Le dieci tavole di Filippo Grassia

La moviola alla radio è come leggere Kafka con gli occhi bendati. Demiurgo di tale branca dello scibile, su RadioRai, è Filippo Grassia. Ogni domenica milioni di ascoltatori si riuniscono per abbeverarsi: la folla ne chiede l’autografo, i Fan Club non si contano e l’entusiasmo è incontenibile. Ecco le dieci tavole del Filippograssismo. 1) Rifuggire l’allegrezza. Grassia parla con totale mancanza di ritmo e brio. Ricordandoci la nostra caducità, è il Memento Mori dell’etere. 2) Usare un lessico desueto (“falsariga”, “ficcante”): fa sembrare colta l’inconsistenza. 3) Sapere a memoria i nomi degli arbitri (vantandosene con gli amici). 4) Rapportarsi ai “mister” come fossero entità sovrannaturali. Tipo: “Vorrei chiedere a Mister Allegri se ritiene che l’apporto di Yepes sia risultato decisivo come io personalmente credo”. Dire: “Yepes l’ha soddisfatta?” parrebbe orrendamente plebeo. 5) Soffermarsi su fasi di gioco marginali, tramutandole in esiziali. Grassia è in grado di parlare otto ore del possibile contatto a metà campo tra l’ulna di Giovinco e la milza di Taiwo, dando all’evento la portata storica che ebbe la Conferenza di Jalta. 6) Stemperare la critica in allusione. Esempio: “Forse il Cesena non sta rispecchiando le aspettative” (il Cesena è ultimo con due punti, ma “forse” l’aspettativa della società era retrocedere con ignominia). 7) Bullarsi come Fonzie tardivi. Grassia ha l’umiltà di chi è intimamente convinto di avere molto da insegnare a Cruijff. 8)  Conferire a parole come “manovra”, mediante rotacismo, quell’effetto romantico-francese di cui è satollo il fonema “manoghvhra”. 9) Esibire la sintesi dei titoli di Lina Wertmuller: se Grassia può raccontare una cosa in trenta secondi, impiega cinque minuti (anticipando però che sarà sintetico). 10) Trasmettere da una catacomba. La sua voce ha sempre l’eco generabile dal riverbero di un loculo. Viva Filippo Il Rutilante, idolo di noi tutti.

(Il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2011)

6 Comments

  1. Non sono giovane , per questo io trovo Grassia , atraverso “Sabato Sport ” e ” Domenica Sport ” , trovo Grassia come un profeta del calcio . Grazie , Grassia.

    Da quale parte parlo ? Da lontano , da Tripoli , Libia .

  2. pensate che adesso è diventato assessore regionale allo sport.cosa scriverà mai?mamma mia sempre peggio.

  3. Filippo Grassia, mamma mia… Uno dei più saccenti e insopportabili, per conto mio, con una supponenza di fondo (ma neanche tanto in fondo) che infastidisce veramente chi è appassionato di calcio, come me. Ovviamente parlo di un altro calcio, di un calcio che purtroppo più non c’è… Bravissimo, bell’articolo, lo condivido in pieno anche per l’amarezza che sta sotto l’ironia…

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