I tortellini più cari del mondo

Non so quando è successo, forse cinque anni fa o prim’ancora, ma a un certo punto ho cominciato a non badare a spese per le primizie enogastronomiche.
Se c’è una cosa a cui non so rinunciare, delle molte e non tutte dicibili, c’è il prodotto di culto in cucina. Aceti balsamici tradizionali (di Modena e di Reggio Emilia), Prosciutti e Salami di Grigio del Casentino, formaggi rarissimi. Farine, gomasio, lieviti naturali. I sali, ecco, i sali: ne ho di tutti i tipi. dell’Himalaya, di Cervia, delle Maldive (rosso), della Danimarca (affumicato). Il burro salato francese. Il patè di sardina del Portogallo (ah, la Lusitania).
Sono una banca per i famolostranisti della cucina (e del vino, ma lì un po’ meno). In nome della difesa della tradizione, faccio delle cazzate che ne basterebbe la metà. Però sono cazzate che hanno buon sapore. Per sintetizzarla con gusto, sono un bischero, sì, ma quasi di talento.
Avevo passato uno splendido weekend con Linda e Daniele Luttazzi, a Bologna. Davamo aria al cervello, rimettevamo in circolo i neuroni assaltati da questo tempo devastato e vile (cit). Avevamo scoperto – tra le altre cose – pub in chiese sconsacrate, slowfood carini e ristoranti misconosciuti, tutti vicini al Teatro Arena del Sole: Il Cantuccio, La Baita, Donatello, Serghei.
Ho speso il solito mutuo alla Feltrinelli (quella sotto le torri, dove una volta intervistai Michele Serra, mi pare nel secolo scorso).
Volevo un po’ di tortellini, quelli veri. Li ho trovati in via dell’Indipendenza, al civico 70. “I famosi tortellini della nonna”, chef Alessandro Citeri.
Ha un bel negozietto, pieno di rarità. Mi ha anche regalato due-tre etti di tortelloni speck e radicchio (sublimi). Tra necessità personali e regali per amici, abbiamo comprato due chili di tortellini. Da cuocere rigorosamente in brodo (anche se poi li mangi asciutti: non fate errori, da queste parti vi sgozzano per molto meno). Undici minuti di cottura (dice Citeri: io, che mangio al dente, stacco al minuto 8 e poi altri due in padella col sughetto). Un capolavoro. Vero.
C’è solo un piccolo problema. Ho pagato quei tortellini, autentici, fatti in casa, veri e palesemente lisergici, 38 euro al chilo. Sì, avete capito bene. Trentotto euro al chilo. Una cifra folle. Assurda. Idiota (come me). Ma erano così buoni che, quando torno a Bologna, li ricompro subito.

Tags:

60 Responses to “I tortellini più cari del mondo”

  1. Pietro ha detto:

    Adoro i tortellini (e pure i ravioli)!

  2. Leonardo ha detto:

    se interessa potrei anche consigliare un posticino di vecchiette simpaticissime che lavorano a vista incessantemente. vengono a costare un po’ meno – non poi così tanto, circa 30 euro – ma sono davvero tra i migliori che io abbia mai assaggiato nella mia città.

  3. benux ha detto:

    Anchio quando vado a Bologna compro sempre dei tortellini da fare in brodo e nonostante il prezzo devo dire che sono sempre ottimi e non riesco a capire come sia possibile tutta questa differenza con quelli da supermercato?????

  4. Alberto ha detto:

    “Solo gli imbecilli non sono ghiotti… si e’ ghiotti come poeti, si e’ ghiotti come artisti …”
    (G. de Maupassant)

  5. Giuliano ha detto:

    parigi val bene una messa…

  6. Antonella ha detto:

    la mia croce è eataly…anche se ultimamente è diventato un pò troppo per “famolonormalisti”…XD…..andiamo sempre a scovare cose veramente da “famolostranissimi”…tipo un barattolo di tonno di coniglio grigio di Carmagnola presidio Slow Food da 280 grammi non sgocciolato con olio extra di oliva….9 euro e rotti oppure gallina bionda piemontese (naturale non mesciata…battuttona!!!) tonnata anche’essa…sempre 280 grammi non sgocciolata…11 euro!!!

  7. Miolla ha detto:

    38 euro sono davvero eccessivi. A meno di non averli incartati in fogli di platino.
    I tortellini son fatti di farina, acqua, prosciutto ed, indubbiamente,arte. Con in più affitto e spese delle utenze.
    La somma di questi prodotti, presi nella loro migliore qualità, non arriverà mai a 38 euro al Kg.

  8. Alberto ha detto:

    Non so se fa più gola il tortellino ( e a me fa davvero gola) o l’amicizia con Luttazzi…..

    p.s. ieri ho comprato il Dolcetto…. e me ne sono innamorato…

  9. Leonardo ha detto:

    la sfoglina è in via Schiassi, 11. se non sai come arrivarci te lo spiego.

  10. Alberto ha detto:

    In una botteguccia da quattro soldi, qui a Siracusa, ho trovato a 12 euro l’Anna Maria Abbona… unica ed ultima bottiglia. Ora sono rovinato perchè non so dove poter ricomprarlo….

  11. Andrea Scanzi ha detto:

    So arrivarci Leonardo, e mi sa che me ne avevano parlato. Grazie. 🙂 @Alberto. Sono felice che ti sia piaciuto 😉 @Antonella. Rassegnati, la nostra è una malattia. @Miolla. Sì, il prezzo ha qualcosa di allucinante. Ma c’è un abisso tra i tortellini tradizionali, veri e fatti a mano, e quelli industriali. Un abisso.

  12. Alberto ha detto:

    poi un giorno mi dirai cosa pensi dei vini siciliani….. posso dire apertamente che detesto il Nero D’Avola….

  13. Andrea Scanzi ha detto:

    Ne parlo nel nuovo libro, Alberto. E no, il Nero d’Avola non è decisamente il mio vitigno preferito (ma la Sicilia, per fortuna, non è solo Nero d’Avola).

  14. vittorio ha detto:

    averceli 38 euro per i tortellini, si vede che soldi ne hai………io non li spenderei mai, è come se votassi per berlusconi…scelte di vita.

  15. Mattia ha detto:

    Qui a Modena, dove il tortellino è una bestia sacra, il prezzo medio per il prodotto casereccio da “rezdora”, comprato in salumeria specializzata, è sui 35€ al Kg. In qualche caso meno, in qualche caso, di più.
    Poi ovvio che qui ognuno ha una nonna, una mamma o sè stessi che sanno fare la sfoglia, il ripieno e soprattutto sanno chiuderli e fare il brodo di cappone.

  16. Nicola ha detto:

    Ben ti sta…..così la prossima volta ti vien voglia di venirli a comprare a Valeggio sul Mincio (e vicino c’è quel gioiellino che è Borghetto, dove Montanelli e Cesare Marchi si ritrovavano sempre a mangairli), la patria del tortellino veronese!!!!

  17. Alberto ha detto:

    Per fortuna no. Allora attendo il nuovo libro… 🙂

  18. Andrea Scanzi ha detto:

    @Vittorio. Appunto: “scelte di vita”. Chi spende 80mila euro in un auto, chi 120 euro per un aceto balsamico tradizionale. Non rubando in Chiesa, e neanche allo Stato, ho – nel caso specifico – un senso di colpo prossimo allo zero. E il paragone tortellino da 38 euro-votare Berlusconi è calzante come un 41 regalato a Bud Spencer. @Nicola. Non farmi il geloso veronese, su. Non sono munito di campanilismo. 🙂 @Mattia. Sì, la cifra media è quella, poi mi sono informato. Beati voi che avete persone capaci di realizzare tali portenti. Io e Linda stiamo imparando a fare la pasta in casa (lei è molto più brava di me), ma solo pasta all’uovo e non ripiena (tagliatelle etc). Siete fortunati. 😉

  19. vittorio ha detto:

    @andreascanzi: parlavo per me, se io spendessi 38 euro per un turtlen è come se io votassi berlusconi…scelte..per me resta un insulto alla povertà spendere quei soldi, mentre la gente muore di fame.

  20. Vincenza ha detto:

    cosa giustifica questo costo? neanche la qualità, senza dubbio alta. tuttavìa chi vuole e può…

  21. Filippo ha detto:

    Diciamo che quello è il posto più caro e in vista di Bologna per i tortellini, il voto è un 8. Io da imolese non li ho mai comprati, ma sempre assaggiati da altri, la mia nonna bolognese la riterrebbe un’offesa irreparabile. Se passi da Imola un ottim posto dove mangiarli è l’Hostaria 900, dove puoi assaggiare la classica versione bolognese, o quella imolese un po’ più contadina, rustica e di confine.

  22. Andrea Scanzi ha detto:

    Cara Vincenza, hai ragione, ma cosa giustifica i 300 euro di un paio di jeans o le 400 di una borsa? O le 80mila euro di un’auto? La pasta a mano è una rarità e i tortellini bolognesi tradizionali si trovano lì. Onestamente ci sono molte cose che mi scandalizzano di più, ma capisco che la cosa sia soggettiva. @Filippo. Grazie mille, consiglio prezioso. Idem per Luca. 😉

  23. Lorenzo ha detto:

    molto volentiri prendo questo libro, dove verrà presentato?

  24. Andrea Scanzi ha detto:

    @Lorenzo. Uscirà il 6 aprile, per le presentazioni decideremo strada facendo e lo farò sapere tramite il blog.
    @Nic. Ti ringrazio, ma io non è che fossi mai scomparso, eh. Tra La Stampa, MicroMega, due blog (tre con questo), la tivù, le trasferte, insomma credo di non essermi fermato mai. Il blog sul vino ho dovuto interromperlo perché al centro di tutto doveva esserci il nuovo libro. 😉

  25. agostino ha detto:

    Gentile Andrea, spero di conoscerti domani sera in quel di Paterna, se mi porto dietro “Elogio dell’Invecchiamento” me lo autografi?
    Concordo sulle scelte personali, trovo più stupido spendere centinaia o migliaia di euro (a seconda dei casi) per stupidaggini quali Jeans firmati, borse, scarpe e cavolate varie.
    Saluti.

  26. Nicola ha detto:

    Era una battuta, Andrea… unita comunque ad un buon consiglio….eppoi a Verona si beve pure “discretamente” bene, questo me lo dovrai pur concedere!! Ti aspetto per la presentazione del nuovo “bimbo”…..

  27. Nicola ha detto:

    Magari potrebbero invitarti nuovamente a “Sorsi d’autore”…..

  28. Vincenza ha detto:

    Andrea, forse sono stata fraintesa, non ero scandalizzata, ci mancherebbe! la mia era una domanda semplice e non si parlava di “lussi”, quelli lasciamoli da parte…la pizza napoletana doc, se pure “firmata” dalla mano più esperta, la paghi 4/5 euro – modello base …solo per un esempio 🙂

  29. Andrea Scanzi ha detto:

    @Nicola. Ho saputo ora che presenterò “Il vino degli altri” il 15 aprile alla Fnac di Verona. Credo attorno alle 17-18. La prima di una lunga serie (credo e spero). @Vincenza. Sì, il prezzo è caro e – ci tengo a dirlo – non è che io mi nutra sempre di queste rarità. Però, questo sì, per l’enogastronia sono disposto a spendere molto (se quel dato prodotto lo merita). Credo che, insieme a libri, cd e dvd, sia il mio unico vizio. Posso starci (cit). Grazie per la gentilezza.

  30. Nic ha detto:

    come ti capisco … mi sputtano tanti di quei soldi in queste cose senza nemmeno potermelo permettere! e poi pago un prezzo supplementare in km di corsa a piedi per mantenere una linea accettabile … però il prezzo dei tortellini non lo trovo così scandaloso … su un blog che parla di vino poi…una di quelle cose il cui prezzo è spesso almeno discutibile … a memoria direi che “il vino è troppo caro o forse no?”

  31. Nicola ha detto:

    Grazie Andrea, farò assolutamente in modo di esserci….

  32. Mena ha detto:

    Cribbio! (cit) 38 euro al chilo non sono pochi, però non succede soltanto a Bologna. Qui a Modena c’è un negozio che si chiama Giusti, noto per avere prezzi da orefice, dove i tortellini costano circa la stessa cifra. Ogni tanto di sabato li comperiamo: fra quelli e un paio di bocce del Fondatore di Chiarli ci parte una fortuna. Spesso uscendo dal negozio mi sento indicibilmente grullo; quando però alla sera ci godiamo la cena passa tutto.

  33. alberto ha detto:

    Andrea ti ho “conosciuto” con elogio dell’invecchiamento e cosi’ come il libro mi era piaciuto molto, avevo tratto anche dal blog omonimo tanti spunti per prove enologiche rivelatesi quasi sempre almeno notevoli, spesso ottime.
    Da un po’ di tempo a questa parte (direi dopo i bei post sui vini tedeschi, dall’innamoramento per gli champagne in poi) pero’ sento qualcosa “stridere”. Leggero’ il tuo nuovo libro e questo nuovo blog si presenta molto bene (anche se sono daccordo con non ricordo chi che il maglioncino nero e la catenina) :-).
    Pero’ l’aria che mi pare si respiri ad oggi in questo blog sa un po’(secondo me ovviamente)di siti web tipo “viaggiatore gourmet alias altissimo ceto”…. Mi spiego meglio. Mi pare che tu stia alzando sempre piu’ il target di pubblico a cui ti rivolgi.
    Non è che sia bene o male in se. E’ che a me piaceva un po’ di piu’ la versione un po’ meno “chic”. Sicuramente uno dei punti centrali è che ad oggi vino/cucina/prodotti alimentari sono diventati una sorta di spartiacque tra chi puo’ farlo strano e chi non puo’ farlo strano. Ad oggi mi sembra che essere un bravo cuoco(scelta materie prime ottime / possesso di tecnica ottima / fantasia-creatività eccellente / esperienza) voglia dire che, probabilmente se entri nel “giro giusto”, con le recensioni giuste delle persone giuste verrai deificato e potrai chiedere cio’ che vuoi alla clientela. Idem se sei produttore di vini. Se resti fuori da quel giro potrai essere anche molto bravo, ma non ti prenderanno mai in seria considerazione. Mi sembra cioe’ che si stia andando sempre piu’ in una direzione che ha sempre meno contatti con cio’ di cui si sta realmente parlando: cibo e vino e sempre piu’ vede in queste cose strumenti per dividere chi puo’ accedervi e chi no.
    Lungi da me voler fare un discorso “vetero comunista” per cui tutti dovremmo essere uguali ma, pur essendo tra quelli che possono accedere a questo “livello superiore”, ogni volta che “accedo” a quel livello (vuoi per una cena/pranzo o per un vino o una grappa) mi sento un po’ vittima e carnefice allo stesso tempo. Ovvero non riesco a non sentirmi un po’ pirla a pagare 80 euro una ribolla di Gravner o una cena per due (pre entratine + primo + secondo + vino + caffe e pasticceria) 300 euro – dolcestilnovo. Oggi pero’ “se certe cose vuoi provare mi pare che certi prezzi devi pagare” anche se totalmente slegati dalla realtà. Ma in fondo come diceva (mi pare) Maria Antonietta: se non hanno pane che mangino brioches….non ricordo alla fine la testa gliela hanno tagliata? 🙂 ciao e in bocca al lupo e se puoi ogni tanto metti qualcosa di buono e “proletario” nel tuo blog

  34. Valentina ha detto:

    a Bologna sui tortellini c’è un “cartello” meno di 38 euro/kg non li trovi (a parte sfogline) costano così pure da Atti (buoni) e da Tamburini (noooo); ma vale acquistarli ognitanto e non lo trovo affatto immorale!
    Mangiare i tortellini asciutti quì è vietato dalla legge.

  35. Andrea Scanzi ha detto:

    Bah, Alberto, non sono d’accordo. Anche nel nuovo libro c’è un capitolo intero dedicato ai vini dall’ottimo rapporto qualità-prezzo ed è un aspetto a cui do sempre molta importanza. Il post precedente a questo parlava di Dolcetto (prezzo medio 8-10 euro) e quello dopo di un Pagadebit da 10 euro scarsi: di cosa stiamo parlando? Ho scritto questo post anche per vedere quanti facevano i populisti straparlando di prezzi giusti e no, di morale e proletariato. Che duepalle. 🙂 Siamo ancora al punto da doversi vergognare se uno ama gli Champagne? O mamma mia (cit). Mi chiedi di sentirmi in colpa se spendo X euro per una Ribolla Gialla di Gravner? Per niente. Il vino è arte e l’arte si paga. Poi io cerco il capolavoro che costi anche poco, nei libri e nella vita, e ti garantisco che anche questa è una riflessione che pervade (anche) tutto Il vino degli altri, ma io mi sento in colpa se parlo di cose che non so: quello sì. L’ignoranza crassa è inaccettabile. Non certo se bevo bene e ogni tanto faccio qualche follia. Qua ormai ci sono lettori che fanno i processi (come qualcuno nei Settanta) a uno che ha pagato i tortellini 38 euro al chilo. Vedo che la storia non ha insegnato molto (nonostante le citazioni – peraltro non proprio esatte – di Maria Antonietta). Se poi mi chiedi di parlare solo di vino sfuso e di indossare le Birkenstocks o i sandali da frate per essere uno del popolo, magari guardando un film dei Taviani e ascoltando Claudio Lolli, be’, mi chiamo fuori. Nella vita di tutti i giorni mi piace godermi la vita e non credo di dovermi vergognare per questo: non ho aspirazioni da cilicio esistenziale e detesto sia gli stereotipi, sia le donne di sinistra che si vestono male perché “altrimenti poi sembriamo di destra”. A me – quando scrivo di vino – interessa avere uno stile chiaro, scherzare e raccontare le mie esperienze (soprattutto in questo blog). Lungi da me dare lezioni o essere preso a esempio. Le varie scomuniche da sinistra su ciò che è lecito e ciò che no, ho già imparato a detestarle quando avevo 8 anni e ascoltavo Polli di allevamento di G. La foto mi piace moltissimo, è bella e un po’ ta(ma)rra come me 😉 Comunque terrò conto del tuo commento. Ciao.

  36. Valentina ha detto:

    ma certo i tortellini non sono un piatto per tutti i giorni, sono un piacere straordinario che va gustato in certe occasioni, si può spendere ognitanto no? Il vero danno al gusto collettivo lo fanno i vari salti in padella ORRORE!
    Uso la morale per cose più importanti sinceramente.
    Come bolognese questo pezzo mi ha fatto molto piacere!
    Riguardo alla foto del blog (che inizialmente mi lasciava un pò perplessa) ora debbo dire che ha un qualcosa di esistenzialista niente male, anzi mi piace 🙂

  37. Nic ha detto:

    Il capitolo prezzi è da sempre terreno minato : secondo me tutto dipende dal tuo approccio all’atto di acquistare la bottiglia da tot euro. Un conto è farlo perchè è uno status symbol un conto è avere coscienza di cio’ che sta dietro quella bottiglia. Ci sono cose che vengono prodotte con cura maniacale e che non potrebbero per forza di cose avere un costo minore. La cosa strana è che si potrebbe arrivare ad un risultato simile e comunque nobile anche con meno lavoro e attenzione abbantendo decisamente i costi all’origine. Ma allora è immorale produrre vino con bassissime rese per ettaro, con un lavoro folle in vigna per ottenere uve talmente belle e sane da non necessitare l’uso di nessun conservante (è solo un esempio…non sono un enologo)? Piuttosto è immorale consumare un prodotto di questo di tipo come idioti soltanto perchè sull’etichetta c’è scritto Gravner, e allora fa figo, questo sì !
    Champagne : ce ne sono di “contadini” buonissimi anche a prezzi tra 10 e i 15 euro… sono solo in difficoltà perchè questi prodotti sono difficili da reperire e ho difficoltà ancora più grosse a memorizzarne i nomi…e poi la champagne sta a 1000 km da casa mia…
    La foto : mi fa sempre film porno anni settanta 🙂
    Conclusione : questo blog continua a piacermi

  38. Andrea Scanzi ha detto:

    Totalmente d’accordo, Nic. Totalmente: decisivo è l’approccio. E sugli Champagne ho scritto la stessa cosa nel prossimo libro.
    P.s. Questa cosa dell’attore porno è bellissima. Me ne sto vantando con gli amici (e le amiche).

  39. alberto ha detto:

    Ariciao. Letta la tua risposta. Tennisticamente parlando direi 15:0 per te. Proporrei pero’ di deporre le armi. La mia non era una critica a come uno vive la sua vita. Per fortuna, checché ne dicano molti, siamo un paese abbastanza libero quindi ognuno viva la sua vita. Il mio era uno sfogo tutto personale. Sono io a sentrmi un po’ preso per il culo se compro le Clark a 150 euro (le mettevo alle elementari – ho 38 anni – ed erano scarpe assolutamente non glamour, anzi un po sfigate. Altro esempio: compravo i jeans Roy Rogers (quelli che canta pure Pezzali) e li mettevano solo gli sfigati. Oggi sono fichi se li metti (e siamo sempre sopra i 100 euro). Il mio é un discorso che mette cucina ed enologia non proprio come i miei numi tutelari. Sono importanti, danno piacere anche a me e stop. Posso sentirmi un po’ sciocco (ma concordo con te, molto goduto) quando bevo Gravner a 90 euro e penso che poi dopo 3 ore “lo lascero’ in bagno”? Spero di si; poi tu (e chiunque altro) sentitevi come vi pare, mica dovete giustificarvi. In ogni caso é la consapevolezza di se, sapere perché si sta facendo una certa cosa, l’aspetto piu’ importante. Vivere da “eremita” (ma ce ne sono ancora?) o immerso nella “swinging occidental life” é una scelta personale. Se fatta consapevolmente va bene qualsiasi essa sia. Io mi chiedo ogni tanto mentre passeggio per Como ad esempio al sabato pomeriggio o alla domenica mattina dopo “Messa grande” quanta ne sia rimasta di questa consapevolezza, ma come vedi ancora una volta é un problema mio. Volevo solo proporre una riflessione, non di sicuro condannare qualcuno.

  40. Luca Lopardo ha detto:

    Ooooh, bel blog, ragazzo. Bel blog. Peccato dover leggere certi concentrati di moralismo stantio. Mi piange il cuore. Concordo in pieno sui tortellini, i cd, i dvd e i libri. Personalmente non spenderei mai centinaia di euro in vestiti, o i famosi 80.000 per il macchinone ( e, a volerla mettere sul piano morale, sarebbe divertente fare due conti ). Ho letto che saprai delle presentazioni del libro di volta in volta, però vorrei chiederti se pensi ( ” a naso ” ) di venire anche in Friuli. Sai già qualcosina ?

  41. maryanto ha detto:

    Mah forse 38 euro potranno anche essere eccessivi, ma sapete quanto tempo occorre a fare un chilo di tortellini?
    Prepara il ripieno, tira la sfoglia (sottilissima), taglia i quadretti e chiudili, ci vogliono almeno due ore.
    Togli la spesa nuda sono 32 euro,togli le spese del negozio ecc ecc cosa rimane? se va bene 25 euro per due ore.
    Una sfoglina se li merita 12,5 euro l’ora?
    E poi vuoi mettere?

  42. MASSIMO ha detto:

    Scrivo un po’ in ritardo sul prezzo dei tortellini.
    Io li vendo nel mio negozio di Modena a 35 euro.Ti assicuro che non è un prezzo così allucinante come la fai tu e altri.Come dice maryanto le fasi sono lunghe e impegnative e le materie prime se di 1a qualita’ costose(parmigiano,prosciutto,mortadella,polpa di maiale e vitello)
    e le sfogline? non avrebbero prezzo.Per fortuna che le amiche di mia madre si accontentano altrimenti…
    Ci sono tecnici informatici che chiedono 120 euro all’ora!!!!
    Un buon piatto di tortellini fumanti è una goduria assoluta.

  43. Stefano ha detto:

    Andrea, quando passi a Bologna i tortellini li puoi venire a mangiare da me insieme ad un Beaufort che si abbina perfettamente: del resto non ho ancora trovato nulla che non si abbini con questo champagne. Versatilità e rapporto qualità prezzo (in francia, of course) ineguagliabili.
    P.s. adoro Bedel, e Selosse(dopo 2 anni sono incredibilmente riuscito a prendere 3 bottiglie ad Avize, oltre quel portone!) che sicuramente ci stanno altrettanto bene 😉
    Ovviamente fai benissimo a comprare tortellini a 38 euro…se guardassi quanti soldi ho speso in enogastronomia mi sarei comprato un Cayenne…ma per cosa? (forse per avere il baule + grande quando vado in champagne??–basta la renault!) invece godo del piacere sulla lingua.
    Ti aspetto a Bologna

  44. Marzio ha detto:

    Considerando che a casa, non professionalmente, per fare 2 kg. di tortellini buoni, fatti a mano e con ingredienti giusti spendo 20 euro di spese vive più 5-6 ore di lavoro.
    Quanto dovrebbero costare?
    Se non si capisce la differenza con un tortellino fatto in serie è meglio continuarli a comprare alla supermercato.
    E’ giusto che la roba buona abbia il suo prezzo.

  45. anna ha detto:

    ciao…ho letto più o meno tutto…sono di roma.. e confeziono tortellini x me e x i miei amici…sono rigorosamente di 3cm.x 3 cm….il ripieno..al posto del prosciutto metto il culatello…e la carne (4 tipi)la cuocio nel burro e midollo.per farne 1 kg. impiego 6 ore..e vado anche abbatanza veloce nel chiuderli….quindi…..il tortellino fatto in casa non ha prezzo!!!!(RINGRAZIO LA SIGNORA ADA PER AVERMI INSEGNATO L’ARTE DEL TORTELLINO).

  46. Beatrice Sarti ha detto:

    Mi chiedo perchè si parla senza pensare a quello che si sta dicendo… Tortellini a 38 euro al kilo, non sono a buon mercato certo, ma forse non avete pensato che per fare un piatto di tortellini in brodo, se ne utilizzano un etto, mica un kilo!! tre euro e ottanta per un piatto così elaborato (ok, c’è il costo del brodo..)non mi sembrano una gran cifra, la citata pizza ne costa sempre di più, molti surgelati al supermercato anche…

  47. Patrizia Parisini ha detto:

    Concordo pienamente con B. Sarti….Chi afferma che 38 €/kg. x i tortellini è tanto,dovrebbe provare almeno 1 volta nella vita a farli,ma veramente come si deve..con materia prima non da discount ma di qualità(sempre più difficile reperirla..)e la “smaronatura”(scusate ma sono di Bologna e il termine rende bene l’idea..)x arrivare già al primo kilo(..se fatti piccoli come devono essere). Se fosse x me li venderei a 50€/kg….

  48. lorettanegrini ha detto:

    nata a bologna vivente ed impoverita sempre a bologna posso dire che esiste la categoria di chi pretende il meglio per il proprio palato. allora fidatevi. andate dritti in viafioravanti di fronte all’ex mercato ed avrete il meglio. si chiama le golosità di nonna a. ..ovviamente solo in brodo.

  49. cris ha detto:

    se interessa io faccio tortellini veri bolognesi a un prezzo inferiore

  50. Serena ha detto:

    Concordo nel dire che fare tortellini e tortelloni sia una gran “smaronatura”!
    Anch’io li faccio in casa e visto il tempo che ci perdo ed il costo degli ingredienti mio marito mi chiede sempre dove sia la convenienza, ma vuoi mettere poi la soddisfazione nel mangiare e veder mangiare con gusto i tuoi prodotti??
    Se qualcuno me li chiede non sono proprio capace di dirgli di no!

Leave a Reply