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Vini (e distillati) di fine anno

martedì, Gennaio 1st, 2013

Molti di voi (assai benevoli) mi hanno chiesto che vini abbia scelto per la cena di fine anno. Eravamo in otto, a casa di amici. La sequenza enoica, a parte due vini, l’ho scelta io. Eccola.
Franciacorta Extra Brut (Jéroboam) – Faccoli. Doppia magnum, quindi tre litri. L’equivalente di quattro bottiglie. Annata 2006. Delizioso.
Kharakter 2010 – Nana, Vins & Cie. Chenin Blanc in purezza, Aoc Vouvray. Prodotto di punta, in enoteca sui 25-30 euro. Splendido.
Le Cese 2009 – Collecapretta. Portato non da me, ma trasversalmente apprezzato. Sangiovese umbro, zona (come noto) dello spoletino. Di questa azienda, che adoro, amo di più i bianchi, ma è un bel Sangiovese sano e polposo.
Dolcetto d’Alba Superiore 2009 – Flavio Roddolo. Anche questo non lo avevo portato io. Era da un po’ che non bevevo un vino di Flavio. Quanto, quanto, quanto sono buoni. Il Dolcetto (Superiore) su tutti.
Ribolla Gialla 2004 – Josko Gravner. La mia posizione è nota: uno dei vini più emozionanti che io conosca.
Barolo Brunate-Le Coste 2008 – Giuseppe Rinaldi. Giovane, troppo giovane. Ma che buono.
Prima di svenire, ricordo con piacere raro uno dei miei Caldavos preferiti: Les Vergers de la Morinière (2004) di Michel Hubert. Da segnalare, tra i tanti, anche un Highland Park 25 anni e un Ledaig 15 anni appositamente assemblato (con tanto di brand) da Francesco Mattonetti de Le Carovaniere di Arezzo: consiglio caldamente (cit).