Ruchè 2010 – Cascina Tavijn

Pochi giorni fa ho raccontato la mia delusione nell’imbattermi in un Grignolino – credo annata 2009, ma non ne sono sicuro – di Cascina Tavijn. Un vino naturale, nel mio caso, debole. Esile. A un passo dal difettato.
Molti lettori mi hanno detto che sbagliavo, perchè Cascina Tavijn è una grande azienda. Tra le migliori di VinNatur.
Io ribadisco il mio giudizio specifico: evidentemente “era la bottiglia” (frase che si dice sempre, ma che a volte è vera, soprattutto per i vini naturali).
Ieri mi sono bevuto l’altra Cascina Tavijn che avevo in casa. Me l’aveva spedita mesi fa Francesco Maule, insieme ad altre distribuite da Arkè. Stavolta un Ruchè di Castagnole Monferrato, annata 2010, quattordici gradi alcolici.
E’ un vitigno che seguo con piacere e ne ho sempre letto bene, nel caso dei vini di Nadia Verrua.
Stavolta la mia valutazione è positiva.
Rubino intenso, non limpidissimo ma neanche torbido. Gradevoli note floreali al naso, poi una speziatura che torna prepotentemente in bocca: si percepisce distintamente il chiodo di garofano e, se qualcuno vuole fare il figo, può aggiungere “macis” – che nessuno sa cosa sia, quindi nessuno potrà mai contraddirvi.
Bella bevibilità. Un’alcolicità importante, che si sente, e che dà – soprattutto all’inizio – al vino un tono “liquoroso” che poi se ne va. L’ho bevuto con un amico, ancora più convinto di me.
Ottimo rapporto qualità/prezzo (12 euro). Vino da quotidianità, essenziale, schietto, naturale (ma non facilissimo: i tannini si sentono e devono sentirsi).
Da provare.

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9 Responses to “Ruchè 2010 – Cascina Tavijn”

  1. Andrea ha detto:

    Esatto, what’s macis? 😉

  2. Simone ha detto:

    Ti consiglio il Grignolino di Oreste Buzio.
    Il 2010 è un vino stupendo in cui si colgono declinazioni floreali di ogni tipo. C’è una rosa rossa bellissima, fresca, con i petali bagnati di rugiada. Poi caramellina al rabarbaro e molto altro. Lascia in bocca un sapore di fiori che mi ha fatto/spero ti farà, chiudere gli occhi.
    Il 2011 dello stesso produttore è appena uscito in commercio e l’ho assaggiato tre giorni fa. C’è più ciccia, come da annata, rispetto al millesimo precedente ma deve ancora assestarsi. Credo che sarà più longevo ma nel mio cuore continuo a preferire il 2010.

  3. Francesco Maule ha detto:

    costa attorno ai 12 euri, sul mio ed altri siti!
    ancora giovine, il 2010!
    Nadia e’ proprio brava, ci tengo a farvela vedere qui:
    http://youtu.be/NBoh6dpJODk

  4. Fabio Rizzari ha detto:

    Molto giusto: il Ruchè 2010 di Cascina Tavijn, sebbene di forte spinta alcolica e non timido nella “presa” tannica al palato, ha una naturalezza espressiva e una bevibilità davvero notevoli.

  5. Valerio Rosati ha detto:

    Mi è venuta la curiosità, cercherò di provare qualche vino di questa cantina. Non c’entra niente col produttore, ma qualcuno può indicarmi qualche buon produttore di arneis?

  6. Sir Paul ha detto:

    Mi è stato regalato un Ruinart Millesimé 2002. Secondo te sarà ancora buono?

    Mi sa che il tizio mi ha girato un regalo di cui ignorava l’entità. 🙂

  7. maurizio gily ha detto:

    l’effetto “bottiglia” esiste e su vini come il grignolino, che temono l’ossidazione, è particolarmente rischioso. Più che effetto bottiglia si dovrebbe parlare di effetto tappo (o random oxydation come la chiamano i fautori del tappo a vite): l’elemento di variabilità principale è il sughero, che essendo un materiale naturale difficilmente riesce a garantire la stessa impermeabilità gassosa su ogni pezzo, questo al di là di altri rischi come il classico odore di tappo più o meno mascherato. Quindi suggerisco di riprovare con un’altra bottiglia, anche perchè il grignolino di qualità, nelle buone annate, e contrariamente a quanto si crede, campa benissimo diversi anni e anzi cresce nel tempo.

  8. Alfredo Pinto ha detto:

    Io ho il Grignolino in questione però ha il tappo a corona!!

  9. la cinta milanese ha detto:

    meglio del Montalbera?

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