Francesco Repice e l’effetto rinculo

Ascoltare Tutto il calcio minuto per minuto è come salire a bordo della De Lorean di Ritorno al futuro. Si viaggia nel tempo, cullati da un lessico già desueto ai tempi di Fogazzaro. Le voci Rai parlano di “avulsi dalla manovra” e “abnegazione tattica”. Oppure usano perifrasi tipo “il Cesena sta pareggiando 0-0, ma meriterebbe qualcosa in più” (non si capisce cosa ci sia più del pari se non vincere, a meno che in Rai conoscano i decimali: Cesena 0,4 contro Fiorentina 0,1).
A spezzare la stasi ci pensa Francesco Repice, l’alieno brasileiro di Saxa Rubra, che ascoltato accanto agli altri sembra i Manowar in una jam session con Don Backy. Mattatore dei match di grido (letteralmente), Repice è rimasto folgorato sulla via di Caressa: come innamorarsi della Gegia in guêpière. Tifoso della Roma, ieri è stato attaccato su Facebook – ha 7mila fans – per aver commentato con poco brio il gol di Klose.
Il Verbo Repicista si basa su tre regole. La prima è l’”Enfasismo”. Ogni azione è un gol sfiorato: la voce si arrochisce, tipo Esorcista, e chiunque ha mancato il gol di un soffio (poi guardi le immagini e scopri che la palla è uscita di otto metri). La seconda è il “Pieropelismo”. Se Cissè colpisce il palo, Repice trasforma l’azione in un mantra muezzin: “Ueeeeah, il paaaaoloooaaaa di Sissèèèuaaaah!” (l’effetto è pari a quello generato da Pelù sul brano Il mio nome è mai più). La terza regola è il “Retismo”. Già Maurizio Compagnoni, su Sky, suole ripetere la parola “Rete” con afflato perentorio. Repice si è spinto oltre: “rete” diventa “rrrrreteeeeeaaaahhh”. Esempio 1: “Cambiassoooo, ttttiroohh, rreeeeateeaaahhh, Esteban Cambiassoooo, El Cuchooooo, ha segnato l’Inteeeeaarrrr dopo un’azione manoooovraaaatahuuaa!”. Esempio 2: “Osvaldouhoo, Rreeeeteeaaaaahh, la Rrrroooma è in vantaggiooouuhoo e a marcare è stato luuuuuhhiiii!”.
Con Repice ogni vocale ha l’effetto rinculo. Più che un radiocronista, è il leader di una cover band di Mal dei Primitives.

(Il Fatto Quotidiano, 18 ottobre 2011)

13 Comments

  1. Strilla troppo. Carosi, Martellini , Pizzul grandi professionisti che rimpiango.
    E’ uguale agli altri strillano, reteeeeeeeeeeeeeee, goalllllllllllllllll, no goallllllll

  2. Il massimo è rivedere i gol della propria squadra ascoltando la radiocronaca di Repice. Un’esaltazione incredibile!

  3. Prima di stigmatizzare i fischi durante il minuto di silenzio per Andreotti, questo squallido signore dovrebbe studiarsi un po’ di storia italiana recente, a meno che secondo lui le vittime delle stragi di stato, Ambrosoli, Dalla Chiesa, ecc. ecc. non meritino rispetto alcuno (e il 94 appena scomparso li irrise anche, con la sua arida ironia, dopo la loro morte). E poi condivido l’articolo, anche se c’è pure di peggio, tra i cronisti della rai.

  4. Mi permetto di dissentire dai commenti a favore del signor Repice,cioè dalla stragrande maggioranza.
    Ciò su cui non si può discutere è sua professionalità. E’ pronto,preparatissimo e fa un ottimo uso dell’italiano (TROPPI giornalisti avrebbero solo da imparare da Repice).
    Il “problema” (dal mio punto di vista,ripeto) è la sua esaltazione..e visto che siamo in tema di aggettivi direi che soffre di “tarantolismo spinale”. 🙂
    Si tratta di un tipo di telecronaca che non ho mai sopportato,tant’è vero che non riesco a capire nemmeno chi si esalta per Caressa…ma tant’è…tante teste tante idee.
    Mi dispiace perchè sono un gran fruitore della radio e seguo “Tutto il calcio minuto per minuto” da quando avevo 15 anni…tuttavia le radiocronache di Repice non riesco proprio a sopportarle,nemmeno quando gioca la mia squadra.
    Sarebbe molto più adatto,giustamente,al Brasilerao.

  5. ascoltare le cronache in radio di repice è come sentire pura poesia viaggiare nell’aria e toccare l’erba dei campi da calcio.
    è il meglio che c’è in italia a mio parere, non deglutirà ma l’enfasi e le emozioni che traspirano dalle sue cronache, non riescono bene nemmeno al caressa dei giorni migliori.
    Ora e sempre Francesco Repice.

    • Condivido assolutamente Laura. Nei momtnei difficili siamo stimolati a confrontarci ed in quanto esseri intelligenti sfidiamo noi stessi, ci mettiamo in gioco e cerchiamo la via verso il miglioramento e la crescita. Sarebbe interessante collocare e approfondire il tema della PAURA; Albert Einstein come filosofo e scienziato forse non la considerava ma sono convinta che le nostre paure, esclusivamente emotive, rappresentano una difficolte0 e sono auto-limitanti! Cosa ne pensate?

  6. Hai tralasciato un particolare nel tuo azzeccatissimo profilo. Capisco che sia uno di quei “particolari” un po’ splatter, ma va detto: Francesco Repice ovvero l’uomo che non deglutisce mai. Forse è un imperfezione del sistema neuromuscolare che sovraintende gli automatismi, ma è una sensazione terrificante sentire il suo profluvio man mano cambiare tonalità a causa dell’accumulo di saliva che gli si forma nella cavità orale. Solo quando arriva a un passo dal non ritorno (l’asfissia oppure la bava cadente dal mento), il Nostro deglutisce, tornando con sollievo alla sua vocalità naturale. Ma dura poco … REPICE, DEGLUTISCA CAZZO!

  7. ascolto repice commentare le partite alla radio mentre lavoro. l’ironia ci sta specie sull’aspetto enfatico delle sue radiocronache. mi lasci però dire che repice emoziona. e non poco. invito tutti a riguardarsi la finale tra barca e manchester col commento di repice. poesia pura

  8. Ciao Andrea, come mai questa satirica biografia sui giornalisti sportivi della RAI? Con tutta sincerità Francesco Repice (personale giudizio) lo vedo nettamente migliore di Ameri, Ciotti. Sono d’accordo con Angelo.
    Ciao
    Michele

    • E’ una rubrica, nessuna “satirica biografia sui giornalisti sportivi Rai”. In “Pugni e caresse”, ogni martedì, faccio ironia su trasmissioni sportive. Nulla di drammatico, su.

  9. trovo molto sbagliata la sua disamina su repice…ha un suo modo di fare telecronaca molto diverso dagli altri..ma sicuramente più coinvolgente e più romantico…..

  10. “i Manowar in una jam session con Don Backy” ahahah. Vi è convincente immagine iperbolica. Vi eurogoalismo, zonacesarismo e ovviamente la citata abnegazione tattica. Certo che il moderno presenta strupri lessicali del tipo “giustezza” e l’oblio rimane sempre la soluzione più rigogliosa.

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