Methius

Amo i Metodo Classico (si sarà capito). Ma non amo tutti i Metodo Classico.
Mi piace cercare nuove bollicine, anzitutto in Trentino e Alto Adige, terre non ancora pienamente valorizzate (e conosciute). L’Alto Adige, in particolare, sa colpirti spesso al cuore: basta non fermarsi allo stereotipo-Seppi.
Bene Haderburg e Arunda Vivaldi, un po’ meno questo Methius.
L’ho acquistato su consiglio di un enotecaro di Fiè allo Sciliar, a Capodanno. E’ un Metodo Classico da 30 euro. Ha vinto qualche premio.
L’azienda è nata nel 1986 per volere di due amici, Carlo Dorigati ed Enrico Paternoster. Si trova a Mezzocorona, paese vocato alla spumantistica trentina. Il nome Methius, leggo dalle informazioni, “deriva dalla ricerca di un toponimo locale che accomuna l’origine del prodotto aziendale al territorio di nascita”.
Non chiarissimo. Riproviamo: “L’etimo del nome scelto si perde nella storia. Si sa che già nel 1150 (Principe Vescovo e Mainardo II conte di Tirolo) il nome delle due borgate site nella “Piana Rotaliana” erano: Methius Coronae -oggi Mezzocorona e Methius Sancti Petri (oggi Mezzolombardo) ove il radicale comune “Methius” deriva dal celtico e latino volgare”. Già così va un po’ meglio.
Il Methius, di cui ho degustato il millesimato 2001 Brut, è 60% Chardonnay e 40% Pinot Nero. Un blend classico dei Metodo Classico e Champagne. Quattro-cinque anni di affinamento sui lieviti, sei-otto mesi di sosta in bottiglia dopo la sboccatura.
Tutto bene? Non esattamente.
Il Methius è uno spumante sin troppo educato. Nelle bollicine, per nulla aggressive (bene) ma non troppo percettibili (meno bene). Nei profumi, di frutta matura gialla e poco più. Più ancora, nel gusto: poca acidità e sapidità, grande morbidezza, un “dolcino” sin troppo evidenziato (dato dallo sciroppo di dosaggio e, azzardo, dalla barrique in cui sosta lo Chardonnay).
Non è uno spumante cattivo, tutt’altro, ma è uno spumante con poca spina dorsale e scarsa personalità.
Per i miei gusti, sin troppo affettato e garbato.

P.S. Franco Ziliani, nel suo blog Vino al vino, ha pubblicato la pagina (131) in cui si parla dell’inchiesta sui taroccamenti del vino toscano. Mi sarei giocato uno zebedeo (cit) che quella pagina non sarebbe passata inosservata. Sempre in quel capitolo, a pagina 139 c’è un odioso refuso. Quando il Dottor Massimo D’Alessandro afferma che “il Consorzio dovrebbe fare di più. Purtroppo é in mano a Frescobaldi e La Calonica. Frescobaldi produce anche Merlot e altri vitigni, quindi non vuole che si punti sul Syrah”, in realtà si riferiva ad Avignonesi. Non a Frescobaldi. Colpa mia.
Chiedo scusa ai diretti interessati e ai lettori. Lo correggeremo nella seconda edizione.

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14 Responses to “Methius”

  1. Francesco ha detto:

    e ti credo! spero tu abbia la registrazione audio della conversazione…a parte gli scherzi il libro è bello e si legge bene, forse ha qualche nota di vaniglia in più rispetto all’eleogio (alcune ironie un po’ troppo facili) ma nerbo e spina acida non gli mancano. peccato l’inclusione dei U2 come musica da degustazione, te la passo giusto per la giovane età. Stasera purtroppo lo finisco…a quando il prossimo?
    francesco
    scusa i puntini di sospsensione…

  2. Andrea Scanzi ha detto:

    Non è un pettegolezzo, Francesco. E’ in atto una inchiesta. Lo sapevano tutti. E nel libro riporto una notizia. Lungi da me dare sentenze. La vaniglia? L’ironia fa sempre bene, la seriosità ammazza quasi tutto. Soprattutto nel vino. E’ comunque vero che Il vino degli altri è ancora più personale di Elogio. Volevo fosse più divertente (e al contempo utile e appassionato). The Unforgettable Fire è un capolavoro, non è che gli U2 vadano uccisi in toto solo perché da anni fanno un po’ pena. I puntini di sospensione sono inaccettabili. 🙂 Grazie, comunque.

  3. Daniela ha detto:

    provato! …e concordo…. Ottima impressione invece per Haderburg Pas Dosé Riserva 2002

  4. Andrea Scanzi ha detto:

    Haderburg altro mondo. Grandissimo vino, soprattutto il Pas Dosè e quell’annata. Ma se la cava anche il Brut, tra i migliori in Italia.

  5. Daniela ha detto:

    …e quelli di Haderburg sono simpaticissimi!

  6. Agostino ha detto:

    Non m’importa, mi tengo la mia copia così com’è, chissà che in futuro non acquisti valore. Scherzi a parte, se il 6 maggio sei ad Arezzo(degustazione Barolo) mi porto dietro “il vino degli altri” così mi autografi anche quello.
    Non conosco il Methius ma ho bevuto il Pas Dosè di Haderburg 2005, non sarà buono come il 2002 ma io e la mia compagna(quasi astemia, per il momento) l’abbiamo trovato eccezionale. Pensa che l’abbiamo bevuto in un ottimo ristorante a Serravalle Langhe(CN) abbinato(e qui qualcuno storcerà il naso per l’abbinamento apparentemente poco felice)a una tagliata di manzo, BUONO!!

  7. Andrea Scanzi ha detto:

    Eri alla Coccinella, Agostino?

  8. Agostino ha detto:

    Si, ci sono stato sabato 10 aprile, tutto buono, almeno per me. Poi mi sono fatto indicare da Flavio Roddolo, dopo aver fatto scorta di vini, dov’è Maurizio a Cravanzana, conto di andarci la prossima volta. Per tirarmela un po’ gli ho detto che ti conosco

  9. Francesco ha detto:

    @Andrea. La mia prima era era solo di ammirazione per aver messo nero su bianco quanto si sa da tempo nell’ambiente vinoso. Vista l’indagine in corso non si possono tirae conclusioni ma, insomma, certi vini qualche dubbiolo lasciavano pure a me che non ne capisco nulla. Finito ieri sera, ottimo lavoro, a mio parere mission accomplished, sei riusicito a stimolare la curiosità con una vrve leggera e frizzantina, ora mi metto in caccia di quel cannonau.
    Nota musicale
    Unforgettable è decisamente bello (e li vidi a bologna nell’85 e nell’87 a modena, non mi sono indifferenti), peccato che da achtung in poi non abbiano fatto più nulla di potabile, e poi non mi ero reso conto che avevi messo i dire staits (visti a carrara agli albori)altrimenti avrei sparato volentieri su quelli. a parte gli scherzi, ho visto che sei molto più mainstream sulla musica che non sul vino, ma la chicchina di ryan adams è come un sangiovese di radda in mezzo ai supertuscans di cui sopra.

  10. Lapo ha detto:

    complimenti, hai avuto le palle per dire cose vere. Io so per certo che anche su vini illustri (Tignanello) si “giobba”. Viene detto che sia all’80% sangiovese, ma……..così non è!!!!!! E fidati, che lo so…….per certo!!!!!! Sarebbe molto meglio essere onesti, e dire le cose come stanno, tanto se una cosa è buona, la gente la compra lo stesso. E lo dice uno che trova il tignanello 2004 o 2005 un ottimo vino, che merita l’acquisto, e che merita la degustazione.

  11. Andrea Scanzi ha detto:

    Grazie, Lapo. @Francesco. Mainstream sulla musica? Più che altro onnivoro. Vado da Coltrane ai Dire Straits e da Rachmaninov a Ivan Graziani. Mi piace piluccare ovunque. I Dire Straits li ho ascoltati di continuo durante alcuni capitoli, soprattutto Telegraph Road, che adoro (quando ho voglia di chitarra, vado lì, oppure su Free Bird dei Lynyrd Skynyrd). Gold di Ryan Adams è pazzesco. I Sigur Ros non sono mainstream, dai. E neanche Giulio Casale. Sugli U2 condivido in pieno, dopo Achtung Baby il nulla (al punto che l’ultimo suona quasi bello, essendo meno orrido degli altri). Il Perda Rubia è un gioiellino dall’ottimo prezzo e dalla gloriosa storia, non per nulla piacque anche a Mario Soldati. Ti ringrazio, molto, per le belle parole. Era esattamente ciò che volevo suscitare sul lettore. Dargli qualche dritta, raccontargli qualche amore. E farlo sorridere. DETESTO i libri barbosi. Riguardo all’aver messo “nero su bianco”: mi parrebbe il dovere naturale di ogni scriba. Se una persona mi racconta delle cose, non vedo perché poi io non debba scriverle. Mi è capitato che, letto il libro, qualcuno mi abbia detto “questa era meglio se non la scrivevi”, ma non è la mia filosofia. Se me lo dicono prima, ed è una loro esplicita richiesta, sì. Se parlano a braccio e danno il benestare su ogni cosa da loro detta, e poi – dopo essersi riletti – frenano un po’, è un problema loro (non parlo del capitolo sul Syrah e non farò nomi). Grazie ancora.

  12. Francesco ha detto:

    eh i lynyrd,non è figho citarli ma dio bono ci davano dentro (anche se preferisco gli allmans) comunque, a livello di solo di chiatarra c’èuna parte in The Fool (sul primo dei quicksilver) che a mio parere è di una libidine unica, con un sentore acido-mescalinico (perchè vagamente messicaneggiante)che si poteva sposare con lopez de heredia.
    ciao
    ps detesto anch’io i libri barbosi, sono come i vini troppo barricati, dopo un sorso sei già pieno
    ps II devo decidermi a fare il test ma ho paura di finire tra i damigianisti (che, come saprai, non sono un ordine monastico del XXXIII secolo)
    ps III nel vino è come con la musica, al primo twist of fate ci finisci dentro e non c’è nulla da fare, tangled up in booze, senza possibilità di avere una minima shelter from the storm, inutile aspettare improbabili buckets of rain

  13. Roberto Giuliani ha detto:

    Quoto Andrea anche in questo. The Unforgettable Fire è un capolavoro!
    Un 55enne di 27,5 anni (^_^)

  14. Claudio Stella ha detto:

    Bevo e Vendo il Methius da oltre dieci anni come altri Trentini/Alto Adige tipo Haderburg, Arunda, Letrari, Abate Nero, Maso Martis, Moser, Opera, Balter, Revi, Cavit Graal e molti altri. Appassionato di Metodo Classico “Italiano” con in scaffale oltre 170 Bollicine, concordo l’annata 2010 forse la meno felice del Methius, ma avendo clienti veicolati alla passione del metodo classico di qualità Italiano che si documentano e leggono recensioni anche datate come quella sopra, invito riprovare nuovamente Dorigati Methius (se ne trova ancora qualche bottiglia) personalmente tra i migliori vini Italiani.
    Auspico leggere una recensione recente.
    Saluti
    Claudio Stella

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