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Recensione: WineNews

venerdì, Maggio 7th, 2010

Ecco la recensione di WineNews. Alla fine, una mia piccola riflessione. Da domani ricominceremo a parlare di vini bevuti: nel taccuino ho le riflessioni su Jacquesson, Il Cantante e altro.

E’ da pochi giorni sugli scaffali delle librerie “Il vino degli altri” (Mondadori, pagine 327, euro 18,50), l’ultima fatica letteraria di Andrea Scanzi, che segue idealmente “Elogio dell’invecchiamento” (2007), come ci suggerisce lo stesso autore nell’introduzione (“mi sono detto che un seguito di Elogio poteva starci”). Si tratta di una sorta di viaggio che conduce il lettore dalla Franciacorta all’Etna, dalla Toscana a Bordeaux, dalla Mosella all’Abruzzo, dalla Rioja all’Argentina, con lo scopo non di stabilire graduatorie ma di conoscere meglio i vini degli altri attraverso il confronto con i nostri.
Scanzi non fa mistero dei suoi maestri, la rivista “Porthos” su tutti, né tanto meno cerca improbabili mediazioni quando ci guida tra le sue preferenze enoiche (tenendo, però, a specificare che “il vino migliore non esiste” e “nessuno, nel mondo del vino, ha ragione”). Con passione e la giusta dose d’ironia e, soprattutto, con una prosa dotata di un bel ritmo, finisce per considerare, forse a ragione, il vino squisitamente come un oggetto evocativo di situazioni, luoghi e persone (dagli stessi protagonisti del mondo enologico, agli sportivi, dagli scrittori ai musicisti, in un piacevole caleidoscopio di fatti e citazioni, che spaziano dal cinema alla tv, dalla letteratura alla politica), che rispetta decisamente il modo di considerare il vino di Andrea Scanzi: “non riesco a concepire il vino senza la sua naturale connotazione conviviale”.
Il libro è molto ricco e non manca, come sembra ormai imporre questo vero e proprio nuovo genere letterario, diciamo enologico-esistenziale, la caratterizzazione di precisi “idealtipi”: dal “bevitore-damigiana” al “bevitore-Grandeur”, dal “bevitore-edonista” al bevitore-radical chic” fino al “bevitore-Buddha”, né tanto meno una specie di “checklist” delle dieci cose che l’autore pensava sul mondo del vino prima di questo libro e le dieci dopo questo vino.
Un punto di vista sul vino che proviene da “un innamorato che studia”, come si definisce l’autore, che si rivela decisamente una piacevole lettura, ma che non sembra togliere o aggiungere nulla alle discussioni modaiole più in voga nell’autoreferenziale e un po’ stanco mondo del vino italiano, questo, evidentemente, senza nulla togliere alla divertente e divertita scrittura di Andrea Scanzi (WineNews).

Ringrazio WineNews per la recensione e le belle parole. Sono iscritto alla loro mailing list ed è una delle fonti che cito nel capitolo Backstage. Un portale meritorio.
La critica finale è interessante: “decisamente una piacevole lettura, ma che non sembra togliere o aggiungere nulla alle discussioni modaiole più in voga nell’autoreferenziale e un po’ stanco mondo del vino italiano“. Non so se sia vero. E’ possibile. La mia volontà era proprio quella di non essere autoreferenziale e barboso (un po’ modaiolo sì) come molti libri sul vino. Spero di esserci riuscito.