Bertelli – St. Marsan 2000

Non conoscevo molto bene Poderi Aldo Bertelli, l’azienda di Costigliole d’Asti da sempre pronta (cito Civiltà del Bere) “alla sperimentazione e alla produzione di vini di straordinaria longevità. Concentrandosi in particolare su due etichette, la Barbera d’Asti Giarone e lo Chardonnay Giarone”.
Mi è stata fatta provare, ancora una volta, alla Compagnia del Taglio di Modena. Una curiosità da sfoggiare a fine serata. Annata importante, la 2000, per un bianco di impostazione francese. Segnatamente Rodano Settentrionale. Sessanta per cento Marsanne, 40 percento Roussanne. Vitigni bianchi che spuntano qua e là anche in Italia, ad esempio nella Doc lucchese di Montecarlo.
Il vino si chiama St. Marsan, tributo (stavolta cito il sito aziendale) al “Marchese di San Marzano, plenipotenziario di Casa Savoia, presso la corte di Francia, durante il governo di Napoleone III”.
Esiste anche un St Marsan rosso, vitigno Syrah, a conferma che la terra ispiratrice di questa linea di vini è il Rodano Settentrionale.
Poderi Bertelli produce vini “francesi”, di impostazione spesso alsaziana (residui zuccherini compresi). Tecnologica ma – nelle intenzioni -legata anche a territorio e tradizione. E’ avvolta da un discreto “mito”. Estimatori e detrattori. Un unicum piemontese.
Il St Marsan bianco – costo 21 euro in rete – è emblematico della filosofia Bertelli. Barriques francesi a profusione, ricerca di grandi estratti e concentrazione, equilibrio spostato sulla morbidezza. Desiderio di stupire subito, sin dal primo sorso – o forse solo lì. Per certi versi mi ha ricordato l’idea che sta alla base del Kurni (che è però un vino naturale, benché assai atipico, e ancor più estremo).
Luca Maroni, proprio per l’annata 2000, lo ha recensito così: “Che crema di frutto questo gran vino di impostazione alsaziana. Alsaziano il suo residuo zuccherino: quel tanto di uvosità tale da avvolgere in sostenuta dolcezza la sua croccante acidità di base. Tale da ammantare in squisita, mai stucchevole morbidezza, la sapidità delle note aromatiche, voci tendenzialmente tanniche attrici dello straordinario vigore espressivo di questo gusto-aroma. Frutto mediterraneo, banana e pera, tropicale nel forte soffio d’ananasso. Il tutto proposto ad un livello di pulizia enologica esecutiva pressoché eccellente. Il tutto proposto ad un volume espressivo superiore: profumo e tatto polputissimi vista l’eccellente ricchezza estrattiva del campione in esame. Ultimo qualificante richiamo all’alsaziana qualità di questo bianco”.
Al di là dell’eloquio, su cui – per indecente quanto improvviso buonismo – non intendo infierire, il St Marsan è il vino perfetto per chi ama parkerismo e (dunque) maronismo. Non posso dire che sia mal fatto, anzi dopo 12 anni si difendeva abbastanza bene (quindi l’acidità c’era). Posso però dire che ho fatto una fatica incredibile a bere il primo bicchiere e, giunto al secondo, in gran parte è rimasto lì. E’ capitato, lo aggiungo per dovizia, anche ai tre commensali che mi facevano compagnia.
Vino strano, sperimentale, ambizioso. Neanche caro e con qualche fuoco d’artificio da sparare. Ma davvero agli antipodi del mio gusto.

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17 Responses to “Bertelli – St. Marsan 2000”

  1. Federico Bindi ha detto:

    Montecarlo e’ in Lucchesia.Li’ le uve del Rodano sono traccia di antichi commerci. A Montecarlo ci si dimentica del valore del proprio terroir: basti vedere l’assedio dei capannoni e delle villette a schiera. Un saluto.

  2. Armando Trecaffé ha detto:

    …quando leggo di vini siffatti mi viene in mente Apocalypse Now…in particolare Robert Duvall, che guida la carica degli elicotteri. esposta al fuoco nemico al suono della wagneriana Cavalcata delle Walkirie….

  3. aldo cannoletta ha detto:

    Menomale che con l’ultima frase si è salvato,e mi sorprende che abbia citato la strabocchevole nauseante opportunistica retorica maroniana!

  4. Nicola ha detto:

    Una recensione, come dire….”polputissima”!!!

  5. Elena ha detto:

    ‎”…indecente quando improvviso buonismo…” anche il solo inciso vale la lettura accurata… 🙂

  6. Marco ha detto:

    Ma come scrive Luca Maroni???????

  7. benux ha detto:

    a me è venuta voglia di assaggiarlo

  8. Angelo ha detto:

    L’unico che ci capisce qualcosa è Maroni……come al solito!

  9. FABIO ha detto:

    luca maroni tra i grandi è forse il più grande…

  10. Marco ha detto:

    Ahahahahahah, i fan di Luca Maroni!!! O magari qualche parente che scrive nel blog di Scanzi 🙂

  11. FABIO ha detto:

    a marco: non sono un parente di maroni, ma sposo la sua filosofia del vino frutto. Comunque trovo intelligente rispettare il parere degli altri, anche se non condiviso. tu invece di chi sei fan?

  12. Angelo ha detto:

    Parente sarai tu……

  13. daniele ha detto:

    Luca Maroni è il secondo tra i grandi, appena sotto il Conte Mascetti

  14. nico ha detto:

    Gentilissimo Andrea,

    Sono un “entry level”, ossia un neofita e faccio fatica a comprendere il “dialetto enofilo”.
    Mi spiega cosa si intende quando leggo in una recensione:”…vino improntato sulla sottrazione aromatica…”.

    Grazie in anticipo e un saluto al suo Labrador bellissimo

    Buona serata

    Nico

  15. Zakk ha detto:

    Maroni:vino=one direction:musica
    Un ritornello orecchiabile che penetra nelle ingenue orecchie di migliaia di giovani fan più inebetite dal ciuffo che dal suono. Questo è Maroni con la sua prosa impossibile e il suo vino marmell…. ehm, frutto.

    Che poi Luca Maroni abbia dei seguaci ci sta, chiunque può averne, figuratevi che c’è (sempre meno per fortuna) ancora chi compra il vino con in mano la guida dei tre bicchieri e chi non ha capito che il sommelier è un cameriere un po’ più fighetto che ha imparato qualche termine tecnico. Purtroppo SPESSO** non ha idea di cosa ha nel bicchiere se non, appunto, un tre bicchieri (manco un 5 grappoli di AISsiana memoria)

    **: maiuscolo, altrimenti subito qualche sommelier se ne risente. Tranquilli, chi se ne risente è “bravo” davvero 🙂 🙂

  16. FABIO ha detto:

    per zakk ……………..

  17. Zakk ha detto:

    Per FABIO: non ho capito.

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