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Ca’ Lojera

domenica, Agosto 22nd, 2010

I miei due libri sul vino, insieme a questo blog, mi hanno permesso di entrare in contatto diretto con una moltitudine di appassionati ed esperti: voi.
Non conto più le vostre dritte. Quanto vi esortavo, ne Il vino degli altri, a scrivermi i nomi di vini che “non sarebbero piaciuti a Robert Parker”, speravo di riceverne tanti. Non così tanti.
Tempo fa, diciamo due mesi, ricevo questa lunga mail.
Ciao Andrea, sono Michele Malavasi un tuo fan modenese, ti volevo segnalare una tipologia di vino di cui non ti ho mai sentito parlare e che vorrei segnalarti in quanto mi sta particolarmente a cuore per la capacità di invecchiare a lungo.
Il vino è il lugana una piccola doc che unisce pochi paesi del lago di garda delle province di brescia (desenzano, pozzolengo, sirmione) e verona (peschiera del garda), il vitigno è il trebbiano di lugana chiamato turbiana, si dice che sia parente streto del verdicchio, la peculiarità del terroir è lo strato di argilla che dona ai vini una sapidità, salinità e acidità che gli garantiscono una lunghissima vita, incredibile come dei lugana di 10 anni siano sorprendentemente in piena forma quasi come dei borgogna bianchi.
Dopo aver assaggiato praticamente tutte le cantine della doc, la mia cantina del cuore che ti segnalo è ca lojera di rovizza di sirmione (p.s. la sua riserva che si chiama riserva del lupo nell’ultima guida dell’espresso, sempre di più la mia favorita, è stato premiato come miglior lugana dell’anno) in quanto è la più autentica e fedele interprete della
denominazione, vinifiacno solo uve loro e praticano un’agricoltura di basso impatto chimico. Inoltre visto che anche tu cerchi la poesia nelle storie dei vigneron, i coniugi Tiraboschi oggi entrambi sopra i 70 anni hanno iniziato a vinificare in proprio circa 13 anni fa, una volta andati in pensione..!!!E oggi la signora Ambra accoglie i visitatori oltre che con un grande sorriso anche con tanto orgoglio e  amore per i loro vini. Tra l’altro hanno un bellissimo agriturismo in cantina dove a 20/25 si mangia divinamente e si bevono i loro vini con la presenza del signor Franco che spesso e volentieri viene al tavolo a bere e a commentare il vino. A parte la poesia i vini sono davvero fantastici e a prezzi onestissimi (6,50 lugana base d’annata, il 2009 è spettacolare per beva, acidità e frutto, 9,00 il superiore che è l’unico che fa botte grande, in questo momento il 2001 è al top pop per mineralità e poi il 2004), la riserva del lupo solo acciaio nel millesimo 2006 è commovente tanto è buona e il 2003 è  considerata il miglior lugana mai prodotto da sempre dal bravissimo Angelo Peretti (blog internet gourmet).
In vendita troverai tutte le annate dal 1999 in poi per fare le verticali sempre allo stesso prezzo dell’ultima annata in commercio!!!
Scusami Andrea per la lunghezza e spero di averti fatto una segnalazione gradita e sarei felicissimo un giorno magari di leggere proprio una tua recensione su un buon lugana capace si sfidare gli anni. Ciao, Michele
“.
Michele è riuscito a incuriosirmi – ci vuole poco, devo ammetterlo. Ho contattato via mail l’azienda. Mi sono fatto spedire – pagandole – sei 2003, sei 2006, sei 2009, tre 2001 e tre 2004. Le annate, e tipologie, consigliate da Malavasi. La signora Ambra è stata velocissima e gentile.
Quando le bottiglie sono arrivate, dopo svariate peripezie del corriere, ho cominciato con la Riserva del Lupo 2003. Ne sono rimasto un po’ deluso, quantomeno meno entusiasta di Peretti: forse l’annata calda, forse io che quella sera non ero al meglio.
Poi ho provato, qualche settimana dopo, la Riserva 2006: un bianco portentoso, con ancora tanti anni davanti. Franco, schietto, di acidità giusta e mineralità invidiabile. Al tempo stesso, un vino dai profumi accattivanti, maturi ma non troppo, capace di piacere al vinoverista quanto al commensale poco smaliziato. A tutt’oggi è la bottiglia che più mi ha entusiasmato dell’azienda, insieme al Lugana base 2009, paradigmatico – come scrive Malavasi – per frutto giovane e acidità.
Buona la 2001, la 2004 devo ancora assaggiarla. Comunque un passo indietro alla Riserva 2006 (lo so, alla fine sono ricaduto nell’unica tipologia dell’azienda che fa solo acciaio: ormai sono irrecuperabile nel mio pauperismo eretico).
Di Ca’ Lojera mi piacciono il lavoro, l’agriturismo (che non ho mai visto, ma è come se lo avessi fatto) e l’idea dolcissima di sfidarsi quando non si è più giovanissimi, ma si ha ancora tanto da dire e dare.
Grazie a Michele per le dritte (che compensano ampiamente l’abuso cri-mi-no-so di punti esclamativi) e ai coniugi Tiraboschi per il loro esempio di lavoro portato avanti con passione. Onestà. Sogno.