Bagnadore Riserva 2004 – Barone Pizzini

Ieri sera, con alcuni amici, ho bevuto una magnum di Franciacorta Pas Dosè Bagnadore, Riserva 2004. Azienda Barone Pizzini. Prodotto ambizioso, in rete la bottiglia da 0.75 si trova attorno ai 28 euro (con offerte a 22).
Nel 1998 Barone Pizzini ha iniziato la conversione in biologico. Nel 2001 è stata la prima azienda a produrre Franciacorta da viticoltura biologica. Una recensione del vino la trovate qui.
Il Bagnadore è un millesimato con 50 percento Pinot Nero e 50 Chardonnay. Uve vendemmiate separatamente, vinificate in parte in barriques e in parte in vasche di acciaio. Maturazione di 6 mesi, poi assemblaggio. Affinamento sui lieviti di 48 mesi.
Il vino mi è stato spedito, senza che lo chiedessi, dall’azienda. Me lo ha fatto recapitare alla redazione del Fatto Quotidiano. Li ringrazio.
E’ un buon Pas Dosè. I limiti che gli riscontro sono una personalità non spiccatissima e bollicine fitte, sì, ma “croccanti” e un po’ troppo gassose. Per il resto, ha bella bevibilità, profumi di spezie, miele (scuro) e lieviti; discrete acidità e mineralità. La persistenza è significativa. Al gusto ho trovato preponderante il Pinot Nero, con lo Chardonnay a “inseguire” per donare equilibrio e verticalità (mi si perdoni l’eloquio da Gusto Tg5: ogni tanto mi viene). Il rapporto qualità/prezzo è positivo.
Concludendo: non lo metto nel discutibilissimo Olimpo dei miei Franciacorta preferiti, che peraltro chi viene spesso qui conosce quasi a memoria, ma tra i Metodo Classico italiani riusciti – e dunque da provare – sì.

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