Silvio Pistone Forever

L’Evento ha luogo a Borgomale (Cn), attorno alle 19.30, o a quell’ora dovrebbe cominciare.
Arrivo lungo alla rotonda di Manera, tra Alba e Borgomale, partendo dal Relais Montemarino. Era difficile sbagliare, c’era solo una strada e neanche un chilometro da fare, ma ci riesco.
Lì mi aspetta (aspetterebbe) Ezio Cerruti. Torno indietro, sacramentando, e andiamo da Silvio Pistone, nel regno delle tome – e derivati – di pecora.
Attorno alle 20 inoltrate arriva Beppe Citrico Rinaldi. Poco dopo, anzi a dire il vero quasi alle 21, giunge Mauro Musso.
Verso le 23, quando abbiamo già mangiato antipasti e primi, spunta la sorpresa: Maurizio Robaldo, dello slowfood Da Maurizio a Cravanzana.
Riassumendo. La cena vede protagonisti: 1) Il genio dei formaggi eternato in Langhe Doc (ma che conoscevo prima di Langhe Doc); 2) L’artefice sommo e imbattibile del Barolo; 3) Il pazzo scriteriato che ha declinato il Moscato a passito indimenticabile; 4) il folle che ha rischiato tutto per mettersi a fare i tajarin a modo suo (pure lui in Langhe Doc) ; 5) il proprietario del migliore slowfood di Langa.
Il Gotha dell’enogastronomia. L’intruso sono io.
La cena è surreale, in un contesto illuminato solo da candele, con pane fatto in casa e stufa a legna. Altri tempi.
Attenzione a una scena: quando arriva Rinaldi, abbiamo già sdraiato un Moscato secco vinificato – per ora in privato – da Ezio. Rinaldi fa finta di non essere interessato alla degustazione del vino, che in realtà lo intriga moltissimo (è stato lui a esortare Ezio a provare altri vini oltre al rinomato Sol). Comincia quindi una mezzora in cui Rinaldi va giù di aneddoti. Pensi (se non lo conosci): “Se ne frega di quel vino”. Au contraire: sta aspettando di recensirlo con poche e giuste parole.
La meraviglia dell’essere umano risiede spesso nella via – traversa – che imbocca per raggiungere un obiettivo. Beppe “Citrico” Rinaldi – semper fidelis, ora pro nobis – parte dall’aneddoto dialettale, e dalla digressione colloquiale, per arrivare all’obiettivo. Che, nello specifico, è un apprezzamento critico ma convinto di quel vino.
Citrico è uno di quelli che finge perennemente distacco e cazzeggio, ma non smette mai di essere lucidamente immerso nel suo tempo.
La progressione dei cibi vede uno sfoggio di formaggi encomiabile. Anzi: commovente. Verrà la Langa e avrà le tome di Pistone. Preparatevi. Egli è il nostro Guri (vostro non so, mio credo di sì. Anche se dovrebbe smettere di cucinare carne e fare a tempo perso il macellaio. Basta con ‘sto carnivorismo, cazzo).
I vini sono, ovviamente, di pregio. Il Moscato secco di Ezio mi ricorda certi Zibibbo egualmente secchi bevuti di recente: l’aromaticità che esplode, e rende difficile l’abbinamento, ma bella beva e grande personalità.
Delude il Verdicchio, piace l’Ar.Pe.Pe Vendemmia Tardiva Sassella 2004 (ma il vendemmia non tardiva è molto più emozionante).
Deciso cambio passo con il Barolo Rinaldi 2004 (senza etichetta).
Maurizio ha portato una magnum di Bricco Appiani Roddolo 2003. Annata calda, vitigno che nulla c’entra con le Langhe, qualcuno è scettico, ma la bottiglia finisce.
Il Sol 2007 (botritizzato e no) emoziona. I formaggi esondano. Spunta la mitica torta di nocciole di Maurizio (standing ovation, e io odio i dolci).
Beppe mi racconta aneddoti su Sandro Luporini: chiedere di più dalla vita, sesso a parte, è difficile.
Si parla, ci si confida, si beve, si mangia. Si tira tardi, si oltrepassa l’una.
Mauro Musso, nel frattempo, si addormenta su se stesso e crolla. Istantanea indelebile (ha tutte le ragioni per essere stanco, è sempre in giro e non dorme mai, ma tutto questo non lo esenterà dal perculeggiamento eterno).
La serata volge al termine.
Mi sento come un intruso in un quadro di Monet (o di Luporini).
Me ne vado. Ma torno, presto. Torno. E so già quando.
Io da queste parti devo comprare casa.

Tags:

13 Responses to “Silvio Pistone Forever”

  1. luca giotto ha detto:

    Solo chi muore sa com è fatto il paradiso, ma anche chi è stato in langa.

  2. benux ha detto:

    Fai venire voglia di farsi una vacanza da quelle parti.
    Qual’era il verdicchio deludente?

  3. carolina ha detto:

    io ho pranzato ieri con citrico e la rinalda, più altre 2 persone… avevo bisogno di un consiglio su indovina chi? il raboso, ma 2008 🙂
    comunque sia si, la langa è bellissima…e pure i suoi abitanti…appena faccio 2 soldi mi prendo casa anche io là ad ovest, con pippo, la mafalda, 7 etti e la mamma, e mauro 🙂

  4. gian paolo ha detto:

    Leggere il tuo post e non sbavare dall’invidia-quella buona ovviamente- è un’impresa titanica.
    Concordo con te le Langhe sono un posto meraviglioso dove si può riprendere a sognare a occhi aperti…ho provato a convincere a un amico viticoltore di Roddi a fare cambio vigna-schezo ovviamente non riuscirei a rinunciare alla mia nebbia-…ma non ha funzionato.
    Volevo anche ringraziarti per la dedica sul tuo ultimo libro-da Marina a Modena-, veramente appassionante e per chi come me ama i cani, gatti,pappagalli, mucche ,oche -e donne :)-si legge in un attimo. ciao e grazie ancora Gian Paolo

  5. Massimo Barbolini ha detto:

    Difficile darti torto sulle Langhe. Sono stato 3 giorni ad Alba la settimana scorsa, Bellissimo e buonissimo.

  6. Luca Miraglia ha detto:

    Rinaldi e Sol: come dire un Laver – Rosewall d’antan oppure, che è l’altro lato della medaglia, tradizione e territorio uber alles.

  7. Davide ha detto:

    Siamo appena tornati da quei bei posti ma la lieve malinconia persiste. Abbiamo visitato anche il fenomenale Maurizio che ci ha messo dieci secondi, dopo averci portato il Roddolo ordinato, ad intuire le nostre sane frequentazioni web e letterarie. Bei posti, sul serio. Bellissima la gente e quel calore umano discreto ma solido sempre meno visibile in giro.

  8. Hansen ha detto:

    Cavoli dal titolo mi ero un attimo allarmato pensando che anche Scanzi fosse stato ospite ad un bunga bunga 😉

  9. Andrea Scanzi ha detto:

    Ahahahahahahaha. 🙂

  10. Stefino ha detto:

    Mi accodo a benux, quale verdicchio vi ha deluso??

  11. Alessandro, Enea ha detto:

    Ho visto Langhe Doc, i protagonisti sono delle persone speciali che amano la natura e le cose di un tempo. Entrano in questa società che non è la loro, per dire basta fare businnes velocemente attraverso prodotti non idonei alla nostra salute, per riproporre i loro prodotti fatti come una volta. Ammiro questi personaggi, la loro forza di volontà, essi sono considerati pazzi perché invece di andare avanti, tornano alle origini. Io a questi futuristi dell’economia veloce dico: assaggiate i prodotti di questi artisti e poi giudicate. Chi ha avuto la fortuna di assaporare i prodotti fatti a mano come una volta, sa di cosa stiamo parlando. Chi non ha mai assaggiato prodotti genuini perché giovane di età, scoprirà gusti meravigliosi. Sono piccoli passi a ritroso che aiutano ad andare avanti e a non dimenticare la cultura storica sul cibo.
    Ho conosciuto Mauro Musso a Cerea, presso l’Area EXP, “La Fabbrica”: ebbene avevo già sentito le sue specialità e in quell’occasione ci ha cotto un piatto di pasta preparata direttamente dalle sue mani, l’ho trovata ancora assai gustosa. Poi, su un tavolino all’esterno, mentre fumava una sigaretta, Mauro ha raccontato la sua storia.
    Sinceramente mi sono un po’ commosso, nella sua vita gli sono capitate parecchie disavventure, ma lui da solo, con la sua forza di volontà, è ripartito da zero e ha creato una pasta che io adoro.
    Bravo Mauro, continua così.

    Enea

  12. Della ha detto:

    Io invece ho conosciuto Mauro a Terre di Vite, a Levizzano(MO). Lì ho assaggiato le sue casarecce (è un paio di pacchi li ho portate pure a casa 😉 ), ma avevo già assaggiato i suoi tajarin donatimi da Ezio Cerruti durante una tappa in Langa. Entrambe le tipologie davvero squisite soprattutto con condimenti semplici.

  13. Della ha detto:

    Però è mitica (per me) anche la torta di nocciole che offre Silvio alle sue cene/merende/degustazioni. Quella fatta dalla sua amica di Bosia

Leave a Reply