Tutti Tsipras col voto degli altri

alemanno“Tutti Tsipras col voto degli altri”. Una battuta che circolava ieri in Rete, a firma Michela Calledda, e che spiega bene il tentativo spasmodico – da destra, da sinistra e da niente, cioè dal renzismo – di salire sul carro del vincitore. Breve rassegna in merito, quasi sempre da Twitter. Nigel Farage: «La vittoria di Syriza è un grido di aiuto da parte di chi è stato impoverito dall’euro. Inizia il poker con la Merkel. La Bce è senza potere». Marine Le Pen si affida al suo vice Florian Philippot per cinguettare giubilo: «Uno schiaffo alla casta neogollista e socialista europeista e una bella speranza perché i veri dibattiti potranno moltiplicarsi: sull’austerità, sull’euro, sull’Ue!». Su di giri anche Giorgia Meloni: «Il risultato delle elezioni in Grecia racconta fallimento politiche Troika e voglia di libertà dei popoli europei». Non si sottrae Matteo Salvini: “Elezioni in Grecia, un bello schiaffone all’Europa di Euro, disoccupazione e banche. Adesso tocca a noi!”. Scontato il giubilo di Nichi Vendola, che in cuor suo si sente più Tsipras di Tsipras: “La vittoria di Tsipras apre uno spiraglio in Ue e darà scossa a Italia. Ridicoli quei Pd che festeggiano il suo successo”. Instancabile, in effetti, il tentativo renziano di appropriarsi della Matteo-Salvinivittoria. Commovente, in particolare, il bacio della morte di Debora Serracchiani: “Tsipras consolidi il lavoro di Renzi in Ue, congratulazioni per una vittoria netta”. Gennaro Migliore, che di cambiamenti s’intende, grida: “Vai Alexis Tsipras! C’è da cambiare l’Europa!”. Di fronte alle critiche, l’uomo con il cognome meno meritato della storia ha replicato: “Non si tratta di essere uguali, ma di poter convergere nel Consiglio Europeo. E’ la politica”. Molti, ahilui, gli hanno però risposto: “Ma convergere dove, Migliore, se sei sceso dal carro di Tsipras per salire su quello di Renzi?”. Dettagli: l’entusiasmo renziano si è rivelato tracimante. Pina Picierno: “Congratulazioni Tsipras! E molti auguri alla Grecia di continuare a crescere e lavorare per Ue più vicina alle nostre aspettative” (speriamo di no). Contagioso il trasporto di Andrea Romano, mediano di seconda fila del trasformismo. Prima retwitta una frase di Tsipras (“Io in sintonia con Renzi, cambieremo verso all’Europa”) e poi plaude Il Foglio per un’analisi che ribadisce quanto segue: “Dal partito oligarchico al partito liberale di sinistra: ancora più efficace dopo Tsipras”. A proposito di Foglio, è pro-Syriza anche lui e dunque Ferrara: “Quello che farà Alexis Tsipras è in braccio agli dei (..) Non lo so nemmeno io (..) E’ un conservatore un po’ incendiario, facciamogli posto”. Intellettualmente onesta, e dunque eversiva, la deputata Pd Anna Ascani: “Segnalo agli entusiasti che il PSE, il nostro partito insomma, ha perso. Di brutto. Congratulazioni e buon lavoro ad Alexi Tsipras”. Luigi Di Maio, M5S, si esprime in merito su
fattoFacebook: “La forza politica greca “Syriza” nel 2007 si è presentata alle elezioni parlamentari ottenendo circa il 5%, dopo 5 anni il 16% e dopo pochi mesi il 26%. Nonostante l’exploit ottenuto, ha deciso di restare coerentemente all’opposizione, prendendosi le solite critiche sui voti “congelati”. Con loro non ci accomunano certamente la forte ideologizzazione di sinistra (..) e le posizioni troppo indecise sull’Euro. Ma sicuramente abbiamo in comune alcune scelte nel nostro percorso politico (..) Oggi Syriza è stata premiata dai cittadini greci (..) Adesso spero che passino dalle parole ai fatti e in questa giornata vorrei dare un consiglio non richiesto ad Alexis Tsipras: stai lontano da Matteo Renzi, la sua ipocrisia è pericolosa”. Persino il compagno Paolo Ferrero ha ritrovato la grinta dei bei tempi: “Il popolo greco vince le elezioni contro l’austerità e dà il governo aSyriza. Adesso rovesciamo quest’Europa come un calzino!“. Più pensoso Fausto Bertinotti: “Tsipras insegna che la sinistra non può rinascere da una sua costola”.L’entusiasmo si è rivelato così trasversale da intaccare persino Gianni Alemanno. Il quale, forse non lucidissimo, ha twittato: “Vittoria di Tsipras in Grecia dimostra che i popoli europei sono stanchi dei vincoli dell’Euro”. Poi però è tornato in sé e ha aggiunto: “Anche se la sinistra sbaglia sempre”. Amen. (Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2015)

2 Comments

  1. Un coro di approvazione da “larghe intese”, per la serie “tutti contenti” (tutti?).

    Vorrei condividere le buone speranze che hai espresso nel post precendente per Syriza e il suo leader, ma quando leggo che “la vittoria di Syriza non ha agitato troppo le Borse [come] ampiamente previsto” mi cala un velo di pessimismo sugli occhi. E mi spinge ad interpretare il gioco delle parti come l’ennesima pantomima. Putroppo l’intreccio suona familiare: tre anni di governo del centrodestra in cui la Grecia è stata cotta a puntino, poi l’avvento della “sinistra” pronta ad elargire speranze a piene mani per far digerire al popolo greco gli irrimandabili compromessi al ribasso che lo aspettano. In questa tragicommedia non poteva mancare l’atto delle “larghe intese” che si rivelano puntualmente necessarie perché a Syriza manca, guarda caso, la percentuale necessaria a governare da sola (e qui mi fermo altrimenti mi parte un embolo complottistico).
    Chi sono gli alleati? Li hai descritti egregiamente tu stesso: una forza di destra spacciata principalmente come partito anti-euro, in realtà una costola del governo precedente, una sorta di garanzia di continuità e, soprattutto, di inclusione in quello che verrà.
    Tutti coinvolti (parlo degli elettori) e tutti contenti (non parlo degli elettori).

  2. Mi pare che quello più equilibrato sia Di Maio, non esulta appropriandosi della vittoria, commenta, si complimenta e ribadisce perfino le differenze tra M5S e Syriza (a proposito, bellissima battuta di Lercio su Jovanotti e Tsipras =D ).
    Gli altri…beh, i soliti guitti.

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