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Asprinio D’Aversa Extra Brut – Grotta del Sole

martedì, Luglio 13th, 2010

Uno dei capitoli che più ha colpito i lettori, di quelli che compongono Il vino degli altri, riguarda i vini outtake. Un conio entrato a far parte del lessico enologico, come Vino Muccino e Vitigno Kiarostami.
Molti lettori, come esorto nel libro, mi inviano mail segnalandomi nomi di vini “che non piacerebbero a Robert Parker”. Uno di questi lettori, Francesco Martusciello, è tra i proprietari di Grotta del Sole. Un’azienda dai grandi numeri, 850mila bottiglie, ma a viticoltura naturale. Nome di riferimento in Campania, soprattutto dei Campi Flegrei.
Martusciello mi ha parlato dei suoi vini, tutti “outtake” secondo lui, tesi verso la salvaguardia e la valorizzazione dei molti autoctoni campani. Mi ha così mandato una campionatura.
La lista è lunga e invitante: Falanghina e Piedirosso (Campi Flegrei), i frizzanti Lettere e Gragnano (sorta di Lambrusco della Penisola Sorrentina), Greco di Tufo (Irpinia), vini del Vesuvio (tra cui il Lacryma Christi) e l’aversano.
Proprio da quest’ultimo ho cominciato. Chi ha studiato i libri Ais, sa che l’Asprinio d’Aversa (autoctono tout court) è preso a esempio come vitigno più aspro d’Italia e tra i più verdi del mondo (insieme al vinho verde portoghese). Le viti sono allevate seguendo i dettami della tipica alberata aversana. Si dice che sia il vino perfetto con la mozzarella di bufala o in carrozza (abbinamento regionale).
Io ho provato, due sere fa, non l’Asprinio classico (fermo e secco) ma il Metodo Classico Extra Brut. Permanenza sui lieviti di 36 mesi. Affinamento in bottiglia di 1-3 mesi. Sciroppo di dosaggio appena percettibile, quasi un Pas Dosè. Azzardo ulteriore, considerata la vena acidula del vitigno. Potrebbe nascerne un vino sgradevole, amaro.
Avevo letto recensioni un po’ timide, quest’anno almeno, del Gambero Rosso (va be’). Non ho ancora degustato le altre bottiglie, lo farò con calma e curiosità, ma questo Extra Brut è delizioso. Come deve essere: acido, dritto, sapido. Incredibile sentore di lime e limone, grande bevibilità. Bollicine eleganti, non elegantissime. L’equilibrio c’è, per quanto almeno possa essere equilibrato un Asprinio. Un vino tanto territoriale quanto riuscito. Vino outtake, in tutto e per tutto.