Chianti Classico (Cinciole, Rentennano)

Quanti Chianti Classico buoni conoscete? Pochissimi.
E’ un altro aspetto che affronto nel nuovo libro: la situazione (spesso) deplorevole della mia Toscana enologica.
Fortuna che qualcuno resiste. L’altra sera, alla Bottega del vino di Marco Sensitivi e Claudio Amadori, ne ho provati due. Entrambi 2006. Sono andato a colpo sicuro. Le Cinciole da una parte, San Giusto a Rentennano dall’altra. La prima, a Panzano in Chianti, è a conduzione biologica. L’azienda è condotta da Valeria Viganò e Luca Orsini. La seconda, dei Fratelli Martini di Cigala, si trova a Gaiole.
Ho provato i base delle due aziende, di solito sono proprio loro a dare il polso della qualità di una cantina.
Il Chianti Classico 2006 di Le Cinciole, più nota per il Riserva Petresco e un Supertuscan che non mi fa impazzire ma è ben fatto (Camalaione), costa sui 13 euro in enoteca. Al ristorante, se è onesto, poco sotto i 20. Li vale. E’ Sangiovese con piccola aggiunta di Canaiolo, uva che nel Chianti c’è sempre stata (anche se di per sé dona poco).  A distanza di quattro anni, è ancora un po’ chiuso e non lunghissimo, ma spicca per bevibilità, equilibrio, giusto frutto e un finale lievemente asprigno  tipico del Sangiovese.
Dall’altra parte, il Chianti Classico 2006 di San Giusto a Rentennano, azienda che apprezzo soprattutto per il Riserva Baroncole e (più ancora) per il Percarlo, uno dei migliori Sangiovese in purezza che si possano incontrare. Il prezzo è più o meno identico al base de Le Cinciole, forse qualcosa in più. Qua la matrice del Sangiovese è ancora più spiccata e asprigna: per alcuni più tipico, per altri meno piacevole. Io lo preferisco, seppur di poco, ma son gusti (cit).
Se vi trovate in Toscana, o vi va di provare due Chianti sicuri (e veri), questi lo sono. Non ne troverete – ahimé – molti altri.

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7 Responses to “Chianti Classico (Cinciole, Rentennano)”

  1. Mirko ha detto:

    Vivo in pieno Chianti, non sono toscano e non ho mai amato il Chianti. Bevo prevalentemente piemontese, ma il San Giusto ha saputo tempo fa riconciliarmi con la zona. Altrettanto validi, ma meno eleganti Pacina (che vende ancora lo stesso sfuso che imbottiglia come secondo vino) e il vino di Giovanna Morganti

  2. Claudio ha detto:

    Perfetto, stavo proprio in cerca di un buon Chianti “base” da tenere di scorta in vista di prossimi barbecue estivi…anzi, pensi che il San Giusto possa abbinarsi bene alla carne alla brace? Qui a Roma lo trovo in enoteca a 13,50. Io apprezzo anche i Chianti di Le Boncie e il Pian del Ciampolo di Montevertine (anche se non utilizza la denominazione Chianti). Complimenti per il tuo blog e per il tuo modo di approcciare il mondo del vino che condivido quasi del tutto.

  3. Francesco ha detto:

    Salve,
    è vero che sotto la dicitura chianti girano dei beveroni che non sa nemmeno più se definirli vino, ma qualche bottiglia buona si trova, ed anche a prezzi ragionevoli, il che non guasta. Una lista aggiuntiva ai due ottimi segnalati? Montevertine (si lo so è IGT, ma è un vero sublime chianti classico)Rodano, Bibbiano, Riecine, Villa Rosa, Il Borghetto-bilaccio, Val delle Corti, Caparsa, Coltibuono, Isole e Olena, Selvapiana (non è un chianti classico ma è un classico)Fontodi, Vecchie terre di montefili, Felsina,Monteraponi. Che ne pensa?
    Saluti
    francesco
    PS ho letto e riletto il suo precedente libro e l’ho trovato a dir poco stimolante, non vedo l’ora di trovare il nuovo, sperando che sia altrettanto lisergico ( a proposito, che vino abbinare ai grateful dead?)

  4. Andrea Scanzi ha detto:

    Cari Mirko e Francesco, mi fa piacere che segnaliate gli stessi nomi di Chianti (o Sangiobvese/Sangioveto in larga maggioranza) che ho anch’io nel Cuore. In particolare penso a Montevertine, un capolavoro (uscito però dalla dicitura Chianti). Il Pacina l’ho bevuto anche venerdì in una degustazione di cui parlerò. Le Trame della Morganti è un altro nome che cito ne Il vino degli altri. Ieri ho bevuto un Cultus Boni di Badia a Coltibuono ed è un altro nome (biologico) sicuro o comunque appagante. Altri nomi sicuri (e citati nel libro) sono Fontodi e Isole Olena. Giusta citazione per Felsina. Del Chianti Colli Aretini, segnalo Paterna e Mannucci Droandi, davvero ottimi. E una piccola chicca è il Dodo, sangiovese in purezza di Castiglion Fiorentino di Arnaldo Rossi (quest’anno al Vin Natur). Felice che ci sia concordanza tra noi. @Sul libro nuovo: non vi voglio anticipare nulla (mancano solo 8 giorni, esce il 6 aprile), ma l’impostazione toni alti/toni giocosi è la stessa. 😉

  5. Alfredo ha detto:

    Sono stato a Greve in Chianti e ho comperato dell’ottimo Chianti Classico di Castellinuzza e Piuca. Certo, i numeri sono piccoli, così come i prezzi, ma i vini (c’è anche un piacevolissimo Igt fatto come si faceva il Chianti una volta, con un’aggiunta delle altre uve, rosse e bianche, prodotte in azienda) sono, a mio parere, buonissimi.
    Conosce questa piccolissima ma commovente azienda?
    Buon lavoro
    Alfredo

  6. Luca ha detto:

    Le Baroncole e il Percarlo 2 grandi espressioni del Sangiovese (eleganza e autenticità) come Chianti Classico e Cepparello di Isole e Olena

  7. Ciao Andrea
    io sono un fan sfegatato di San Giusto a Rentennano. Ma sono di parte, ho disegnato io le etichette di San Giusto, e anche quelle delle Cinciole … e anche quelle di Pacina.
    Complimenti per il tuo saporito sito.

    detto Rinaz

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