Vini umbri (un dibattito)

Termino il mio trittico “Apriamo il dibattito“, dopo Puglia e Liguria (e a dire il vero c’era stata anche la Sardegna), con una regione che amo molto. A due passi da casa mia: l’Umbria.
Quali vini umbri vi piacciono?
La domanda è tornata per me attuale quando, qualche settimana fa, ho bevuto un bianco. Il Fiorfiore 2010. Azienda Roccafiore. Biologica, con sede a Todi, biologica. Anche ristorante e residenza. Me lo ha proposto lo chef de La Bottega del Vino di Castiglion Fiorentino.
Il Fiorfiore è un Grechetto di Todi in purezza. Senza infamia e senza lode.
Se penso ai miei bianchi umbri preferiti, svettano Collecapretta e Cantina Margò. Poi cito l’azienda naturale Paolo Bea a Montefalco, di cui parlo anche ne Il vino degli altri. E la produzione deluxe (rossi soprattutto) di qualche azienda arcinota – e opposta a Bea – come Caprai.
Mi rendo conto, però, di non avere un Sagrantino di Montefalco (secco: quello dolce è di Bea) tra i miei vini del cuore. E neanche un Torgiano. Mentre impazzisco, ad esempio, per le edizioni migliori del Trebbiano Spoletino di Collecapretta.
Al netto della mia sempre più spiccata predilezione per i bianchi, che verosimilmente condiziona le mie valutazioni, voi quali realtà umbre bevete?

P.S. Da mesi, per scelta, non intervengo più nei commenti (blog o bacheca pubblica Facebook). Così continuerò a comportarmi. Leggo, però, ogni vostro intervento. Personalmente. E vi ringrazio: per le dritte, per la competenza, per la stima (e per le critiche).

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27 Responses to “Vini umbri (un dibattito)”

  1. Andrea ha detto:

    Per me molto buono anche il Sagrantino di Calcabrina

  2. Filippo ha detto:

    Un prodotto originale e degno di nota è il Contrario di Antonelli (famoso per il passito): Sagrantino fatto in acciaio.

  3. manuela cenacchi ha detto:

    Mia realtà umbra piacevolmente bevuta: Montefalco Sagrantino della cantina Alessandrini

  4. fabio ha detto:

    Omero Moretti http://www.morettiomero.it/vini.php e DiFilippo
    http://www.vinidifilippo.com/,
    Poi ti potrei dire anche i vini dei colli Perugini, ma essendodi parte lascio stare.

  5. A3C ha detto:

    a parte San Francesco – un grande nei secoli – l’Umbria purtroppo non ha fatto breccia nel mio cuore…i rossi sono cingolati da sbarco che spianano tutto e a meno di non mangiare capra allo spiedo è stufato di cervo tutti i giorni sono difficilmente abbinabili…sono andato apposta da Collecapretta: persone incantevoli, posto bellissimo ma i vini non mi hanno convinto del tutto…semplici, bevibili, puliti e composti certo…ma senza grinta – un po’ troppo educati al naso – e non hanno sfoderato la sciabola dell’acidità sulla lingua…li ho trovati un po’ statici e non credo che li ricomprero’ … soprattutto per il prezzo (i bianchi viaggiano in cantina sui 15) …nel Sannio trovo naturali bianchi migliori alla metà (penso a Podere Veneri Vecchio, Cautiero o a Nifo Sarrapochiello) o a quel prezzo vini dinamici e veementi come quelli di Cantina Giardino…oppure se proprio devo spendere e viaggiare vado cercare qualche chenin della Loira che incanta (Clos de la Bergerie)…Umbria: regione da pollice verso per i vini, ottima invece per le meditazini in convento

  6. carlo Tabarrini ha detto:

    Caro Andrea,come detto in altra sede, in Umbria siamo in pochi ad usare certe filosofie e certi stili , segnalo a Montefalco , Calcabrina, rossi biodinamici e, poco vicino, Marco Merli che fa anche bianchi.

  7. Emiliano Mattiello ha detto:

    Beh, per il Sagrantino , il Colleallodole di Milziade Antano è veramente notevole, come decisamente buono è il Sagrantino di Montefalco Chiusa di Pannone di Antonelli ( e divertente è anche il Contrario di Antonelli, Sagrantino che non può dirsi tale perchè fa solo acciaio ), decisamente buono anche il Villa Fidelia rosso di Sportoletti, anche se Parker lo recensisce benone ( che, come sappiamo, è un MALE ! 🙂 ).
    Vedo che il Cervaro proprio non lo citi ( sarà voluto ??? eheheh ).
    Trovo piacevoli i vini di Castello delle Regine ( sarà che ho visitato l’azienda sotto la bufera di neve, che io adoro, sarà che in azienda costano veramente poco, sarà che l’azienda mi dista solo 5 km dalla casa delle vacanze , ma li trovo decisamente piacevoli ed onesti).
    Come non citare poi quella notevole persona che è Stefano Grilli con la sua Palazzola ( ho assaggiato proprio qualche giorno fa il suo Riesling Brut Metodo Classico o Ancestrale come dir si voglia, è non è affatto male, anzi, a me è proprio piaciuto ).
    I Sagrantini di Colpetrone e Perticaia mettono sempre buonumore.
    I prodotti biologici dal prezzo veramente onesto di Moretti Omero, gustosi e divertenti.
    Da tener d’occhio, secondo me, anche Raina , e poi il metodo classico di Scacciadiavoli non è da disprezzare.
    Bianchi ne bevo pochi, ma non è niente mal e il Bianco del Cavaliere Colli Martani Grechetto di Todi di franco Todini ( che ha anche un Relais veramente bello, e si mangia persino bene ! ) ed il Torre di Giano Vigna il Pino di Lungarotti.
    Questi son giusto i primi che mi vengono in mente.
    Raccomando comunque una visita in azienda da Lungarotti, perchè è una bella visita, è gratuita e volendo alla fine si possono anche assaggiare al calice tutti i loro prodotti senza spendere una fortuna, anche se la cantina più particolare da visitare è quella di Milziade Antano, per rendersi conto del lato umano e del lavoro che vi è dietro a quel nettare che è il Sagrantino ( si è capito che è il mio vitigno preferito ? )
    cari saluti e buon lavoro, caro Andrea.

  8. Chiara ha detto:

    da umbra doc, posso essere disconosciuta dai miei concittadini: non amo il Sagrantino, eccessivamente tannico e asciutto. Però ti segnalo un’interessante anomalia: proprio domenica sono stata alla cantina “Tenuta Castelbuono” (http://www.tenutacastelbuono.it/), appartenente alla famiglia Lunelli, che detiene anche le cantine Ferrari. Il progetto è partito dal 2005, la cantina è aperta da questo maggio: vogliono rendere il vino Sagrantino più accessibile ai palati “commerciali” (ci parlavano dell’America), ed evitano che il vino passi per il barrique. Io me ne sono scolata due bicchieri. Ed il posto è un paradiso.

  9. Carlo ha detto:

    Andrea, conoscendo bene i tuoi gusti, premetto che in Umbria siamo in pochi a lavorare con lieviti indigeni e senza controllo di temperatura, segnalo Calcabrina a Montefalco, sagrantino biodinamico abbastanza impegnativo, poi Marco Merli, che fa anche bianchi. Ultimamente si sta muovendo qualcosa ma più per moda che per filosofia, no legno, anfore, cavalli…in mezzo all’ ipermodernità.

  10. Francesco ha detto:

    Non amo i vini bianchi. Tra i rossi umbri, anche se non sono un esperto (ma sono umbro), apprezzo il Rosso di Montefalco di Ruggeri, Scacciadiavoli, Colpetrone, Rocca di Fabbri. Sugli altri non mi pronuncio, perché non li conosco. Data la mia predilezione per i vini dolci da fine pasto, segnalo volentieri il Sagrantino Passito Terre della Custodia.

  11. Lorenzo ha detto:

    Anch’io Umbria!(lontana da casa, ma da sempre molto vicina al cuore).
    La bottiglia della foto è giù in cantina, vedrò di assaggiarla presto. A me il 2008 era piaciuto (ricordo un grechetto meno banale di tanti e con il tocco intrigante dell’enologo altoatesino Hartmann Donà).

    Escludendo i nomi già fatti da te, su cui non si può aggiungere altro (e che condivido in pieno, mi manca ancora Cantine Margò) io ti direi:
    – trebbiano spoletino AdArmando di Tabarrini (più piacione di Collecapretta, ma un bel bere)
    – trebbiano spoletino di Perticaia (più semplice e quotidiano, ma ottima qualità prezzo)
    – grechetto di Di Filippo (piacevole e non banale)
    – poi in quel marasma di quantità indistinta che è l’Orvieto, si può trovare, cercando, anche qualche perla (Palazzone e Barberani, così a memoria)

    Per i rossi, anche se frequenti poco, magari un sagrantino secco tra:
    – Milziade Antano (purtroppo bevuto troppo poco, ma impresso nella mente)
    – Antonelli e Adanti (tradizione ed affidabilità)
    – ancora Di Filippo e Tabarrini (anche i loro Sagrantini no sfigurano affatto, anzi)

    Attendo anch’io, come te, contributi da altri lettori per ampliare lo sguardo

  12. Vincenzo ha detto:

    Bene, argomento piccante quello dei bianchi umbri.
    Dico subito che oltre ai soliti nomi di vini di “grido” come Collecapretta, MArgò, Bea, e Antano esistono vignaioli umili e silenziosi che lavorano in sordina senza uscire alla ribalta di media e blogger.
    Nomi: Marco Merli di Casa del diavolo, fa due rossi e due bianchi.
    I rossi sono lo “Janus un 100% sangiovese fermentazione ed affinamento in acciaio ed il Brucisco Rosso (cabernet e merlot) che tocca legni grandi.
    I bianchi sono il Brucisco Bianco (trebbiano e malvasia) sottile, fine, poco aromatico, buon alcol con nessuna macerazione. Poi c’è il “Tristo” 100% trebbiano, macerazione pellicolare di circa 15 gg. non sembra comunque un “orange wine” li berremo tutti a Fornovo di Taro per vinidivignaioli.

    Altro grechetto molto piacevole è quello di Cantina Benincasa a Bevagna, le uve provengono dalla zona del lago trasimeno, breve contatto con le bucce di circa 18 ore, minerale e potente, interessante.

    La zona di orvieto ha un grande territorio di talento, purtroppo viene mal sfruttato dai produttori perchè sempre a far la caccia al mercato Romano, il quale fa i numeri ma non la qualità.
    Peccato

  13. Vincenzo ha detto:

    I produttori da me citati non sono meteore, riescono a garantire qualità e bottiglie ogni anno.

  14. connis ha detto:

    Io ho provato il Sagrantino di Montefalco colle grimaldesco 2004 di Tabarrini…una bomba di frutta,al naso impressione di marmellata di prugne mature…nonostante la gradazione alcolica di 15 gradi non è invadente nè troppo polposo. Da abbinare ad un bel spezzatino.
    Non ho provato altri Sagrantini quindi non ho termini di paragone.

  15. carlo Tabarrini ha detto:

    @Vincenzo, piacere, sono Carlo Tabarrini di cantina Margò, dal tuo commento qualcuno distratto potrebbe erroneamente credere che io od altri non siamo vignaioli umili, ma ti assicuro che ce ne sono tanti, lo puntualizzo perché per me é la prima cosa che serve in questo campo. Tant’ é che io stesso ho citato Marco da cui ho tanto da imparare sia a vendite sia sia a livello di vini ! 🙂 ci vediamo a Fornovo.

  16. Piero ha detto:

    Scrivo di vino dal ristorante self service di ADR a Fiumicino… Grazie Andrea x offrire questa distrazione di fine giornata con capriola mentale nei ricordi di una recente vacanza.
    I vini biologici DiFilippo a Cannara, un Sagrantino in purezza asciutto ma denso di frutta, un Grechetto troppo poco sapido x il mio palato al Vermentino MonteCucco, un Passito di Cannara super x bevibilità, gradazione giusta e incredibile riempimento della cavità orale!
    X gli amanti delle escursioni in mbk segnalò non la tenuta Castelbuono, ma l’omonimo borgo sovrastante raggiungibile con qualche sforzo da alto e da sotto… Impagabile.
    Buona Umbria a tutti !

  17. fabio vedovato ha detto:

    segnalo i vini dell’azienda raina di francesco mariani, in quel di montefalco, in particolar modo il montefalco rosso, estremamente morbido ed elegante ed i due sagrantino di montefalco, di cui uno passito.

  18. Giovanni Segni ha detto:

    Saluto Carlo Tabarrini, che ci ha contattato leggendo di Porcovino sul blog. Avendo letto il post di Andrea veramente non vedo l’ora di degustare i suoi vini.
    Per quanto riguarda Roccafiore (sono di parte dato che esporto i loro vini) non ho provato ancora, ma conto di farlo a breve, il Fiorfiore 2010 ma conosco bene il 2009 e sono capace di giustiziare quasi un intera bottiglia a cena. Mi ha incantato quando lo provai la prima volta e continua a migliorare e ad evolversi con gli anni. L’ho trovato di grande struttura, intrigante e complesso; non ostico e bevibilissimo ma che riserva sempre sfumature nuove a ogni assaggio….. Ottimo anche il Fiordaliso

  19. Mirco ha detto:

    Buonasera Andrea,
    insieme ai bianchi di Margò e Collecapretta metterei soltanto
    Marco Merli di Casa del Diavolo.
    Per i rossi di Montefalco (sagrantini e non) la vedo più dura
    ( anche se Calcabrina è decisamente interessante).
    Però oltre a Bea proverei la tripla A (Antonelli, Adanti, Antano)

  20. Federico Bindi ha detto:

    Evitando di nominare produttori gia’ citati, aggiungo Cantine Zanchi di Amelia. Le dimensioni sono importanti(30 ettari), ma si lavora coscenziosamente e si coltivano soprattutto autoctoni. Alcuni vini sono riuscitissimi: nella sua semplicita’ il ciliegiolo Carminio affinato in cemento; l’aleatico dolce Lu (dal profilo aromatico particolarissimo); e quello che personalmente trovo il piu’ interessante: il Vignavecchia, da trebbiano toscano in purezza, strutturato ma di grande equilibrio e bella beva.

  21. Francesco Nicolli ha detto:

    Ciao Andrea, a prososito di Trebbiano Spoletino sonno un sostenitore di Perticaia, ma proverò sicuramente Collecapretta. Un abbraccio!

  22. Mario Petrucci ha detto:

    Non mi dilungherò sulla bontà dei vini di Collecapretta, di cui si è già scritto, ma, essendo tornato da loro proprio sabato, posso dire di aver trovato la stessa incantevole accoglienza, gentilezza e disponibilità, di cui ringrazio ancora, in assenza dei genitori, Annalisa (a proposito di vignaioli umili e silenziosi, non ho potuto salutare il signor Mattioli perchè al lavoro sopra il trattore).
    P.S.
    Un Ringraziamento anche a Tobia per aver intrattenuto le mie bambine.

  23. mass ha detto:

    Tra i bianchi ho apprezzato il Tempestivo di Colleciocco, trebbiano spoletino in purezza estremamente gradevole

  24. Fabio Barbini ha detto:

    Ciao Andrea,
    siamo un gruppo di amici umbri che hanno appena iniziato la pubblicazione di un blog sul vino e le sue suggestioni (vinoewine.wordpress.com alias Sacco e Vanzetti L’anarchia del bere) che ti invitiamo, se vorrai, a visitare e, magari, a commentare per farci sapere, nel bene o nel male, cosa ne pensi.
    Ne approfittiamo, con molto ritardo (quindi a passo col Paese…), per dirti la nostra, da amatori, e da dilettanti del settore, su alcuni vini e cantine umbre che a noi piacciono.
    Per l’orvietano segnaliamo due cantine molto valide per tutti i loro prodotti: Le Velette e Palazzone con i suoi bianchi Campo del Guardiano e L’Ultima spiaggia.
    Una nuova cantina interessante, ai confini col Lazio, è Santoiolo di Otricoli. Mentre costanti conferme sono i piacevoli passiti de La Palazzola di Stroncone (TR) e il rosso da uve Montepulciano Torre Maggiore de Le Poggette.
    Spostandoci nella zona di Montefalco, il Sagrantino (secco) per eccellenza, a nostro avviso, antico, vero è il Colle Allodole di Antano. All’interno della DOCG ci piace molto il Sagrantino passito Colle Ciocco, mentre fuori disciplinare, oltre al “secco” di Calcabrina, ci hanno colpito
    recentemente il passito Meliade Le Cimate e la Vernaccia di Cannara Di Filippo (bio).
    Restando in zona, citando doverosamente la qualità nota di Antonelli, meritano, secondo noi, un accenno anche i bianchi Clarignano di Colle Ciocco e Nessuno di Omero Moretti.
    Di certo non vuole essere un elenco esaustivo, ma solo uno sguardo parziale – e come potrebbe non esserlo – sulla nostra regione.
    Prosit!
    SV

  25. franco verona ha detto:

    una vita x conoscere ed amare la Valpolicella VR con l suoi amaroni, recioti ma da quando x lavoro ho conosciuto 13 anni fa il fantasticico Sagrantino non ho piu’ pace. Vorrei sempre essere in Umbria.

  26. Giorgio ha detto:

    Ciao
    anche io quoto Marco Merli (Tristo, ma anche gli altri vini) e Collecapretta(Trebbiano)

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