Recensione (Petsblog)

Un libro, quello di Andrea Scanzi, che è da leggere con ampi respiri. Soprattutto se vivete con dei cani, non potrete fare a meno di riconoscere la maestria di Scanzi nel descrivere la vita quotidiana con i cani e questo vi porterà a momenti di emozione che necessitano, come dicevamo prima, di ampi respiri per evitare che qualche lacrimuccia vi solchi il viso. Parliamo de I cani lo sanno. Elogio dello sguardo rasoterrapubblicato da poco da Scanzi per i tipi della Feltrinelli. Nel raccontare dei suoi due cani – Tavira e Zara – Andrea Scanzi tesse l’elogio dei nostri amici pelosi, sfatando miti, portandoci tutti (anche noi che con i vani viviamo) con i piedi per terra e invitandoci a guardare i cani sul serio, per poterli apprezzare sempre di più e amare.

Un cane è un’ombra discreta, un amico fedele, un’anima sperduta. Senza una guida sicura, rispettosa e amorevole, sarà un essere vivente senza bussola né gioia.
La vita di un cane dipende dalle tue vibrazioni. Da quello che sei dentro. Da quanto sei riuscito a entrare in sintonia con lui. Da quanto sei riuscito ad abbattere il muro della menzogna.
Con un cane devi essere essenziale. Come in un romanzo.
Non insegnate ai bambini la vostra morale, è così stanca e malata. Cantava qualcuno.
Non insegnate ai cani le vostre cattive vibrazioni, sono così bieche e sbagliate. Abbaiava qualcuno.

Con sapienza Scanzi ci presenta diversi aspetti della vita dei cani e del loro rapporto con noi umani e mette in luce le peculiarità del comportamento canino e le falsità, purtroppo, di noi umani. E, com’è ovvio che sia, delinea la differenza tra amanti dei cani e amanti dei gatti (generalizzando, ovviamente, e lui lo ammette). Secondo Scanzi i gattari sono masochisti mentre i canari sadici.
A proposito dei primi scrive:

Gli amanti dei gatti dicono che la qualità principale dei loro prediletti sia l’indipendenza. Sono proprietari senza proprietà, che lodano il sostanziale egoismo dei loro animali. Un gatto, garantiscono, è desiderabile in quanto fiero e altero. Interessato e distaccato. Più che amare l’uomo, lo sfrutta. Lo cerca quando ne ha bisogno. In questo senso, il gattaro è un amante masochista.

E gli amanti dei cani, invece?

Gli amanti dei cani dicono che la qualità principale dei loro prediletti risieda nella dipendenza. Sono proprietari didascalici, che lodano la palese generosità dei loro animali. Un cane, asseriscono, è desiderabile in quanto desiderante, tenero e innocuo. Quasi un peluche. Più che amare l’uomo, lo venera. Se può, gli salva la vita. In questo senso, il canaro è un amante sadico.

Un libro da leggere con calma per apprezzarlo pienamente, magari mentre il vostro amico peloso dorme con la testa poggiata sulle vostre gambe…

(Roberto Russo, Petsblog, 19 ottobre 2011)

3 Comments

  1. sorry, essendo giurassica e vedendoci adagissimo ho scritto rappar invece di rapper e Sacchi con tre c.
    Gravissimo

    Di nuovo cordiali saluti

  2. Gentile Andrea
    Sono nata il 7 maggio di tantissimi anni fa e già in famiglia c’era un cane. So cosa significa “avere” un cane e so cosa significa perderlo.
    C’è sempre stato un cane in casa nostra, ed è sempre stato uno di famiglia.
    Quindi non posso che esserle grata per “i cani lo sanno”.

    Oggi ho letto il suo articolo sui cantautori-cari estinti, un pensiero luddico il suo che, inutile sottolinearlo, non condivido. Non so quali siano le sue ragioni per questa “tirata” sul Tenco. Tanto più che molte targhe Tenco vengono decise da una nutrita schiera di giornalisti del settore che non mi pare siano in putrefazione nè che si occupino di pompe funebri.
    Però poi parla in maniera quasi entusiastica di Benvegnù ( anche egli premiato presente al Tenco di quest’anno) e il suo elenco di “quelli bravi” comprende tutti personaggi passati anche più volte dal Tenco. La stessa Leva Cantautorale degli Anni 00 è una creazione che ha l’imprinting del Tenco.

    Nemmeno sul rap come novità sono d’accordo, converrà che, almeno musicalmente parlando i rappar sono vecchi di un buon quarto di secolo.

    Per quanto riguarda i cantautori e il tema “canzone pop e canzone d’autore” si è tenuto di recente un convegno (www.shomano.it) e c’erano Vecchioni, Van de Sfroos, Giovanardi e quei “parrucconi” di de Angelis, Saccchi e Talanca.
    Si è parlato di Sanremo e di Tenco. Non mi è sembrato che fosse una seduta spiritica nè che ci fosse un’aria putrida.

    Anche i cani lo sanno che, a questo punto, tra detto e contraddetto, ci dovrà pur essere un motivo più personale per scrivere che ” i cantautori sono morti” volendo significare che il Tenco è morto o deve morire (almeno così si legge). Ma non me lo dica è già più che sufficiente che la crisi ci faccia fare a tutti una vita da cani… randagi e senza targa.

    Complimenti per le tante e belle recensioni al libro e grazie anche da parte della mia cagnola (Brenda).

    Con viva cordialità

    Nini Giacomelli

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