange wine. All’inizio deve liberarsi di una apparente pesantezza – e, orrore orrore – quel che sembra un’ossidazione, ma poi si equilibra, l’ossidazione – vade retro sempre – svanisce e denota bevibilità e carattere. Non grido al miracolo, ma il vino è di pregio. Infine il Lamoresca, Vermentino in Purezza annata 2013 (credo, è “solo” un vino da tavola). L’azienda omonima, con sede a San Michele di Ganzaria (Catania), fa parte pure lei di VinNatur ed è distribita da Arké di Francesco Maule. Anche qui una leggera macerazione, attorno ai due giorni. E’ uno di quei vini glou glou che calamitano sempre più la mia attenzione e stima. Curiosa la nota di scorza d’arancio, soprattutto come retrogusto. Classico vino naturale, peraltro di buona sapidità, che sa di frutto sano e che non spicca per lunghezza quanto per piacevolezza di bevuta. Ottimo qualità/prezzo. Non è il vino della vita, ma lo consiglio.

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2 Responses to “Bianchi”

  1. Cristian Di Camillo ha detto:

    Dall’Abruzzo segnalo anche sorsi che meritano ben più di un assaggio:
    Tutta la selezione di Tenuta Terraviva ed il Cerasuolo d’Abruzzo Tauma di Tenuta Pettinella.

  2. Alessandro Salvatore ha detto:

    Bravo Andrea. Difficile non amare l’Abruzzo e non solo per i suoi vini. Molto buono il Pasetti Collecivetta, ma è davvero da lacrima il Pecorino Cataldi Madonna di Ofena, a pochi chilometri da Capestrano e che sono certo conoscerai. Poco sopra i 20 Euro, ma li vale tutti, come dice il tuo amico Giallu dei suoi torbati

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