Prezzi folli a Milano

Mi spiace molto scrivere questo post, ma credo sia giusto farlo.
Ieri sera sono stato a Enocratia, “Il Governo del vino” di Milano, Via Sant’Agnese 14. Un posto molto lodato. Lodi comprensibili e in parte meritate: la carta dei vini è ricca, fornita, ben scelta e sufficientemente originale. Con grande attenzione ai vini naturali. Bene.
I ricarichi non sono granché accettabili (9 euro per un bicchiere di Sol passito di Ezio Cerruti paiono una follia), ma a chi ama il vino e vuole un bicchiere buono nel centro di Milano lo consiglio.
Non lo consiglio però a chi vuole anche mangiarci. Non tanto per il cibo, ambizioso e discreto (non eccelso: discreto), ma per i prezzi. Francamente assurdi.
Eravamo in tre: io, Perfect39 e Marina (ex Compagnia del Taglio). Se non vi fidate di me, scrivete a Marina, molto più esperta su prezzi e ricarichi. A fine cena era shockata, e – anche – lei di ristoranti ne prova tanti, oltre a essere nel campo della ristorazione da 20 anni.
L’ambiente, da fuori, promette poco. Dentro migliora.
Si è accolti, se si vuole, con un aperitivo. Abbiamo scelto il Prosecco Coste Piane, che non delude mai. Insieme ti danno una focaccia calda, molto buona (come altri tipi di pane che spuntano durante la cena, servita al piano inferiore oppure a quello superiore).
Come ho scritto anche su TripAdvisor, Enocratia ha un immenso difetto. Da una parte è un posto che ama i vini naturali e “proletari”, le belle storie, le bottiglie (teoricamente) non care e gli outsiders. Questo atteggiamento è confermato dall’apparecchiatura scarna, dai tovaglioli di carta, dal look casual dei proprietari. Nulla di male, anzi: adoro i locali che non se la tirano. Se Enocratia fosse un’osteria informale e semplice, magari anche solo con taglieri e formaggi, sarebbe splendida. E soprattutto coerente. Invece si impone di fare una cucina elaborata, fighetta, contorta, ambiziosa, che non c’entra nulla con l’impostazione del locale.
Lo chef è giovane e bravo, anche se alcuni piatti sono totalmente scentrati mentre altri convincono: meglio i dolci del salato, meglio le verdure e i legumi del pesce.
Quando poi si arriva al conto, la delusione è cocente. Uno dei posti più cari su cui mai mi sia imbattuto. Menu degustazione (una decina di assaggi) a 75 euro (il prezzo lo scopri alla fine, non all’inizio: prima di cominciare ci è stato solo detto “in cucina facciamo noi, okay?“) e vini con prezzi surreali. Anche qui, specifico che il 70/80% dei vini bevuti sono stati scelti dai proprietari, e quando un proprietario sceglie il vino e te lo porge/”impone” come se te lo offrisse, non dico che deve poi regalartelo, ma metterlo a un buon prezzo sì. Oltretutto alcuni vini (gli ultimi 2) sono stati appena assaggiati. Gran parte delle bottiglie bevute avevano prezzi – in un mondo ideale – bassi o comunque non spropositati. Piacevole il Franciacorta Brusato Il Pendio (scelto dal proprietario come se ce lo offrisse), bello il Carat 2006 di Bressan (l’unico da noi scelto durante la cena, servito con un certo ritardo perché non aveva la temperatura di servizio ideale), una conferma il Jakot di Radikon 2005 (bottiglietta da 0.50 che non avevamo ordinato), deludenti il Cirò Aris di Sergio Arcuri 2009 (mai ordinato) e – ancor più – L’artiglio Dosage Zero 2009 di Cinque Campi, pure questo non ordinato e proposto misteriosamente – e masochisticamente – con i dolci. Il Cirò e L’artiglio sono rimasti quasi tutti lì. Alla fine è arrivato anche un ulteriore bicchiere, pure questo non ordinato, ma non l’ho bevuto e non ricordo cosa fosse.
Concludendo: con un menu degustazione di una decina di assaggi (piccoli) e una media di una bottiglia a testa (del valore teorico di 20-25 euro circa), senza caffè e amari o grappe, abbiamo speso cadauno – udite udite – 125,333 Euro a testa. Avete letto bene: 376 euro in tre. Una cifra che accetto – forse – se vado alla Francescana, o da Vissani, ma a quel punto ho un’altra apparecchiatura, un altro menu, un altro servizio. E soprattutto so che spenderò cifre più o meno analoghe (o addirittura superiori): ne sono anzitempo consapevole.
La bottiglia di rosso regalato alla fine – Bonavita Doc Faro 2010 – non può fare “media”.
Se dovessi dare dei voti. Cucina 6+, ambiente 6.5, carta dei vini 9, servizio 6.5, rapporto qualità/prezzo 1.5.
Il proprietario Davide Mingiardi è bravo, lo chef Eugenio Boer di buon talento (ma deve ancora crescere). Sono tutti giovani, appassionati e ambiziosi. L’idea di Enocratia è apprezzabile. Ma nei prezzi non riscontro un minimo di umiltà e/o correttezza. Verrebbe voglia di dire che sono cifre “immorali”, mi limito ad affermare che non hanno alcun senso della misura (anche se abbiamo sbagliato a non chiederli prima, piatto per piatto, bottiglia per bottiglia, bicchiere per bicchiere). E un’altra cosa: quando un cliente entra, è fastidiosissimo sentir dire dalla ragazza (credo moglie del proprietario) all’entrata “Vi diamo un Prosecco che sicuramente non conoscete, non è come quelli che bevete di solito“. Significa sottovalutare i clienti e ritenersi superiori ad essi.
C’è tanto, tanto, tanto da lavorare.
Quando il menu degustazione scenderà a 40/45 euro, il bicchiere di Sol di Cerruti a 4/5 e i ricarichi caleranno della metà (o quasi) rispetto alla situazione attuale, avrà senso tornare ad Enocratia.
Al momento, pur ringraziando lo staff per la gentilezza (rivolta anche ai miei libri) e augurando loro buona fortuna (gli intenti, mi ripeto, sono meritori), non solo non ci tornerò, ma – con dispiacere – non potrò consigliarlo.
Grande, grande, grande delusione.
Peccato.

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55 Responses to “Prezzi folli a Milano”

  1. FRanco ha detto:

    Concordo pienamente

  2. Matteo ha detto:

    Hai sbagliato tu Andrea; fra quei ristoratori che dicono “facciamo noi”, non ne conosco uno che non abbia fatto il furbo.

  3. Carmine ha detto:

    “Vi do un Prosecco che sicuramente non conoscete, non è come quelli che bevete di solito“. Ecco, lì avrei cordialmente salutato e girato i tacchi …

  4. Luca ha detto:

    Purtroppo concordo. Dico ‘purtroppo’ perchè Enocratia speravo mi piacesse, ma è carissimo. Una volta mi è bastata e avanzata.

  5. Berti89 ha detto:

    Contando che nelle Langhe un menù degustazione di eccellente qualità ( e giusta quantità ) lo si paga dai 30 ai 40€, vini esclusi, senza che nessuno ti imponga nulla, questa è una bella mazzata! Peccato davvero..

  6. Marina ha detto:

    Andrea ha già detto tutto. La battuta sul Prosecco: “state attenti a cosa scegliete, le nostre non sono bottiglie comuni”, purtroppo vera. Io non vado mai in un locale per spiare il lavoro degli altri, lo scelgo per la qualità e per stare in compagnia. La compagnia è stata meravigliosa.

  7. Emilio ha detto:

    Recensione moderata ma piccata. Il menù degustazione di Bottura (migliore chef del mondo) qui a Modena costa sui 130 euro, ma mangi piatti ricercatissimi e ingredienti unici al mondo e quindi li spendi volentieri. Senza parlare del servizio, 30 persone (fra cucina e sala) per 35 clienti. 125 euro per una cena in un ristorante “classico” dovrebbe significare degustare prodotti di altissima qualità, cucinati da mani esperte, all’interno di una location accogliente e di valore. Non credo però si siano approfittati, probabilmente non pensavano che persone “di mondo” come voi avrebbero avuto da ridire sul costo.

  8. Michele ha detto:

    Andrea,
    purtroppo (non per te, per Enocratia) concordo. Ci sono stato l’anno scorso in questo periodo sulla spinta dei molti suggerimenti relativi alla buona scelta dei vini. La scelta c’è, indubbiamente, ma fintanto che son stato lì, cenando con piatti di salumi e formaggi, ho avuto la percezione di un locale che vuol sembrare popolare senza esserlo davvero. Non ricordo la cifra esatta pagata ma ricordo di aver speso intorno i 50€, ben più di quel che mi aspettavo (ripeto: piatto di salumi, piatto di formaggi, entrambi in quantità non esuberante, un paio di bicchieri di vino). L’idea di un locale che possa offrire una valida alternativa al “solito” e che si proponga per un buon rapporto qualità/prezzo mi piace. Enocratia mi è sembrato più vicino ad un concetto radical-chic e non mi è piaciuto. Non ci tornerò e non lo suggerirò. Credo ci siano altri posti più meritevoli di attenzione.

  9. Luca Lopardo ha detto:

    i menù degustazione hanno solitamente dei prezzi ingiustificabili, considerando che è proprio con essi che l’esercente abbatte i costi.
    Molto, ma molto più in piccolo, mi ricorda la storia del signore querelato da Cracco perché non aveva voluto pagare 3470 euro per cinque grattate di tartufo bianco (immagino offerto in modo invitante, quasi come un’elargizione bonaria e affettuosa).
    Come quasi sempre, la disonestà in Italia ha buon gioco ad adagiarsi nelle voragini legislative come su patrizi triclini (cit.).
    Ma è possibile/accettabile che non sia obbligatorio esporre e anticipare il prezzo di ogni prodotto proposto? Sarebbe ora di creare dei deterrenti ad hoc. Sono storie che fanno incazzare. Poi è ovvio che la gente si fiondi da Mc Donald’s e beva San Crispino.

  10. Marina ha detto:

    Sono sconcertato, ma mi chiedo: questi qua sono pazzi? Cioè: capiscono che hanno Scanzi a cena, e si sa che Scanzi recensisce tutto quello che mangia e beve, e gli danno una “saraccata” simile? Puro masochismo.
    Non sono stato ad Enocratia, ma sono prezzi che non stanno in cielo e in terra. Intuisco che sia un posto radical chic (quindi a Scanzi dovrebbe piacere 🙂 ) ma i prezzi sono più da Bottura.
    Anche sui vini avrei da ridire, parlo proprio di qualità, a parte Radikon e Bressan vi hanno fatto provare vini modesti.

  11. Maicol ha detto:

    Se Enocratia voleva farsi un autogol, gli è venuto parecchio bene.

  12. Luca ha detto:

    Purtroppo ho avuto la stessa impressione di Scanzi e Michele. Sono stato a Enocratia 6 mesi fa. Vini ottimi, prezzi pessimi. Non ci sono più tornato.

  13. Francesco Maule ha detto:

    A me sembra esageriate un po’. Non mi sta del tutto simpatico Davide (non prende i miei vini), ma mi sembra si impegni nel suo lavoro. 75 euro forse son tantini ma probabilmente vuole puntare in alto; di sicuro avra` anche menu` piu` tranquilli; con quel che vi ha dato da bere (una proposta si puo` sempre rifiutare e non puoi non pagarla, al ristorante) non e` andata male (50 euro a testa per 6 bottiglie e un calice di prosecco) …. da bottura ci sono tre gran menu`, che partono da 100 euro e arrivano a 180. e se li merita.
    una mezza bottiglia di radikon costera` almeno 60 euro, un calice di prosecco almeno 5.
    suvvia.

  14. Francesco Maule ha detto:

    e l’Artiglio 2009 e` una gran figata.

  15. Romualdo ha detto:

    Questa è Milano cari amici, o perlomeno il trend che va per la maggiore, concedetemelo.
    La rutilante e sedicente vanagloriosa città del meneghino apparire, ostentare, vivere il pulsante senso di appartenenza ad uno status folle, isterico e ipertrofico. L’ovunque permeato di quei falsi miti di un design e di una moda oramai stanchi e scazonti, come vecchi da passati gloriosi e futuri ahimè malinconici che non accettano e non tollerano l’incedere del tempo che sopravanza e disperatamente strisciano alla ricerca di qualche bravo chirurgo psicanalitico capace di cimentarsi in funambolici e arditi “lifting dell’anima”.
    Tutte le civiltà tramontano e, come dice il buon D’Averio, anche la grande Milano non può sottrarsi al suo inesorabile declino.

    Parola di un sommelier “decadente”.

  16. Stefano ha detto:

    Prezzi sconcertanti…

  17. Luca ha detto:

    Vivo a Milano e questa è la norma. Francamente bruttini anche i vini, a parte Radikon. Cinque Campi è uno dei tanti misteri dei vini naturali, per fortuna costano poco ma non sanno veramente di nulla. E poi col dolce????
    Prezzi senza senso.

  18. Luca ha detto:

    “L’artiglio è una figata”. Ahahahahahahahah. E’ arrivato il piazzista della famiglia Maule che vive in Rete e vende i suoi vini 🙂
    L’artiglio è un Metodo Classico che non sa di nulla e coi dolci non c’entra una….

  19. Simone ha detto:

    Qualcuno aiuti Francesco Maule a farsi una vita fuori dai blog di vino.

  20. Nuvolari ha detto:

    La recensione di Scanzi è equilibrata, qualche commento (positivo o negativo) no.
    Evito di commentare il pianto di Maule, che fa ridere anche su Intravino ogni volta che parla, su “quello lì non mi compra i miei vini che sono i più buoni”.
    Enocratia la conosco. Scanzi mi sta un po’ sul cazzo, ma stavolta dice: si mangia benino, si beve bene, si spende troppo. Inattaccabile su tutta la linea. Prezzi folli, cucina discreta ma fighetta, vini splendidi, proprietario simpatico e lei un po’ meno. Non aggiungo nulla.
    Ci vado ogni tanto per un bicchiere di vino. Non ci mangerei mai se non l’affettato.
    E’ un posto che, se non fosse a Milano centro, costerebbe un terzo di quanto costa.
    Milano è così

  21. Luca Lopardo ha detto:

    L’affresco di Romualdo temo possa appiccicarsi senza dolo all’Italia tutta, ahimé.

  22. Francesco Maule ha detto:

    Preciso: “non prende i miei vini” era ironico, considero Davide un amico, cosi` come Vanni di Cinque Campi. Mi sembrava un post con commenti monocordi, era tanto per tagliare l’aria…
    Dico quello che penso ma ho capito che mettere il mio cognome non va tanto bene, per me e per la mia famiglia. Se mi verra` voglia commentero` i blog che seguo con un nome di fantasia, come fanno tutti! …che bel mondo!
    Cari Simone e Nuvolari, in rete seguo anche la politica, lo sport, la buona cucina, altri blog e siti sul vino …saro` malato?

  23. Paolo Cogorno ha detto:

    Non conosco Francesco i, conosco un po’ di piu’ i vini della famiglia Maule e la filosofia.
    Di certo commenti tipo ” fa ridere ogni volta che… ” li trovo davvero di pessimo gusto, cosi’ come preoccuparsi dello stile di vita di altre persone.
    L’ artiglio di 5 Campi ? E mica sarà adesso tutto sto inferno,certo che invece che sul dolce un tortello burro e parmigiano forse sarebbe andato decisamente meglio.
    Per finire vedo che Francesco è uno dei pochi che mette il cognome oltre il nome…

    Saluti, eh

  24. Angelo Cantù ha detto:

    Avevo adocchiato il locale tempo fa passandoci davanti e mi ripromettevo prima o poi di farci un salto. Bene, grazie ad Andrea Scanzi, girerò alla larga. E poi, scusate, come può un locale del genere proporre al succitato un dosage zero con il dessert? O di vini capisci pochino, o non sei un’aquila; o forse tutte e due le cose insieme!

  25. enrica di nuoro ha detto:

    Mi diverto sempre a “viaggare” si Internet, trai vari blog dove si parla di tutto ed anche di niente….e casualmente sono arrivata anche qui. Scusate l’ignoranza ma in tutto questo articolone – ci trovo solo l’incazzatura di chi – per presunzione del suo ruolo – insieme alla sua corte pensava di non pagare il conto ed invece….come tutti i comuni mortali, il conto l’ha dovuto pagare……salato dice lui? Può darsi di si ma può darsi anche di no…..Spesso e volentieri trovo in questi cosiddetti critici (ma de chè?) – la stessa boria di chi ci governa…..
    Perchè non andare da McDonalds allora, con 2 euri cari Signori grandi esperti ve la cavate, pensateci alla prossima…o non volete pagare neanche li?
    Anzi quasi quasi mo un blog l’apro pur’io!

  26. Maria ha detto:

    Articolo molto lucido, nonostante la delusione. L’autore concede i giusti meriti al locale, rimarcando però i dubbi legati ai prezzi esosi.
    La stessa onestà dell’autore non la ritrovo in alcuni commenti, né quelli che attaccano Scanzi senza motivo, né quelli che attaccano con eccessiva veemenza un locale che magari neanche conoscono.

  27. Marina ha detto:

    Riccardo, la recensione di Andrea mi sembra molto chiara, nessun parlar male, solo un po’ di lucidità. Proviamo tutti, io per prima, ad essere più lucidi e coerenti.

  28. Marco ha detto:

    condivido pienamente. qualsiasi persona che gira per locali, capisce subito se sta pagando caro o meno un calice di franciacorta o prosecco.

  29. Francesca Baccarini ha detto:

    credo che purtroppo la scusa dell’affitto alto sia eccessiva e fin troppo sfruttata per giustificare cosa? In certi locali si discrimina per pelare i polli e la “recensione” di Scanzi la trovo anche pacata rispetto al contesto! E per fortuna esistono menti lucide. …sempre meno purtroppo!

  30. enrico togni viticoltore di montagna ha detto:

    io la vedo cos’:
    Davide è giustamente ambizioso, giustamente nel senso che ci prova e mette tutto sè stesso, e con lui tutto il suo staff.
    Andrea è obbiettivo, ha pagato tanto e lo dice, tant’è che anche lui riconosce impegno e talento della ciurma.
    Se fossi Davide prenderei il post come una critica costruttiva, il colpo è duro e va incassato, ma potrebbe servire a migliorare l’offerta.
    Chi dice che non ci andrà più o peggio che non ci andrà affatto secondo me sbaglia, una seconda chance la si offre a chiunque, come mi hanno insegnato chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia mai!
    Sarebbe interessante vedere come Davide & Co. reagiranno a questa nuova sfida, sarebbe interessante che Andrea e compagnia ci tornassero magari tra qualche mese.
    In bocca al lupo a Davide, se lo merita, poi errare è umano, vedremo se enocratia avrà qualcosa del diabolico!

  31. enrica di nuoro ha detto:

    Nel mio commento precedente avevo dimenticato di rimarcare che ad Enocratia io ci son stata parecchie volte. Credevo di trovare un ambiente un po’ fighetto (come qualcuno ha già riportato in maniera negativa) e temevo – da essere comunissimo quale sono – di non trovarmi a mio agio ed invece ho trovato un ambiente cordiale di gente che non se la tira affatto ma che anzi mi ha trasmesso tanto entusiasmo ed ardore nel raccontare cibo e vini. Non capita spesso….Tant’è che alle nostre domande “profane” abbiamo avuto delle risposte veramente soddisfacenti che ci hanno fatto andare oltre l’apparenza, risposte date con linguaggio da comuni mortali non da professori o maestri.
    Scusate sono solo una che fa parte della plebe quindi persona comune che va a mangiar fuori di qua e di là. Però, fin’ora, solo ad Enocratia ci ho portato famiglia e colleghi di lavoro e l’ho consigliato ad amici e conoscenti e continuerò a farlo.
    Ed infine, non sono in grado di stabilire quanto possano essere ricaricati i prezzi dai vari gestori di ristoranti e bar. Di sicuro so che all’uomo oltre che al mangiare serve anche il vestire e tante altre cose che sono basilari, ma per queste ultime – e vorrei trovare qualcuno che mi smentisca – non trovo gente così scandalizzata che parla di PREZZI FOLLI……

  32. Stefano ha detto:

    Articolo molto bello, bravo Scanzi.
    A Enocratia son stato e gli hai fatto la foto. Carta dei vini bella, prezzi bruttissimi.
    A quei due o tre che scrivono che “così si sputtana un locale”, vorrei dire di non fare ridere. La recensione non solo è corretta, ma lodevole e oserei dire “propedeutica”, perché informa i lettori.
    Se non si può criticare un ristorante, non si può criticare neanche un giornalista, o un libro, o un disco, o un film. Nel momento in cui fai una cosa pubblica, come la ristorazione, ti esponi al giudizio. E per fortuna. E’ il bello della Rete.
    Oltretutto anche su TripAdvisor non mancano recensioni critiche sui prezzi di Enocratia: che facciamo, chiudiamo TripAdvisor altrimenti i proprietari di Enocratia ci rimango male? 🙂
    Se non sei pronto alle critiche, non apri un ristorante, non scrivi libri, non incidi un disco, non vai in tivù.
    Evitate il ridicolo, dai.

  33. Violet ha detto:

    Purtroppo d’accordo con Scanzi.

  34. Simone ha detto:

    Dopo la bella recensione di Scanzi, ho provato curiosità per Enocratia. Dopo avere letto le arhomentazioni di tale enrica di noro, ho capito che ha ragione Scanzi.
    Comunque proverò il locale e mi farò un’idea personale.

  35. Claudio ha detto:

    A prescindere da tutto, io da un locale che mi vuole insegnare cos’è il vino (vedi frase iniziale sul prosecco) e poi mi serve un pas dosè col dessert, non sarei uscito senza aver chiesto spiegazioni esaurienti. Ed in ogni caso MAI E POI MAI accettare di buon grado il “facciamo noi” al giorno d’oggi, la maggior parte dei ristoratori non vedono l’ora di sentirsi liberi al momento del conto, col cliente che non ha la possibilità di controbattere. Chiedere SEMPRE il menu, o comunque accertarsi prima del prezzo. Altrimenti, altro che “enocratia”, diventa per forza di cose “enogastrodittatura”.

  36. Luca Miraglia ha detto:

    Al di là di considerazioni sul voler “apparire” qualcosa e, al momento del conto, “essere” ben diversi (Jekyll & Hide insegnano qualcosa?), penso che un’infarinatura superficiale e piuttosto fighetta di etichette “naturali” possa solo portare alla buccia di banana finale dell’Artiglio servito sui dolci, che denota, appunto, una dose mastodontica di pressapochismo, degna esclusivamente di una coperta stesa pietosamente sul nome e sulla memoria di un posto simile.

  37. maurocecchi ha detto:

    Matteo:

    Di ristoratori che dicono facciamo noi onesti, gentili, competenti segnalo i proprietari de
    Il Pascoli a Cusago, ottima cucina, servizio incantevole, in ambiente di gusto, vini al calice
    (4 o 5 bicchieri tra cui Bressan, Anna Martens, Derthona di Massa) a 15 euro rasenta il regalo… consigliatissimo

  38. enrica di nuoro ha detto:

    Bravo “tale” simone…prova!

  39. Alberto Bertella ha detto:

    “Ed infine, non sono in grado di stabilire quanto possano essere ricaricati i prezzi dai vari gestori di ristoranti e bar. Di sicuro so che all’uomo oltre che al mangiare serve anche il vestire e tante altre cose che sono basilari, ma per queste ultime – e vorrei trovare qualcuno che mi smentisca – non trovo gente così scandalizzata che parla di PREZZI FOLLI……”
    Enrica, è un blog enogastronomico e vino è uno degli argomenti principali.. Di cosa diamine vuoi che si parli se non di tutto ciò che può riguardare vini e ristoranti, compresi i rincari che fanno? Signur che pazienza!
    Comunque uno dei pochi commenti lucidi che ho visto l’ha fatto il vignaiolo della Val Camonica ( Enrico Togni ).

  40. alberto ha detto:

    Ho letto che una mezza bottiglia di radikon dovrebbe costare almeno 60 euro al ristorante..ma stiamo scherzando? Sabato sera ho comprato una bottiglia di ribolla radikon 2006 da eataly a Torino e l’ho pagata 22 euro, e il Jakot aveva lo stesso prezzo. Gradirei che chi opera nel settore facesse più attenzione a sparare certi prezzi assurdi che poi legittimano ristoratori senza scrupoli a praticare prezzi imbarazzanti che mortificano consumatori appassionati.

  41. […] Scheda del libro « Prezzi folli a Milano […]

  42. Francesco ha detto:

    E’ curiosamente passata sotto silenzio la prezzatura del bicchiere di Sol: 9 euro???? 8 euro????? Nei posti più cari che ho provato, al massimo l’ho visto a 6 euro. Che è comunque tantissimo. 9 euro????

  43. Luca ha detto:

    Complimenti al signor Francesco Maule che ammette di entrare nei blog e scrivere il contrario di quello che scrivono gli altri per “tagliare l’aria”. Quindi se tutti scrivono che l’Ornellaia è caro, lui dice che è economico “per tagliare l’aria”?
    Trovategli un lavoro.

  44. enrica di nuoro ha detto:

    grazie a quelli che con cordialità e pazienza mi hanno citato o risposto. Da persona comune, non del settore ed ignorante in materia (grazie per averlo sottolineato “gentilmente”) ma con le papille gustative che ancora funzionano è la prima e sarà senz’altro l’ultima volta che mi permetto di esprimere la mia opinione in un blog ma, se questo è l’ambiente di settore, eviterò di leggere o dar retta a recensioni. Preferisco eventualmente rimetterci di tasca e decidere da sola dove e da chi mangiare o dove vestirmi (oopsss scusate non è questo il blog sui vestiti!).
    I ristoranti, mi pare che vivano (nel bene o nel male) con le persone ignoranti come me.
    Evviva!

  45. Marco ha detto:

    Ecco brava, enrica di noto, ora basta. Come la pensavi si era capito dal tuo primo intervento, quando hai insultato una delle firme più importanti d’Italia. Il tuo tono ti qualifica 😉

  46. Andrea Scanzi ha detto:

    Ho più volte scritto che non intervengo più personalmente nei commenti a qualsiasi mio blog o pagina ufficiale. Così continuerò a fare. Mi è però stato segnalato da alcuni utenti che dei loro post “privati” su Facebook (peraltro molto critici nei miei confronti) sono (sarebbero) stati copiaincollati su questo blog. Pur non avendo colpa alcuna, me ne scuso. Ho prontamente cancellato i post suddetti. D’ora in poi segnalatemi quando accade: ripuliremo eventuali commenti “involontari”.
    Colgo anche l’occasione per esprimere solidarietà a quei due/tre utenti che sono stati attaccati per avere espresso legittimamente le loro opinioni (spesso lontane dalle mie). Sono toni che non amo.
    Un saluto e grazie. Anche per le critiche.

  47. Raffo ha detto:

    Capito qui per caso,leggo con interesse e rimango basito.
    A parte i commenti di enrica di nuoro mi pare di constatare -senza offesa e con tutto il rispetto- una sorta di delirio collettivo,a partire dall’articolo di Scanzi,che non ho la fortuna di conoscere,ma che mi ha smosso più di una curiosità (ho appena aggiunto il Suo blog tra i miei preferiti <——)
    Inoltre vedo tirate in ballo cifre alla sperindio su ristoranti (il menù degustazione BEVANDE ESCLUSE alla Francesca costava 130 forse 6 anni fa,ma anche 8) e vini (Radikon come ogni azienda non solo del vino fa vini di tipologie e prezzi i più disparati,così come la mercedes fa la classe A ma anche la SLR…).

    Menù degustazione 10 assaggi a 75 euro + vini al calice che presumo siano stati dieci per un totale di 125 (e un costo al calice di 125-75=50:10=5)

    Sette euro e cinquanta a piatto,cinque euro a a calice (peraltro vini abbastanza particolari,a quanto ho letto..).

    a MILANO.

    Ma di cosa stiamo parlando?!?…bah…

  48. Adriano Aiello ha detto:

    “si impone di fare una cucina elaborata, fighetta, contorta, ambiziosa, che non c’entra nulla con l’impostazione del locale”. Se metti sul vocabolario Milano esce questa definizione

  49. Carlo (TBFKAA) ha detto:

    A Milano, e in centro, aggiungo. Ora, 75 euro per questo livello di cucina. Non lo scrivo per fare pubblicità. ma anche sì, però nella guida 100 di Milano cui ho collaborato ci sono solo 11 dico 11 locali a Milano -Cornaredo inclusa- che stiano davanti ad Enocratia in classifica, e solo in 3 – il D’O per l’appunto più Manna e Nuovo Macello, che certo non sono in centro,si spende meno- mentre in uno, il Pont de Ferr, le cifre sono simili. I prezzi per i vini, avendo bevuto al calice, sono coerenti con quel che è stato bevuto. Senz’altro quando si comincia ad essere in 4 c’è maggiore convenienza a prendere delle bottiglie. Qui come ovunque.
    La domanda successiva è: ma alla Francescana, fatto salvo che si mangia molto meglio e in un ambiente decisamente più elegante con un servizio perfetto, avete provato a prendere il menù grande con vini abbinati? Spenderete con questo numero di bicchieri non meno di 250 euro. Ben spesi, ma pur sempre il doppio, e non in centro a Milano.

  50. Marco ha detto:

    Il fatto di non essere in centro a Milano è un plus.
    Credo che enocrazia sia decisamente diverso come impostazione dalla Francescana. Il paragone non c’entra una ceppa.
    Per me vale la legge di mercato domanda-offerta, se enocrazia riempie a quei prezzi a ragione e basta.

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