Cirelli – Trebbiano d’Abruzzo 2011

Che bianco appagante. Splendidamente minerale e felicemente fresco, con quella nota ematica (ferro e sangue, anche se messa così fa un po’ impressione) tipica dei migliori Trebbiano d’Abruzzo. E sì, pure la nota di omogeneizzato che ho riscontrato anche in alcuni Valentini.
Il Trebbiano d’Abruzzo di Cirelli, azienda biologica, mi ha convinto totalmente. L’ho bevuto qualche giorno fa, a Milano, con Perfect39.
Nonostante l’annata giovanissima, 2011, ha rivelato grande personalità. E al tempo stesso una bevibilità invidiabile.
Vinificazione in vasche d’acciaio, nelle quali sosta per 4 mesi. A contatto con le fecce fini.
L’azienda è di proprietà di Francesco Cirelli e Michela Palazzo Adriano, poco più che trentenni. Ventidue ettari sulle colline di Atri. Anche ulivi, frutteti, ortaggi e allevamento d’oche. Vigneti vecchi, e si sente.
Ho un debole per il Trebbiano d’Abruzzo, e Cirelli entra subito nel mio podio di questo varietale con Valentini ed Emidio Pepe. Rispetto ai due più noti competitors, paradossalmente somiglia più a Valentini (nonostante la giovane età) che a Pepe (più elegante e pulito). Sono certo che abbia grandi potenzialità evolutive.
Particolarmente adatto d’estate, ma non solo.
Non fatevi ingannare dal tappo a vite – e dalla etichetta bruttina.
Fatevi invece abbindolare dal prezzo, sugli 8-10 euro in enoteca.

P.S. Avendo acquistato – acquistato: nessun regalo – due settimane fa 49 bottiglie (quasi tutti vini bianchi, pochi rossi e qualche sidro) da Les Caves de Pyrene, capiterà spesso che i prossimi vini qui recensiti provengano dal loro catalogo. Come, appunto, Cirelli. 

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13 Responses to “Cirelli – Trebbiano d’Abruzzo 2011”

  1. Valerio Rosati ha detto:

    Avevo letto bene di questo Trebbiano da diverse fonti. Qualcuno sa darmi qualche impressione del rosso?

  2. giovanni ha detto:

    Etichetta bruttina?!! A me sembra uno dei – purtroppo pochi – produttori che fanno attenzione alla comunicazione aziendale, come dimostra anche il sito. Nomi ben più blasonati hanno etichette che sembrano inviti a banchetti matrimoniali anni ’80, e siti web che fanno rimpiangere l’epoca del telegrafo…
    Un applauso all’immagine coordinata di questa piccola azienda, elegante e rigorosa.
    Grazie comunque per l’ennesima dritta, per fortuna quest’estate vado in Abruzzo!

  3. Adriano Aiello ha detto:

    Ho capito: va preso di corsa!

  4. zanotto col fondo ha detto:

    Questo vino lo conosco bene, perche tra l’altro ho la fortuna di distribuire in Inghilterra, e rappresenta come si può essere tradizionalisti e allo stesso tempo moderni.
    Questo è l’esempio di un giovane produttore che rispetta il suo territorio e il suo utente finale, trasmettendo il vigore e la freschezza che solo la collina sa dare
    un plauso ai ragazzi della collina biologica

  5. FABIO ha detto:

    chiedo scusa, ma gradirei conoscere l’indirizzo de les caves de pyrene, grazie

  6. francesco ha detto:

    grazie mille per la recensione e per i commenti:oro per noi alle prime armi.

  7. Valeriano ha detto:

    Premessa: Sono di parte in quanto amico della “rising star” Cirelli (per citare la rubrica Sedimentary Wines).
    Svolgimento: confermo pienamente il parere di Mr. Scanzi sulle sensazioni che il vino trasmette. Personalmente mi ha preso di mano la bevibilità. Ora ho 2 punti sulla patente. Ma vi dirò…ne è valsa la pena. Non sono un tecnico quindi non mi avventuro nell’esternare aromi e profumi che ho trovato nel bere questo buon trebbiano ma, da abruzzese, posso dirvi di aver sentito sapore d’Abruzzo, tutto qui! (e scusate se è poco).
    Conclusione: se lo trovate in giro provatelo. Completate la gamma con il cerasuolo, a mio avviso ancora più schietto e diretto.
    PS (per Andrea Scanzi): dai! l’etichetta non è bruttina! O meglio…anche io la prima volta che l’ho vista sono rimasto un pò interdetto ma ho iniziato ad apprezzarla quando aprendo il frigo, nel corso del tempo, ho notato che tra la tutte le btg il packaging di Cirelli era quello che meno disturbava e “stufava” . E’ una conferma che la semplicità spesso s’accoppia con l’eleganza!
    E poi il tappo. La chiusura vite BVS (più conosciuta come STELVIN) per vini freschi e di rapida rotazione a mio avviso è er mejo! Comoda, pratica e tecnicamente valida (c’è tanta tecnicologia dietro un tappo bvs…su internet è possibile addentrarsi nel tecnico) e per quei vini che devono assolutamente evitare contatti e ingerenze del sughero (come questi di cui stiamo parlando) è la morte sua! L’unico consiglio per la rising star d’Abruzzo: personalizzarla appena appena…l’ochetta sulla collina stampata sul top della capsula per esempio strizzerebbe l’occhio anche ai cultori dell’immagine.
    Saluti a todos!

  8. Simone ha detto:

    Complimenti Francesco, il giusto coronamento per un bellissimo progetto……..anche grafico!

    Viva le collie di Atri.

  9. Opie ha detto:

    Capisco le difese d’ufficio se si è familiari, ma difenderete questa etichetta graficamente mi sembra difficile 🙂
    Quanti permalosi comunque tra i fans e familiari di Cirelli. In una recensione molto elogiativa notano solo una battuta sull’etichetta. Brutto segno.

  10. michele tarentini ha detto:

    Bevuto in due nano secondi! molto buono.
    e l’etichetta mi piace molto (pulita chiara essenziale)

  11. giovanni ha detto:

    @Opie: Nessuna difesa d’ufficio.
    Posso anche capire giudizi soggettivi, ma fermandoci ai fatti l’etichetta mi sembra chiara, completa, non ridondante, coerente (come peraltro i due vini che finora ho assaggiato).
    Se dovessi proprio trovare una pecca, il nome dell’Azienda tutto maiuscolo mi sembra superfluo e leggermente sbilanciato. Altri difetti non ne trovo. Lei invece quali problematiche riscontra?
    Questa difesa mi è stata abbastanza facile, come è abbastanza semplice individuare aziende (la maggioranza) che producono invece etichette illeggibili, tutte riccioli e rilievi, dorature e decori, che nella ricerca dell’opulenza finiscono per essere tutte uguali.
    Per concludere, non essendo né un familiare, né un partner commerciale di Cirelli – per me il vino è un diletto, nella vita mi occupo di tutt’altro – e non ancora un fan – i primi vini li ho assaggiati ieri – il mio commento non è da permaloso: ho solo colto uno spunto per parlare di un tema che a mio parere, specie nel vino, è ancora poco dibattuto, molto sottovalutato e troppo ignorato.

  12. francesco ha detto:

    assaggiato a fornovo pochi giorni fa e cercando sul web qualche informazione sul loro trebbiano trovo questo articolo di Andrea.non posso che concordare anche questa volta.una delle pochissime sorprese ed evoluzioni positive tra i partecipanti di Fornovo.meglio l’acciaio dell’anfora direi.minerale e fresco senza sbavature facilone.lungo palato.davvero piacevole ed intenso

  13. Angelo Cantù ha detto:

    Assaggiato questo bianco oggi al ristorante Ai Binari a Mombarone in provincia di Asti (merita una deviazione sia per la cucina veramente di ottimo livello che per la lista dei vini, ricca di etichette di particolare interesse per gli appassionati). Ho provato l’annata 2012 che fa solo acciaio, tappo Stelvin, che mi ha affascinato per la freschezza e per la bevibilità assolutamente trascinante, ma non disgiunta da una discreta complessità.

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