Osteria da Gianni (Il Disastro)

Prendete nota: ho la risposta a una delle domande eterne. Qual è il peggior ristorante d’Italia? Io forse posso dirvelo. E il bello è che non ci ho neanche mangiato. Avrei voluto, ma non ho potuto.
Ieri ero a La Spezia. La presentazione a Porto Lotti è stata splendida. Una delle migliori.
A pranzo, volevo provare uno slowfood. Di solito sono piccoli garanzie. Di solito.
Opto per L’Osteria da Gianni, nel quartiere Umbertino. Lo scelgo anche perché, da vegetariano, ci sono molti piatti erbivori e di pesce: testaroli al pesto, torte di verdura. C’è scritto nella guida, non lo invento: pagina 350 dell’edizione 2011.
Prenoto, per puro scrupolo. Dico alle 13.15, arrivo alle 13.30. Entro. Il locale è povero e bruttino. Tavolini di marmo. La conduzione vede impegnati il titolare Gianni e la moglie Rosa Angela in cucina.
Dentro non c’è praticamente nessuno. La saletta iniziale è tipo alimentari, c’è un banco a sinistra con qualche piatto e, giusto dietro la porta, un avventore solitario. Giri a destra e c’è la sala vera e propria, comunque piccola, 30 coperti al massimo. L’arredamento è scarno, i prezzi bassi. Menu fisso a 11 euro, prezzo medio 10-15. Non si accettano carte di credito.
Ad accogliere (va be’) i clienti (va be’) c’è la figlia dei proprietari. Si chiama Elisa e credo fosse lei quella che ho visto. Ingrugnata, scazzata: allegra come Toni Capuozzo sotto un bombardamento.
Entro e chiedo scusa per il piccolo ritardo. Non mi fila e non mi parla. Cominciamo bene: daje.
Poi mi indica la sala. Che è vuota, a parte una coppia di stranieri che stanno finendo. Ci sono almeno 6 tavoli già apparecchiati, da 4 e da 6. Chiedo se posso andare in un tavolo appartato da 4, lontano dai due turisti. No, dice lei: “Non si può”. E mi indica, con la nettezza dei nazisti, il tavolino da due attaccato a quello dei turisti. Che non era neanche apparecchiato.
La ragazza denota l’elasticità dei Big Bubble arrostiti al sole. E poi è simpatica. Simpaticissima. Travolgente, la sua gradevolezza.
Vado in bagno a lavarmi le mani. Torno e non ha ancora apparecchiato. Non riesce a spostare le chiavi e il cellulare. Un’operazione improba, in effetti: mettere la tovaglina spostando le mie cose, è roba da laurea in filosofia teoretica. Come minimo.
La ragazza sta sbagliando tutto, ma non fa né pena né tenerezza: è semplicemente lo spot vivente dell’incapacità ospitale.
Mi chiede cosa voglio da bere, sempre con il garbo di una molotov. Dico acqua. Poi torna, dopo due minuti. Butta là l’acqua (bottiglietta da mezzo litro). E mi chiede stancamente cosa voglio. Domanda difficile, visto che il menu non c’è. A quel punto lei, infastidita, snocciola con entusiasmo obitoriale i piatti. Gli antipasti non ci sono. I primi sono tre: minestrone di verdure, che va benissimo da morti, penne all’arrabbiata e “ragù” (non si sa con quale pasta). Chiedo se c’è nulla senza carne. Lei: no. Come no? Puoi farmi qualcosa senza carne? No. Noooo? Neanche pasta al burro, all’olio e parmigiano? No. No.
La ragazza sta scrivendo un capolavoro indelebile nella storia della crassa insipienza. Andrebbe quasi applaudita.
Chiedo, stremato, cosa c’è di secondo. Anche solo un contorno. Anche solo una bietola lessa. No: due secondi di carne e verdure ripiene. Ripiene di che? Uffff (testuale), mortadella, altro. “Altro”.
Insisto: quindi non c’è nulla per chi non mangia carne? Lei: no. No? Be’, c’è il minestrone (e poi magari la mela cotta e una bella flebo).
Tento l’ultima mossa, indeciso se invadere la Polonia o tirare tre disinvolti inni al Signore: davvero non c’è proprio niente? Eh, no (detto con trasporto rutilante). Allora me ne vado? Silenzio annoiato. Okay, me ne vado.
E l’ho fatto. Mi sono alzato e me ne sono andato. Cinque minuti di vita vissuta pericolosamente.
Ora:  io so che esistono le giornate storte. So che lo stereotipo ligure non è esattamente quello del regionale ospitale. E so anche che, magari, la cucina di quel luogo è straordinaria e il rapporto qualità/prezzo incredibile. Tutto può essere.
Ma una simile incapacità, una simile maleducazione totale: be’, in uno slowfood non le avevo mai incontrate.
Disastro.

P.S. Alla fine, prima di fare una degustazione a Riomaggiore e poi la presentazione, ho pranzato velocemente in un locale segnalato su Slowfood: Basta Curve. Ho provato i testaroli (i panigacci li facevano solo a cena: che palle). Carino.

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79 Responses to “Osteria da Gianni (Il Disastro)”

  1. Adriano ha detto:

    Ahahahah le sventure (degli altri) messe in forma enfatica fanno sempre ridere. E non ti ha detto che il minestrone aveva alla base il soffritto di pancetta defunta e dotata di principi di ermeneutica:) Ho già prenotato a nome di Al Capone

  2. Francesco Brollo ha detto:

    Elogio dell’invaiamento. Ovvero come diventare neri di rabbia. A ragione. (Curiosità, il minestrone non ti aggrada proprio come piatto?)

  3. Nori ha detto:

    Bello Porto Lotti…

  4. Nicoletta ha detto:

    caro Scanzi se chiedeva consigli mai mangiare a la spezia , poteva fare due passi a Sarzana e la musica cambiava

  5. TheHand ha detto:

    “…poi magari la mela cotta e una bella flebo” 🙂

  6. Francesco ha detto:

    No food, altro che slow! Io ho mangiato bene al Baretto a Vernazza, due anni fa.

  7. Francesco ha detto:

    No food, altro che slow! Io ho mangiato bene al Baretto a Vernazza, due anni fa

  8. Matteo ha detto:

    Ora posso uscire. Sembrava un venerdì di merda. Scanzi, Le sarò eternamente grato. Suo aff.mo m.c.

  9. Luisa ha detto:

    Liguria, inverno, giorno feriale: è già un miracolo trovare un ristorante aperto

  10. Carla ha detto:

    io non capisco… in alcuni lavori la gentilezza e l’accoglienza sono IMPRESCINDIBILI. Se non li hanno, ma che si impicchino …

  11. Luisa ha detto:

    l’unica possibilità di sopravvivenza in liguria (inverno, giorno feriale, ma nei festivi non va molto meglio) è riuscire a procacciarsi un pezzo di focaccia in panetteria prima che chiuda, all’imbrunire, ma spesso anche prima dell’imbrunire

  12. Valeria ha detto:

    Mi hai fatto morire dal ridere, certo la situazione per te sarà stata molto spiacevole, ma da buona siciliana, per me, ha dell’ inverosimile. Mai visto niente del genere, anzi talune volte, l’ esatto contrario!!! La prox volta vieni in Sicilia!!!

  13. Enza ha detto:

    Andrea hai vinto tu. mai MAI capitata una cosa del genere, nemmeno nei locali più infimi, devo dire però che una volta in pizzeria avevano finito la pasta per la pizza…

  14. Massimo ha detto:

    la finezza del biglietto da visita sfocato è notevole 😀

  15. Speedy ha detto:

    peccato, secondo me il vino sfuso era interessante

  16. Jonsi ha detto:

    La bottiglia d’acqua che hai ordinato credo sia ancora sul quel tavolo.

  17. Luisa ha detto:

    un vero peccato peccato non avere filmato la scena

  18. Luca Lopardo ha detto:

    Stento a credere a ciò che leggo. Evidentemente anche Slowfood, come la Bocconi e il Nobel per la Letteratura, ultimamente encomia un po’ alla cazzo.

  19. lorella ha detto:

    …bellissimo anche a me è capitato di scappare da un luogo simile, comunque in liguria non è difficile incappare in queste situazioni.

  20. Davide Valpreda ha detto:

    Chiedo scusa. Non so se basta. Spero nella clemenza della corte. Ho rubato la frase “lo spot vivente dell’incapacità ospitale”
    Sono disposto a cancellare tutto. Non vorrei però doverlo fare … attendo fiducioso.

    Comunque vada, grazie per il post …

    https://davidevalpreda.wordpress.com/2011/03/04/lo-spot-vivente-dell%E2%80%99incapacita-ospitale/

  21. elisa ha detto:

    huahuahau!!!!!
    sono vegetariana e capisco, eccome se capisco!
    ma solitamente un minimo di cortesia…anche quando si è costretti ad andarsene per mancanza di piatti vegetariani…
    a proposito,
    quando diventi vegetariano vero?
    muah!

  22. Matteo ha detto:

    ‎1) il minestrone è arte e scienza (anche come fatto culturale – cit.): inviterò Jonsi ad assaggiarne un piatto di mia fattura; 2) per la remissione della querela mi gioco il jolli: mio figlio si chiama Boris (ma non per motivi telefilmici né – tantomeno – cruccotennistici).

  23. Alessandro ha detto:

    ho capito, ma andare in un ristorante a mangiare il minestrone è come andare a mignotte per farsi fare le coccole,eh

  24. Luisa ha detto:

    Non in liguria, Alessandro: in queste squallide e inospitali bettole liguri con i tavolini di marmo e i serramenti di alluminio anodizzato (che in certi casi riescono anche ad avere un loro perchè), se si riesce a passare sopra alla malmostosità del personale può capitare di riuscire a mangiare dell’eccellente minestrone ligure, tiepido e additivato-pesto. Ma non mi pare il caso di Andrea ieri: non esiste che una bettola ligure sia priva di ALMENO un piatto di trenette al pesto

  25. Nicola ha detto:

    La verità Andrea è che nulla è accaduto per caso! Sei anche tu intercettato, per cui sapevano (chi non importa, il nemico ti ascolta) dove ed a che ora saresti andato. Come dici? Sei arrivato in ritardo? Per sicurezza ti avevano pure pedina…to. Ricordati che sei un sovversivo! Tutto era stato allestito appositamente per non farti mangiare. E la figlia era la Ravetto travestita. Non ha toccato il tuo telefonino perchè lei ha una repulsione per qualsiasi telefonino non sia un Blackberry. Eppoi la “simpatia” che trasmetteva era inequivocabile!
    P.S.: Ora però non dirmi che il tuo è un Blackberry!

  26. Andrea ha detto:

    Provare il ragù sarebbe stato coraggiosissimo, come il bunjee jumping dal Ponte vecchio…hai perso un occasione per dimostrare al tuo fegato che sei cazzuto!Se capito a La Spezia ci vado di sicuro.

  27. Pierpaolo ha detto:

    ma su, prendiamo il lato positivo della cosa. Per fortuna che sei andato,sacrificandoti a tua insaputa per tutti noi. Hai così svelato che non tutte le dritte di Slow food so dritte e sopratutto ci hai salvato da grandi irritazioni… si sa… quando si ha fame può accadere di tutto… sei stato un grande a non perdere il controllo 🙂 … e cmq il minestrone, dai, se fatto bene è gustosissimo. Unico neo è che ci lasci con un dubbio,almeno il minestrone potevi assaggiarlo e poi te ne andavi via :)… perchè ora la domanda che ci si pone è: ma come si mangerà effettivamente in questo posto? Certo se tanto mi da tanto… ma non potremo mai saperlo, nessun altro volontario che testi? io sono dall’altra parte d’Italia 🙂

  28. Fulvio ha detto:

    ps: sei sicuro che fossero liguri i titolari?

  29. Luisa ha detto:

    a parte l’assenza del pesto, tutto lo fa pensare, fulvio ;-))

  30. Fulvio ha detto:

    luisa da cosa lo annuisci? daccordo non saremo dei giullai in festa all’arrivo di qualche piemontese o lombardo,ma le palanche fanno comodo e i liguri alle palanche ci tengono…come ci tengono……

  31. Luisa ha detto:

    lo deduco dallo “scazzo cosmico” che si impossessa di quasi tutti gli operatori nel settore (alimentare ma non solo) liguri nel periodo che va dalla fine di settembre ai primi di giugno, cioè quando non si fanno palanche a sufficienza. Ma non è che in alta stagione sia molto meglio perchè in estate hanno lo scazzo da affollamento 😉

  32. Hap ha detto:

    Con questa tua recensione, inizierà un pellegrinaggio in questa osteria per vedere di persona la mitica figlia/cameriera.

  33. Eliana ha detto:

    ho pensato a quante volte mi è capitato di essere trattata come te nei ristornati, bar… troppe! Mi hai vendicata :-)))))

  34. Malcom Pagani ha detto:

    Super Scanzi…. sembra di esserci stati

  35. Emanuel ha detto:

    Fantastica, mi sto pisciando addosso dalle risate. Andrea, scusami, non me ne volere, ma spero che tu possa incontrarne uno simile, solo per il gusto di leggere un’altra recensione del genere… ciao

  36. Francesco ha detto:

    belin e l’acqua ….chi la paga?maaducou!sti qui hanno in testa di venir qui con due soldi in tasca e permettersi quello che vogliono?ma cosa pensano che noi stiamo qui a lavorare per loro?vengono da milano o dalla toscana e fanno i saputel…li.quelli che non mangiano carne e gli gira il belino se c’e’ il minestrone.e non e’ verdura quella?cos’e’ il grand hotel?pino o’ turco lo mangia tutti i giorni da 40 anni e non dice bau:ci fa anche le pulizie quando finisce e una volta per ringrassiamento ci ha pure imbiancato il locale.che tempi!

  37. Claudio ha detto:

    Un po’ di esagerazione non guasta: vero Andrea? E comunque se passerò un giorno per La Spezia, giuro che andrò a mangiare all’Osteria da Gianni. Lo sai, sono più curioso di una scimmia…

  38. Paola ha detto:

    Beh, ma la mia risposta alla domanda “qual è la più triste città italiana?” è sempre stata: La Spezia!!!

  39. Francesco ha detto:

    lo giuro!anche aznavour in un concerto spezzino si e’ rifiutato di eseguire il suo hit perche’ sarebbe stato troppo,troppo davvero.una punizione eccessiva

  40. Francesco ha detto:

    ieri sera ti 6 persa in ordine:la spezia-circonvallazione-zona industriale-viale costeggiato da capannoni uso cantieristica.il tutto condito da pioggia e rondo’ privi di indicazioni.bella la vita quando in fondo al tunnel trovi la luce.
    dimenticavo:il travertino ci e’ stato risparmiato non essendo passati dal centro

  41. Lara ha detto:

    Possibile che i turisti stranieri accettino di lasciarsi trattare in questo modo? Io non mi ritengo una persona di grandissime pretese, ma a condizione che almeno il cibo e la simpatia dei gestori equilibrino un servizio poco curato. Hai fatto benissimo ad andare via, in genere è completamente inutile lamentarsi con i ristoratori che non hanno la minima attenzione verso i propri clienti.
    Si può solo sperare che chiudano presto e la smettano di infangare il buon nome della ristorazione italiana slow.

  42. Simone ha detto:

    Purtroppo sono stato anch’io in questa osteria e confermo tutto. Maleducati come pochi.

  43. Paolo ha detto:

    Però pensa che sfiga, anche questa qua. Va a fare una scena del genere proprio a uno che ha un blog e scrive anche di queste cose. Secondo me i genitori la uccidono. 🙂

  44. Francesco ha detto:

    Sulla serata di ieri sera a Porto Lotti. per chi l’ha visto e per chi non c’era(cit)
    non avendo assistito alle precedenti presentazioni mi fido del giudizio di andrea.in ottima forma affiancato da due conosciuti e apprezzati produttori locali,de batte’ e andrea di santa caterina.p…resentati da marco versione morandi sanremese(siamo forti!).breve accenno mio ai due ottimi vini pico e harmoge.per chi ama la mineralita’ e mettere in discussione il proprio palato.per me il secondo lievemente piu’ stanco del primo nella persistenza,meno lungo.ma le cose da trattare con andrea,come lui ha ricordato,sono tante.il tempo poco da dividere con
    gli altri ospiti e le divagazioni extra enoiche non mi sembravano troppo opportune.platea di appassionati e molti specialisti,ais e ristoratori.seguiranno foto.

  45. Alessandro ha detto:

    I turisti stranieri sono anche quelli che vanno in un rstorante rinomato per il pesce e ordinano “pasta alla bolognese and cappuccino”,eh…..:)
    E lo dico con cognizione di causa, vivo a Venezia: città che tra l’altro è forse piu’ famosa di …la spezia per lo “scazzo cosmico” con cui vengono trattati i turisti (anche se molti se le cercano, diciamolo )

  46. Massimiliano ha detto:

    Avrei voluto esserci. Non sai quanto! Quando torno mi ci porti cinque minuti.

  47. CRISTIAN ha detto:

    LA SERATA DI PORTO LOTTI E’ STATA SPECIALE,VERAMENTE SPECIALE,PERCHE’ L’AMORE PER IL VINO MANIFETASTA DA ANDREA, DA WALTER DE BATTE’ ED ANDREA KILGHREN(SPERO SI SCRIVA COSI’) DELLA CANTINA S.CATERINA HA CONQUISTATO ED AMMALIATO TUTTI I PARTECIPANTI.CIO’ CHE MI HA MAGGIORMENTE COLPITO, E’ STATA LA SENSAZIONE ED IL SENTIMENTO DI ASSOLUTA SINCERITA’ CHE TRASPIRAVA DA OGNI SINGOLA PAROLA DI QUESTI TRE ASSOLUTI PALADINI DEL CONCETTO DI BERE SANO E BENE.
    IN POCHE PAROLE UNA SERATA ENTUSIASMANTE.
    DI SEGUITO IL LINK PER VEDERE LE FOTO DELLA SERATA.

    http://www.facebook.com/#!/album.php?aid=42947&id=100000986612208

  48. Andrea Scanzi ha detto:

    Ti ringrazio, Cristian. Domani dedicherò un post alla serata, molto bella anche per me.

  49. Luca Lopardo ha detto:

    C’è da dire che il biglietto da visita trasuda mestizia.

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