A proposito di Paita, Burlando e Liguria

ottomezzo 1Otto e mezzo, 12 gennaio 2015: il link.
“Faccio i miei complimenti all’assessore Paita per la “vittoria”. In un colpo solo ha sancito l’agonia delle Primarie e ha dimostrato una volta di più la vera natura del renzismo: non cambiamento, ma restaurazione e gattopardismo. Le primarie sono state sempre pilotate, non lo dico io ma lo dice il Pd. Lo diceva la Madia quando non era Ministro, lo diceva Morassut ex assessore nella giunta di Veltroni. E lo dice ora lo stesso Pd ligure. A levante e potente si sono visti ai seggi immigrati di ogni tipo, cinesi e marocchini, rom e sudamericani. L’assessore Paita ha ricevuto consensi bulgari, guarda caso, proprio nei centri del potere scajoliano. Per esempio ad Albenga e Albisola, dove c’era stato pochi giorni prima un “convegno” in cui il centrodestra esortava a votare proprio la Paita. Roba tipo 1000 voti su 1200. Sono Primarie che paiono falsate non meno di quelle in Campania nel 2011, con gli immigrati che dopo aver votato si guardavano in giro e chiedevano “Quand’è che ci pagate?”. Non lo dico io, che sono cattivo e gufo come quelli del Fatto: lo dice Cofferati e lo dice il Pd ligure, usando toni durissimi. Se fai le primarie “aperte” e incontrollate, è ovvio che poi vinci grazie ai voti della destra e degli immigrati, perché i teorici “rivali” hanno tutti gli interessi ad avere dall’altra parte un “avversario” gradito. Paradossalmente Genova, dove ha vinto Cofferati, è contata numericamente molto meno di città come La Spezia (feudo della Paita), Imperia (feudo di Scajola) e Savona, anche se la provincia genovese da sola conta più di metà popolazione ligure. La Paita dice che i suoi saranno anni rock, con questo linguaggio infantilmente adolescenziale tipico dei renziani, ma più che Jimi Hendrix per ora la sua vittoria mi ricorda Pupo e il principe Filiberto a Sanremo, sia per la qualità che per le votazioni chiacchierate. C’è poi l’aspetto più importante: quello della restaurazione. Non è la Paita a vincere ma Burlando, a cui la Paita è notoriamente molto vicina sul piano politico. La Paita è la faccia quasi nuova che permette al potere burlandian-scajoliano di continuare quello che ha combinato in questi decenni. Infatti la Paita è stata appoggiata da tutti tranne che dalla sinistra: dagli scajoliani, dai fascisti, da Vinai (Pdl vicino alla curia di Bagnasco), da Avogadro (ex senatore Lega già sindaco di Alassio), da Saso (ex An e ora Ncd, indagato per voto di scambio nell’inchiesta Maglio 3), da Minasso (Ncd, fotografato mentre festeggiava l’elezione del 2005 con esponenti di una famiglia al centro dell’indagine che porterà allo scioglimento del comune di Bordighera) e da Franco Orsi (sindaco di Albisola e scajoliano doc, uno che abbandonò le celebrazioni del 25 aprile durante il discorso di Scalfaro). Burlando ha già fatto capire che in Regione il Pd della Paita governerà con Ncd e Udc, partiti che peraltro neanche esistono quasi più, ma che ovviamente adesso chiedono qualcosa in cambio dopo avere appoggiato al Liguria. Siamo di fronte a una restaurazione in piena regola, che consegna i liguri alla stessa gente che per decenni ha offeso questa regione meravigliosa attraverso queste Primarie caricaturali. E c’è poi un conflitto di interessi gigantesco. La Paita, che in vita sua non ha praticamente mai lavorato e fa politica da sempre, è assessore alle Infrastrutture in Regione proprio come era accaduto al marito Merlo, casualmente anche presidente dell’area portuale di Genova. Un conflitto di interessi gigantesco. Il marito Merlo, peraltro, nel 2007 telefonava e mandava sms (chiedendo voti per l’amico Andrea Stretti, poi assessore alla Sanità a La Spezia) all’imprenditore Gino Mamone, oggi in carcere nell’ambito dell’inchiesta Albatros, con l’accusa di svariati reati (escort in cambio di appalti, gestione “sbagliata” dei fondi per l’alluvione eccetera, corruzione, etc.) e ritenuto in un’informativa della Guardia di Finanza (cito testualmente) “il punto di contatto tra il mondo politico e il mondo delle cosche calabresi”. Mamone è lo stesso che, al telefono nel 2013, diceva ad alcuni amici – quindi senza motivo di millantare – che “io a Burlandino gli faccio venire il cagotto”, lasciando intendere di conoscerlo bene e di poterlo addirittura condizionare. Le telefonate e il messaggio di Merlo, che non hanno rilevanza penale, rientrano nell’inchiesta Pandora del 2009. Merlo ha detto che al tempo non sapeva chi fosse Mamone e lo conoscesse appena, ma la Finanza parla nella sua Informativa di “ulteriore conferma della confidenza tra i due” e “si erano conosciuti molto prima”. C’è poi una segnalazione D.I.A, datata 2002 (cinque anni prima dei contatti tra Mamone e Merlo), che parla dei legami di Mamone con la cosca della ‘ndrangheta calabrese dei Mammoliti. Magari Merlo tutte queste non le sapeva, certo. E’ possibile. Se vince la Paita, e a questo punto vince di sicuro perché il centrodestra gli metterà contro Minnie o Pluto, vince Burlando. Vince la restaurazione, vince la cementificazione, vince quella politica ligure che in neanche 5 anni ha visto il Consiglio Regionale indagato nel 40% dei casi per spese pazze e con due vicepresidenti in galera (e la Paita non si è mai accorta di niente). Davvero, cari liguri, credete di non meritare di meglio?”.

6 Comments

  1. Commenti sempre puntuali e analisi lucide!!! Per quelli come paita burlando (li scrivo minuscoli apposta eh!!) e tanti tanti altri sei una spina nel fianco! l’unico,o tra i POCHISSIMI che dicono loro chi e cosa sono veramente! l’unico che li mette davanti alle porcate che combinano senza paura che qualche ministro chiami la redazione per licenziarti! Bravo!! Ti seguo da anni e ce ne vorrebbero migliaia di te,anche a dirigere i tg della rai!!! HAHAHAHA,DAI,SCHERZAVO,SE TE LO LASCIASSERO FARE LA GENTE SCOPRIREBBE LE VERITA’ VERE!!!!! Te lo immagini? E magari viste le facce che fa,e il suo tono ficcante e ironico durante i suoi editoriali a servizio pubblico,a leggere il tg MARCO TRAVAGLIO

  2. Le primarie, fatte in questo modo, non sono un grande spettacolo di democrazia. Anzi. Sembrano più che altro i “ludi cartacei” di mussoliniana memoria, con il solo risultato di allontanare gli i cittadini dalla politica in maniera esponenziale.

    Mentre Raffaella Paita rischia di essere un Bersani ligure – ovvero di essere arrivata prima senza vincere – e il marasma generalizzato sembra sommergere il Pd regionale, ecco arrivare una nuova bordata: alcuni organi di stampa hanno “scovato” un incontro a CasaPound del portavoce di Paita, Simone Regazzoni. L’incontro, è bene precisare, è datato 2012 e Regazzoni si chiama fuori con chiarezza da qualsiasi accusa di essere un estremista di destra, anche in un’intervista al Fatto Quotidiano.

    https://campionaridiparoleeumori.wordpress.com/2015/01/17/stracci-che-volano-la-nuova-telenovela-del-pd-ligure/

  3. Non occorre che lo pubblichi. Non sono ligure, nemmeno padano, posso addirittura permettermi di considerare il mio essere poco italiano.
    Sappi solo che sei una della decina di persone istituzionali che ringrazio di esistere.

  4. è inutile se poi a votare ci portano chiunque, senza offese per le minoranze etniche ma poi quando loro non saranno sufficienti ci porteranno cani e porci? Oppure convinceranno con 50€ o più gli elettori del centrodestra?

  5. Caro Andrea Scanzi, ieri sera a Otto&Mezzo ti ho virtualmente abbracciato. La tua diagnosi sulla Liguria era una radiografia fedele e la “Lella” é appena riuscita a balbettare alcune banalitá con lo sguardo vitreo. Io ho frequentato quel partito prima che diventasse PD, al quale non ho aderito perché ho capito in tempo utile.
    Dopo due mandati da sindaco di un comune costiero imperiese, sembrava mi aspettasse un futuro in Regione (per meriti), ma “sfortuna” ha voluto che sul territorio che avevo tutelato a fatica fosse prevista una discarica di inerti asservita allo spostamento e raddoppio della ferrovia, in procinto di partire. Burlando si apprestava a candidarsi (era il 2005), la mia presenza era “non gradita” a chi voleva gestire la discarica e sostenere il candidato governatore. Il mio nome fu annunciato nel TG3 tra i nuovi componenti di Giunta Regionale, ma nel decreto del neo governatore figurava un altro nome. Oggi so che quella vicenda mi ha salvato la vita, so anche che non avrei avuto la forza di salvare né il mio partito (in allora) e men che meno la Liguria. Conosco gli attuali ministri e l’ambiente genovese e ligure, da cui tengo le distanze da quel momento. Conosco alcune situazioni, soprattutto ponentine, ma non solo. Contattami se sei interessato

    • @Andrea Scanzi @Rosanna Brun
      Ciò che ha scritto la carissima Rosanna Brun corrisponde al vero,noi liguri abbiamo visto con i nostri occhi le manovre di una certa politica bieca e contaminata dal malaffare epurare i pochi onesti, Rosanna era un sindaco coraggio una grande donna che ha lottato e lotta per le sue idee e i suoi ideali, persona davvero ammirevole.
      Purtroppo è tutto vero…
      Caro Andrea, Se una persona del livello di Rosanna le vuole parlare, non deve indugiare oltre, deve assolutamente contattarla.
      Saluti, Luca Cotta M5S.

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