Un bel weekend

Sono appena tornato da un weekend lungo, unica compagna (ufficiale) la mia labrador Tavi. E’ stata operata due settimane fa, ci siamo presi un bello spavento. Sta tornando lo splendore che era. L’unica femmina a cui posso essere fedele (frase di un maschilismo orribile, lo so, ma se non siamo sinceri tra noi, tanto vale guardare tutti Minzolini).
Insieme, ce la siamo goduta, tra vino e amici (anche se lei, per ora, non beve. La figlia, sì). Non ricordavo che la vita da single fosse così adorabilmente intrigante e malinconica. E’ incredibile quanto la gente si complichi la vita, sposandosi.
Comunque (cit).
Adesso sono qua, nel mio eremo cortonese, con accanto un Twix edizione limitata al cioccolato bianco. Ecco: il Twix Bianco e il Kit Kat Bianco sono due dimostrazioni, inequivocabili, dell’esistenza di Dio. Come le Pringles sale e pepe, il tacco 12 ed Edward Norton ne La 25a ora.
A parte questo, si rende urgente una seria ricostruzione dello scorso weekend. Se ne sia fatta (?) una giusta esegesi.
Giovedì. Al mattino ho l’elettrocardio di Tavi, in una clinica modenese (San Geminiano). Tutto bene. Mi rilasso. Poi sono ospite all’Aquamarine Wave, l’allevamento di labrador di due ottimi amici, Fabio e Cristina Mambelli. Abitano a San Possidonio, dove a parte loro (e i loro cani) non c’è niente. Hanno creato una struttura meravigliosa e, già che c’erano, si sono messi a coltivare pomodori ciliegina (ne hanno a quintali, praticamenti li spacciano) e a fare vino. Sangiovese. In terra di Lambrusco. Com’è? Migliorabile, ma buono. Se Fabio riuscirà a togliergli quel piccolo di sentore medicinale all’olfatto, avrà creato un vino da tutti i giorni pienamente onesto e gradevole (anche a basse temperature, come il Novello nebbiolato di Pio Cesare). Già così, comunque, si beve con agio. E non era cosa scontata. Ringrazio poi i coniugi Mambelli per avermi fatto scoprire la Luigina, un liquore dolciastro ottenuto da erbe della zona. Già che ci sono, li ringrazio per il sostegno psicologico durante la degenza di Tavi e per la cena offerta in un ristorante della zona (Tabernula). La cucina è buona (di pregio gli gnocchi di zucca con fonduta), la carta dei vini molto migliorabile. A tavola (e nell’allevamento) c’erano anche nonna di Tavira (16 anni), mamma di Tavira (11 anni), altra figlia di Tavi (due anni). Le prime due beige, la figlia nera come lei. Tutte belle. E tutte chiamate Malaga (viva l’originalità).
Della notte nel residence, ricordo solo che mi sentivo come Marco Pantani negli ultimi giorni della sua vita. Attorno a me c’era il nulla e l’arredamento degli appartamenti dell’hotel aveva l’allegrezza di una mazurca unplugged di Vecchioni. Avrei voluto un Ardbeg, se non altro per stordirmi, ma ho solo le crocchette di Tavi. Pazienza.
Venerdì. Mi avvicino verso le Langhe, luogo dell’anima, da santificare e benedire. Pranzo in uno slowfood di Belvedere Langhe, la Trattoria del Peso. Non andateci se volete un posto cool. Andateci se volete un posto genuino. Dieci euro pranzo completo, 12.50 se prendi anche la carne. Vino della casa, un Dolcetto della Cooperativa di Clavesana (non storcete il naso: per quella cifra lì, era quasi un Sassicaia). Gente che parla di Tarcisio Bertone, sacerdoti che pranzano da soli lamentando la scarsa affezione dei fedeli. Tome di Murrazzano che invitano ai cori celestiali. Pesche sciroppate. E prezzi davvero ridicoli. Ah, le Langhe. Che posti. In un’altra vita, vado ad abitarci. Magari anche prima.
Dormo al Bricco, bell’agriturismo sopra Carrù. In serata, raggiungo Ezio Cerruti (il monumentale creatore del Passito Sol) a Castiglione Tinella e ci sbevacchiamo con agio una Vitovska di Vodopivec, bianco anforato che adoro. Così, tanto per cominciare. Poi, con la sua compagna Anna, ceniamo poco fuori Asti, al meraviglioso Ai Binari di Mara Bione. Sommelier competente e affascinante.
Ezio si porta dietro i vini della serata: una Ribolla 2001 di Gravner (parziale deliusione), il Barbaresco di Teobaldo Rivella (mio Barbaresco preferito) e alcuni suoi azzardi di cui sentirete parlare e che per deontologia amico-professionale non anticipo. Mara mette il carico da 11 e ci dona un Polisy 2002 di Beaufort, il mio champagnista-pugile del cuore (ma ne ho tanti). Vien da fare cortei, quando bevi ‘sti nettari.
I piatti, dalle acciughe al risotto, fino ai formaggi (io ed Ezio siamo vegetariani), sono grandiosi. Serata superior, che chiudiamo con un Barolo Chinato Cappellano a casa sua. In tutto questo, Tavi ha quasi sempre dormito. Che pace, i cani. L’avessi io.
Sabato. Mi trasferisco in un altro agriturismo, il Palazzetto di Clavesana. Molto bello. Al pomeriggio ho la presentazione del libro a Carrù, alle 18 c’è Travaglio e alle 20 io. Passo tutta la giornata a Carrù. Pranzo all’Osteria Il Borgo, altro slowfood. Carrù è il paese del bue grasso, e io non mangio carne. Quindi sono un eretico. Ma il vino è linguaggio universale e la Barbera di Renato Ratti vive e (tutto sommato) signoreggia.
La presentazione scivola via liscia. Marco, quando vede il mio giubbotto sbarbino dorato, scrolla la testa sconsolato. Non ci riesco proprio a fare l’intellettuale serioso e lui lo sa. Bello, dannato ma più che altro coglione. Il marchio della casa. 
Qualcuno mi regala vini (grazie), ritrovo vecchi amici (grazie). Ritrovo i coniugi Chionetti, artefici di quel Dolcetto Langhe Monregalesi Il Colombo che apprezzo assai (scusate, sto leggendo Tony Pagoda, che usa spesso “assai”). Ceniamo poi al Moderno, ancora a Carrù. Ci sono ancora Ezio e Anna. Ci sono sindaco e vicesindaco di Farigliano. C’è Christian Gerbaudo, uno degli organizzatori (obrigado, anche per la visita dal veterinario). E c’è Giacolino Gillardi, enologo di Ceretto e moderatore della serata, nonché importatore (tra gli altri) del carissimo e preziosissimo Salon. Beviamo Champagne Delamotte (un Salon in diminutio) e alcuni azzardi di Gillardi, su tutti il suo Syrah che lui ha chiamato Harys. Non male, e per me superiore al Merlot (ma io non amo il Merlot). Mi regala anche una Magnum della sua Grenache, che mi incuriosisce. Ci viene l’idea di una cena-trash da fare prossimamente, con alimenti scrausi da abbinare a vini pazzeschi. La faremo, magari dentro uno stand Ikea.
Quando arrivano i formaggi, ho finito le file (come Tavi, che ovviamente dorme il sonno dei giusti). Faccio in tempo a rimpiangere il Sol Botrytis 2005 di Cerruti, che con quegli erborinati sarebbe stato da Dio, e mi dirigo verso il Palazzetto. Si dorme. Felici.
Domenica. Una corsa e via, verso Imola, dove scrivo del trionfo di Max Biaggi in Superbike. Al ritorno, provo un Lambrusco di Vittorio Cottafavi (benino quello rifermentato in bottiglia, più debole l’altro) e un Barolo 2004 di Teobaldo Cappellano, fresco ed elegante, in punta di penna e ricco di anima.
Sipario. 
E adesso è ora di pranzo e forse addento il Twix bianco.

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102 Responses to “Un bel weekend”

  1. francesca ciancio ha detto:

    Anche io conosco i tipi come lei
    quelli che danno del quasi collega a un collega. Voi siete i giornalisti, noi siamo quelli che provano a fare questo mestiere ( con evidenti insuccessi) . Succede solo in Italia
    Capisco anche che la singletudine è spesso una necessità più che una scelta ( non è certo il suo caso)
    Mi basta il mio blog corale per dire la mia, ma evidentemente non è ancora molto addentro alle logiche del linguaggio 2.0.
    si , esisto , mio e suo malgrado. non sarà certo un blog “due camere e cucina” a comprovarlo.
    W il pinot noir ( per concludere con il vino e con un sorriso)

  2. Andrea Scanzi ha detto:

    Giustamente ha spostato l’attenzione dalle sue beghe ormonal-ideologiche al suo provare a fare questo mestiere, Madama Ciancenburg. Piangendo miseria e lamentando trattamenti di lesa quasi maestà.
    Altra mossa banalissima, in una scacchiera sopra cui mi sono già addormentato.
    Le ho già detto che, quando vuole, sa scrivere. E che la sua mini-recensione di Elogio era una delle cose migliori che ho mai letto. Le aggiungo anche che, nel mio piccolo, quando posso, aiuto tutti quelli che provano a fare questo mestiere fottuto e bastardo (e lei lo sa benissimo).
    Francesca Ciancio esiste, e quando vuole (non sempre) è brava.
    Se ieri ha tratto il peggio di sé, recitando (male) la parte della sessantenne che si presenta in ciabatte alla redazione del Manifesto per dimostrare che forma non è contenuto, non è colpa mia. Ha scritto cose infelici, pietose e noiose. Lo tenga a mente.
    La prossima volta che avrà voglia di dar lezioni di morale e sentimento, brandendo un minimo di notorietà in luoghi non suoi e sfruttando post che nulla c’entravano, telefoni a un junghiano. Di quelli bravi, più ancora pazienti. Di quelli che sopportano i punti esclamativi senza buco intorno.
    In bocca al lupo.
    a.

    P.S. Esistono senz’altro single per obbligo, e senz’altro non è il mio caso (cit). Come pure esistono comari che dispensano buon senso, non potendo più dare buon esempio. O donne serissime che eleggono a unica cifra distintiva il proprio cervello algido. Non avendo, verosimilmente, altro.

  3. pippoppero ha detto:

    Mica male il carteggio Ciancio/Scanzi!
    I casi della vita sono strani. Confesso che della vita privata dell’autore di questo blog non ne sapevo nulla, ma leggendo il post del week end il mio quinto senso e mezzo aveva sfrigolato un po’…(è in ogni caso un [5°+1/2] senso da maschio quindi equivalente a un 2° senso scarso di una donna…..).
    Anche io sono passato per quel tipo di percorso. Ognuno lo attraversa a modo proprio. Il mio alla fine dopo tanto duro, doloroso camminare mi ha fatto inciampare in Francesca nella sua luminosità cosi’ simile a quella della sua terra: la Calabria. E con lei è arrivata piano piano (in realtà sto ancora imparando, anno dopo anno) la capacità di far entrare finalmente la luce e il calore dentro di me. Dopo sette anni con lei sono cambiate tante cose in me e fuori di me. Lavoro, amici, città, sono arrivati Sara, Elisa e adesso Gabriele. Non mi erano mai piaciuti i bambini….ora non riesco a pensare alla mia vita senza le mie tre pesti. Sono cambiate anche cose “piccole”. Non avevo mai bevuto vino nei miei primi 32 anni di vita. Astemio in una famiglia di viticoltori astigiani….poi una sera della nostra prima vacanza in Calabria siamo andati a cena da Roberto Ceraudo. Cosi’ all’aperto, sotto gli ulivi, con Lei ho scoperto un angolo di paradiso e abbiamo bevuto il nostro primo Grayasusi etichetta argento. Da quella bottiglia è nata una passione che oggi mi ha portato qui a scrivere un commento che non so bene se è un commento o uno sprolquio innamorato.
    Avrei voluto dire allo Scanzi che a me sembra un po’ vero che si “carica” un po’ troppo quando lo si critica (cannoni per sparare alle farfalle?). Io poi sono quello che con l’Andrea aveva messo su il carteggio sui tortellini piu’ cari del mondo e quindi per me “sboroni”. Ma alla fine che senso ha entrare in un blog e chiedere all’autore del medesimo di fare dei “mea culpa” sui suoi post. Riflettono la sua vita, la sua personalità. Si puo’ essere daccordo o in disaccordo, ma andare oltre cercando l’autocritica dell’autore del blog non puo’ funzionare. Ci avrà pensato prima di scrivere, sarà bene o male il riflesso di cio’ che pensa. Nel carteggio Ciancio/Scanzi ho rivisto un po’ il mio. Quindi mi sono detto “‘fanculo le critiche” e per tornare a bomba, volevo solo dire che amo il vino e sono arrivato a scrivere su questo blog grazie ai Grayasusi, Ymir, Petraro, Grisara, Petelia e Dattilo di don Roberto Ceraudo. Che ringrazio Dio, il mio karma o vattelapesca per avermi fatto “inciampare” negli occhi di Francesca (ciao occhi blu) e in tutto quello che ne è venuto e che stiamo attraversando insieme. Che ti auguro buon vento sulla tua strada quale che sarà Andrea.

    PS
    Da fine 2007 (mia lettura dell’elogio) mi ero riproposto di andare a conoscere Roddolo. Settembre 2010 finalmente ci sono stato. Concordo su titolo “Papa Roddolus”.

  4. Andrea Prando ha detto:

    Mi sento un po’ sfigato leggendovi.
    Voi, tutti bei tranquilli, nel vostre casette in terre italiche; voi, che vi godete live Minzolini ed Emiliano Fedel; voi, che discutete di vini e femminismo.
    E io?
    Buon Dio, vivo in Turchia! Qui di vino non se ne trova – eccetto che per il vino di Tracia ai lamponi o al mais.
    Se vuoi un vinello passabile devi andare alla Metro, comprarti qualcosa prodotto in Sud Africa, con etichetta e nome francesi. Aiuto.
    Scanzi, aiuto!

  5. Nic Marsèl ha detto:

    Passi per Kiarostami (non condivido ma posso capire), ma veder citato Kaurismaki quale esempio di noia mortale mi lascia più che perplesso. Sarà mica allergia per i registi che cominciano per “K” e finiscono per “i”? 🙂 Ezio Cerruti non ti ha ancora fatto assaggiare i passiti di Ca’ Richeta?

  6. gianmarco ha detto:

    davide rosso è titolare dell’azienda “giovanni rosso”, forse lo conosci con questo nome

  7. Michelangelo ha detto:

    Già, inutile discutere con certe femministe ma sempre divertente. Scusatemi, ora vado a farmi la barba col machete (senza schiuma, è roba da eunuchi). Mi verrebbero in mente alcune altre centinaia di sparate maschiliste, ma le lascio all’immaginazione di alcune donne che, con ogni evidenza, sono nettamente più educate, sensibili e intelligenti della totalità degli uomini e, in definitiva, sanno già tutto (cit.). E credono che scherzare sia un comportamento sovversivo, oltre che incomprensibile.

  8. Jonsi ha detto:

    Con il machete? Io con la lente d’ingrandimento rivolta verso il sole.

  9. Michelangelo ha detto:

    Beh, anche una passata di carta vetrata o un bagno nell’acido cloridrico potrebbero fungere allo stesso scopo.

  10. Andrea Scanzi ha detto:

    @Pippoppero. Bell’intervento, davvero. E’ verissimo che rispondo coi cannoni alle farfalle, ma i blog funzionano così. E poi scrivo quello sempre che penso. Alzo i toni soltanto quando dall’altra parte non trovo niente (anzi, no: quando scorgo il massimo della scorrettezza e malafede). Felice del suo percorso esistenziale, ma io ero così anche anni fa. E’ proprio un discorso di libertà brutale e senza mediazioni. Non credo nella monogamia, mi annoia la fedeltà e non avverto alcun desiderio di riprodurmi. Senz’altro l’anormale sono io. Però, voglio dire: sticazzi 🙂 Chi se ne frega, non è mica un tema appassionante. Torniamo a parlare di vino e grazie ancora della sua bella mail.
    @Nic Marsel. Non posso parlare dei vini che ho sentito da/con Ezio. Lo farà lui, a tempo debito. Kaurismaki mi devasta le sinapsi, me le frantuma proprio dalle fondamenta.
    @Andrea Prando. Su con la vita. Abitando in Turchia, sei dispensato dagli Spqr bossisti e da tutte quelle altre cazzate con cui voi discutete democraticamente (cit). Un abbraccio e tieni duro.

  11. Luca Lopardo ha detto:

    Stasera attendo pubbliche dichiarazioni d’amore della Ravetto a Ballarò.

  12. Giovanni Corazzol ha detto:

    La femminista giornalista col tacco 12 però a me m’intriga. Se vuole Francesca, dato che lo Scanzi la maltratta e ci invita a tralasciare l’argomento, si senta pure libera di scrivermi per continuare il dibattito nella mia caverna.

    Vino: venerdì sera sono andato al Tocatì (www.tocati.it), Festival Internazionale dei Giochi di Strada, per giocare con la mia squadra alla Lippa, detta anche Pindol, Sciancol, ciancol insomma quel gioco in cui si colpisce con un manico tagliato di scopa un pezzo di legno più piccolo e appuntito alle estremità, per farlo saltare e ricolpire in aria.
    Interessante vero? proseguiamo.

    Andando quindi verso Verona da Padova mi sono fermato a Gambellara da Maule a far rifornimento. L’ho ritenuto cosa da farsi dato il periodo favorevole ed il poco lavoro di questo periodo. Dopo aver conosciuto un nuovo figlio, bello, magro e biondo come tutti gli altri, mi son voluto portar via anche una bottiglia di Champagne Blanc de Blancs di Simon Selosse (cugino di Anselme?). 25 euri. l’ho aperta con gli amici all’Osteria La Villetta di Palazzolo sull’Oglio, luogo da cui lo Scanzi credo debba stare alla larga data la piega vegetariana che parrebbe aver preso, ma che noi porci addentatori di animelle e guanciale accostiamo volentieri.
    A me forse è piaciuto, ma mica mi ha fatto strabuzzare gli occhi.
    Resto, nel mio brevissimo e difettoso viaggio nello champagne, ancora disperatamente avvinghiato a Laherte e Gatinois.
    Abbiamo opinioni? Nel caso ringrazio e pendo.
    salùt

  13. Nic Marsèl ha detto:

    Andrea, a me Kaurismaki piace istintivamente, non ci trovo nulla di intellettualoide. E mi piace più di pancia che di testa. Al contrario ma per lo stesso motivo non mi piacciono i vini di Arpepe (eresia): ci devo pensare troppo per apprezzarli. Tante volte è davvero soltanto questione di stimoli sensoriali che ti si accendono per motivi sconosciuti. Tutto questo per dire che se qualcuno dichiara di amare un certo tipo di cinema, di letteratura, di musica o quant’altro, non lo fa necessariamente per tirarsela, o perchè adora tirarsi mazzate sui maroni. 🙂

  14. Gabriele Sala ha detto:

    Ciao Andrea

    premesso che non credo per nulla alle guide, ma che ne dici dei vincitori dei premi speciali del GR:

    http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=20611&dc=15

    Il Secolo Novo l’ho assaggiato di recente e mi è piaciuto tantissimo.

  15. Andrea Scanzi ha detto:

    Non l’ho mai pensato, Nic. Detesto le generalizzazioni. Il discorso è diverso: di solito la gente noiosa, e troppo cerebrale, guarda film noiosi, e troppo cerebrali. Non è che lo faccia apposta: gli viene così. It’s not my cup of tea (cit). Poi, per carità, ognuno ha i suoi gusti. Capisco cosa dici su Ar-Pe.Pe, è legittimo, ci mancherebbe.
    @Corazzol. Ho opinioni e credo che il suo post sia molto meglio dei vini di Simon Selosse (buono, non buonissimo). Gatinois, in confronto, vivifica e glorifica con assoluta scaltrezza e sicura sicumera.
    Ah: non ho preso una piega vegetariana. Lo sono da 9 anni e mi vergogno per non esserlo stato per un anno (ma ne mangiavo comunque poca). Non potrei guardare in faccia (muso è brutta parola) i miei cani, se mangiassi carne. E prima o poi dovrò chiudere anche col pesce.
    Mi saluti la sua caverna, anche se la tipologia femminea cui allude mette il tacco 12 solo se costretta (“per lavoro”), altrimenti una scarpa penitenziale dà maggiormente l’idea di Donna-Che-Pensa-Tanto e non presta attenzione ai dettami modaioli e borghesi della società maschilista, edonista, superomista e odiosamente frivola.

  16. francesco guerisoli ha detto:

    nell’attesa che la magistratura compia il suo lento dovere(cit e sic)
    http://it.notizie.yahoo.com/4/20100928/tts-oittp-5terre-arresti-ca02f96.html
    ma anche chi in questi giorni sta montando un documentario di cui ho appena visto il promo
    http://www.facebook.com/pages/The-Documentary-Film-Sciacchetra/300955512668?ref=ts

  17. Luca Lopardo ha detto:

    Scanzi, ma Lei è un sadico rigiratore (?) di coltelli nelle piaghe.

    Ah, dimenticavo che appartiene al Popolo dell’Odio.

    P.S. Dovrebbe trovarsi le femministe a tirarLe le pietre in ogni aeroporto, come solevano fare le attiviste con Bukowski.

  18. simona ha detto:

    Non lamentarti se Lady ravetto cercherà tramite blackberry di contattarti.

  19. Nic Marsèl ha detto:

    Comunque, tornando a bomba. Infedele per vocazione, poligamo per convinzione, comportamenti sospetti con gli animali : ma allora sei davvero GABRIEL PONTELLO. Anche se a dirla tutta, portare il cane a fare l’elettrocardiogramma potrebbe essere considerato quale comportamento un pelo eccessivo anche da parte del mitico attore porno 🙂

  20. Nic Marsèl ha detto:

    @corazzol : i Maule hanno venduto l’anima al diavolo, non mi stupirei se Angiolino nascondesse il suo ritratto in soffitta

  21. Adriano ha detto:

    Che insieme di post di straordinario valore, perfino ermeneutico (parola che adoro inserire totalmente a caso). Non vi seguo sul twix per fedeltà estrema allo snicker che lo divelge con furia abnorme. Il massimo è ingerirlo a digiuno, dentr…o la metro piena di Milano tra gente che scureggia, in 2 morsi ricchi di frenesia, dopo che il distributore ti ha fregato un paio di volte i soldi e l’istinto antisociale tocca vette moderatamente importanti. Se il tacco 12 contiene lo champagne come nell’inarrivabile E’ arrivato mio fratello?

  22. Adriano ha detto:

    Ciancio il retrozoom è inaccettabile. Specie sulla Panasonic. Si penta

  23. Speedy ha detto:

    Adriano regna 😀
    ho assaggiato poc’anzi il cono gelato al kitkat, con tanto di barretta incastonata nella panna, da lasciare rigorosamente alla fine.
    talmente trash da meritare una prova

  24. Andrea Scanzi ha detto:

    @Luca Gottardo. Il mio sogno recondito è un branco inferocito di femministe scrause che mi assaltano lanciandomi Birkenstocks con fiore bianco maxi all’altezza dell’infradito.
    A quel punto, posso reincarnarmi in Filippo Facci. Serenamente.

  25. Luca Codardo ha detto:

    Nelle visioni sei imbattibile. Mi prostro.

  26. Francesco ha detto:

    Ciao, vedo che non sei uno che si mette li ad ascoltare Blood on the Tracks ( o sea change del buon beck, ma è un’altra categoria)per la fine di una storia e la cosa mi rincuora, ma volevo sapere se avevi letto il libro di Nossiter. Io l’ho trovato cerebrale ma anche intrigante (oddio, mi piacerà Kiarostami?)mi faceva piacere sapere la tua opionione ed anche quella di altri forumisti. Per la serie dei vini RP segnalo, malamente perchè non ricordo bene, un bianco (bianco? giallo-arancione) di Podsiesic o qualcosa del genere, un mix di friulano e ribolla veramente appassionante. Domani lo ricompro così lo segnalo correttamente. Altro vino RP è sicuramente il Chianti Classico Val delle Corti
    saluti
    PS il batti e ribatti con la ciancio evidenzia una spina dorsale acida ed una qualità del tannino che garantisce lungo invecchiamento

  27. Flachi10 ha detto:

    Parlando di Champagne quest’estate con amici ci siamo scolati una bottiglia di Larmandier Bernier Blanc de Blanc Terre de Vertus Zero Dosè… che dire con il caldo che faceva ce ne saremmo bevute 20 bottiglie… assolutamente strepitoso, poi per una trentina di €!

    In questi giorno vorrei acquistare questo champagne: CHAMPAGNE LE MESNIL SUR OGER 1998 – PASCAL DOQUET

    qualcuno lo conosce e sa dirmi se per lui merita?

  28. Andrea Scanzi ha detto:

    @Francesco. A dire il vero, Blood on the tracks lo ascolto se sono innamorato. 🙂 Nossiter devo ancora leggerlo. Adesso, di vino, sto leggendo Tachis. Credo ti riferisca ai vini di Podversic, che peraltro una volta ho qui recensito, ma posso sbagliare.
    Grazie per l’affetto.
    @Flachi10. Il Terre de Vertus magnifica con virulenza, è straordinario. Non ho sentito Doquet, ma la zona (come sai benissimo) è ideale per il Blanc des Blancs.

  29. Francesco ha detto:

    bravo, è proprio Podversic, non mi ero accorto che lo avvi recensito, ora cerco la recensione.

  30. Gabriele Sala ha detto:

    Il Terre de Vertus a 30 €??? e dove di grazia???

  31. Giovanni Corazzol ha detto:

    Nella mia spaziosa scatola cranica rimbalzava una memoria tratta da un suo libro o da qualche post pubblicato in suoi o altrui blog (post, blog: mi richiamo subito all’ordine)in cui descriveva una cena a base di tagliata o fiorentina cotta sulla pietra ollare (boh); da queste solide basi ho arbitrariamente dedotto una sua recente virata verso la ruminazione. mi scuso.
    essendo questo luogo suo fatico a richiamarla ad un qualunque tipo di vincolo o principio causa/effetto, ma permetta: che ci quaglia la sua criticabilissima dieta con lo sguardo del cane? struggendomi nell’attesa che lei risolva il quesito mi interrogo anche sulle modalità con cui si avvicinerà al centenario della Fiera del Bue Grasso. Se c’è da far schiamazzo mi faccia sapere, amerei contraddirmi e aprire un banchetto vegano in piazza a Carrù. Nel frattempo ci ripensi. c’è troppa cultura e gente bella attorno alla carne.
    saluti

  32. Bruno ha detto:

    Ciao Andrea,
    avevamo detto che ci davamo del tu, no ?
    E’ stato un piacere conoscerti e anche molto interessante la serata o almeno quello che sono riuscito a sentire tra il baccano e i figli al seguito. Mi è piaciuto molto come hai messo in chiaro che produrre in modo biologico o naturale non ha senso se sei circondato dal convenzionale. Ma purtroppo, lo avrai notato sicuramente anche tu, molti biologici o biodinamici sono molto attenti al loro orticello ma poco gli importa se l’orto del vicino è pieno di veleni ! E pensare che adesso si fa un gran parlare di territorio ! Mah ?! Come ti ho detto quel sabato il mondo del vino é diventato un circo, con tanti illusionisti, molti pagliacci e purtroppo una grande numero di funamboli che cercano disperatamente di stare in equilibrio. Chi vivrà, vedrà,come si dice ! Ti aspetto al Colombo. Ciao

  33. Giovanni Corazzol ha detto:

    @Francesco. Ho comprato il libro di Nossiter per leggerlo durante le ferie agostane. Letta la premessa (italiana credo) con il topos sul vino naturale e un inno ad Angiolino Maule(comunque sempre strameritato in parte per il vino, in larga parte, secondo il mio personalissimo cartellino, per la persona) mi sono straannoiato e ho raccattato un 5 o 6 Maigret bevendo negroni alternati a sassaia e ribolla di franco terpin, stando sbracato mezzo nudo e con la bavetta sotto la pergola (a vite naturalmente) della casetta istriana con vista sul quarnaro. ecco.

  34. Giovanni Corazzol ha detto:

    attacco di scrittura bulimica: segnalo a tutti contando di destar invidia che, causa partecipazione a inutilissima fiera, oggi pomeriggio prendo l’auto aziendale e mi dirigo verso Torino. Con abile mossa son riuscito a far credere che non val la pena cercar di far nanne in città e ho prenotato a Bra’. Il programmino pertanto prevede deviazione verso Piacenza, Tortona (sto arrivando Walter!), cena a Cravanzana (e proviamolo sto Maurizio) o Roddino (Gemma), prelievo senza troppe chiacchiere di 6 bottiglie di barolo da Roddolo (alla fine il bricco appiani non lo ricomprerò, li varrà ma non spendo quei soldi, magari non tantissimi per carità, ma non è il mio vino, mentre il dolcetto, accidenti che roba!) e atterraggio morbido in hotel. poi domani si vedrà, magari rientro da sopra e faccio un salto a Lessona. sì, il mio vino, il Quintino Sella; caro accidenti, ma che bòn, che bòn, che bòn.

  35. Flachi10 ha detto:

    Terre de Vertus a 34€ se la memoria non mi inganna… Enoteca Cavalli a Parma…

  36. Gabriele Sala ha detto:

    @Flachi10

    grazie mille, proverò a chiedere fanno spedizioni, quì a Milano a meno di 45 € non si trova.

  37. Andrea Scanzi ha detto:

    Non mi piace mangiare essere che sono stati vivi e non intendo tornare a essere parte integrante del genocidio, Giovanni. Oltretutto nei modi barbari di uccisione e macellazione che si seguono nel mondo.
    Mi avevano invitato alla festa del Bue Grasso e ho detto no.
    Lo sguardo del cane c’entra perché io amo tutti gli animali, ed è ipocrita spendere migliaia d’euro per la salvaguardia del tuo animale domestico e al tempo stesso sbranare un bue o un maiale. Chi lo dice che il maiale può essere ucciso e il cane no?
    L’animale che meno amo è l’uomo, stupido e cattivo, ma con deroghe.
    I post a cui allude risalgono a quando, per un annetto o giù di lì, ho ricominciato a mangiare saltuariamente carne tra il 2008 e il 2009. Spero di riuscire a smettere anche col pesce, che comunque mangio sempre meno.
    Specifico che questo è solo il mio modo di vivere e non intendo fare proseliti o perseguire opere di evangelizzazioni. Ma non ammorbatemi con gli elogi volgari dei carnivori. Sono noiosi e mi fanno schifo.
    Per ulteriori approfondimenti, rimando a Safran Foer.
    Ciao.

  38. Andrea Scanzi ha detto:

    @Bruno. Grazie davvero per l’intervento e la chiacchierata. Verrò presto a trovarvi, e complimenti ancora.

  39. Luca Infingardo ha detto:

    Oh, uomo, come ti quoto il penultimo commento. Chapeau. Bigazzi Torreggia e impera.

  40. Nic Marsèl ha detto:

    Andrea, il blog è tuo e ci scrivi quello che ti pare, però questa storia del vegetariano che mangia pesce (ma sempre meno) è ridicola. Se la questione è etica allora non si ammette deroga. Capisco i tuoi sentimenti ma o sei vegetariano o non lo sei. Nel qual caso non lo sei, inutile girarci intorno. E lo dico per rispetto di chi vegetariano lo è davvero, e di tutti i pesci che dovessero trovarsi malauguratamente a leggere questi post 🙂 Poi ci sarebbe molto da ridire anche su formaggi e uova (ad esempio). Hai presente la vita che si fa una mucca da latte? O quella delle galline in batteria? La morte è probabilmente la cosa migliore che si possono aspettare. Vogliamo parlare poi dei farmaci o dei cosmetici testati sugli animali senza necessariamente uccederli? O della produzione della lana? E cosa diciamo del cuoio per scarpe, borse e cinture? Si potrebbe continuare parecchio ma è già noioso. Le parole sono importanti (cit.). Con immutata stima. Ciao. Nicola.

  41. Andrea Scanzi ha detto:

    Marsel, non scrivere commenti biliosi perché ti senti in colpa a mangiare carne e ti rode quando qualcuno te lo ricorda. E’ un gioco che conosco e non è particolarmente edificante. Come non lo è avere un cane, o un gatto, coprirlo di attenzioni e poi scofanarsi bistecche e salumi. Chi lo dice che il cane va vezzeggiato e il maiale scorticato? Oltretutto il maiale è intelligentissimo, nonché essere vivente di rara dolcezza.
    Io la penso così e nella mia vita vivo così. Senza voler mondare o purificare chi ho attorno. Non ne avrei né mezzi, né diritto.
    Detto che le lezioni di morale le prendo da Heidegger o Diogene, non in un blog (peraltro faceto) da chi sostanzialmente non conosco, ho già risposto mille volte. Io non sono un esempio, non voglio fare proseliti, sono sommamente fallace e non credo di poter cambiare il mondo. E in più, nella vita, ogni tanto è lecito godere. L’esempio di massima virtute è il vegano, ma se devo diventare vegano mi taglio le palle. Ogni tanto fatemi godere con un raviggiolo o una tagliata di tonno (che peraltro non mangio da mesi). Non chiedo molto (il vino sì, quello lo chiedo).
    Io cerco un giusto mezzo e il più piccolo impatto ambientale al regno animale. Se tutti mangiassero come me, non morirebbero maiali, polli, conigli, vitelli, agnelli (prassi cruenta), capretti (ibidem), cinghiali, uccelli, selvaggina varia, etcetera. Quindi sarebbe molto meglio.
    A me, nel mio piccolo, senza ergermi a exemplum, piace non fare danno. O farne poco. E non sentirmi in colpa.
    Sul pesce hai ragione, ma l’avevo già scritto io e sto smettendo anche lì (quindi hai un’altra freccia in meno). I formaggi li cerco con latte crudo e caglio vegetale. Le uova le prendo da miei amici contadini e agricoltori che non usano la prassi vergognosa delle galline ovaiole.
    Il mio look è al 90 percento costituito da jeans, cotone e scarpette. E’ vero, ogni tanto ho cinture in pelle e stivali da cowboy, e son solito regalare tacchi 12 in pelle e cuoio alle Donne che lo meritano, ma non sono né Gandhi né il Dalai Lama.
    Se poi vuoi frugare tra la mia spazzatura, come facevano con Bob Dylan nei Sessanta per misurarne coerenza e purezza, ti mando l’indirizzo.
    Mi vado benissimo così, comunque, e credo di non nuocere al mondo che ho attorno. O meglio, di nuocergli pochissimo.

    a.

  42. Nic Marsèl ha detto:

    Nessuna bile. Per la cronaca, seguendo i tuoi ragionamenti, sono più vegetariano di te.

  43. Gabriele Sala ha detto:

    Grande Andrea!!!!

    sono 18 ani che sono vegetariano (da quando avevo 19 anni), e da 18 anni sono circondato da quelli del “ma però”, “ma però” le uova le mangi, “ma però” i latticini? E’ veramente detestabile che persone che, nell’ipotesi migliore, non si pongono il minimo dubbio di cosa hanno nel piatto, si mettano a pontificare sulle scelte altrui!

    Sulle scarpe quà ne fanno di decenti senza pelle (niente stivali cowboy però):

    http://www.diromeo.it/index.php

    Ciao

    Gabriele

  44. Nic Marsèl ha detto:

    P.S. Non è nelle mie possibilità (nè ambizioni) dare lezioni morali. Semplicemente, in base a ciò che dici (con grande sincerità, perchè avresti potuto omettere il particolare del pesce), non puoi definirti vegetariano, che ti roda o meno.

  45. Andrea Scanzi ha detto:

    Infatti, caro Nic Marsel, non mi sono mai definito “vegetariano” tout court, ma (nel libro e non solo) “quasi vegetariano”. Quindi continui a parlare di niente, o al massimo da solo. Contento tu, contenti tutti.
    Il punto è molto semplice. Uno che mangia carne normalmente, fa “danno” 100. Uno che non mangia nulla che è stato vivente, e magari neanche si veste con cose in pelle o cuoio, fa “danno” 0.
    Io faccio danno 10-15 e sto scendendo a 5 (rinunciando del tutto al pesce).
    Mi basta per non vergognarmi di me stesso.

  46. Nic Marsèl ha detto:

    Infatti è solo una questione di terminologia e soprattutto di principio. Ritengo che sia necessario chiamare le cose con il loro nome anche in un blog faceto. E basta. Perché affermare che i vegetariani possono essere considerati tali pur mangiando saltuariamente pesce mi sembra un po’ come dire “ho smesso di fumare, mi faccio solo le canne”. Poi se la questione è etica e non strettamente linguistica il terreno diventa ancora più minato e insidioso. Come suonerebbe una cosa del tipo “non sono razzista, tranne qualche volta (ma sempre meno) con i negri”? Anch’io non ti conosco. Purtroppo questo è il genere di cose che ci si riesce a comunicare (tra mille equivoci) attraverso un blog leggero ma non banale come il tuo. Il tema è difficile e complesso, un percorso di crescita personale, anche doloroso dal punto di vista interiore ma che non finisce mai. Ognuno segue il suo e deve risposte soltanto a se stesso e alla propria coscienza. Ma dato che non hai mai affermato di essere vegetariano, parlo del nulla e con nessuno. Peccato.

  47. Andrea Scanzi ha detto:

    Già, Marsel. “Peccato”. Considerato che nel libro e ovunque mi definisco “quasi-vegetariano”, che ho sempre detto che mangio anche un po’ di pesce e che non sono mai andato in tivù o altrove a ergermi come paladino del Veganesimo, son due giorni che parla e straparla del nulla. Ed è ora di finirla.

  48. Giovanni Corazzol ha detto:

    Io non intendevo avviare sto parapiglia. onestamente era un gioco, mi sembrava anche evidente. giuro non lo faccio più e confesso che delle abitudini alimentari dello Scanzi e delle nobili ragioni che vi sottostanno, pur sinceramente rispettandole, me ne importerebbe pochino. molto invece delle sue valutazioni sul vino. puro piacere. e per questo mille grazie.

  49. Nic Marsèl ha detto:

    E la finisco, se non altro per non far pensare che si tratti di accanimento verso la tua persona, cosa che mi dispiacerebbe alquanto, non corrispondendo al vero (ho letto con gran piacere sia “elogio” che “il vino degli altri”). E tuttavia, non te la prendere, ma eticamente non esiste nemmeno essere “quasi vegetariani”. Qui non c’è via di mezzo, o è bianco o è nero, o lo sei o non lo sei. Scusa ma su questo le nostre posizioni divergono (chissenfrega, penserai). Tolgo il disturbo. Anche perchè non mi piace la piega che ha preso questa discussione (lasciati dire che francamente trovo le tue risposte fuori misura). Da parte mia non intendevo essere offensivo e non penso di esserlo stato. Alla prossima (e sarà sul vino). Ciao. Nicola

  50. Andrea Scanzi ha detto:

    Quando la si finisce, la si finisce. Dacci un taglio, Nic, ti sei già sotterrato da solo abbastanza. Son due giorni che parli da solo e del nulla. Né mi interessa come valuti le mie risposte. Non ascolto i piagnucolamenti di chi entra in casa mia, mi dà del “ridicolo” e poi si lamenta – pure – se è stato sbattuto fuori, peraltro tra l’inevitabile zimbello generale.
    Cosa esiste e cosa no, nella mia vita, lo decido io. Evita di umiliare ulteriormente lo specchio in cui provi ad arrampicarti da ore. Con risultati sconfortanti.
    Altri post non verranno pubblicati.
    Grazie.

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